Totiano
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Il 11/07/2025 Alle 22:40, Ocean's One ha scritto:
L’eleganza di un modello ben bilanciato, che fluttua perfettamente orizzontale…
Oltretutto nella non facile condizione di avere una vela non a centronave, il che complica il tutto.
Ma per il nostro Andrea, questo è il livello standard!
Come non concordare!
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21 minuti fa, S513 ha scritto:
La reunion di Totiani al museo ad ottobre è molto allettante!
Aspetta a spargere la voce, mi raccomando, ci stanno ancora pensando...
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Quanta carne al fuoco, Marco!
Intanto un primo input, quest'anno sono 20 anni di Toti al Museo, cosa che ho già ricordato al Iezzi Milanese. No gli ho però ancora ricordato il simulatore perche non so che programmi hai nel dettaglio. Vuoi parlargliene tu direttamente. Per quanto ho capito pensano a una reunion di Totiani a fine ottobre.
Veniamo al simulatore:
La procedura per l'assetto silenzioso prevedeva di chiudere allagamento e sfogo aria della espulsione, travasare con aria compresso un po di acqua in compenso (P=S, sempre!) e poi mettere in pressione creando anche un po di polmone.
La procedura per le casse compenso siluri, mi suggerisce un'idea: queste non erano connesse alla tastiera assetto ma sulla stessa linea della cassa assetto avanti e il silurista doveva smistare alcune valvole a prora per poter fare le manovra dalla tastiera durante il lancio dei siluri. potremmo applicare qualcosa di simile tra compenso ed espulsione...
Commenti alle tue procedure
A) se ho capito bene metti in comunicazione le 2 casse qualsiasi con tastiera poi metti in pressione una per travasare verso l'altra. Questo è corretto e avveniva anche quando una cassa era piena rispetto alle altre; veniva in aiuto il fatto di avere 4 casse compenso ma non è riproducibile nel simulaotore. In ogni caso fattibile e corretto. A dire la verità si usava spesso (disponibilita acqua permettendo) mettere in pressione una cassa compenso e impiegarla per i travasi, lasciando all'espulsione il solo scopo di sbarcare acqua.
B: opterei per il B4, è meno realistico ma la realtà è gia stata rivista su diversi comandi e basterebbe, penso, un semplice avvertimento nel momento in cui si decidera di impiegare l'assetto silenzioso. Non dimentichiamo che in questo assetto di simulazione no saranno dei principianti ad operare.
impiegando C4 con avvertimento anche la C1 diventa fattibile ambito stesso avvertimento
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il piu è che lo venda, era di suo padre, C° Porcu, silurista sul Toti alla consegna del battello
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Purtroppo non ho delle monografie, anche se sto cercando di convincere una persona che ha il libro del tirocinio a renderlo pubblico (in realtà a vendermelo, ma vabbe).
Anche io ricordo le valvole di sicurezza ma ricordiamoci che gli sfoghi d'aria delle casse erano sempre aperti (sopra la tastiera assetto, ricordi Fabio?) e quindi ogni ingresso "sconsiderato" di acqua sarebbe stato avvertito. Vero, in assetto silenzioso poteva essere stato chiuso ma Però c'è un errore di fondo: per sbarcare acqua in assetto silenzioso era usata solo la cassa espulsione, le casse non resistenti erano usate solo per travasare tra loro e quindi la manovra che proponi, @Ocean's One non sarebbe stata eseguita.
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mi sembra di ricordare fosse sulla pompa e scaricasse in sentina ausiliari avanti....
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Grazie a te, Enrico. Condoglianze, anche se in ritardo, per la mamma.
Come detto in pvt, ci risentiamo a settembre per una nuova avventura!
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Maurizio Maggiani è stato sul imbarcato sul Toti per un lunghissimo periodo, credo dal suo ingresso in marina fino al disarmo del battello. Sottufficiale silurista, cuoco eccellente (e che non soffriva il mare), allegro compagno in navigazione e tanto pazzo da inventarsi le cose piu impensate (alcune temo non si possano riferire....)
