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"h.m.s. Belfast"


Alagi

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H.M.S. BELFAST

 

Un incrociatore veterano della seconda guerra mondiale trasformato in museo nel centro di Londra

(dal n.ro 67 - aprile 1999 - di "STORIA Militare")

 

 

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Il Belfast nel 1943, quando era impiegato nelle acque dell'Atlantico settentrionale per la scorta dei convogli alleati diretti in Unione Sovietica. (Foto Imperial War Museum - A 18642)

Ormeggiato sulla riva destra del Tamigi, poche centinaia di metri a monte del celebre "Tower Bridge" e fronteggiato - sulla riva opposta - dalle strutture fortificate medioevali della "Tower of London", l'incrociatore H.M.S Belfast, aperto al pubblico dal 1971, costituisce ormai un importante elemento del paesaggio del centro di Londra. La rilevanza storica e tecnica dell'unità, il suo ottimo stato di conservazione e l'accessibilità di numerosi locali interni fanno del Belfast una meta di sicuro interesse non soltanto per il cultore di storia navale, ma anche per il turista più generalmente attratto dai numerosi elementi di carattere storico-militare offerti da un soggiorno nella capitale britannica.

Il Belfast è l'ultimo esemplare tutt'ora esistente di una lunga serie di incrociatori che, per parecchi decenni, contribuirono all'esercizio di un incontrastato potere marittimo a livello planetario da parte della Royal Navy. Evoluzione delle unità classe "Southampton" (o "Town"), insieme al gemello Edinburghrappresentò l'espressione finale dell'incrociatore armato con pezzi da 6 pollici originato dai trattati stipulati alle conferenze navali di Londra del 1930 e 1936. Prima di dare inizio alla nostra visita del Belfast converrà quindi esaminare brevemente le principali caratteristiche degli ultimi incrociatori inglesi di costruzione prebellica.

 

La classe "Southampton"

Dopo la conclusione del primo conflitto mondiale, i diversificati impegni oceanici della Royal Navy nelle zone di interesse strategico per l'impero britannico avevano portato, tra il 1928 e il 1936, all'immissione in servizio degli incrociatori pesanti tipo "Kent" (13 unità su tre serie) ed alla costruzione di incrociatori leggeri di più modeste dimensioni (classi "Leander", "Perth" e "Arethusa"). Proprio quest'ultima serie di unità - pur manifestando alcune manchevolezze in termini di dislocamento, armamento e prestazioni generali - si rivelò subito particolarmente adatta a ricoprire compiti di scorta, contrasto di superficie e lotta al traffico mercantile: ruoli poi resi ancor più di primaria importanza dagli eventi della seconda guerra mondiale.

 

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L'incrociatore Amphion nel luglio 1936, pochi mesi dopo la sua entrata in servizio; nel 1938 diventerà l'HMAS Perth della Marina Australiana. Il disegno delle tre unità di questa classe influenzò, sotto vari aspetti, le linee generali dei successivi "Southampton". (Foto Wright & Logan)

 

Successivamente agli accordi di Washington del 1922 (1), i già ricordati trattati navali del 1930 e 1936 avevano stabilito il dislocamento massimo di 10.000 tonnellate per tutti i tipi di incrociatori, ora differenziati in "leggeri" e "pesanti" solamente dal calibro massimo delle artiglierie imbarcate (155 e 203 mm rispettivamente). Gli organi tecnici della Royal Navy non mancarono di recepire questa tendenza anche perché tale era l'orientamento delle principali Marine mondiali: nella seconda metà degli anni Trenta, infatti, erano in via di ultimazione i "Mogami" giapponesi, i "Brooklyn" statunitensi e gli italiani Giuseppe Garibaldi e Duca degli Abruzzi. Queste tre classi di unità, con un dislocamento assai vicino al massimo consentito, imbarcavano pezzi di artiglieria il cui numero variava dai 15 da 152/47 dei "Brooklyn" ai 10 da 152/55 dei "Garibaldi" (2).

Si giunse così - tra il 1934 e il 1936 - all'impostazione dei "Southampton", il cui aspetto ricalcava quello dei precedenti "Perth" (3) con un lungo castello di prora e sovrastrutture suddivise in due blocchi: le somiglianze terminavano però qui in quanto i "Southampton" erano unità di nuova concezione, più grandi, maggiormente protette (114 mm alla cintura contro 70) e dall'armamento molto più consistente.

