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Nel 1918, con tutti i "difetti" del caso, avevamo comunque una delle flotte strutturalmente più moderne del mondo.

 

Unità pesanti, leggere, sommergibili, aviazione navale fortissima, dirigibili, truppe anfibie, unità lagunari e fluviali, MAS, mezzi d'assalto...

 

Poi arrivò la legge sull'aeronautica...GRRRRRRRRR!!!! :s03:

Edited by Pesce persico (e costruttivo...)
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Nel 1918, con tutti i "difetti" del caso, avevamo comunque una delle flotte strutturalmente più moderne del mondo.

 

Unità pesanti, leggere, sommergibili, aviazione navale fortissima, dirigibili, truppe anfibie, unità lagunari e fluviali, MAS, mezzi d'assalto...

 

Poi arrivò la legge sull'aeronautica...GRRRRRRRRR!!!! :s03:

 

Ti riferisci, forse , a quando la penisola italiana fu considerata la "portaerei italiana "

adatta a fronteggiare, in tutti i punti cardinali, eventuali attacchi sia dal cielo che dalla terra e dal mare ?

E in tal modo diedero un netto taglio a discapito della Regia Marina da non farle varare neanche una portaerei (a parte la povera Aquila che non fu mai finita) o rinforzare il proprio organico?

Posted (edited)

Sì. :s02:

 

In particolare, mi riferisco alla famigerata legge del 1923, in base alla quale la Regia Aeronautica rivendicava la gestione di tutto quanto potesse volare.

 

Ti riporto questa citazione, tratta dal sito Marina militare:

 

L'11 agosto 1955 l'ammiraglio Corso Pecori Giraldi subentrò all'ammiraglio Ferreri come Capo di Stato Maggiore, con la Marina pienamente impegnata nello sforzo di potenziamento. Al nucleo di unità già in linea all'epoca del primo programma navale e a quelle cedute dagli USA si affiancarono i primi due sommergibili, il Leonardo da Vinci (ex USS Dace) e l'Enrico Tazzoli (ex USS Barb), trasferiti fra il 1954 ed il 1955 dopo essere stati radicalmente rimodernati secondo la formula "GUPPY" (Greater Underwater Propulsive Power), mentre nei cantieri nazionali erano in costruzione - finanziati in tutto o in parte dagli Stati Uniti - due cacciatorpediniere di scorta, tre corvette, 27 dragamine fra litoranei e costieri e varie unità minori e ausiliarie. In questo contesto è opportuno ricordare l'amara vicenda della progettata Aviazione Navale, il cui nucleo principale avrebbe dovuto essere composto da 74 velivoli antisommergibili tipo S-2C Helldiver, di cui una parte destinata ad operare da una portaerei leggera di cui era prevista la cessione da parte dell'US Navy.

 

L'intenzione della Marina di costituire reparti di volo autonomi incontrò tuttavia un'insormontabile opposizione da parte dell'Aeronautica, le cui tesi dopo un lungo contenzioso finirono nel 1953 col prevalere, vanificando sul nascere le speranze di un'Aviazione Navale degna di questo nome (i dissensi furono risolti con una legge ad hoc che permise l'impiego, presso i Gruppi di volo ASW dell'Aeronautica, di equipaggi misti con personale della Marina in misura pari al 50% della consistenza totale). Le nuove esigenze della Marina portarono alla trasformazione delle due unità superstiti della classe "Capitani Romaní" (Pompeo Magno e Giulio Germanico) in cacciatorpediniere conduttori; i lavori si protrassero per circa due anni e le navi, ribattezzate rispettivamente San Giorgio e San Marco, rientrarono in servizio nel 1955/56.

 

Tutte le varie teorie più o meno bislacche degli anni successivi, tra cui quella da te citata, derivano da quel gran capolavoro di legge.