Lo ricordo ben piantato tra i tubi di lancio a sorseggiare birra e mangiare un panino mentre il resto dell'equipaggio era "steso" dal mal di mare, lo ricordo per i gustosi manicaretti e per le pazzie di una notte d'estate del 1991. Doveva essere l'ultima navigazione prima del disarmo (che poi posticipammo di 6 anni) e l'equipaggio ne combinò di tutti i colori, compresa una "sfilata di moda" un po particolare!
Ciao Maurizio, buona navigazione negli abissi celesti
per chi vuole, eccolo alle prese coi suoi siluri in questo filmato (min 1.16-1.20; 1.46; 2.42; 3.10)
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QUando ci vediamo ricordati che devo farti vedere anche un altro libro a riguardo...
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lo stile sembra Jap, ma mi sbilancerei su qualcosa di piu esotico... Tailandia?
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5 ore fa, Iscandar ha scritto:
Ti ringrazio Vate, ma il mio contributo sarà sempre minimo rispetto a quello di Maurizio.
Maurizio è stato inarrivabile per un lungo periodo, ma non devi assolutamente sottostimarti, caro Iscandar!
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confesso che non sapevo proprio dove inserire questo post, che mi ha davvero commosso (e non solo perche nella foto su facebook è presente il sottoscritto).
Tale Nunzio Giancarlo Bianco ha pubblicato questa ode che, per chi vuole, è disponibile al link https://www.facebook.com/nunziogiancarlo.bianco/posts/1655979525073860
Per chi non ha Facebook, pubblico integralmente
Citazione
Ai valorosi uomini degli abissi – omaggio ai colleghi sommergibilisti……
Non ho mai vissuto la navigazione in profondità, dove il mondo tace e il mare diventa cielo rovesciato.
Eppure, per un disegno tecnico tracciato da Roma, mi fu concesso di varcare la soglia di due creature leggendarie: un Sauro e un Toti.
Ma fu il Toti a lasciarmi un segno indelebile.
Lo ricordo, ormeggiato nel vecchio arsenale di Taranto, immobile come un leviatano in attesa di risveglio. Lì mi accolse un collega, già iniziato ai misteri di quell’universo sommerso.
Scendemmo giù, nel ventre del ferro. L’aria si fece pesante, quasi liquida. Un respiro e capii: non era più il mio mondo.
C’era da installare un’apparecchiatura, in fretta, prima che il battello tornasse alle profondità.
Lavorammo in silenzio, interrotto solo da racconti sussurrati: brandelli di vita vissuta tra acciaio, turni e silenzi.
A lavoro finito, mi condusse per una visita. Non fu un semplice tour tecnico — fu un passaggio oltre il velo.
I neon tremolanti sembravano lucciole intrappolate in una caverna, incapaci di dissipare le ombre.
Mi mostrò il locale batterie: lì pulsava il cuore elettrico del sommergibile, alimentato dal respiro stesso della profondità.
Poi la mensa: un tavolo da quattro, perso tra vene di tubi e nervature di cavi.
«Come fate?» domandai.
«Si mangia a turno,» rispose sereno, con quella dignità che solo chi vive il sacrificio può permettersi.
Mi condusse poi dove dormivano: brande sospese tra tubi lanciasiluri, come nidi in un albero d’acciaio.
Poche, troppo poche.
Fu allora che udii per la prima volta la parola “branda calda” — una cuccetta condivisa, un testimone che passava di corpo in corpo, di turno in turno.
Chiesi dell’autonomia sott’acqua.
«Qualche giorno.»
E no, non si fumava.
Io, abituato alle mie sigarette a poppa, sotto le stelle, capii che laggiù il tempo non appartiene agli uomini.
È il sommergibile a dettare il ritmo: un dio silenzioso che concede ore, veglie, e pause col contagocce.
Vidi il periscopio, sì, ma non fu quello ad affascinarmi.
Fu la vita che scorreva sotto il livello del mare. Una vita fatta di coraggio sommerso, di sacrifici senza medaglie, di silenzi che pesano più dell'acciaio.
Ancora oggi, porto nel cuore quel giorno come si custodisce un segreto sacro.
Perché là sotto, lontano da tutto ciò che è umano, l’uomo incontra se stesso.
E lo fa nel buio, tra il canto dei sonar, la pazienza dei turni, e la speranza che ogni risalita sia anche un ritorno.
