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28 Marzo 1941 - In Ricordo Dei 2308 Marinai Caduti


ammiraglia88

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Vi propongo una fantastica poesia scritta da Marino Miccoli, che mi ha inviato in questi giorni per ricordare un triste evento.

 

Marino mi scrive:

“ (***) una mia recente poesia che ho scritto per ricordare il 72° anniversario di CAPO MATAPAN, quando nella notte del 28 marzo 1941 morirono 2308 MARINAI ITALIANI. T’invio anche una bella fotografia del Regio Incrociatore ZARA che ho estratto appositamente per te dall’album di ricordi del mio compianto padre, che come saprai, era uno dei pochi fortunati sopravvissuti di Capo Matapan.”

“(***) considerala come un atto d’amore nei confronti di chi ha perso il bene più prezioso: la vita. E’ anche un omaggio alla memoria di mio padre che era uno dei pochi sopravvissuti e che ogni qualvolta narrava questa tragica vicenda, causa della perdita di tutti i suoi amici commilitoni, non riusciva a terminare la narrazione perché era preso da intensa commozione e con gli occhi arrossati si voltava e si allontanava.”

 

Mi ha inviato anche alcune foto che vi mostro subito dopo aver pubblicato la sua poesia.

 

Marino augura “una serena e santa Pasqua 2013 allo stimato GM Andrea e a tutto BETASOM”.

 

 

La poesia.

 

 

 

28 MARZO 1941

 

Non un raggio di sole

non una croce

non un fiore

adornano il fondale sabbioso del mare

che è il tuo giaciglio, Marinaio Italiano.

Le alghe ondeggianti

per il tuo capo

fungono da guanciale

e mentre dormi il tuo lungo sonno

sei cullato dolcemente dalle correnti …

 

I Marinai addormentati giacciono

ora sparsi su di un letto di sabbia

ora ancora prigionieri tra le lamiere incrostate e contorte

delle paratie dei compartimenti stagni;

il loro acqueo sepolcro è fatto di lastre metalliche deformate

arroventate

squarciate

sventrate

insanguinate …

questi compartimenti in pochi attimi

sono divenuti casse di risonanza di urla disperate

raccapricciante orrendo scenario

frutto dell’umana assurda follia chiamata guerra!

 

Ecco cosa è rimasto di queste Regie Navi,

queste Unità da diecimila tonnellate di dislocamento

possenti

temibili

veloci …

questi ignari giganti d’acciaio

su cui all’improvviso nella notte buia

si sono abbattuti i colpi da 381mm

tirati a bruciapelo dalle corazzate britanniche

sono implosi

esplosi

incendiati

spezzati

capovolti

e colati a picco nel cuore della notte in pochi minuti …

 

 

 

I superbi Regi Incrociatori della I Divisione

sono ridotti ad ammassi informi di lamiere

sono adagiati per sempre sul fondo del Mediterraneo …

sugli scafi possiamo ancora leggere i loro NOMI:

“FIUME”, “POLA”, “ZARA”

e gli stemmi di ciascuna di queste stupende città marinare dell’Istria Italiana costituiscono ancora oggi

lo splendido acrostòlio

che adorna la sommità delle prore.

 

Marinai d’Italia,

i delfini amici dell’uomo sin dalla notte dei tempi

vi sono vicini

e vi recano il loro saluto!

Oh mite delfino,

ti prego, accogli questa mia accorata supplica:

porta ad ogni Marinaio caduto

lo sguardo fiero e ammirato del padre,

la carezza affettuosa della mai rassegnata madre,

dell’amata sposa il dolce bacio

e del pargolo il lieto abbraccio filiale.

Porta un fiore che rechi il soave profumo

dall’amata Terra Italiana

a tutti i Marinai caduti e dispersi

nella fredda notte del 28 marzo 1941!

 

Di ciascun componente di questi valorosi Equipaggi

non conosco il nome

ma ti chiedo, fidato delfino,

riferisci loro questo breve messaggio:

più di settant’anni sono trascorsi

da quella tragica notte in cui della morte

diveniste facile e repentina preda

ma custodiamo ancora

gelosamente

imperituro ricordo

del vostro sacrificio

nei nostri cuori.

Onore a voi, prodi Marinai d’Italia!