 

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Portsmouth, agosto 1938: questa inquadratura del Manchester permette di apprezzare alcune delle innovazioni che differenziavano i "Southampton"dai precedenti "Perth". Si notino, in particolare, le torri trinate Mk XXII da 152/50 e i due hangar ai lati del fumaiolo anteriore. (Foto Wright & Logan)

 

Con un dislocamento standard superiore alle 9.000 tonnellate (circa 12.000 a pieno carico) e una lunghezza fuori tutto di 180,2 metri, i "Southampton" imbarcavano quattro torri trinate da 152/50 Mk XXII di nuovo modello (due a prora e due a poppa) e quattro impianti binati antiaerei da 102/45. L'armamento secondario antiaerei, all'entrata in servizio costituito da due "pop-pom" quadrupli da 40 mm e da otto mitragliere da 12,7, venne incrementato durante il conflitto imbarcando varie mitragliere "Oerlikon" da 20 mm e ulteriori armi da 40 mm. Il quadro era completato da due impianti lanciasiluri trinati da 533 mm - installati sul ponte di coperta nella zona sottostante i pezzi da 102 - e dalle sistemazioni aeronautiche, che prevedevano l'imbarco di una catapulta fissa trasversale a centronave e di due idrovolanti "Walrus" per la ri¬cognizione e l'osservazione del tiro.

La presenza di due hangar per il ricovero dei "Walrus" - una novità per gli incrociatori britannici - in¬fluenzò notevolmente il disegno del torrione: ne risultò una struttura massiccia ancorché dalle linee gradevoli, con il fumaiolo anteriore, inclinato all'indietro, posizionato posteriormente all'albero prodiero. A poppavia del torrione si incontravano - nell'ordine - la catapulta trasversale, il secondo fumaiolo e una sovrastruttura comprendente l'insieme albero poppiero / direzione di tiro secondaria. I quattro locali dell'apparato motore (quattro caldaie tipo Ammiragliato ed altrettanti gruppi turboriduttori Parsons per circa 80.000 hp e oltre 30 nodi di velocità massima), erano razionalmente alternati al fine di ridurre la possibilità che pochi colpi ben centrati potessero immobilizzare completamente un'unità (4).

I "Southampton" entrarono in servizio tra il marzo 1937 e il gennaio 1939, suddivisi in due serie di cinque e tre navi rispettivamente. Il primo gruppo comprendeva Southampton, Newcastle, Birmingham, Glasgow e Sheffield (5); le unità del secondo gruppo (Liverpool, Manchester e Gloucester) presentavano alcune differenze rispetto a quelle del primo, con un dislocamento standard di 9.400 tonnellate e l'apparato motore leggermente potenziato.

Nel corso del secondo conflitto mondiale Southampton, Gloucester e Manchester andarono perduti (tutti nel Mediterraneo), ma la classe fornì nel complesso buoni risultati dimostrando doti di versatilità, solidità e potenza di fuoco. Le restanti unità operarono sin verso la fine degli anni Cinquanta, quando furono radiate e vendute per la demolizione al termine di una lunga ed intensa carriera.

 

Il Belfast e l'Edinburgh

Le nubi di guerra che si addensavano sull'Europa nella seconda metà degli anni Trenta, diedero origine a vari programmi per il potenziamento della Royal Navy. In questo ambito venne autorizzata la costruzione di quattro incrociatori, poi ridotti a due, direttamente derivati dai "Southampton": furono questi il Belfast e l'Edinburgh che, impostati nel dicembre 1936, entrarono in servizio tra il luglio e l'agosto del 1939.

Le due nuove unità, pur ricalcando il disegno generale della precedente classe, si discostavano dai "Southampton" piuttosto sensibilmente: più lunghe di circa sette metri, dislocavano a pieno carico 14.400 tonn (11.550 tonnellate per il dislocamento standard). L'aumentata lunghezza permetteva il riposizionamento dei depositi munizioni per gli impianti binati antiaerei da 102/45 Mk XIX (il cui numero era stato portato a sei) a proravia dell'apparato motore (6); il conseguente arretramento di caldaie e turboriduttori era evidenziato dalla nuova collocazione dei fumaioli, con il primo posto a poppavia della catapulta e il secondo sul cielo della sovrastruttura poppiera.

Questa soluzione, pur ampliando i campi di tiro delle armi antiaerei e diminuendo la pericolosità dei depositi munizioni (con il loro allontanamento dai locali dell'apparato motore), rendeva però necessarie norie verticali e orizzontali di maggiore lunghezza per il trasporto dei proiettili da 102 mm, con conseguenti maggiori rischi di incatastamenti o danni per colpi a bordo. Non ultima, la linea dei "Belfast" risultò così meno elegante di quella dei "Southampton", con un caratteristico "vuoto" nelle masse delle sovrastrutture tra la plancia e i due fumaioli.

Per l'armamento principale erano state inizialmente prese in considerazione torri quadruple da 152/50, ma la loro complessità fece ritornare i progettisti britannici sulle già collaudate torri trinate dei "Southampton"; pertanto i "Belfast" imbarcarono anch'essi quattro impianti trinati, nella nuova versione Mk XXIII. La torre Mk XXIII, dotata di armi da 152/50 mm uguali a quelle della similare Mk XXII, comprendeva però strutture interne (camere di travaso e di manovra, montacarichi per cariche e proiettili ecc.) maggiormente sviluppate in altezza: ciò spiega quindi la necessità di installare le torri poppiere sui primi due livelli della sovrastruttura anziché sul ponte di coperta e sul primo livello della sovrastruttura, come realizzato per i "Southampton". Al momento dell'entrata in servizio, l'apparato motore, la protezione, le sistemazioni aeronautiche, l'armamento silurante e quello minore antiaerei del Belfast e dell'Edinburgh erano infine del tutto analoghi a quelli della precedente classe di incrociatori.