Nulla si avvicina alla grandezza silenziosa del sommergibilista.
Essi vivono dove nessun uomo dovrebbe vivere.
Eppure sorridono, lavorano, resistono.
Per noi, in superficie.
A voi, cavalieri delle profondità, va il mio più profondo rispetto.
Che il mare vi protegga sempre, e che la superficie vi accolga ogni volta come figli tornati da una leggenda.
Un abbraccio sincero, con ammirazione eterna.
Nunzio Giancarlo Bianco -
Eccomi e scusate il ritardo.
Ho una sola esperienza statunitense, vedendo immergersi il Dallas. Non so quanto affidabile perchè il Mystic sul groppone forse faceva fare le manovre con maggiore prudenza.
In ogni caso la manovra duro sui 5 minuti.
Altra cosa: se la memoria non mi inganna le CCZZ erano 6, 3 a prora e 3 a poppa, ma non ricordo in quale ordine le aprirono. Considerate che anche in Italia esistevano (ai miei tempi, sic) diverse filosofie. Quella citata da Ocean's era la piu prudente ma ne esisteva anche un'altra che, ad esempio, faceva aprire tutte e 4 le CCZZ per poi chiudere alternativamente le CCZZ prodiere, velocizzando la manovra.
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Mi sorge un dubbio: dopo la grande guerra parte dei battelli britannici tipo Holland furono acquistati dal Cile ....
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Quiz andati nel dimenticatoio?
sfrugugliando negli archivi ho trovato questa foto, per me interessante per la presenza del Peral, che sembra riportare l'oggetto del nostro quiz.
sfortunatamente non c'è didascalia all'articolo Los primeros submarinos españoles: desde los primeros intentos hasta la guerra civil - Noticias Defensa Ayer Noticia ma temo a destra sia il tipo C mentre a sinistra potrebbe essere il Peral 2° (che credo non avesse cannone a prora)
La ricerca continua
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Come noto, Orka è il programma di rinnovamento delle forze sottomarine polacche, attualmente basate su un solo vecchio tipo Kilo. Stando a diversi articoli il nostro NFS sarebbe in pole position, e non solo in Polonia. Mi preme, però, particolarmente questo teatro, ancora di più di Grecia, Filippine e Indonesia (che sta pensando anche al Garibaldi, non dimentichiamolo).
Perchè la Polonia è cosi importante ( a mio parere, ovviamente)? Lo stato baltico è stato più volte vittima della Russia (come della Germania) e la situazione attuale li sta facendo "correre" verso un rapido rinnovamento di tutte le Forze Armate, con un incedibile aumento di percentuale del PIL investito nella Difesa: questa dovrebbe essere una lezione importante per l'Italia, dovrebbe far comprendere che un rinnovamento troppo rapido non è conveniente sia per i cospicui investimenti, sia per l'impossibilita di capire se l'acquisto è corretto o meno.
Ma torniamo all'acquisto degli NFS che, più piccoli dei 212CD, sono probabilmente più adatti agli spazi ristretti del mar Baltico e credo sia anche per questo che la scelta sarebbe italiana invece che tedesca (che comunque ha ancora una percentuale sulle costruzioni degli NFS). Ma perchè è cosi importante?
La Polonia, assieme alla Grecia, ha una importante tradizione sommergibilistica (per chi volesse consiglio di cercare Orzel), che, per quando un po "stinta" dal periodo del patto di Varsavia, permette loro di capire di cosa stanno parlando e non essere totalmente sprovveduti.
Hanno fretta di avere nuovi battelli e no è esclusa la rapida finalizzazione con la cessione di battelli in servizio e, attenzione, non solo Sauro ma anche i primi 212 sono valutati. Il Todaro sta per compiere 20 anni dall'entrata in servizio e non è certo rimasto a poltrire in banchina; mettere in cantiere un quindi NFS per sostituirlo significa risparmiare i soldi per i lavori di mezza vita e avere un battello nuovo.
Fincantieri avrebbe una linea id costruzione di NFS ancora piu ampia con possibili risparmi di scala e la Marina maggiore uniformità di battelli.
