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Relitto Cacciatorpediniere Audace


cesareb

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Dal 29 giugno al 5 luglio 2009, otto subacquei del Nautica Mare Dive Team hanno esplorato il relitto del cacciatorpediniere Audace, affondato nel 1944 al largo dell’Isola di Pag in Croazia.

 

L'obiettivo dell'esplorazione è stato quello di documentare le condizioni attuali del relitto, tramite la raccolta di video ed immagini subacquee, nonché di confermare le cause dell'affondamento.

 

L’Audace, costruito in Inghilterra su commessa giapponese, venne acquistato dall'Italia nel 1916.

Il 3 novembre 1918 fu la prima nave italiana ad ormeggiare sul molo di Trieste, sbarcando le truppe di liberazione, e dopo pochi giorni trasportò il Re d'Italia Vittorio Emanuele III il quale segnò la fine del dominio austriaco sulla città di Trieste. In seguito,tale molo prese il nome di molo Audace ed il lungomare adiacente prese il nome di Riva 3 novembre.

 

In seguito alla cattura da parte dei tedeschi nel 1943 venne rinominata TA20, e venne affondata nel novembre del 1944 da due cacciatorpedinieri britannici : HMS Avondale e HMS Wheatland, al largo dell’isola di Pag in Croazia.

 

Oggi il relitto giace alla profondità di 80 mt, leggermente inclinato sulla fiancata di sinistra. Le forti correnti hanno incrostato notevolmente le strutture esterne, ma sono ben visibili tutti gli armamenti in perfetto stato di conservazione.

Nonostante le condizioni di scarsa visibilità, spesso presenti su questo relitto, il gruppo ha raccolto numerosi immagini e videoriprese, effettuando un totale di 32 immersione, che forniranno maggiori informazioni e dettagli sulla storia di questo importante relitto.

 

L'esplorazione è stata ideata ed organizzata da Massimiliano Canossa.

Hanno partecipato al progetto i fotografi : Nicola Boninsegna, Federico Mattiello e Massimiliano Rancan; i videoperatori : Leonardo Belloni e Livio Loniti; e gli operatori subacquei Maurizio Maiocchi e Luca Perazzolo.

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AUDACE: impostato nel 1914, varato il 26.10.1915 da Yarrow & Co. a Glasgow-Scotstoun (num. di costruz. 1349) per la marina giapponese come cacciatorpediniere KAWAKAZE (progetto Yarrow 1914/15). Acquistato dalla Regia Marina il 5.7.1916 come INTREPIDO (ii) e in servizio il 23.12.1916 come AUDACE. Declassato a torpediniera l'1.10.1929. Dal 1938 circa utilizzato come nave di pilotaggio della nave-bersaglio radiocomandata SAN MARCO (il vecchio incrociatore corazzato, gemello del SAN GIORGIO).

 

Dislocam. 829 t standard, 1011 t a p.c., lungh. 87.6 m f.t. e 85.3 m pp, largh. 8.38 m, pescaggio (al dislocam. max.) 2.50 m a prua/2.89 m. a poppa, 2 turbine Brown-Curtis a presa diretta (due sale macchine), 3 caldaie a nafta Yarrow (tre sale caldaie), 22.000 hp max, vel. 27 effettiva (31 max.), auton. 2180 mi. a 15 nodi oppure 560 mi. a 31 nodi. Carburante 170 t normale, 252 t max.

 

Armam. 2x102 mm/45, 2x37 mm Breda, 6x20 mm/65, capacità di portare 20 mine (tubi lanciasiluri sbarcati). Equipaggio 138 circa.

 

Catturato dai tedeschi il 12 settembre 1943 a Venezia, in servizio nella Kriegsmarine il 21.10.1943 come TA (Torpedoboot Ausland, cioè torpediniera straniera) 20.

Compie alcune missioni fino alla fine del 1943 contro posizioni di partigiani jugoslavi insieme al NIOBE (ex DALMAZIA, vecchio incrociatore tedesco di prima della I G.M. venduto agli jugoslavi negli anni '20 e catturato dagli italiani nell'aprile 1941) e alle torpediniere TA 21 WILDFANG ex INSIDIOSO e TA 22 ex GIUSEPPE MISSORI (un bel campionario di anticaglie ..).

Esegue in seguito alcune missioni lungo la costa jugoslava insieme agli U-Jaeger (cacciasommergibili, ex corvette italiane) UJ 202 (ex MELPOMENE) e UJ 208 (ex SPINGARDA). Tutte e tre le unità vengono sorprese nella notte sull'1.11.1944 vicino a Zara (isola di Pago) dai cacciatorpediniere di scorta inglesi classe Hunt AVON VALE e WHEATLAND e affondate dopo un breve combattimento.

