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Il Capitano Lauterbach Dei Mari Della Cina


danilo43

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Titolo: Il Capitano Lauterbach dei Mari della Cina

Autore: Lowell Thomas

Editore: Adriano Salani

Anno: 1933

Pagine: 356

Dimensioni: cm 18,5 x 12,5

Prezzo di copertina: Lire 8

Reperibilità: facile, ebay – amazon 10/17 €

Dopo la presentazione di Schiff 16 di Bernhard Rogge https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=35971&hl=

ho ripreso in mano questo libro biografico sul comandante tedesco Julius Lauterbach, stranamente scritto da un noto autore americano: Lowell Thomas.

A dir il vero il testo non mi aveva entusiasmato molto per lo stile: l'autore fa apparire il protagonista come un grasso bevitore di birra (cosa per altro certa e documentata !) e dotato di un certo umorismo, a volte infelice; in realtà, scremato dalle numerose facezie, il contenuto è stupefacente. In buona parte concerne il racconto di una fuga portata a termine con ogni mezzo possibile, che ha ben pochi riscontri nel suo genere, anticipando le gesta di Von Luckner, successive al naufragio del Seeadler:

Notevole la navigazione oceanica eseguita in condizioni fortunose dal protagonista a bordo di una piccola imbarcazione a vela, al fine di raggiungere un luogo al di fuori del controllo britannico per poter rientrare nei ranghi della Marina Imperiale, in Germania.

Il “corpulento”comandante Julius Lauterbach, ex capitano della marina mercantile tedesca, per la sua profonda conoscenza dei mari della Cina e dell'Oceano Indiano, venne imbarcato come ufficiale di rotta il 15 giugno 1914 a Tsing-tau sull'incrociatore Emden, incarico conferitogli personalmente dall'ammiraglio Von Spee.

L'Emden fu una delle navi da guerra germaniche che conseguirono i maggiori successi durante la I GM, affondando più naviglio di qualsiasi altra; solo i mercantili armati e gli U-Boat riusciranno ad eguagliare e anche a superarne il tonnellaggio ma nessun singolo sommergibile riuscirà ad eguagliare la fama dell'Emden tra i propri contemporanei.

Riprendo in parte uno scritto di Alberto Peruffo da “ I corsari del Kaiser” sulla storia dell'Emden: l'articolo completo lo si può leggere qui: http://www.icsm.it/articoli/ri/corsari.html#4

 

