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Odissea Di Un Sommergibilista


Totiano

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Titolo: ODISSEA DI UN SOMMERGIBILISTA

Autore:Patrizio Rapalino e Giuseppe Schivardi

Casa editrice: Mursia

Anno di edizione: 2008

Pagine: 280

Dimensioni: 21x15

Prezzo originale: euro 17

Reperibilita: facile

 

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questo il commeto sulle pagine della casa editrice

Il guardiamarina Elio Sandroni è stato l’ufficiale di rotta del sommergibile Macallé. All’inizio delle ostilità ha partecipato alla prima e ultima missione dell’unità perduta in Mar Rosso il 15 giugno 1940. Dopo aver salvato l’equipaggio con una rocambolesca impresa, passò sul Perla, battello costiero che, alla vigilia della sconfitta italiana in Etiopia, dal 1° marzo al 20 maggio 1941 effettuò il periplo del continente africano raggiungendo Bordeaux.

L’attuale contrammiraglio Sandroni ha raccontato quei drammatici ed emozionanti avvenimenti a Rapalino e Schivardi che li hanno inquadrati nel contesto geostrategico dell’Africa Orientale Italiana integrandoli con la consultazione di documenti d’archivio.

 

Il libro è meraviglioso. il carattere dell'amm. Sandroni, che molti di noi hanno conosciuto a venezia, emerge in tutta la sua semplicità e chiarezza d'animo.

una breve premessa su come è organizzato il volume: esso raccoglie le memorie del periodo bellico dell'allora guardiamarina di complemento Elio Sandroni. ma il merito degli autori è di contestualizzare questi aneddoti, non solo inserendoli nel periodo storico con tutte le premesse e i corollari del caso, ma analizzando con la mentalità militare di oggi gli avvenimenti di allora.

 

forse per questo il nome di Sandroni non compare tra gli autori, anche se, personalmente, penso ne sia davvero parte integrante. Ecco quindi i primi imbarchi nell'imminenza della guerra, l'inaspettato imbarco sui battelli e il trasferimento nel mar rosso, mentre gli autori imbastiscono con lucidità e senza polemiche i problemi che affrontava la Marina allora.

Lo scoppio della guerra e i tragici eventi del mar Rosso con il nemico piu grande che era all'interno dei battelli. e qui interviene piu lucida l'analisi di teatro degli autori, con tutte le potenzialità che il mar rosso poteva offrire verso un contenimento dell'impero inglese e dei rifornimenti in egitto.

 

non potrete non sentirvi parte dell'equipaggio del Perla in quello storico periplo che lo porto a Bordeax in mezzo a mille difficolta e con un biglietto do sola andata ...porto non vado oltre, ma il libro prosegue, attraverso i riconoscimenti MAVM e MBVM nonchè passaggio in spe, nelle varie destinazioni fino al 1943.

 

infine un piccolo attimo di orgoglio betasommiano... oltre al comandante Rapalino, presente su betasom con il nick Rap, nei ringraziamenti sono citati altri 2 membri di betasom che hanno fornito preziosa consulenza. nella fattispecie moreno1975 e Melekhin...

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Visitatore ERICH TOPP U-552
... oltre al comandante Rapalino, presente su betasom con il nick Rap, nei ringraziamenti sono citati altri 2 membri di betasom che hanno fornito preziosa consulenza. nella fattispecie moreno1975 e Melekhin...

 

....Hai capito i 2 "soliti ignoti"....!? :s10:

 

....Bravi Manuel e Giacomo !!....anche se potrebbero farsi "vivi" un pò più spesso su Betasom !.... :s43:

(raga, questo era un "messaggio sponsorizzato" direttamente dal "Dir", al quale poi farò pervenire la "parcella" !! :s68: :s03: )

 

 

:s67: Mau

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  • 2 weeks later...

salve a tutti, scrivo qui per evitare di ingombrare con nuovi topic..siccome si parla di soomergibili, proprio oggi ho avuto il piacere di vedere che, ogni tanto (finalmente!), anche in televisione si parla di qualcosa che merita attenzione. si tratta dell'intervista al Capitano di Vascello Giuseppe Schivardi riguardo al suo scritto "Odissea di un sommergibilista", e devo dire che dalla breve descrizione delle vicende in esso descritte, penso sia veramente interessante..c'è qualcuno che già ha avuto l'occasione di leggerlo?

grazie a tutti!