L'unica cosa da valutare con attenzione, e non è da poco, è la forte diminuzione di capacità operativa della componente per un lungo periodo, specie se anche uno degli NFS sugli scali andrà alla Polonia.
Per contro il Muggiano potrebbe rinverdire i fasti di 120 anni fa, quando il Laurenti faceva vendere ai cantieri FIAT del Muggiano battelli in tutto il mondo.
Giusto per avere un'idea vi riporto l'articolo di "Scenari economici" al link Fincantieri: il sottomarino U212 NFS e l'offerta per la Polonia
CitazioneU212 NFS: il sottomarino ‘invisibile’ Made in Italy alla conquista dei mari del mondo
Scopri l’U212 NFS, il sottomarino di Fincantieri per la Marina Militare. Una piattaforma all’avanguardia che, grazie a tecnologie uniche e al supporto del sistema Italia, è ora in pole position per il programma ‘Orka’ della Polonia.La piattaforma U212 NFS (Near Future Submarine) di Fincantieri, sottomarino di ultima generazione progettato per la Marina Militare Italiana, si sta affermando come protagonista nelle campagne di esportazione internazionali, con il programma polacco “Orka” in pole position per un possibile accordo, come riportato da Navalnews che riporta le dichiarazioni dell’AD.
Questo gioiello tecnologico, frutto dell’innovazione industriale italiana, combina avanzamenti tecnici di punta e un robusto ecosistema nazionale, posizionando l’Italia tra i leader mondiali nella costruzione di sottomarini.
solo una cosa non mi torna, l'ingresso di CABI Cattaneo sul mercato estero
Un sottomarino all’avanguardia, made in Italy
L’U212 NFS, evoluzione della collaudata piattaforma U212A già in servizio con le marine italiana e tedesca, è un concentrato di tecnologia avanzata. Dotato di un sistema di propulsione indipendente dall’aria (AIP) e innovative batterie agli ioni di litio prodotte in Italia da aziende come FIB_FAAM e la joint venture P4F (Fincantieri-Faist Electronics), questo sottomarino garantisce prestazioni superiori in termini di autonomia e silenziosità.Fincantieri, in qualità di prime contractor e autorità di progettazione, guida un team industriale di eccellenza che include Leonardo (per il sistema di gestione del combattimento e altre apparecchiature), ELT Group, Avio Aero e altre realtà italiane. Il programma, gestito da OCCAR, prevede la consegna di quattro sottomarini alla Marina Italiana entro il 2032, con il primo atteso per il 2029, per un valore totale di circa 2,7 miliardi di euro. Il pacchetto include anche supporto logistico e un nuovo centro di addestramento.
La Polonia come trampolino di lancio
Il programma polacco “Orka”, che prevede l’acquisizione di due o tre sottomarini avanzati, rappresenta una priorità strategica per Varsavia, la cui Marina dispone attualmente di un solo sottomarino obsoleto della classe Kilo. L’offerta italiana, presentata ufficialmente nel febbraio 2025 presso il cantiere Fincantieri di Muggiano, si distingue per la sua completezza. Durante la visita, la delegazione polacca, guidata dal Segretario di Stato alla Difesa Paweł Bejda, ha potuto osservare da vicino la linea di produzione dell’U212 NFS, con tre scafi già in costruzione.L’offerta italiana si basa su un approccio Government-to-Government (G2G) e include:
- Soluzione ponte: il trasferimento entro un anno di un sottomarino in servizio dalla Marina Italiana (potenzialmente un U212A o una classe Sauro modernizzata) per rispondere rapidamente alle esigenze operative polacche.
- Sottomarini U212 NFS: nuove unità costruite su misura, con possibilità di assegnare alla Polonia uno degli scafi in produzione per l’Italia.
- Pacchetto completo: formazione, supporto logistico, manutenzione e coinvolgimento dell’industria polacca per creare una base di manutenzione locale.
- Armamenti avanzati: come il siluro pesante Black Shark Advanced di WASS (Gruppo Fincantieri) e missili a lungo raggio, richiesti dalla Marina Italiana.
La proposta è stata apprezzata per la modernità e l’interoperabilità con i sistemi NATO, rafforzando la cooperazione tra Italia e Polonia nel contesto della difesa europea.
