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La Montagna Più Alta


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Titolo: La montagna più alta l’epopea dell’esercito partigiano jugoslavo

Autore: Friederick William DEAKIN

Casa editrice: Einaudi, Torino

Anno di edizione: 1972

Pagine: XVI - 287

Dimensioni: 21 X 16 (8°)

Prezzo originario: £ 4.500

Prezzo: € 20

Reperibilità: raro (prezzo 20/30 €)

Sinossi: W.F. Deakin è noto in Italia per due volumi giunti a vasta cognizione: “La brutale amicizia” e “Il Caso Sorge”; a mio pare l’autore era più che ben interno a dei circoli di potere anglofoni ed ai loro progetti, circostanza suffragabile da alcuni passi allusivi dei suoi scritti, che possono portare ad un differente apprezzamento di eventi storici italiani della II guerra mondiale. L’affermazione sia letta lavata di ogni spirito polemico.

Il 28 maggio 1943 un aereo della RAF partito dalla Libia paracadutò sulle montagne del Montenegro una piccola missione, al comando del trentenne capitano Frederick William Deakin. Si trattava, per gli inglesi, di stabilire un primo collegamento con le forze partigiane jugoslave, e soprattutto di avere dati precisi sulla loro organizzazione e consistenza: a Londra non si sapeva nemmeno chi fosse a capo delle formazioni che combattevano la loro disperata battaglia contro i tedeschi. L’arrivo della missione coincise con la fase più drammatica della guerra: le quattro superstiti divisioni di Tito, malamente armate e appesantite da trecento feriti, erano circondate sulla montagna del Durmitor, e i tedeschi — con forze due volte superiori — avevano messo a punto un piano chiamato «operazione Schwarz» per infliggere loro il colpo di grazia. Pur pagando un prezzo terribile, Tito riuscì a rompere l'accerchiamento sul fiume Sutjeska, e portò in salvo i suoi uomini con una battaglia entrata nella leggenda.

Per la stesura del libro Deakin si documentò con lo scrupolo che gli era tipico ritornando sui luoghi per interrogare i superstiti. Il libro non ha tuttavia nulla di autobiografico: l’autore si è volutamente tenuto in disparte, anche se la sua ricostruzione si giova della freschezza e della vivacità di racconto di chi si trovò a vivere in prima linea la vicenda. Ne sono protagonisti Tito e i suoi più diretti collaboratori, Rankovie, Pijade, Lola Ribar, Djilas e Kardelj. Ma il volume offre qualcosa di più di una movimentata ricostruzione di eventi bellici: esso chiarisce dal di dentro la struttura e l'organizzazione della Resistenza jugoslava, e insieme illumina il quadro politico generale, complicato da una triplice guerra civile e dai riflessi dell'8 settembre italiano. Nella terza parte dell'opera, Deakin espone, in termini rigorosamente storici, le ragioni militari e politiche che determinarono la presa di contatto inglese con i partigiani.

A mio parere un’attenta lettura farà comprendere l’importanza della figura politica e militare che Tito ebbe durante la guerra quale catalizzatore della Resistenza contro le forze dell’Asse e nel dopoguerra quale garante dell’unità Jugoslava e della stabilizzazione dell’area (basti pensare al ruolo svolto nella contingenza della guerra civile greca del 1944/48).

Un libro a più facce, quindi, che richiama il tema della guerriglia, ripetutamente affrontato nelle mie recensioni (Bandenkampf - La guerriglia storia e dottrina) e quello geopolitico dei Balcani.

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Deakin è anche autore del migliore (anche attualmente) studio sulla Repubblica sociale italiana: Storia della repubblica di Salò. Si tratta di un lavoro imprescindibile per chiunque voglia avvicinarsi e conoscere le vicende dell'ultimo fascismo, quello del ritorno alle sue origini socialisteggianti.

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"La brutale amicizia Mussolini, Hitler e la caduta del Fascismo italiano" è appunto il titolo originale del volume, inizialmente pubblicato da Einaudi con il titolo "Storia della Repubblica di Salò" (nelle ultime edizioni è stato preso il titolo originario, derivante da una frase di Hitler sugli errori nei commessi nei confronti dell'Italia). Attenzione a compiere un'attenta lettura dei capitoli dedicati al 25 luglio.

Un volume, di autore italiano, d'ottimo livello sull'argomento della Repubblica Sociale Italiana è: "La Repubblica delle camice nere" di Luigi Ganapini, Garzanti editore. Anche questo più volte ristampato.

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