 

Se penso che, ancora a metà degli anni '80, alcuni "assi da scrivania" (con tanto di panza ben rotonda) dell'Aeronautica Militare, ancora si appellavano a questa legge per opporsi all'acquisizione degli Harrier per il Garibaldi (e degli elicotteri Mangusta per l'esercito, ed altre amenità), mi viene da pensare che i "disastri" della 2a guerra mondiale non abbiano insegnato nulla... :s12:

Edited by Pesce persico (e costruttivo...)
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Nel 1918, con tutti i "difetti" del caso, avevamo comunque una delle flotte strutturalmente più moderne del mondo.

 

Unità pesanti, leggere, sommergibili, aviazione navale fortissima, dirigibili, truppe anfibie, unità lagunari e fluviali, MAS, mezzi d'assalto...

 

Poi arrivò la legge sull'aeronautica...GRRRRRRRRR!!!! :s03:

Superquoto!!

Posted (edited)
Sì. :s02:

 

In particolare, mi riferisco alla famigerata legge del 1923, in base alla quale la Regia Aeronautica rivendicava la gestione di tutto quanto potesse volare.

 

Se penso che, ancora a metà degli anni '80, alcuni "assi da scrivania" (con tanto di panza ben rotonda) dell'Aeronautica Militare, ancora si appellavano a questa legge per opporsi all'acquisizione degli Harrier per il Garibaldi (e degli elicotteri Mangusta per l'esercito, ed altre amenità), mi viene da pensare che i "disastri" della 2a guerra mondiale non abbiano insegnato nulla... :s12:

 

E formalmente tuttora gli Harrier apparterrebbero all'Aeronautica. La Marina li avrebbe in gestione (se non vado errato).... :s14:

Edited by Mizar X
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E formalmente tuttora gli Harrier apparterrebbero all'Aeronautica. La Marina li avrebbe in gestione (se non vado errato).... :s14:

 

Ciao Mizar! :s02:

 

Quanto dici è sicuramente vero per gli Atlantic, i quali (tra l'altro) volano con equipaggi misti (alla faccia della standardizzazione! :s03: )

 

Gli Harrier credo che siano a tutti gli effetti in carico alla Marina, sempre che non ci sia qualche cavillo strano, in base alla nuova legge dell'89 (mi pare).

 

Cmq sia, al di là dell'appartenenza, gli Harrier sono gestiti al 100 % da mamma Marina.

Posted (edited)
Ciao Mizar! :s02:

 

Quanto dici è sicuramente vero per gli Atlantic, i quali (tra l'altro) volano con equipaggi misti (alla faccia della standardizzazione! :s03: )

 

Gli Harrier credo che siano a tutti gli effetti in carico alla Marina, sempre che non ci sia qualche cavillo strano, in base alla nuova legge dell'89 (mi pare).

 

Cmq sia, al di là dell'appartenenza, gli Harrier sono gestiti al 100 % da mamma Marina.

Ciao, Pesce Persico.

Per la gestione e' sicuramente come dici. E non e' per parlar male della AM, ma a Grottaglie sono sufficienti circa 400 persone per gestire gli Harrier; in qualsiasi altro aeroporto occorre un numero di persone tre o quattro volte superiore per la gestione di uno stesso numero di aerei della AM.

:s02:

Edited by Mizar X
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Non c'entra nulla con l'interessante sviluppo della discussione, ma...la foto è molto bella anche perchè riprova l'art. 7 del Foglio d'Ordini n. 207 del 1916, per il quale: "Per gli Ufficiali destinati al servizio aereo è ammesso, in volo o all'interno delle stazioni aeronautiche, l'uso della giacca (spencer) a due petti di antico modello(...)", anche se tale giacca in realtà non fu uguale alla "vecchia" ma bensi a quella poi adottata da tutti nel 1923 (come l'attuale, due file di tre bottoni).

In sostanza quella divisa è la mamma dell'attuale....e due Ufficiali nella foto la indossano.