L'Edinburgh, affondato il 2 maggio 1942 nel Mare di Barents nel corso di uno scontro con unità tedesche, non subì modifiche di rilievo durante la sua breve vita operativa. Il Belfast, gravemente danneggiato il 21 novembre 1939 dall'esplosione di una mina ad influenza magnetica e sottoposto ad un lungo ciclo di lavori (si veda in proposito il riquadro relativo alla storia operativa dell'unità), rientrò in servizio circa tre anni più tardi avendo subito importanti modifiche. La più evidente comportò l'installazione di controcarene per migliorare la protezione verticale subacquea; nel contempo, ulteriori piastre di corazzatura vennero aggiunte al galleggiamento verso prora e verso poppa per meglio di¬endere i depositi munizioni principali. Risultarono inoltre potenziati tanto la dotazione elettronica (7) qu¬anto l'armamento minore antiaerei.

Tra il luglio 1944 e l'aprile 1945 il Belfast fu sottoposto ad un nuovo ciclo di lavori in previsione del suo impiego nell'area operativa del Pacifico. Sbarcati gli idrovolanti e la relativa catapulta, gli ampi locali degli hangar furono utilizzati per creare alloggi, mense sottufficiali ed aree ad uso ricreativo per l'equipaggio; una delle due gru venne sbarcata, l'altra riposizionata sulla mezzeria e furono rimossi anche i due impianti binati poppieri da 102/45; nuove armi antiaerei da 40 e 20 mm furono installate ovunque lo spazio disponibile lo permettesse.

Un ciclo di grandi lavori, effettuato presso l'Arsenale di Devonport dal gennaio 1956 al maggio 1959, alterò per l'ultima volta l'aspetto e le caratteristiche del Belfast in relazione ai rinnovati scenari operativi del dopoguerra, ed é questo l'attuale aspetto con cui la nave si presenta ai visitatori. Il ponte di co¬mando e la sottostante plancia-ammiraglio vennero ingranditi, forniti di ampie sfinestrature, completamente chiusi e resi stagni per permettere all'unità di operare in condizioni di protezione NBC (8); altre aree della nave risultavano ora analogamente protette nonché dotate di impianti per il condizionamento dell'aria. Fu anche imbarcato un sistema a getti d'acqua per la decontaminazione delle superfici esterne qualora fosse stata rilevata la presenza di radioattività nell'ambiente circostante.

 

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Singapore, 26 marzo 1962: il Belfast, al termine della sua ultima permanenza nelle acque dell'Estremo Oriente, inizia il lungo viaggio di ritorno verso la Gran Bretagna per passare in posizione di riserva a Portsmouth. Sono evidenti le modifiche e gli ammodernamenti che hanno interessato l'incrociatore nel ciclo di lavori del 1956/1959; al picco dell'albero prodiero, si noti l'insegna bianca con croce e due dischi rossi indicante la presenza a bordo di un contrammiraglio. (Foto Imperial War Museum - HU 4646)

 

Parte della rinnovata dotazione elettronica trovava sistemazione su due nuovi alberi a traliccio che sostituirono quelli originali; gli impianti lanciasiluri vennero eliminati mentre il castello di prora fu esteso verso poppa sino all'altezza del primo fumaiolo. Tutto l'armamento minore antiaerei fu sbarcato e rimpiazzato da sei impianti binati Bofors Mk V da 40/60 mm dotati di "colonnine" tipo "275" per la direzione del tiro. Infine, non vanno dimenticati i miglioramenti dell'abitabilità che interessarono varie zone della nave, con il rinnovamento delle docce e dei WC e l'installazione di moderne brande che sostituirono le più tradizionali, ma ormai desuete, amache nei locali equipaggio.

 

A bordo del Belfast

Il Belfast é ormeggiato in via permanente ad alcuni corpi morti, con la prora rivolta nella direzione di provenienza della corrente del Tamigi. Una volta giunti sul lungofiume, é possibile ammirare la nave in tutta la sua maestosità, accresciuta ora dalla colorazione mimetica alterativa tipo "Ammiragliato" applicata qualche anno fa e riproducente lo schema adottato tra il 1942 e il 1944. Nonostante l'aspetto del Belfast non sia più esattamente quello del periodo bellico, la pitturazione é stata realizzata con grande precisione e l'effetto generale appare del tutto realistico e convincente (9).

 

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Diagramma dei ponti e delle sistemazioni interne del Belfast (in bianco le aree visitabili; quelle puntinate o mancanti non sono aperte al pubblico). Le frecce indicano le posizioni da cui sono state scattate alcune fotografie a corredo dell'articolo (riferimenti da "A" a "M").