 

luglio104.jpg

 

Fonti:

"Die deutschen Kriegsschiffe 1815-1945" vol.2, Erich Groener, Dieter Jung, Martin Maass, Bernard & Graefe Verlag, 1999; disegno di Franz Mrva

"Beute-Zerstoerer und -Torpedoboote der Kriegsmarine", di Dr. Z. Freivogel, Marine-Arsenal, fasc. 46, Podzun-Pallas-Verlag, 2000

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GRAZIE, PUNTUALE COME SEMPRE :s20: :s20: :s20:

 

Avevo già appreso notizie utili da "I cacciatorpedinieri italiani 1900-1966 – Ufficio Storico della Marina Militare, Roma 1966", ma mi mancava l'attività sotto la bandiera germanica. Interessanti due episodi: 3.11.1918 ingresso a Trieste e 12.09.1943 la cattura a Venezia.

Inoltre trovo delle differenze sull'armamento:

fonte italiana IV LS 450 in impianti binati, VII 102/35 singoli, II 40/39 singole

fonte tedesca 2x102 mm/45, 2x37 mm Breda, 6x20 mm/65, capacità di portare 20 mine (tubi lanciasiluri sbarcati)

Avranno fatto delle modifiche durante i lavori di rimessa in effcienza. A Venezia, il 12.09.1943 la nave aveva un'avaria.

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GRAZIE, PUNTUALE COME SEMPRE :s20: :s20: :s20:

 

Avevo già appreso notizie utili da "I cacciatorpedinieri italiani 1900-1966 – Ufficio Storico della Marina Militare, Roma 1966", ma mi mancava l'attività sotto la bandiera germanica. Interessanti due episodi: 3.11.1918 ingresso a Trieste e 12.09.1943 la cattura a Venezia.

Inoltre trovo delle differenze sull'armamento:

fonte italiana IV LS 450 in impianti binati, VII 102/35 singoli, II 40/39 singole

fonte tedesca 2x102 mm/45, 2x37 mm Breda, 6x20 mm/65, capacità di portare 20 mine (tubi lanciasiluri sbarcati)

Avranno fatto delle modifiche durante i lavori di rimessa in effcienza. A Venezia, il 12.09.1943 la nave aveva un'avaria.

 

Tutti i dati citati da me si riferiscono, date le fonti, alla TA 20. Parto infatti sempre dal presupposto che le attività italiane delle nostre navi siano ricostruibili attraverso molte fonti. Comunque, i 4 tubi lanciasiluri erano stati sbarcati già dalla Regia Marina nel 1938 (fonte: Aldo Fraccaroli, "Italian Warships of World War II", Ian Allan, 1968). I cannoni da 102/35 o /45 erano stati già ridotti a due nel 1942, mentre Fraccaroli dichiara addirittura 20x20 mm/65 (probabilmente qui c'è un errore).

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Si, si avevo intuito vedendo la citazione delle fonti tedesche tra cui Freivogel. Il libro di Fraccaroli l'ho recuperato ieri a Venezia.

Ho anche trovato una foto dell'arrivo dell'Audace a Trieste ma non riesco a postarla.

L'argomento relativo alla sostituzione dell'armamento era già uscito tra i miei colleghi al termine delle immersioni.

Grazie comunque per l'aiuto.

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  • 2 weeks later...
  • 2 weeks later...

Guardando lo schema del TA20 di Freivogel, sembrerebbero due 102/35. Max, sarebbe interessante se ci potessi far vedere almeno una foto del cannone ad oggi sul relitto, in modo da poter alimentare la discussione. Grazie.

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Posto alcune immagini degli armamenti del TA20.

 

 

2.JPG

 

Foto dei 20mm/65 o della mitragliera 2X37 BREDA, da quello che abbiamo visto sembravano più dei 20/65

 

1.JPG

 

3.JPG

 

 

I presunti cannoni da 102, con il dubbio che siano da 102/35 o 102/45.

 

 

Grazie dell'aiuto

Massimiliano

Modificato da maxcanossa
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Scusami Max, ma io riesco a visualizzarne solo una.

Difficile dire di quale arma si tratti!

Se qualcuno vuole azzardare ad un'improbabile idenficazione si faccia avanti.

Potrebbe diventare un argomento interessante.

Grazie.

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  • 6 years later...

Dal 29 giugno al 5 luglio 2009, otto subacquei del Nautica Mare Dive Team hanno esplorato il relitto del cacciatorpediniere Audace, affondato nel 1944 al largo dell’Isola di Pag in Croazia.

 

L'obiettivo dell'esplorazione è stato quello di documentare le condizioni attuali del relitto, tramite la raccolta di video ed immagini subacquee, nonché di confermare le cause dell'affondamento.....

 

Vorrei ricordare che il relitto dell'Audace - TA 20, giacente alla profondità di 80 metri, era stato individuato e filmato nell'agosto del 1999 dall'amico e betasomiano Mario Arena (nick arena).

Ho ricevuto l'invito a partecipare alla conferenza organizzata dal Coralsub che si terrà sabato 7 maggio a Palmanova, nel corso della quale verrà presentato un DVD, girato di recente in alta definizione, sulle attuali condizioni del relitto. Conduce l'evento un altro caro amico: il giornalista e scrittore Pietro Spirito, autore di Un corpo sul fondo, L'antenato sotto il mare e altro..., già recensiti nella nostra biblioteca. La serata si presenta interessante ...