 

Si noti inoltre che, come prescritto, in tale divisa i distintivi di grado erano stellette sul fondo esterno sulle maniche (non sulle spalline, come gli altri). Si noti infatti il STV a sinistra eil GM a destra.

 

I due sottufficiali in ginocchio sono invece, decisamente, fuori ordinanza. Anche se aviatori dovevano portare la divisa normale, pur col distintivo delle Forze Aeree.

 

GM Andrea

Edited by GM Andrea
Posted

Bellissima foto;

riconosco il terzo pilota con la pipa è il comandante di Grado Luigi Bologna il penultimo a dx in piedi potrebbe essere Silvio Montanarella non ancora genero di D'Annunzio,(prese il comando di Grado nel Giugno 1916),

mentre uno dei sottufficiali potrebbe essere Mendoza, ottimo pilota idro già presente nel 1914 all'qrsenale di venezia anche come istruttore.

Sarebbe veramente interessante (anche per me ) risalire ai componenti della foto.

Ad Maiora

xtgold

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per capire meglio dovè il posto..

 

grado.jpg

 

:s02:

 

e saperne un pò di più sulla base...

 

Egidio Grego

e la stazione idrovolanti di Grado

di Giorgio Storni

a cura dell'Associazione Culturale 4° Stormo

L’aviazione della Regia Marina nella prima guerra mondiale

Nel maggio 1913 viene costituita la Sezione Aviazione presso il I Reparto dell’Ufficio di Stato Maggiore e sono acquistati in Francia cinque idrovolanti FBA Franco British Aviation che costituiscono il primo nucleo dell’aviazione della Regia Marina, mentre dal punto di vista organizzativo viene istituito a La Spezia un Ufficio Tecnico per lo studio sugli idrovolanti e nei pressi di Venezia, a Punta Sabbioni, è costruito un hangar per il ricovero e la manutenzione. Nel marzo 1914 il Ministero della Marina istituisce, presso l’Ufficio del Capo di Stato Maggiore, il V Reparto che assorbe personale e compiti del I Reparto.

Il 7 gennaio 1915 è costituito il Corpo Aeronautico Militare, che sostituisce i due Battaglioni Aviatori e Specialisti, alle dipendenze della Direzione Generale Aeronautica del Ministero della Guerra e al comando del generale Maurizio Mario Moris.

Al momento dell’inizio delle ostilità contro l’Impero Austro-ungarico (maggio 1915) le forze aeree sono costituite in due nuclei: Aeronautica dell’Esercito e Aeronautica della Marina (solo nel 1923 l’Aeronautica Militare diventerà corpo autonomo), alle dipendenze dei rispettivi Ministeri. Il personale dell’Aeronautica militare (aviatori, dirigibilisti e aerostieri) è inquadrato nel Corpo Aeronautico Militare ma, provenendo da tutte le Armi di terra e di mare, resta nei ruoli dell’Arma di origine.

La Regia Marina – per quanto riguarda la componente aerea, esclusi gli aerostati – distinta in Comando Alto Adriatico e Comando Basso Adriatico dispone di 15 idrovolanti così suddivisi: Alto Adriatico, stazioni idrovolanti di Venezia Isola Sant’Andrea (due Breguet, quattro Albatross e un Curtiss), Porto Corsini di Ravenna (quattro Borel) e Pesaro (due Curtiss); Basso Adriatico, con due Curtiss, Regia Nave Elba, una nave appoggio appositamente predisposta per l’impiego di aerei che vengono calati in acqua e successivamente recuperati, quindi non del tipo portaerei, delle quali l’Italia non disporrà nemmeno nel secondo conflitto mondiale.

Va notato che gli idrovolanti in forza presso le varie stazioni non sono predisposti per l’impiego bellico e, inoltre, che molti non risultano nemmeno efficienti al volo.