Marino Miccoli

 

 

 

 

 

 

Ecco le foto che mi ha inviato.

 

 

damiccolimaresciallomic.jpg

 

Il maresciallo Miccoli.

 

 

damiccoliregioincrociat.jpg

 

Regio incrociatore Zara.

 

 

damiccolibatterieinelev.jpg

 

Batterie in elevazione.

 

 

damiccoliimg149.jpg

 

 

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damiccoliimg478.jpg

 

 

damiccoliimg490.jpg

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Sembra un caso del destino, una di quelle cose che spesso vengono definite "coincidenze", quella notte del 28 Marzo venivano strappate all'Italia Tre Navi, orgoglio della nostra marina dell'epoca, con loro imprigionati e straziati dai colpi da 381 furono strappati ad altrettante madri 2308 figli, ragazzi probabilmente della mia stessa età (io ne ho 29) altri sicuramente molto più giovani arruolati dalle campagne, figli di contadini, e tanti altri di cui non sapremo mai le loro storie.

 

Dicevo sembrerà un caso, la classe Zara era composta da 4 Incrociatori, il capoclasse appunto lo Zara, il Fiume, il Pola e il Gorizia, i primi tre portano i nomi di tre città che furono ferite due volte durante la guerra, la prima con la perdita delle navi a loro intitolate con molto orgoglio, la seconda quando furono strappate all'Italia alla fine della guerra patendo i crimini delle foibe e costringendo migliaia di persone all'esodo.

La coincidenza che può sembrare tale e che sembra sempre di più un gioco del destino è che proprio il quarto incrociatore sopravvissuto portava il nome dell'unica città delle quattro rappresentate ad essere rimasta all'Italia (seppur con tutti i problemi che ha subito con la divisione da Goriza e Nova Goriza e la cortina di ferro).

 

Tre Incrociatori, Tre città, i primi sepolti in fondo al mare con i loro ragazzi, le città invece hanno subito l'epilogo della guerra e la furia della vendetta jugoslava.

 

Quasi a voler rigirare il coltello nella piaga di Matapan due volte...

 

 

Onore a coloro che riposano in fondo al mare, che il mare che gli ha dato la morte in quella notte, ora si erga loro protettore e protegga le loro tombe di metallo.

E' un peccato che l'Italia "civile" abbia dimenticato i suoi 2308 figli, come ha dimenticato i quasi altrettanti della Roma e di tutte le altre navi che riposano con il loro carico di anime nei fondali di tutti i mari.

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Grazie Ammiraglia e Grazie al Marescsciallo Miccoli...

 

ONORI a tutti quegli uomini valorosi che sacrificando la loro vita ci hanno regalato quella LIBRTA' che indossiamo tutti i giorni della nostra vita ...

 

C.te OVERTORQUE

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Ammiraglia, ringrazia il sig. Marino per me e portali il saluto di un altro figlio di sopravvissuto di Matapan...

 

Lo farò, comunque di certo ci sta leggendo perchè gli avevo segnalato questa discussione.

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damiccolimaresciallomic.jpg

 

Il maresciallo Antonio Miccoli.

 

 

Una piccola precisazione: il maresciallo nella foto è il padre di Marino (autore della poesia).

 

Visto che domani sarà l'anniversario del tragico evento ben "contenuto" e molto ben rappresentato nella poesia e dato che non frequento Betasom giornalmente (solo per problemi di tempo! :rolleyes: ) mi pare il momento di ricordare i caduti con la preghiera del marinaio.

 

A Te, o grande eterno Iddio,

Signore del cielo e dell'abisso,

cui obbediscono i venti e le onde, noi,

uomini di mare e di guerra, Ufficiali e Marinai d'Italia,

da questa sacra nave armata della Patria leviamo i cuori.

Salva ed esalta, nella Tua fede, o gran Dio, la nostra Nazione.

Dà giusta gloria e potenza alla nostra bandiera,

comanda che la tempesta ed i flutti servano a lei;

poni sul nemico il terrore di lei;

fa che per sempre la cingano in difesa petti di ferro,

più forti del ferro che cinge questa nave,

a lei per sempre dona vittoria.

Benedici, o Signore, le nostre case lontane, le care genti.

Benedici nella cadente notte il riposo del popolo,

benedici noi che, per esso, vegliamo in armi sul mare.

Benedici!

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