 

4r3dhD.jpg

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Un evento che meritava di certo una maggior pubblicizzazione al di fuori dell'ambito strettamente regionale.

Preparata accuratamente dal Coral Sub di Palmanova, con la partecipazione di sponsor e autorità cittadine, la manifestazione si è svolta nel bel e centralissimo teatro Gustavo Modena; è merito del locale Istituto Storico aver allestito nella hall una mostra di pregiate uniformi d'epoca e di rari reperti relativi alle radiotrasmissioni militari.

Mi ripromettevo di documentare i cimeli a fine manifestazione, ma purtroppo sono stati rimossi prima che li potessi fotografare :sad:

All'ingresso faceva bella mostra di sé una rara Balilla a tre marce del Regio Esercito, datata dei primi anni '30 che, peraltro, non mi è sfuggita !

 

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Ottimo il contesto, accurata e di prim'ordine la ricerca storica; accorata la lettura di testi e documenti da parte di due belle e brave lettrici, certamente professioniste nel settore.

Magistrale e avvincente, come al suo solito, la conduzione di Pietro Spirito.

 

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Significativa la presenza dei nipoti del generale Carlo Petitti di Loreto, giunto a Trieste il 3 novembre 1918 con i primi soldati italiani a bordo dell'Audace e primo governatore della città. Presente pure il figlio dell'ultimo comandante in seconda italiano dell'unità, che portava con sé il diario del padre: ne sono state lette e proiettate alcune parti vertenti sui tragici eventi relativi all'impossessamento dell'unità da parte della Marina germanica.

E' stato doverosamente invitato (il betasomiano) Mario Arena, che per primo scoprì e identificò il relitto nel lontano 1999 .

Da allora la tecnica dell'immersione ha subito radicali mutamenti: quella che a quel tempo era considerata una profondità proibitiva oggi, pur essendo a portata di pochi, è resa possibile dall'utilizzo di sofisticati apparati di respirazione, rebreather a circuito chiuso, in alternativa al più dispendioso (per l'elevato costo dell'elio) trimix, indispensabili per una lunga permanenza a tale profondità. Le immersioni, in 80 metri di fondale, che hanno permesso di ottenere questo risultato, a detta dei protagonisti, comportarono mediamente 80 minuti di permanenza sul fondo a 80 m + 160 minuti di deco,

Teatro gremito: tante simpatiche chiacchiere con i protagonisti e un rinfresco a fine serata, hanno coronato il successo della manifestazione.

Occasione, inoltre, di ritrovare vecchi amici e di fare nuovi inaspettati incontri: mi è stato presentato un mitico personaggio, che conoscevo solamente di fama; mi ha cortesemente promesso di farmi avere copia di un filmato di cui avevo sentito parlare e ne ero alla ricerca da almeno un quarto di secolo...

 

Una serata oltremodo piacevole e proficua, che spero si ripeta per la presentazione di altri relitti del Quarnerolo: Mario Arena li ha identificati tutti, più o meno a queste profondità.

 

@ Marco/DIR: Pietro Spirito ha gradito i tuoi saluti e mi ha incaricato di ricambiare.

Modificato da danilo43
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Ho ricevuto da Davide de Benedictis, Autore del video girato sull'Audace, che ringrazio per la sua cortesia, il link al suo sito per la visione integrale del filmato. Complimenti ancora per quanto è stato realizzato, e per la splendida serata che ci è stata offerta.

Riporto fedelmente parte di quanto mi è stato trasmesso:

 

...Avrei dovuto realizzare unicamente le riprese subacquee ma il tempo passato nelle ricerche di materiale d’archivio mi hanno convinto a
realizzare un mini documentario che andasse oltre alla semplice immersione raccontando i due momenti fondamentali nella storia di
questa unità. Il relitto fu individuato nel 1999 da Mario Arena e Luca Laneve. Pochi anni dopo un altro gruppo visitò la nave ma purtroppo, a causa delle condizioni proibitive del sito di immersione non sono disponibili immagini subacquee che ne documentino le condizioni.

Questa volta sono riuscito ad ottenere delle riprese che oserei definire “quasi decenti” vista la scarsissima visibilità.

Lo stato degli oggetti ripresi è emblematico della difficoltà di dare un senso a quanto si vede in acqua. La fauna bentonica rende
irriconoscibili anche gli oggetti più comuni. In Adriatico le condizioni sono tali da ricoprire tutto sotto uno spesso strato di ostriche e spugne. Da qui l’idea di un filmato in cui le le armi e parti del relitto, trasformate quasi in sculture, siano alternate a
delle fotografie di archivio in modo che gli oggetti ripresi siano intellegibili anche alla famosa casalinga di Voghera...

 

 

EDIT: Entrando direttamente nel suo sito vimeo Davide DB’s Videos è possibile vedere questo ed altri filmati in HD e a tutto schermo :smile:

Modificato da danilo43
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  • 2 weeks later...

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