Un sistema industriale italiano di eccellenza
Dietro l’U212 NFS c’è un ecosistema industriale italiano di prim’ordine, che integra competenze di altissimo livello:- Fincantieri: leader nella progettazione e costruzione navale, con un nuovo hub sottomarino dedicato.
- Leonardo: fornisce sistemi di combattimento e tecnologie avanzate.
- FIB_FAAM e P4F: sviluppano batterie agli ioni di litio all’avanguardia.
- DRASS e M23: offrono soluzioni per forze speciali, come veicoli subacquei per nuotatori.
- Cabi Cattaneo: contribuisce con componentistica specializzata.
Questo modello collaborativo non solo garantisce la qualità del prodotto, ma rafforza la filiera nazionale, creando opportunità di export e cooperazione internazionale.
Prospettive globali
Secondo l’AD di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, l’U212 NFS è al centro di campagne promozionali in Polonia, Grecia, Indonesia, Filippine (in partnership con la tedesca TKMS) e potenzialmente in Medio Oriente. Il primo successo internazionale potrebbe arrivare già nel 2026, consolidando il ruolo di Fincantieri tra i pochi cantieri al mondo capaci di costruire sottomarini di nuova generazione.La Polonia, con il programma “Orka”, potrebbe essere il punto di partenza per una nuova era di esportazioni, supportata dalla crescente partecipazione di Varsavia ai programmi OCCAR, come il progetto HYDEF per la difesa missilistica europea.
Un’opportunità strategica
L’U212 NFS non è solo un sottomarino: è una vetrina dell’innovazione italiana, capace di combinare tecnologia, interoperabilità e cooperazione industriale. Con il programma polacco come possibile apripista, l’Italia si candida a diventare un punto di riferimento globale nella tecnologia subacquea, rafforzando al contempo i legami strategici con i partner europei e NATO. -
Sappiamo tutti, piu o meno, essere un posto importante pe ril mondo intero a causa del traffico di petrolio che vi transita. Il numero di navi è impressionante e la minaccia che da decenni sentiamo è che l'Iran chiuderà lo stretto.
In questo momento si aggiunge anche la guerra all'Iran da parte di Israele e USA che potrebbero impedire la vendita di petrolio alla Cina (che non si fa certo problemi dei dazi imposti dall'occidente) e portare la richiesta del Dragone verso altri i fornitori, con un aumento vertiginoso del petrolio che stiamo gia avvertendo.
Ma la prima domanda da fare è: l'IRAN è davvero in grado di bloccare lo stretto?
La seconda, molto piu politica, è quanto l'attuale governo sia ancora in grado di gestire la situazione?
Voi cosa ne pensate?
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a me fa piu pensare quei semisommergibili che usano per il traffico di droga
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Cin Cin Marco, e grazie per tutto quello che fai!
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Il 14/06/2025 Alle 12:22, ammiraglia88 ha scritto:
Il link alla registrazione su Youtube del rientro del Vespucci a Genova e della festa della Marina.
Mi sa che c'è un nostro Comandante di Betasom (se non ricordo male il nome).
Ricordi bene, è il nostro Moreno 1975
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Cin cin, cari comandanti, sono riconoscimenti assolutamente meritati!
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non mi sembra, ho visto altri modelli, non vorrei che fosse il "Roma" che hanno sistemato nelle sale museali...
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Interessante articolo di Start magazine al link Ecco come la Francia punta all'Airbus del mare con Naval Group (senza Fincantieri?) - Startmag
Si tratta dell’audizione parlamentare del Capo di stato Maggiore della Marina d'oltralpe ammiraglio Nicolas Vaujour, la scorsa settimana.
Per quanto possa, di massima, trovare qualche convergenza sul "gigantismo" della Marina Italiana, chissà perchè non mi stupisce che il leader europeo della cantieristica dovrebbe diventare Naval Group, come non stupisce la malcelata acredine per le "modalità" di vendita di Fincantieri all'estero. Credo non vada neanche dimenticato (e l'articolo lo cita, anche se forse troppo brevemente) come il governo francese abbia fortemente (e probabilmente uso un eufemismo) osteggiato l'acquisizione dei Chantiers de l’Atlantique (o STX) da parte di Fincantieri, una decina di anni fa.
ecco l'articolo
CitazioneEcco come la Francia punta all’Airbus del mare con Naval Group (senza Fincantieri?)
