Alagi Posted May 14, 2007 Report Share Posted May 14, 2007 (edited) Vi posto questa mia recensione su un bel volume recentemente posto in commercio, che comparira prossimamente su "Storia Militare" IL MIO VOLO attraverso l'Atlantico e le due Americhe Francesco de Pinedo Milano, Hoepli, 2007 pagg. 266, 190 fotografie, 40 schizzi e 5 cartine Cm 17 x 24, brossura, Euro 21,00 (in vendita c/o TUTTOSTORIA) Francesco de Pinedo (Napoli, 1890 - New York, 1933) è stato uno degli aviatori italiani piu noti nel periodo tra le due guerre: dopo aver iniziato la sua carriera di pilota nella Regia Marina, transito nel 1923 alla neocostituita Regia Aeronautica dedicandosi, in particolare, all'organizzazione e alla realizzazione di raids aeronautici di grande impatto tecnico e, al tempo stesso, emotivo. Nel 1925, insieme al motorista Campanelli, effettuò il raid di 55.000 km Sesto Calende-Melbourne-Tokyo-Roma a bordo di un idrovolante S.16 ter (scherzosamente denominato Gennariello), e chi scrive queste note, gia ai tempi del liceo una trentina d'anni fa, era rimasto affascinato dalla lettura dell'edizione originale del libro Un volo di 55.000 chilometri (Mondadori, Milano, 1926), ove de Pinedo, con felice verve letteraria, descriveva le complesse vicende e le avventure vissute durante quella lunga missione. Nel 1927, insieme a Carlo Del Prete, a bordo dell'S.55 Santa Maria compi un'impresa analoga per difficolta e valenze tecniche, partendo da Cagliari e raggiungendo il Brasile e gli Stati Uniti dopo aver attraversato, in piu tappe l'Oceano Atlantico meridionale. In seguito a un incendio che distrusse il suo velivolo in Arizona, completo il raid con un secondo S.55, raggiungendo infine Ostia dove fu accolto trionfalmente dalle autorita civili e militari dell'epoca, nonche da una numerosissima folla. Le qualita giornalistiche di Francesco de Pinedo risaltano anche ne Il mio volo attraverso l'Atlantico e le due Americhe, oggi riprodotto in ristampa anastatica dall'Editrice Hoepli di Milano, che ripropone ai lettori l'edizione originale del volume (edito dalla stessa Hoepli nel 1928) all'epoca realizzato utilizzando i numerosi appunti di viaggio riuniti in forma organica dall'autore una volta rientrato in Italia al termine del raid. Nulla manca in questo interessante e godibile resoconto, dall'attivita di organizzazione tecnica e logistica del raid, alla descrizione dei voli e delle condizioni atmosferiche, agli incontri con autorita locali e nostri connazionali in localita spesso esotiche: il tutto descritto e commentato, al tempo stesso, con ironia partenopea e profonda conoscenza dell'argomento tecnico e della navigazione aerea, unite alla consapevolezza della natura, anche di immagine e diplomatica, della missione. L'iconografia del volume è quanto mai ricca, riportando tutte le immagini scattate dall'autore e da fotografi locali presenti nell'edizione originale; inoltre, le acute doti di osservatore e di illustratore di de Pinedo vengono esaltate da una quarantina di schizzi, a suo tempo eseguiti dall'aviatore, che contribuiscono a inserire il lettore nell'atmosfera d'epoca, e spesso coloniale, dei luoghi visitati come pure a rendere quasi caricaturalmente i tratti di numerosi personaggi incontrati nelle Americhe e in Europa. Le cartine che accompagnano il testo sono anche esse in versione originale e con il loro stile ed una precisione ancora oggi puntuale e immediata contribuiscono a far immergere il lettore nell'atmosfera di un mondo aeronautico avventuroso e pionieristico ormai definitivamente consegnato al passato e alla storia. Il testo è preceduto dalla presentazione autografa di Gabriele d'Annunzio e seguito, al termine, dal messaggio rivolto da Mussolini a de Pinedo al termine del suo raid (gia presenti nell'edizione originale del 1928). Una serie di tabelle delle distanze ed alcune pagine relative alla descrizione del velivolo S.55 e del suo motore Isotta-Fraschini Asso da 500 hp costituiscono un essenziale e completa appendice tecnica a quello che, in realta, è un grande libro di avventure e di aviazione. Un unico appunto va fatto alla scelta, effettuata dalla Casa editrice, di dotare Il mio volo attraverso l'Atlantico e le due Americhe di una modesta copertina in brossura: a nostro avviso, un volume dalle caratteristiche cosi valide e positive avrebbe forse meritato una veste editoriale esterna di maggior pregio e consistenza. Edited September 4, 2008 by Totiano Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Falk1 Posted May 14, 2007 Report Share Posted May 14, 2007 scusa l'ignoranza Alagi, ma a che vedere anche con i famosi tre sorci verdi (da qui il famoso detto "far vedere i sorci verdi") sotto le ali del velivolo oppure siamo in un altro periodo storico? Grazie Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Alagi Posted May 14, 2007 Author Report Share Posted May 14, 2007 scusa l'ignoranza Alagi, ma a che vedere anche con i famosi tre sorci verdi (da qui il famoso detto "far vedere i sorci verdi") sotto le ali del velivolo oppure siamo in un altro periodo storico?Grazie No, non c'entra nulla. "Sorci Verdi" era la denominazione di alcuni S.79 "Sparviero" in forza al 12° Stormo del 42° Gruppo della R.A. che - nella seconda meta degli anni trenta - parteciparono ad alcune competizioni aeronautiche vincendo, in particolare, la "corsa" Istres-Damasco-Parigi (con sei velivoli) nel 1937. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
malaspina* Posted May 14, 2007 Report Share Posted May 14, 2007 Grazie dell'antepria copmandante Alagi. Certo che quelli erano proprio tempi eroici. Mi sarebbe piaciuto viverli. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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