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si alix, ed è davvero un libro interessante!

come vedi mi sono permesso di spostare il tuo post in questa discussione, visto che riguarda esattamente questo libro. Concordo, è stata una bella recensione ed è bello scoprire che ogni tanto la TV dedica qualche minuto ai nostri eroi.

 

se hai un'attimo di tempo cogli l'occasione della presentazione del libro a Vicenza: l'amm Sandroni è una persona meravigliosa, non puo non colpirti!

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Mi permetto di segnalare la presentazione del libro avvenuta Domenica 1 Marzo su RAI 2 subito dopo il telegiornle delle 13, presente uno degli autori, dove il direttore del tg ha fatto un breve sunto del libro, consigliandolne la lettura.

 

 

Saluti

 

Claudio

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  • 5 weeks later...
Visitatore Salgàri

Com.te Andrea,

ho visto il topic,in ritardo, che tratta le gesta dell'Amm. Sandroni.Sono molto lieto che questi fatti storici vengano ricordati e ringrazio tutti coloro che hanno operato perchè ciò avvenisse.

Nicolò

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Il volume è ottimamente recensito dall'amm. Paolo Pagnotella (Presidente Nazionale dell'ANMI) sul numero di gennaio 2009 della Rivista Marittima, che ho ricevuto pochi giorni fa.

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Salve comandanti,

 

Mia sorella ha avuto la fantastica idea di regalarmi il suddetto libro e non posso che confermare tutto quello che Totiano ha già elencato........

Il volume è intrigante, iniziata la lettura, il coinvolgimento per me, è stato totale e in due serate me lo sono "fumato"

Il racconto di Elio Sandroni a volte è cosi dettagliato nei particolari, ma soprattutto nelle sensazioni che in più occasioni mi è sembrato di essere all'interno del battello, quando, per esempio, racconta della caccia subita dal Perla, durante il rientro nel Mediterraneo di fronte a Gibilterra, si riescono a percepire quei drammatici stati d'animo che provavano quei ragazzi adagiati sul fondo, in religioso silenzio, contando le bombe di profondità......

 

Il racconto di Sandroni è arricchito dagli interventi che i due autori hanno inserito in maniera mai troppo invasiva che aiutano a capire il contesto geopolitico e strategico dell'epoca, mettendo ben in evidenza le carenze reali della marina di allora, specie se paragonate ai "sogni" che Supermarina aveva, come realizzare una flotta atlantica o una base operativa alle Seychelles. Invece la realta sarà per gli equipaggi ben diversa, mandati ad operare in zone dove non avavano mai navigato, dove non si conoscevano ne correnti ne fondali, concause che portarono alla perdita di più unita per incaglio, non abituati ad operare per più giorni in assetto di guerra, carte nautiche da riadattare all'uso e per di più con a bordo il micidiale gas dei condizionatori che li avvelenava.......

 

Gli autori descrivono molto bene come fu sottovalutata la posizione strategica dell' Eritrea da parte di supermarina che avrebbe potuto di fatto tagliare i rifornimenti alle truppe inglesi in Egitto, provenienti dall'Oceano Indiano, con poche unita leggere tipo MAS e campi minati estesi, lasciando nel lettore la percezione che quella volta, malgrado avessimo di fronte un avversario piu forte, si avessero in mano buone carte da giocare e che nessuno se ne sia accorto......

 

Consiglio di leggerlo,

 

Saluti, Zillo.

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Gli autori descrivono molto bene come fu sottovalutata la posizione strategica dell' Eritrea da parte di supermarina che avrebbe potuto di fatto tagliare i rifornimenti alle truppe inglesi in Egitto, provenienti dall'Oceano Indiano, con poche unita leggere tipo MAS e campi minati estesi,

 

Domanda, pura e semplice ( senza intendimenti nascosti): qualcuno ha idea se veramente ci sarebbero state buone possibilità??