 

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Il pannello con i "battlehonours" del Belfast (scorte ai convogli nell'Artico, azione di Capo Nord del 26 dicembre 1943, sbarco in Normandia e partecipazione alla guerra di Corea), sormontato dal crest dell'unità e dal motto "Pro tanto quid retribuamus", ovvero "Restituiamo quanto ci viene dato". (Rif. "A")

 

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Una classica inquadratura delle torri "A" e "B" e della plancia comando viste dall'estremità prodiera del ponte di castello. (Rif. "B

")

 

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Il blocco di culatta e l'otturatore del cannone centrale da 152/50 della torre "A": i dati incisi sul bordo della culatta (dettaglio non visibile nella foto) indicano che si tratta del pezzo n° 95/5378 installato nel 1943. Sulla sinistra é visibile la cucchiaia di caricamento con un proiettile da 152 mm. (Rif. "C")

 

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Secondo ponte di corridoio: l'anello rotante posto alla base della torre "B" sul quale sono insellati numerosi proiettili da 152 mm. I serventi addetti alla loro movimentazione provvedevano ad avviarli ai livelli superiori inserendoli in apposite norie, di cui una é visibile al centro della foto. La struttura verticale all'estrema sinistra alloggia una seconda noria, la cui base si estende sino ai depositi del sottostante ponte di copertino, per il rifornimento delle cariche di lancio. (Rif. "D")

 

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Uno dei locali equipaggio nel sottocastello con, in primo piano, i motori elettrici e l'asse di trasmissione verticale di uno dei due argani a salpare. L'aspetto di quest'area é stato ripristinato allo standard del 1939/1945: sullo sfondo sono visibile alcune amache, all'epoca ancora largamente utilizzate su tutte le unità della Royal Navy. (Rif. "E")

 

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Una delle ridottissime ed anguste celle di rigore ricavate sul lato dritto del locale motori argani a salpare. (Rif. "F")

 

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Un dettaglio della plancia comando del Belfast: sulla sinistra, la poltroncina dell'Ufficiale di rotta. I due quadranti circolari posti in alto di fronte ad essa sono un indicatore della rotta tenuta dall'unità (a sinistra) ed un ripetitore del telegrafo di macchina (a destra); lo strumento nero al di sotto di quest'ultimo é un indicatore del numero dei giri dell'apparato motore. Sulla destra del peloro in primo piano il quadrante del solcometro. (Rif. "G")

 

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La Centrale Operativa Combattimento del Belfast, ancorché rimodernata nel dopoguerra, é utilizzata per una suggestiva ricostruzione (con suoni, luci e manichini in divisa) dei momenti più significativi dell'affondamento dello Scharnhorst. (Rif. "H")

 

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Un dettaglio del locale caldaie 1 e 2. Sulla sinistra é parzialmente visibile uno dei due collettori d'acqua della caldaia n° 1; le tre apparecchiature cilindriche in basso sono - da destra a sinistra - una pompa del sistema antincendio, la pompa del preriscaldatore della caldaia n° 1 ed una pompa ad esaurimento di sentina. Il quadrante al centro - a discapito delle apparenze - non é semplicemente un ripetitore del telegrafo di macchina, ma uno strumento utilizzabile anche per la trasmissione di ordini di altro genere ("Fare fumo", "Travasare nafta" ecc.). (Rif. "I")

 

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Il fronte della caldaia n° 1 con i condotti di alimentazione della nafta e i relativi bruciatori. (Rif. "L")

 

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La cofanatura del riduttore dell'asse esterno di dritta é stata sollevata, rendendo in tal modo visibili gli ingranaggi del macchinario. In primo piano l'asse delle turbine di alta e bassa pressione; dietro di esso, la ruota di riduzione collegata all'asse dell'elica. (Rif. "M")

 

La visita dell'incrociatore inizia dalla zona poppiera del ponte di coperta ("quarterdeck" nella terminologia anglosassone), ove sono esposti la campana della nave e un pannello indicante i suoi "battlehonours" - ovvero i periodi operativi più rilevanti e le azioni più significative cui il Belfast prese parte. Si prosegue poi verso prora, accedendo al prolungamento poppiero del ponte di castello all'altezza dei quattro impianti antiaerei da 102/45: si tratta di artiglierie largamente utilizzate nel corso del secondo conflitto mondiale a bordo di numerose classi di unità britanniche e di altre Marine del Commonwealth.

Una volta giunti nella zona prodiera del ponte di castello ("forecastle"), si entra nella torre "A" da 152/50: l'interno é molto ben conservato ed é possibile osservare da vicino numerose componenti della complessa meccanica dell'impianto, tra cui i blocchi di culatta con otturatori a vitone, le cucchiaie di caricamento, i freni recuperatori e i terminali superiori delle norie per il trasporto delle munizioni. Nelle torri Mk XXII e Mk XXIII, la posizione del cannone centrale risultava arretrata di circa sessanta centimetri rispetto a quella delle armi laterali: questo accorgimento faceva sì che, all'interno, lo spazio a di¬posizione dei serventi di ciascun pezzo fosse un po' più ampio rispetto ad una sistemazione "in linea" delle tre culatte. Entrando nella tuga sottostante alla torre "B" e discendendo sino al secondo ponte di corridoio, si entra nelle camere di travaso munizioni delle torri prodiere; alla base di ciascuna torre, in corrispondenza dei terminali inferiori delle norie di caricamento, un anello rotante fornito di apposite "selle" per i proiettli permetteva ai serventi di continuare le operazioni di rifornimento indipendentemente dall'angolo di brandeggio dell'impianto. I montacarichi per la movimentazione delle cariche di lancio proseguivano invece sino al loro deposito, ricavato inferiormente sul ponte di coper¬tino.

