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Tifone


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Titolo: TIFONE

Autore : Joseph CONRAD

p. 96 ( in questa edizione)

Editore: pubblicato da tantissimi editori (Mursia, BUR, Fabbri, Einaudi, ecc., in ed. tascabili a bassissimo costo)

Reperiblità : facilissima

 

tifonepk0.jpg

 

Mi pare che nessuno abbia ancora presentato qui in Biblioteca quello che, sebbene sia sempre stato imbarcato su mercantili, e non su navi militari, è comunque considerato il più marinaio tra gli scrittori di marineria. Basta qualche cenno alla sua vita per capire che tipo era.

Teodor Konrad Koneziowsky (per abbreviare il suo nome) nasce nel 1857 in Polonia. Nel 1874, a diciassette anni, orfano, lascia la patria per la Francia, dove, spinto da letture giovanili, comincia la sua vita in marina, cominciando da mozzo, e finendo come primo ufficiale. Resta in marina per vent’anni, dal 1874 al 1894, navigando tutti i mari -era l'epoca d'oro dei piroscafi- , e imbarcato anche su battelli fluviali (come quello che percorse il fiume Congo, esperienza da cui nacque il famoso “Cuore di Tenebra”). Nel 1886 ottiene la patente di “capitano di lungo corso”, nonché la cittadinanza inglese (Joseph Conrad è lo pseudonimo sotto cui scrive direttamente in inglese i suoi numerosissimi lavori, quasi tutti di mare). Alcuni titoli, tra i più famosi: Lord Jim, Nostromo, Tifone, La linea d’ombra, ecc. ecc. tutti ambientati in mare. Muore nel 1924.

Per presentare Conrad, comincio con “Tifone” , una specie di racconto lungo, che si legge, o rilegge, in poche ore (ideale per un pomeriggio festivo...). Il piroscafo Nan-Shan che naviga nel Mar della Cina è comandato da un certo Mac Whirr, funzionario senza immaginazione, considerato quasi tonto, apatico, che basa la sua cultura marinara sulla lettura di qualche libro specifico e sull’aver superato doverosamente un esame di marineria (“ma, se anche aveva risposto, non ricordava più nulla”). Eppure, quando il Nan Shan si troverà ad affrontare un mare spaventoso, sarà proprio la sua apatia che gli darà la calma necessaria a superare le forze della natura. E Conrad si lascia anche andare, soprattutto nell’ultimo capitolo, a una sua vena ironica nel considerare i diversi comportamenti del comandante e dei suoi ufficiali.

Il titolo fa però capire che il protagonista non è Mac Whirr, ma un mare incontrollabile, che, con la sua terrificante capacità di dominare a suo piacere gli uomini, diventa il vero attore della situazione.

Di solito, non amo molto leggere le descrizioni di natura. Ma qui non si tratta di “descrizione”, ma di “azione” del mare: per tre capitoli su cinque non si parla altro che del rapporto tra acqua, vento e nave, ma con una tale capacità che, anche se i tre veri protagonisti non dialogano “a parole”, si tratta comunque di rapporto attivo tra loro, di capitoli di “azione”, di scontro , con cambiamenti di scena, reazioni, contrattacchi.

 

Le ultime righe:

 

“In quanto al comandante, l’altro giorno mi ha fatto osservare: “Ci sono cose delle quali i libri non parlano affatto”. A me sembra che per essere uno sciocco se la sia cavata molto, molto bene”

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