Per quel che ricordo io , hic et nunc, quindi affidandomi alla mia improbabile ed ormai fatiscente (bello. mi piace poter finalmente affidarmi all'età per scusare gli errori...evviva!!!!) memoria, la flotta smg presente in zona fu messa fuori combattimento in pochissimo tempo, causa varie ragioni (erano i primi mesi di guerra, il radar era ancoar in effetti una super-arma...) ; c'erano MAS??? non mi pare...bisognava, credo, farli arrivare fin lì...

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Fare arrivare dei MAS non sarebbe stato un problema, prima del 10 giugno ovviamente. Pagammo amaramente le conseguenze dell'assenza di una cospicua aliquota di MAS, mezzi davvero ideali in acque dai fondali insidiosi e ancora poco conosciuti.

Allo stesso modo dei nutriti sbarramenti di mine avrebbero creato seri problemi al traffico inglese

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Un MAS, almeno uno, c'era...

 

L'ultima azione offensiva avvenne l'8 aprile 1941 ad opera della 21a squadriglia MAS. Informati dell'avvistamento di un incrociatore inglese, i MAS effettuarono la ricerca notturna per tre notti consecutive finché vennero in contatto con il nemico la notte del giorno 8. Nonostante le forti limitazioni di manovra dovute alle precarie condizioni dei motori, il MAS 213, comandato dal Guardiamarina Valenza, riuscì a completare l'attacco silurando l'incrociatore Capetown. La nave inglese non affondò, ma riportò danni rilevanti che richiesero più di un anno per le riparazioni.

 

Lo stesso giorno Massaua cadde.

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All'inizio delle ostilità il Comando di Massaua aveva alle sue dipendenze:

 

- Nave coloniale Eritrea

 

- 5^ Squadriglia Ct (Pantera, Tigre, Leone)

 

 

- 3^ Squadriglia Ct (Battisti, Sauro, Manin, Nullo)

 

- Flottiglia smg. (Archimede, Galilei, Torricelli, Ferraris, Galvani, Guglielmotti, Perla, Makallè)

 

- Torpediniere Orsini e Acerbi

 

- Posamine Ostia

 

- Cannoniere Biglieri e Porto Corsini

 

- 21^ squadriglia MAS 204, 206, 210, 213 e 216

 

Ai MAS di Massaua il volume Le operazioni in Africa Orientale dell'USMM dedica un intero capitolo.

Erano veterani della prima guerra, inviati colà nel 1935 semplicemente quale naviglio ausiliario.

Nel 1940 una commissione ne propose la radiazione: due erano sempre in secca, gli altri stavano a galla solo grazie a tappi con colate di cemento (sic); non superavano i 10 nodi.

 

Nei primi mesi del 1940 da Roma si riorganizzò radicalmente la struttura della squadriglia MAS, con l'invio di nuovo personale e l'incremento dei servizi a terra. Quelle che non arrivarono mai furono le (promesse) nuove unità in sostituzione delle veterane. Non restò quindi che "arrangiarsi": quattro delle cinque unità furono rimesse in sesto, sbarcando i motori per una revisione radicale in officina e rivestendo lo scafo di rame.

 

I vetusti MAS poterono così tornare operativi (anche se con velocità massima di 15 nodi), conseguendo col MAS 213 quel successo ricordato da Pesce Persico.

Modificato da GM Andrea
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  • 1 year later...

Per conoscere quello che ben può essere definito l'ospite d'onore dell'ormai prossima giornata veneziana ho acquistato e letto, letteralmente d'un fiato, questo bel volume.

Veramente ricco di spunti di riflessione: per la vicenda personale, che l'Ammiraglio Sandroni sa descrivere senza retorica e con straordinaria carica umana. Per gli spunti tecnici, militari e geopolitici che i due qualificatissimi autori offrono con grande chiarezza anche per i meno esperti in materie militari e navali.

A tale proposito la riflessione su quell'area di mare risulta particolarmente appropriata oggi, visti i quotidiani eventi che non possono che suscitare la più profondo inquietudine.

Quanti non avessero letto "Odissea di un sommergibilista" si affrettino ad acquistarlo, per me è stata la lettura più interessante e coinvolgente degli ultimi mesi!

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