All'estremità prodiera del ponte di coperta, il locale motori degli argani a salpare é stato ripristinato nel suo aspetto del periodo bellico. In questo spazio angusto erano alloggiati 23 marinai: le numerose amache rizzate un po' ovunque permettono di immaginare quali fossero le condizioni di vita dei "comuni" e dei sottufficiali di grado inferiore durante gli anni della seconda guerra mondiale. Sulla dritta del locale sono anche ricavate due ridottissime celle di rigore ove scontavano brevi condanne gli elementi più riottosi e indisciplinati dell'equipaggio.

 

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Spaccato di una torre trinata da 152/50 del modello Mk XXIII imbarcato sul Belfast. (Da una tavola di Ross Watton pubblicata nel volume "The cruiser Belfast" - serie "Anatomy of the ship", op. cit. in bibliografia).

 

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A poppavia della barbetta della torre "B", per mezzo di una serie di scalette si raggiungono i vari livelli della sovrastruttura prodiera, con la plancia-ammiraglio e il sovrastante ponte di comando. Posteriormente a quest'ultimo si trova la Centrale Operativa Combattimento (10), al cui interno un sistema di effetti ottici e sonori riproduce alcune situazioni del combattimento del 26 dicembre 1943 nel corso del quale fu affondato l'incrociatore da battaglia tedesco Scharnhorst.

Discendendo nuovamente sino al livello del ponte di coperta, si accede ad una vasta area che si estende - in lunghezza - dalla paratia a poppavia della barbetta della torre "B" sino ai condotti per il fumo posti alla base del secondo fumaiolo. In questa zona del Belfast sono concentrati numerosi locali adibiti ai più svariati usi, ed é possibile entrare all'interno dell'infermeria, delle cucine equipaggio e delle lavanderie. Altri compartimenti (gabinetto dentistico, panetteria, celle frigorifere ecc.), per via delle dimensioni più ridotte, possono essere osservati solamente dalla porta d'accesso. Una particolare menzione merita la cooperativa di bordo, denominata "NAAFI Canteen" (11) sulle unità della Royal Navy, ove sono esposti giornali e riviste, nonché contenitori per generi alimentari e bevande, risalenti all'epoca della seconda guerra mondiale. Va osservato che pressoché tutti questi locali sono "popolati" da manichini in cera che indossano divise risalenti al periodo 1939-1945 ed appaiono impegnati nei più svariati compiti: ufficiali medici, furieri segretari, addetti all'ufficio postale di bordo, personale di cucina. . . . A differenza di quanto si possa pensare, la presenza di queste figure contribuisce in grande misura al già notevole realismo degli ambienti, accresciuto perfino dalla presenza di un gatto (rigorosamente immobile ma in posa molto "felina") intento alla caccia ad un topo all'interno di una cambusa!

Parte di questa zona, sulla sinistra, e - inferiormente - la corrispondente porzione del primo ponte di corridoio, sono destinate ad aree espositive dedicate alla storia del Belfast e alla Royal Navy dei nostri giorni. Da qui, scendendo sul secondo ponte di corridoio, si raggiungono la stazione di governo principale (12) e la sala radio, per le quali era stata prescelta questa posizione particolarmente protetta e meno vulnerabile, in corrispondenza della cintura corazzata.

Quasi con certezza, la visita dei locali dell'apparato motore del Belfast, insieme a quella delle sistemazioni dell'artiglieria principale, é uno degli spunti di maggior interesse offerti dall'unità. Sono aperti al pubblico il locale caldaie ed il locale macchine del gruppo propulsivo prodiero dell'unità, con due caldaie tipo "Ammiragliato" e due gruppi turboriduttori "Parsons" per gli assi esterni. I due compartimenti sono mantenuti in condizioni di estrema pulizia e, al tempo stesso, risultano del tutto accessibili da parte dei visitatori, che dovranno solamente prestare qualche attenzione aggiuntiva nel passare attraverso i boccaporti e nel discendere le ripide scalette che conducono al loro interno. Nel locale caldaie si passa lateralmente ai cilindri collettori d'acqua per raggiungere poi il fronte delle caldaie stesse, ciascuna dotata di sette bruciatori per la nafta. Nel locale macchine, la cofanatura del gruppo turboriduttore di dritta é stata sollevata per rendere visibili le turbine di alta e bassa pressione, il riduttore a ingranaggi e la relativa grande ruota dentata collegata con un giunto all'asse dell'elica.