A seguito dell'affondamento della sua unità, (avvenuto il 9 novembre 1914) fu protagonista di una rocambolesca fuga dalla prigionia inglese. Dopo la cattura viene internato nel campo di prigionia di Tangling a Singapore ma l'intraprendente ufficiale tedesco non aveva in mente altro che la fuga. Aiutato da una sua amica di Shanghai di sangue misto, mezzo francese e mezzo cinese, che gli procura delle mappe e un'imbarcazione con cui lasciare Singapore, Lauterbach fugge dalla baracca del campo di prigionia grazie alla confusione creata dall'ammutinamento, il 15 febbraio 1915, del 5° Fanteria Leggera Indiana di stanza nel campo di prigionia. La rivolta sfocia anche su istigazione dell'ufficiale dell'Emden che conoscendo le usanze indiane riesce a far leva sul loro nazionalismo.
Insieme ad alcuni colleghi internati Lauterbach raggiunge l'imbarcazione procuratagli dalla donna e lascia Singapore per perdersi nell'immensità dell'Estremo Oriente. Da quel momento per sfuggire alla cattura Lauterbach fa ricorso a tutto il suo ingegno ricorrendo più volte a vari travestimenti, tra cui quello di mercante arabo. Sfruttando le sue numerose conoscenze, derivate dal lungo tempo passato in oriente nella marina mercantile, riesce ad ottenere dei passaporti falsi, tra gli altri svedesi, olandesi e belgi. Sempre sfruttando le sue conoscenze marinare intraprende un lungo viaggio, dapprima da Singapore a Padang, poi prosegue per Cebu ed infine a Manila impiegando solo sei settimane. Gli inglesi mettono una taglia sulla testa di Lauterbach di ben 1000 sterline di allora (
nel libro si parla veramente di una taglia di 10000 sterline, vivo o morto, una fortuna), decisi a catturarlo e a processarlo come principale responsabile della rivolta del reparto indiano. Ben sapendo questo, l'intrepido ufficiale tedesco rimane nelle neutrali Filippine per otto settimane spendendo il suo tempo nel cercare una soluzione per ritornare in patria. Non solo, scrive anche numerose cartoline di sbeffeggio dirette alle sue conoscenze dell'amministrazione coloniale inglese, inclusi il comandante della nave che lo aveva catturato sull'Exford e l'ufficiale comandante delle baracche di Tangling. Si può ben immaginare la rabbia delle autorità inglesi e la loro determinazione a catturare il fuggitivo.
Alla fine del suo soggiorno nelle Filippine Lauterbach si imbarca su una carboniera giapponese grazie ad un passaporto falso che lo porta prima a Tiensin e poi a Shanghai dove sbarca venendo ospitato da alcuni suoi vecchi amici. Gli inglesi vengono a conoscenza della sua presenza nella città Cinese e organizzano un complotto per catturarlo ed estradarlo verso i possedimenti britannici. Ma ancora una volta la fortuna è dalla parte del tedesco che è avvisato in tempo da una sua amica venuta a conoscenza del piano inglese. Uscendo la sera stessa dal club tedesco di Shanghai quattro uomini gli saltano addosso cercando di immobilizzarlo ma il grosso ufficiale tedesco si divincola sfuggendo alla loro morsa: uno degli uomini estrae una pistola e cerca di colpirlo nella penombra delle viuzze di Shanghai sparandogli contro ripetutamente ma ancora stavolta Lauterbach si salva lanciandosi nel fiume che attraversa la città. Resosi ormai conto che il cerchio intorno a lui si stringe sempre di più decide che è ora di lasciare la Cina. Tra i numerosi soldati e marinai delle forze occidentali presenti a Shanghai egli riesce a rubare con destrezza il passaporto di un ufficiale di marina statunitense, il tenente Johnson, che subito utilizza per imbarcarsi come passeggero su una nave americana diretta in Giappone a Nagasaki. Mai gli inglesi si immaginerebbero che il ricercato numero uno in Estremo Oriente si nasconda proprio nella patria dei suoi nemici. Anche in Giappone è giunta la fama di Lauterbach e, in quel paese la taglia sulla sua testa è di ben 250000 yen, somma che alletta molti. Sempre con passaporto americano Lauterbach si imbarca su una nave passeggeri per Yokohama dove spera di imbarcarsi per gli Stati Uniti; durante il viaggio scopre nella sua cabina un investigatore che sta indagando sul suo conto, cercando prove che il passeggero americano sia in realtà l'ufficiale tedesco che tutti cercano. Lauterbach deve ricorrere a tutta la sua capacità di persuasione per fargli credere di essere un ufficiale americano e alla fine vi riesce, facilitato anche dalla difficoltà per l'investigatore di ottenere riscontri sul suo conto in tempi utili. Non passerà molto tempo che anche l'investigatore riceverà una cartolina beffarda che lo informava di quanto era stato vicino a diventare ricco. Da Yokohama, Lauterbach s'imbarca per Honolulu dove raggiunge finalmente un territorio neutrale e da lì San Francisco dove scopre che la sua fama lo ha preceduto sui giornali americani. Dalla California si sposta verso la costa orientale americana utilizzando un passaporto danese. Raggiunta New York con la ferrovia si imbarca nuovamente su un cargo di nazionalità danese, venendo assunto sotto falso nome come fochista per la traversata Atlantica.
La sua nave viene però intercettata da un incrociatore ausiliario britannico al largo delle Orcadi dove la marina inglese attua un feroce blocco a tutte le navi provenienti o dirette in Europa al fine di strangolare economicamente gli Imperi Centrali. L'avventura di Lauterbach potrebbe finire ad un passo dalla meta ma anche qui la fortuna è dalla sua e dopo cinque giorni in cui l'equipaggio danese viene sottoposto ad interrogatori, il mercantile viene alla fine lasciato partire per la sua destinazione, la nave riprende così la sua rotta programmata per Oslo. Una volta giunto in Norvegia per Lauterbach raggiungere Copenaghen è uno scherzo, uno volta raggiunta la capitale danese si presenta all'ufficio navale tedesco della città e da lì, finalmente, in patria dove giunge il 10 ottobre 1915.