Dalle mire di consolidamento intorno al colosso della cantieristica francese Naval Group alle critiche a Naviris (jv con l'italiana Fincantieri), cosa ha detto il Capo di Stato Maggiore della Marina francese, ammiraglio Nicolas Vaujour, in un'audizione parlamentare la scorsa settimana.
CitazioneLa Francia punta a un Airbus del mare intorno a Naval Group.
L’Europa ha troppi cantieri navali in competizione tra loro e il settore deve concentrarsi su una manciata di attori in grado di aggiudicarsi contratti di esportazione, ha dichiarato il Capo di Stato Maggiore della Marina francese, ammiraglio Nicolas Vaujour, in un’audizione parlamentare la scorsa settimana, ripresa da Defense News.
Secondo il numero uno della Marina francese è quanto mai necessario il consolidamento industriale europeo nel settore della difesa, in particolare nel campo della cantieristica militare.
Per l’ammiraglio francese, infatti, l’attuale frammentazione dell’offerta industriale europea rappresenta ormai una minaccia, a fronte della rapida ristrutturazione del mercato internazionale degli armamenti navali, che solo una vera strategia di consolidamento potrebbe contenere, sottolinea Meta Defense.
E l’idea di un “Airbus navale” al posto della continua “lotta fratricida” tra i player navali della difesa europea per non soccombere nella lotta all’export è qualcosa di cui si discute da anni. Ma no, non si parte da Naviris, la joint-venture paritaria tra il gruppo cantieristica di Trieste Fincantieri e il francese Naval Group creata nel 2020 e pensata come primo passo per un più ampio consolidamento navale europeo.
Naviris “purtroppo non ha soddisfatto le aspettative”, ha dichiarato l’ammiraglio Vaujour. Non va dimenticato che mentre salpava l’operazione Naviris, parallelamente naufragava l’acquisizione dei cantieri francesi Stx da parte di Fincantieri.
Tutti i dettagli.
NECESSARIO IL CONSOLIDAMENTO NAVALE IN EUROPA
Per il Capo di Stato Maggiore della Marina francese, il consolidamento diventa essenziale per l’industria navale militare in Europa.“Oggi in Europa abbiamo circa 14 cantieri navali che competono tra loro praticamente ovunque”, ha spiegato Vaujour. “In un mondo ideale, ne avremmo tre o quattro che si sfidano a vicenda, ma che soprattutto conquisterebbero quote di mercato all’estero”.
Se in Francia c’è Naval Group e in Italia Fincantieri, con Bae Systems nel Regno Unito, Navantia in Spagna, ThyssenKrupp (Tkms) in Germania, Damen nei Paesi Bassi e Kockums (filiale di Saab) in Svezia, gli europei risultano infatti più divisi che mai.
GLI OSTACOLI
Secondo il capo di Stato maggiore della marina di Parigi, le difficoltà legate ai progetti di consolidamento nel settore derivano dal fatto che l’Europa non ha un’unica strategia navale, con i paesi che hanno le proprie strategie nazionali e che faticano a convergere. Con i governi desiderosi di salvaguardare l’attività industriale e le economie regionali, le iniziative politiche probabilmente non sono la strada giusta per consolidare la cantieristica militare, secondo Vaujour.“Abbiamo l’ambizione politica di essere più coerenti, dal punto di vista industriale, e di suddividere un po’ il mercato, per così dire”, ha affermato l’ammiraglio francese, ripreso ancora da Defense News. “Ma la realtà è che siamo tutti d’accordo sul fatto che se dobbiamo scegliere tra Naval Group e Fincantieri, ovviamente è Naval Group. E quando si è in Italia, ovviamente dicono Fincantieri”.