La complessità di un grande sistema propulsivo a vapore, unita alla possibilità di effettuarne un approfondito e ravvicinatissimo esame, trova pochi analoghi riscontri in altre navi museo: probabilmente, l'unica grande unità del passato il cui apparato motore può essere paragonato a quello del Belfast anche da questo punto divista é la nave da battaglia statunitense North Carolina, da tempo aperta al pubblico nelle vicinanze della città di Wilmington (U.S.A.), e notevole esempio, essa stessa, di unità della seconda guerra mondiale trasformata in museo (13).

Una volta effettuata la risalita dai locali dell'apparato motore la visita dell'incrociatore può dirsi conclusa. Si fa così ritorno a poppa e, sul ponte di coperta ricoperto da un tavolato in teak, prima di scendere a terra si assapora - per un'ultima volta - l'atmosfera ormai trascorsa del tempo delle corazzature e delle grandi artiglierie navali: un aspetto della guerra sul mare definitivamente consegnato al passato ma il cui ricordo, con la conservazione di navi come il Belfast, può essere mantenuto vivo ancora ai nostri giorni.

 

Maurizio Brescia

 

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Attività operativa

Il Belfast , impostato il 10 dicembre 1936 presso i cantieri Harland & Wolff di Belfast e varato il 17 marzo 1938, entrò in servizio il 5 agosto 1939. L'inizio delle ostilità con la Germania colse il Belfast a Scapa Flow, inquadrato nella 18a Divisione Incrociatori; il successivo 9 ottobre l'incrociatore fermò e catturò nel Mare del Nord il piroscafo tedesco Cap Norte, diretto in Germania dal Sud America con numerosi riservisti a bordo. Pochi giorni dopo il Belfast entrò a far parte della 2a Divisione Incrociatori di base a Rosyth ma il 21 novembre, mentre navigava nel Firth of Forth con rotta a levante, fu seriamente danneggiato da una mina ad influenza magnetica che esplose all'altezza del locale caldaie di prora.

 

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I danni subiti comportarono vasti allagamenti, gravi lesioni nei basamenti delle turbine del locale macchine di prora e, soprattutto, la distorsione della chiglia. Scartata l'ipotesi, inizialmente presa in considerazione, della demolizione dell'unità, si procedette a lunghi lavori di riparazione (svolti prima a Rosyth e poi a Devonport) che comportarono la rettifica e il rinforzo delle strutture dello scafo e il potenziamento dell'armamento minore antiaerei. Così rimodernato il Belfast rientrò in squadra nel dicembre 1942, venendo impiegato durante tutto il 1943 in compiti di scorta ravvicinata o protezione a distanza dei convogli alleati diretti in Unione Sovietica. Il 26 dicembre 1943, insieme alla nave da battaglia Duke of York e agli incrociatori Norfolk, Sheffield e Jamaica , intercettò l'incrociatore a battaglia tedesco Scharnhorst che, dopo un lungo combattimento, venne affondato - poco prima delle 20.00 - diverse decine di miglia a settentrione di Capo Nord (*).

 

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L'incrociatore da battaglia Scharnhorst della Kriegsmarine, affondato il 26 dicembre 1943 da una forza navale di cui faceva parte anche il Belfast. (Coll. E. Bagnasco)

 

Dopo aver scortato le portaerei i cui velivoli imbarcati attaccarono la nave da battaglia Tirpitz nell'Altenfiord (Norvegia) il 3 aprile 1944 (operazione "Tungsten"), il Belfast prese parte alle operazioni navali dello sbarco in Normandia, bombardando posizioni tedesche nella zona di Ver sur Mer. Dopo un nuovo ciclo di lavori di ammodernamento il Belfast venne trasferito in Estremo Oriente e, tranne un periodo trascorso a Portsmouth tra l'agosto 1947 e l'ottobre 1948, operò pressoché ininterrottamente in quelle acque sino al 1952. Durante i primi due anni della guerra di Corea fece parte delle Forze Navali delle Nazioni Unite, soprattutto impiegato in missioni di bombardamento controcosta.

Rientrato in patria e sottoposto - tra il 1956 e il 1959 - ad un ultimo ciclo di lavori, fece poi ritorno in Estremo Oriente ove fu impiegato in ruoli di "presenza navale", facendo spesso scalo ad Hong Kong e Singapore come pure in Australia, Giappone, India e Ceylon. Il Belfast passò in riserva a Portsmouth nel febbraio 1963, ospitando a bordo il personale della Royal Navy impiegato nella manutenzione delle unità non operative della base.

Nel 1967 iniziarono gli sforzi congiunti dell'Imperial War Museum (il cui direttore era all'epoca il dr. Noble Frankland), e di un comitato presieduto dal c.a. Morgan Giles - già ultimo comandante del Belfast - per la trasformazione in museo della storica unità. Nel marzo 1971 la Camera dei Comuni, considerate le garanzie presentate dai sostenitori dell'iniziativa, trasferì la proprietà della nave all' "H.M.S. Belfast Trust", i cui sforzi furono coronati il 21 ottobre dello stesso anno (anniversario della battaglia di Trafalgar), con l'apertura al pubblico dell'unità al suo definitivo punto di ormeggio nel centro di Londra.