 

Decorato personalmente dal Kaiser, lo ritroveremo subito al comando di una flottiglia di navi civetta (nel testo definite navi fantasma); affonderà alcuni sommergibili britannici ed il 1° gennaio 1918 diverrà per merito l'ultimo comandante del leggendario HK Möwe.

Anche qui si distinguerà per l'ardimento, catturando, senza sparare un sol colpo di cannone, otto grandi piroscafi armati russi, in un'incursione nel porto Finlandese di Abo.

Testimone dell'ammutinamento della flotta imperiale, farà parte attiva nella lotta antibolscevica; a fine guerra costituirà un' impresa armatoriale, avvalendosi di una esigua l flotta composta da quattro brigantini goletta.

In età più avanzata si trasferirà a San Francisco.

Lauterbach non scrisse mai personalmente le sue memorie.

Modificato da danilo43
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Mi hai incuriosito: ecco a voi il "corpulento" comandante Lauterbach
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Quanto allo stile dell'autore, è da ricordare che Lowell Thomas era più giornalista che scrittore, famoso come "creatore" del mito di T.E. Lawrence come "Lawrence d'Arabia", sul quale organizzò vere e proprie "conferenze spettacolo", adottando, da quel che ho letto, uno stile un po' "alla Giacobbo", del genere "esotismo e mistero" . (Il raffinato Lawrence, dopo avergli dato corda per un po', se ne distaccò, definendolo "un tipo volgare")

Modificato da malaparte
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Immaginavo che avrei suscitato l'interesse di qualcuno con l'argomento fughe...

Anche se la lettura in video non è la tua preferita dispongo ancora di un po' di tempo per poterlo trasferire in biblioteca digitale,

salvo che per Totiano non sia un nuovo incomodo.

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Non sapevo di questo libro anche se conoscevo le vicende di Lauterbach nella narrazione di Dobrillo Dupuis in Agguato sugli Oceani.

Cercherò di procurarmelo.

Grazie a Danilo43 per la dritta.

Modificato da Massimiliano Naressi
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Grazie a Danilo 43 anche da parte mia!

Chissà perchè (....), ma tutti coloro che fuggono o scappano, anche se magari hanno commesso davvero dei gravi reati, (mi viene in mente il film Fuga di mezzanotte) riscuotono le simpatie quasi generali: "libertà vo cercando chè sì cara..."

Sull'argomento "Fughe & Evasioni" di militari sarebbe interessante fare un elenco di film e libri che trattano l'argomento.

Sui film che raccontano fughe di militari, mi vengono in mente subito

- La Grande Fuga

- Fuga per la vittoria

- Tre uomini in fuga

- Stalag 17

- Il Cacciatore

- Sette anni in Tibet

Sui libri, come non cominciare da:

- Fughe (della nostra Malaparte)

- Il coraggio della fuga (di Paolo Pozzato)

- Un eroe in fuga (di Simon Pearson)

- Fiuga sul Kenia (di Felice Benuzzi)

- I giorni che contano (di Ulrico Guerrieri)

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Aggiungo a memoria Elios Toschi: Fuga oltre l'Himalaya

G. Corsini, Lunga fuga cerso il Sud

C Milesi ferretti: 20000 rupie di taglia

Tiburzio Rean, La mia romazesca fuga (questo non lo conosce nessuno, ma giuro che esiste, perch? io ce l'ho)

 

Ho anche un libretto di un inglese catturato in Africa e fuggito dal campo POW di Fontanellato PR), Malcom Tudor, Paths to freedom.

E' abbastanza particolare, magari prossimamente lo presento...

Modificato da malaparte
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