Nel luglio 1915 la Regia Marina provvede a organizzare a Gorgo, nella laguna di Grado, al comando del tenente di vascello Ugo de Rossi, una “stazione idrovolanti” che più tardi verrà dislocata vicino al porto con l’arrivo di un gruppo di idrovolanti FBA dell’aviazione francese che collaboreranno con gli italiani fino all’inizio del 1917, quando saranno sostituiti da un gruppo di volo italiano al comando del maggiore Ezio Martellucci.

Il 16 febbraio 1916 (il 23 febbraio secondo altre fonti) alcuni idrovolanti di Grado sono in missione su Trieste, fra essi quello pilotato da Luigi Bologna ha a bordo quale osservatore un ufficiale, Gabriele d’Annunzio; al rientro l’aereo ha un guasto ed il pilota deve ammarare, ma ingannato dal riflesso del sole sull’acqua colpisce con tale violenza la superficie del mare che d’Annunzio subisce quello che sembra un modesto trauma all’occhio destro che potrebbe risolversi in poche ore. Ma il fastidio permane e un’accurata visita oculistica constata il distacco della retina dell’occhio, problema che non può essere risolto, e quindi Gabriele d’Annunzio perde per sempre l’uso di quell’occhio.

Intanto la presenza di idrovolanti italiani a così breve distanza dalle basi austriache di idrovolanti di Trieste (in linea d’aria pochi minuti di volo) non poteva essere tollerata dagli austriaci, e Grado è sottoposta a molti bombardamenti, in particolare dagli inizi del 1916: il 3 febbraio è bombardata l’isola di Gorgo, il 17 e 18 marzo è la volta di punta Sdobba di fronte al golfo di Panzano, il 27 dello stesso mese di nuovo Grado: un velivolo nemico è abbattuto e l’equipaggio preso prigioniero.

Gli attacchi solitamente si verificano mentre gli idro dell’isola sono impiegati nella sorveglianza del golfo di Trieste oppure in appoggio ai reparti della stazione Sant’Andrea di Venezia per gli attacchi a Parenzo, Punta Salvore e Pola.

Quale ritorsione per i bombardamenti di Grado il Comando italiano dispone qualche giorno più tardi un intervento di bombardieri Caproni su Trieste; viene colpita la stazione idrovolanti presso l’arsenale dei Lloyd con gravi danni ad apparecchi e attrezzature.

Alla fine del 1916 la Regia Marina per quanto riguarda i mezzi aerei dispone di due Direzioni Servizi Aeronautici, sempre Alto e Basso Adriatico. In Alto Adriatico operano le stazioni idrovolanti di Grado (sei L.1 e un FBA) e Venezia Sant’Andrea (nove FBA, cinque L.1 e quattro L.2) nel Basso Adriatico ci sono le stazioni idrovolanti di Varano (cinque L.1 e due FBA), Brindisi (quattro L.1, sei L.2 e nove FBA) e Valona (cinque L.1 e due L.2).

Durante gli aspri combattimenti di maggio e giugno 1917 sul Carso (decima battaglia dell’Isonzo), gli idrovolanti di Grado e di Venezia uniti agli aerei terrestri dell’Esercito provvedono a mitragliare le linee nemiche spingendosi anche a oltre 30 chilometri dal mare, ben consci i piloti che qualsiasi avaria comporterebbe la loro immediata cattura nella migliore delle ipotesi. Fra le tante missioni portate a termine dagli idrovolanti della stazione di Grado vi è il bombardamento di Fiume della notte del 3 giugno (pilota sergente Ponti e osservatore tenente Eugenio Casagrande): la città è sorpresa tanto da essere completamente illuminata, ed è colpito il silurificio Whitehead.