 

(*) A bordo del Belfast alzava la sua insegna il c.a. Robert Burnett, comandante la "Forza 1" composta anche dal Norfolk e dallo Sheffield; la "Forza 2" (Duke of York e Jamaica) era posta agli ordini dell'amm. Bruce Fraser, comandante superiore in mare dei due gruppi operativi. Sulle circostanze della perdita dello Scharnhorst si veda: P. Hervieux, Schlachtkreuzer , in "STORIA Militare" n° 27 (dicembre 1995)

 

Note:

(1) n.d.r.: prossimamente, "STORIA Militare" dedicherà un articolo agli incrociatori pesanti tipo "Washington" originati dal trattato navale del 1922.

(2) I "Mogami", inizialmente armati con 15 pezzi da 155/55, furono trasformati nell'imminenza del secondo conflitto mondiale in incrociatori pesanti, sostituendo le cinque torri trinate originarie con altrettante binate da 203/50.

(3) I "Perth" (dislocamento standard 7.000 tonn, lunghezza 169,2 m e armamento principale composto da quattro torri binate da 152/50), entrarono in servizio nel 1936 con i nomi di Amphion, Apollo e Phaeton. Trasferiti nel 1938 alla Marina Australiana furono ribattezzati - rispettivamente - Perth, Hobart e Sydney.

(4) Lo schema adottato prevedeva - partendo da prora -, un locale caldaie, il locale macchine per i due assi esterni, il secondo locale caldaie e, infine, il locale macchine per i due assi interni.

(5) Per i primi due incrociatori erano stati originariamente previsti nomi tratti dalla mitologia classica (Polyphemus e Minotaur), e solo dopo la loro impostazione venne deciso di assegnare nomi di città alle unità della classe.

(6) Sui "Southampton" i depositi munizioni per i pezzi da 102/45 erano collocati inferiormente a questi ultimi, in una posizione meno protetta sul ponte di coperta e sovrastante il locale macchine addietro.

(7) Nel 1943 il Belfast imbarcava una direzione tiro con radar tipo "284", un radar di scoperta aerea tipo "281" ed uno di ricerca di superficie tipo "273", direzioni di tiro con radar "285" per i complessi antiaerei da 102 mm ed analoghe apparecchiature asservite all'armamento minore antiaerei.

(8) Ovvero difesa quanto più possibile dalla penetrazione all'interno di agenti nucleari, batteriologici e chimici.

(9) Sono stati utilizzati i grigi 507C e 507A nonché i blu B5 e B6. Vds. M. Brescia, Royal Navy camouflage 1939-1945 in "STORIA Militare" n. 41 (febbraio 1997).

(10) Nota come "Operations Room" presso la Royal Navy e "Combat Information Center" presso la Marina degli Stati Uniti.

(11) A bordo delle unità britanniche, a partire dal 1921, si trovano cooperative di bordo gestite dal "Navy Army and Air Force Institute" (NAAFI) per la vendita all'equipaggio di generi di conforto e per uso personale.

(12) La stazione di governo posta in plancia, e la relativa ruota del timone, furono rimosse durante il rimodernamento del 1956-1959.

(13) Vds. M. Brescia, Le navi museo negli Stati Uniti, in "STORIA Militare" n. 6 (marzo 1994).

 

Bibliografia:

AA.VV., H.M.S. Belfast, Londra, (guida ufficiale edita dall'Imperial War Museum), 1995

Giorgerini, G., Gli incrociatori della seconda guerra mondiale, Parma, Albertelli, 1974

Raven, A. e Roberts, J., Ensign 5 - "Town" class cruisers, Londra, Bivouac Books, 1975

Raven, A. e Roberts, J., British cruisers of World War II, Annapolis, U.S. Naval Institute, 1980

Smith, O., H.M.S. Belfast, Londra, Macmillan Press, 1973

Watton, R., The cruiser Belfast (serie "Anatomy of the Ship"), Londra, Conway Maritime Press, 1985

Wingate, J., Warship Profile n° 29 - H.M.S. Belfast, Windsor, Profile Publications, 1971

 

H.M.S. Belfast - caratteristiche tecniche principali

(se non diversamente indicato, i dati sono riferiti all'entrata in servizio)

Dislocamento: standard 11.550 t, a pieno carico 14.400 t

Lunghezza: f.t. 187,2 m, tra le perpendicolari 176,5 m

Larghezza: 20,2 m

Pescaggio max.: 6,1 m

Apparato motore: - caldaie: 4 tipo Ammiragliato - turbine: 4 tipo Parsosns - 4 assi

Potenza max: 80.000 hp

Velocità: max 32,2 nd (31,2 nd a pieno carico) @ 300 rpm

Combustibile: 2.400 t a pieno carico - Autonomia: 10.000 miglia a 16 nd

Equipaggio (Uff.li/Sott.li e comuni): 50/650 all'entrata in servizio; 81/800 nel 1945

Armamento:

- all'entrata in servizio: 12 cannoni 12 152/50 mm (4xIII), 12 cannoni da 102/45 mm (6xII), 16 mg. da 40 mm Mk VI "pom pom" (2xVIII), 8 mg. da 12,7 mm Mk III (2xIV), 6 tubi lanciasiluri da 533 mm (2xIII), 1 catapulta e due aerei

- fine 1942/1943: 12 cannoni 12 152/50 mm (4xIII), 12 cannoni da 102/45 mm (6xII), 16 mg. da 40 mm Mk VI "pom pom" (2xVIII), 14 mg. da 20 mm (4xI e 5xII), 6 tubi lanciasiluri da 533 mm (2xIII), 1 catapulta e due aerei

- maggio 1945: 12 cannoni 12 152/50 mm (4xIII), 8 cannoni da 102/45 mm (4xII), 36 mg. da 40 mm (2xVIII, 4xIV e 4xI, vari modelli), 14 mg./ da 20 mm (6xI e 4xII), 6 tubi lanciasiluri da 533 mm (2xIII)

dal 1959: 12 cannoni da 152/50 mm (4xIII), 8 cannoni da 102/45 mm (4xII), 12 mg. da 40 mm Mk V (6xII)

 

L'H.M.S. Belfast é conservato e gestito dall'Imperial War Museum ed é aperto al pubblico tutti i giorni dell'anno ad eccezione del 24,25 e 26 dicembre. Orario di apertura: 10.00/18.00 dal 1° marzo al 31 ottobre e 10.00/17.00 dal 1° novembre al 28 febbraio. I biglietti di ingresso sono venduti sino a 45 minuti prima della chiusura. La nave é facilmente raggiungibile con la metropolitana di Londra (Northern Line, stazione di London Bridge), proseguendo poi per pochi minuti a piedi per Tooley Street e Morgans Lane sino alla biglietteria sul lungofiume.

A bordo è consentito fotografare (anche con l'uso del flash) ed effettuare riprese video. Si consiglia a chi desidera fotografare la nave di recarsi sul posto nelle ore pomeridiane, quando le condizioni di luce sono notevolmente migliori rispetto a quelle del mattino.

---------------------

H.M.S. Belfast - Morgans Lane, Tooley Street, London SE1 2JH (UK) - tel. 0044 (0)171 4076434

 

Risorse internet:

http://hmsbelfast.iwm.org.uk/

http://www.iwm.org.uk/

 

014bm4.jpg

Il Belfast come si presenta oggi ai visitatori, ormeggiato sul Tamigi nei pressi del "Tower Bridge".

Edited by Alagi
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Bellissimo servizio, anzi strabellissimo!!!

 

Vi immaginate avere nella propria citta' a portata di mano una nave del genere??

 

Si potrebbe costruire un modello di una qualita' incredibile. (deformazione modellistica)

 

Vi sembrera' strano, ma la foto che mi ha colpito di piu', e' quella della coppia ingranaggi, mi piace pensare alla macchina e agli utensili che l'anno costruita.

 

Grazie Alagi. saluti

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  • 1 year later...
... ed è uno dei motivi per cui DEVO andare a Londra.

Ciao.

 

E non solo quello devi anche andare al Royai air Force museum e nelle War Cabintes Room

 

Io devo tornarci per andare a Porthsmout per vedere il Victory di Nelson

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Io devo tornarci per andare a Porthsmout per vedere il Victory di Nelson

 

E anche:

- HMS Warrior

- Mary Rose

- Royal Navy Museum

(tutti all'interno o nei pressi del Royal Dockyard)

 

nonchè:

- Royal Navy Submarine Museum & HMS Alliance (A Gosport)

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  • 7 months later...

Sono stato a Londra da venerdì 3 a domenica 5 aprile 2009 [da Parigi, dove mi trovavo in quel periodo, in treno, "Eurostar" (quello autentico!) via Eurotunnel].

 

Eccovi alcune foto dell'incrociatore leggero HMS "Belfast", trasformato in Nave Museo ed ormeggiato a Londra, sul Tamigi, vicino al "Tower Bridge".

 

Purtroppo, per il poco tempo a disposizione, non ho potuto visitarlo!!!

 

 

Inserisco alcuni link sulla nave in argomento:

 

http://hmsbelfast.iwm.org.uk/

 

http://www.hnsa.org/ships/belfast.htm

 

http://local.google.com/local?f=q&hl=e....002623&t=k

 

 

 

dsc06511.jpg

 

 

 

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dsc06496.jpg

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  • 2 months later...

Lo visitai qualche anno fa e cercai anche di ottenere quel successo che mancò alle navi tedesche...cercando di affondarlo a testate: stavo entrando in una delle torri di prora, abbassai lo sguardo per non inciampare ma non abbassai la testa e presi in piena fronte l'acciaio dell'ingresso. Non caddi lungo disteso solo perchè chi era con me mi sostenne... Ho fatto l'alpino che ci volete fare? :s03:

Edited by Oblt. z.S. A. Von Kast
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