No, non siamo su un programma di medicina a parlare di emocromatosi ma di qualcosa di piu sottile. Qualcosa che spesso assale a tradimento coloro che hanno navigato e che li porta a pensare che i loro mezzi avessero un anima.
Che le navi (e i sommergibili) abbiano un anima è fuori questione, i loro pregi e sopratutto i difetti hanno, non so perche, la capacita di legare indissolubilmente le lamiere alla carne umana...mah
nel surfare sul web si trova qualcosa ma, forse, troppo poco. probabilmente perche non è facilmente descrivibile. in questo bel post di Anacleto Mitraglia Le navi hanno tutte lo stesso odore(La Malattia del Ferro) su Anacleto Mitraglia (libero.it) gia inizia a dare qualche spunto:
Direi emozionante il racconto sul blog La malattia del ferro – SFUMATURE DI EMOZIONI (home.blog)
Ma allora, cos'è la malattia del ferro?
Immagino che ognuno abbia " i propri sintomi" e le proprie "cure", in effetti per me Betasom lo è stata, è riuscita a lenire (ma non a sconfiggere) la nostalgia di quelle tranquille navigazioni notturne in quota a fare il "cantero" o raccontarsi della famiglia come quegli attimi spasmodici in cui intervieni su una avaria, il canto di delfini e crostacei come quello strano movimento rotatorio misto tra rollio e becchieggio che ho trovato solo sui Toti.
Certo, c'è stato Il Da Vinci, il Marconi, il Bersagliere...allargando il tiro anche gli Aliscafi (ma ero troppo giovane per capire) e lo Scirocco.
Ma l'anima di quelle lamiere non l'ho mai, mai, percepita cosi chiaramente come sul Toti