tratto da "il sottomarino italiano" di E. Cernuschi, supplemento alla rivista marittima n.4 Apr. 99
"...In seguito alla notizia, diffusa nel '47, dell'avvenuta rimotorizzazione del motoscafo da primato britannico Bluebird di sir Malcom Campbell, titolare del primato mondiale di velocità, con un motore a reazione de Havilland "goblin", analogo a quello dei nuovi caccia inglesi Vampire, l'ing. Glauco Partel,aveva pensato di riprendere gli studi oramai abbandonati dal gruppo Caproni - avviato verso la liquidazione - in vista della realizzazione autonoma di un motoscafo da primato dotato di idrorazzo.
La Marina Militare, a sua volta, ritenne opportuno montare, in via sperimentale, questo nuovo tipo di apparato motore su un ultimo scafo di "siluro d'assalto" rilevato nel '49 presso le officine Caproni in avanzato stato di allestimento.
La nuova unità, denominata dal progettista "imbarcazione subacquea d'attacco" da 1,2 t, con un solo uomo di equipaggio e dotata di una carica esplosiva di 250 Kg collocata a prora, avrebbe dovuto essere propulsa da un nuovo motore idrorazzo, denominato PX5 e basato su una reazione tra ottano e ossigeno liquido destinata ad assicurare una spinta di 332, 5 Kg con una durata di funzionamento di 1000 secondi.
Questa sorta di mezzo d'assalto semisuicida sarebbe dovuto essere, in realtà, più che un'unitàsubacquea vera e propria, un banco di prova per un più grosso, ma similare motore a statoreazione - sviluppato a sua volta sulla base del precedente prototipo AD2 - destinato a motorizzare un rivoluzionario tipo di siluro o, meglio, "missile" subacqueo con velocitàdi 60 nodi detto "U6", da 3000 Kg di spinta per 50 secondi e destinato a essere imbarcato sulle unitàsubacquee.
Le difficili e costose esperienze con quest'arma, nell'ambito dei numerosi tentativi postbellici, non sempre ortodossi, messi in atto dalla M.M.I. per arrivare a rivoluzionare le proprie armi subacquee, si svolsero tra il 1950 e il 52, senza però riuscire a risolvere i problemi posti dal proibitivo rapporto peso/autonomia , dal difetto della scia e dalla contropressione.
L'ing. Partel affermo negli anni successivi, di poter sviluppare apposite tecniche di condizionamento della cavitazione mediante correnti controllate di getti di reazione, e gli organi tecnici della M.M.I ritennero opportuno incoraggiare gli sforzi fino a quel momento compiuti nel campo della reazione subacquea ( i quali non avevano portato a risultati del tutto negativi, confermando, casomai, la validitàdelle basi teoriche del progetto) verso la realizzazione di un idrostratoreattore destinato, più semplicemente, a fare da vettore di un siluro antisom, che, dopo aver abbanonato il veicolo madre subacqueo, avrebbe poi iniziato unapropria autonoma corsa di ricerca.
vale infine la pena di aggiungere che in sede di descrizione del progetto sulle pagine della stessa Rivista Marittima non si escludeva neppure, di poter aumentare il raggio letale della testa in guerra del siluro facendo così un riferimento, neppure tanto velato, al patto segreto firmato il 25.11.57 tra Italia, Francia e Germania per lo sviluppo di una bomba atomica europea, accordo poi abortito l'anno successivo.
A sua volta questo tipo di impiego di un missile subacqueo avrebbe ovviato, d'un colpo, a tutti i problemi di autonomia e di scia sopra accennati, contrindicati per un'arma insidiosa, ma giudicati secondari in un antisom priva, per di più, di parti mobili.
Per il 1958 un primo, piccolo prototipo, denominato A80, dell'idrostratoreattore in questione, era giàin corso di prove.
Quello stesso anno, però, l'offerta gratuita formulata dagli USA dell'analogo, nuovissimo e ben più avanzato sistema ASROC per il programmato incrociatore Vittorio Veneto, spinse l'autoritàpolitica competente, in base a considerazioni d'ordine economico prima ancora che tecnologiche o industriali, a porre rapidamente termine all'intero programma, ultima e ancora una volta irrealizzata espressione, per quel che poteva valere, delle armi segrete subacquee concepite dalla Regia Marina durante l'ultimo conflitto mondiale. "