In seguito alle vicende di Caporetto, la stazione di Grado con la 253ª Squadriglia fra ottobre e novembre 1917 viene sgombrata e trasferita alla stazione idrovolanti di Sant’Andrea nell’isola di Vignola a Venezia, e alla fine dell’anno i mezzi aerei della Regia Marina in Alto Adriatico risultano dislocati nelle stazioni idrovolanti di Venezia (55 idro dei quali 28 L.3, 26 M 5 e un M 8 con le 251ª, 252ª, 253ª, 259ª, 260ª e 261ª Squadriglia), Porto Corsini (15 velivoli dei quali 13 FBA e due M 5 con la 263ª Squadriglia) ed Ancona (15 idro tutti del tipo FBA con la 264ª Squadriglia). Nel medio e basso Adriatico la Regia Marina intensifica le sue posizioni, tutte naturalmente sul mare per poter con efficacia contrastare le missioni dell’aviazione avversaria e nello stesso tempo avere basi di appoggio per i propri attacchi.

Fra le principali “stazioni idrovolanti” vi sono quella di Brindisi, già organizzata agli inizi del 1916 ma poi potenziata, quella di Otranto, destinata in particolare al controllo del canale per quanto riguarda la possibilità di passaggio di sommergibili austro-ungarici, e quella di Valona, nel territorio albanese, con la nave appoggio idrovolanti Elba.

Vengono poi potenziate o organizzate molte basi nella parte ionica e tirrenica, tanto che alla fine del conflitto risultano in piena operatività ben quaranta “stazioni idrovolanti” dislocate lungo tutte le coste italiane.

All’armistizio la situazione delle stazioni dell’Alto Adriatico è la seguente: Venezia: 251ª, 252ª, 253ª e 259ª Squadriglie Ricognizione su idro L.3, 260ª e 261ª Squadriglie Caccia su Macchi M 5;

Porto Corsini: 263ª Squadriglia Ricognizione su idro FBA, 286ª Squadriglia Caccia su Macchi M 5; Ancona: 264ª Squadriglia Ricognizione su idro FBA, 287ª Squadriglia Caccia su Macchi M 5. L’attività dell’aviazione della Regia Marina durante la prima guerra mondiale si può così riassumere: 2200 missioni compiute, 3450 ricognizioni sul territorio nemico, 1100 missioni di scorta e caccia, 9460 missioni esplorative, 132 aerei abbattuti, 37 aerei, 5 dirigibili e 2 palloni perduti, 106 aviatori caduti.

Alla Bandiera dell’aviazione della Regia Marina verrà assegnata al termine del conflitto la Medaglia d’Argento al Valor Militare con questa motivazione: “Per l’eroico ed indomito valore dei suoi combattenti, dette sempre ed ovunque magnifico contributo d’ardimento, di tenacia e di sacrificio alla causa della Patria, recando al conseguimento della vittoria il più fervido ausilio”.

 

LINK

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Scusate una Cosa ma perchè fanno le Corna i piloti?? è come dire m...a per il teatro?

 

Grazie.

 

 

tu non facevi le corna nelle foto di scuola??

 

:s11: :s11: :s11:

Posted
tu non facevi le corna nelle foto di scuola??

 

:s11: :s11: :s11:

 

Si ma pensavo che fosse un gesto scaramantico come quello appunto che si dice prima dei programmi....

 

Cmq noi facevamo anche altro nelle foto :s04:

  • 2 months later...
Posted (edited)

Ho trovato in un bel volume questa foto, probabilmente dell'archivio del STV Aurelio Orsini, pilota della R.M. nella prima guerra a S. Andrea.

Fra di loro quasi sicuramente c'è pure lui.

Mi pare ovvio che fra questa foto e quella che inaugura la discussione,vi sia un'innegabile continuità logica :s04:

Tuttavia fra l'una e l'altra debbono essere passati non pochi istanti. Alcuni personaggi infatti sono gli stessi (D'Annunzio ed altri), mentre altri compaiono in una e non nell'altra. Il capitano dell'Esercito è accanto a D'Annunzio nella prima, all'estrema dx nella seconda; il TV all'estrema sx nella prima ha una sigaretta in bocca nella seconda, etc.

 

Perdonate comunque la scarsa qualità dell'immagine.

 

dann1kx.th.jpg

 

GM Andrea

Edited by GM Andrea

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