UN EVENTUALE AIRBUS DEL MARE NON È NAVIRIS
Ciò significa che la creazione di un equivalente navale del costruttore aeronautico europeo Airbus dipenderebbe in primo luogo dalle aziende cantieristiche, “ovviamente se riusciranno a fondersi”, ha precisato Vaujour ai legislatori, ammettendo che “Non ci siamo riusciti con Fincantieri”.Con più di vent’anni di collaborazione, nel 2019 Naval Group e Fincantieri hanno firmato l’Alliance Cooperation Agreement per definire i termini operativi e la tabella di marcia della joint venture della cantieristica militare. Questa partnership consolidava il desiderio condiviso all’epoca dai due ad (Giuseppe Bono di Fincantieri e Hervé Guillou di Naval Group) di costruire un futuro di eccellenza per l’industria navalmeccanica e per le Marine. L’obiettivo per entrambi i gruppi era di migliorare la propria capacità di servire le rispettive Marine nazionali, di acquisire nuovi contratti di esportazione, di sviluppare nuove tecnologie e, in definitiva, di aumentare la competitività dei comparti navali dei due Paesi.
L’alleanza italo-francese nelle navi militari gode inoltre dell’appoggio dei due Paesi con l’accordo intergovernativo, siglato a febbraio 2020 a Napoli dall’allora due ministri della Difesa, Lorenzo Guerini e Florence Parly.
Sebbene Naviris si sia aggiudicata parte di un contratto da 1,5 miliardi di euro per l’ammodernamento delle fregate franco-italiane di classe Horizon nel 2023, il successo negli ultimi due settori è stato più sfuggente, evidenzia Defense News.
LE DIFFERENZE TRA FRANCIA E ITALIA NEL CAMPO NAVALE SECONDO IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA FRANCESE
Secondo l’ammiraglio Vaujour, Francia e Italia hanno strategie “molto, molto diverse” per la costruzione navale e le dimensioni delle navi. La Francia si sta orientando verso fregate più piccole, con la più recente Frégate de Défense et d’Intervention, o FDI, che disloca 4.500 tonnellate, mentre il nuovo pattugliatore d’altura PPA italiano disloca 7.000 tonnellate e il cacciatorpediniere DDX è progettato per 14.000 tonnellate, ha spiegato ai parlamentari francesi il capo di Stato maggiore della Marina.“Riteniamo che le dimensioni siano un po’ eccessive”, ha concluso Vaujour. Ha affermato che la FDI sta suscitando interesse da parte dei paesi europei perché la fregata è adatta a piccole marine, essendo un’imbarcazione accessibile che può essere gestita da un equipaggio ridotto. “Quindi abbiamo una visione divergente della nave del futuro”.
Inoltre, rileva ancora Defense News, Francia e Italia utilizzano anche modelli economici diversi, con gli italiani che acquistano “molte navi” per la loro marina che possono poi rivendere, consentendo di evadere rapidamente potenziali ordini di esportazione secondo Vaujour.
INTANTO FINCANTIERI IN ITALIA…
Infine, coglie forse a sorpresa questo attacco – nemmeno troppo velato – di Parigi alla controparte italiana nella joint-venture navale Naviris. Soprattutto dal momento che Fincantieri da sempre persegue il consolidamento della difesa in Europa il cui primo passo deve essere la deframmentazione, secondo l’ad Pierroberto Folgiero.Di recente proprio il ministro della Difesa Guido Crosetto ha elogiato Fincantieri, insieme ad AgustaWestland, tra le aziende più preparate a sfide future. “L’investimento nei prodotti della difesa produce necessariamente una crescita nel settore civile, c’è una osmosi totale tra i due ambiti. Non per nulla Fincantieri è leader della produzione di navi militari e allo stesso tempo leader nella produzione di navi da crociera ed è una delle aziende più preparate ad affrontare il mercato futuro perché il mercato crocieristico l’ha obbligata ad avere una tempistica, una qualità di produzione e una velocità che se trasportata nella difesa la renderà più preparata di tutte le altre” ha evidenziato Crosetto al Festival dell’economia di Trento.
Senza dimenticare il Rapporto Marina 2024, pubblicato a inizio maggio, da cui emerge una marina militare italiana tra le marine che hanno i prodotti più versatili in assoluto, tra Fremm e Ppa, targati Fincantieri.

Il Mare Nelle Canzoni Italiane
in Quadrato Ufficiali
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già, davvero!