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La Cartografia Nautica


Visitatore Marcuzzo

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Visitatore Marcuzzo

Fonte: Wikipedia

 

La cartografia nautica è l'insieme di conoscenze scientifiche, tecniche e artistiche finalizzate alla rappresentazione simbolica ma veritiera di informazioni geografiche legate alla navigazione, su supporti piani (carte nautiche) o sferici (globi).

 

Storia della cartografia nautica

 

L'assenza di cartografia prima del 1200

 

L'assenza di documenti nautici dei secoli precedenti al 1200 ha creato non poche perplessità agli studiosi sul fatto che popoli di conquistatori come i Fenici, i Greci e i Romani, possano non aver avvertito l'esigenza di una cartografia nautica.

 

Una tesi sviluppatasi negli ultimi anni prende in considerazione sia le perdite dovute a naufragi e al materiale scrittorio deperibile, sia l'ipotesi che i navigatori dell'epoca costruissero carte nel corso della navigazione, ma non le ritenessero meritevoli di essere conservate.

 

La Carta Pisana

 

L'Italia, per la sua posizione centrale all'interno del bacino del Mediterraneo, è stata terra d'origine di questa disciplina, attestata a partire dal tardo Medioevo. La più antica carta nautica giunta ai giorni nostri è la Carta Pisana, anonima e non datata, ma attribuita alla metà del XIII secolo da Bacchisio Motzo, che stabilì anche l'interdipendenza tra questa carta ed il precedente Compasso da navegare. La carta fu così chiamata perché originariamente rinvenuta a Pisa, e poi confluita nella Bibliothèque nationale de France di Parigi.

 

Disegnata con grande precisione, la carta, disorientata verso est, rappresenta il Mar Mediterraneo vi è compreso il Mar Nero.Il Mediterraneo invece risulta fitto di toponimi perpendicolari alla costa, alcuni in nero ed altri, probabilmente i più importanti per l'epoca, in rosso.

 

La costa sull'Oceano Atlantico oltre Gibilterra risulta schematica e il sud dell'Inghilterra appena riconoscibile. Nel collo della pergamena è disegnata una scala delle distanze. Il disegno contiene inoltre un fitto reticolo di "rombi" che si intersecano a partire da punti d'intersezione regolarmente distribuiti, formanti due circonferenze tangenti, l'una nel bacino occidentale e l'altra in quello orientale.

 

L'epoca delle Repubbliche Marinare

 

Nel periodo intercorso tra il XIII e il XV secolo sono sopravvissute circa 180 carte nautiche, in gran parte di produzione italiana, anche se non si hanno elementi per poterne verosimilmente ipotizzare la produzione effettiva, se non la loro menzione su inventari o atti notarili.

 

A Genova la Repubblica retribuiva i cartografi per trattenerli ed evitare di istruire allievi alla loro arte. Ma i cartografi avevano come caratteristica la mobilità tipica della gente di mare. Pietro Vesconte si spostò da Genova a Venezia, come il concittadino Battista Agnese, mentre un'altrettanto importante scuola cartografica si sviluppava ad Ancona, di cui era originario Grazioso Benincasa autore di almeno ventidue opere certe, prodotte nella seconda metà del XV secolo, mentre Messina fu centro prolifico nel XVI-XVII secolo, soprattutto per effetto dell'immigrazione di cartografi ebrei e di Maiorca.

 

Il Seicento olandese

 

La concomitanza di favorevoli circostanze sociali e politiche che favorirono benessere e rinascita culturale dell'Olanda nel XVII secolo, impressero un grande impulso all'attività tipografica, così come alla geografia e alla cartografia che annoverarono una pluralità di autori le cui incisioni, arricchite di raffigurazioni di carattere mitologico e allegorico, spesso incorniciate da vignette, costituiscono ottimi esempi di arte grafica del periodo.

 

Tra questi, uno dei rappresentanti di spicco fu senz'altro Petrus Plancius, cartografo ufficiale della Compagnia delle Indie Orientali e fautore dello sviluppo marittimo e commerciale olandese; a questi cartografi si affiancavano incisori di fama come, ad esempio, Peter van den Keere, cognato di Jodocus Hondius. Peraltro, l'Olanda aveva dato i natali anche a Gerardo Mercatore, che definì le raccolte cartografiche con il nome di Atlante, mitologico Titano condannato per l'eternità a sostenere la volta del cielo affinché non cadesse sulla Terra, ma poi raffigurato, per una distorsione della leggenda, con l'intero globo terrestre sulle spalle.

 

Per l'intero XVII secolo lo scenario della cartografia olandese fu dominato dalla famiglia di cui fu capostipite Willem Janszoon Blaeu, dapprima apprendista presso il grande astronomo danese Tycho Brahe nell'osservatorio di Hven, poi nel 1596 ideatore di un laboratorio ad Amsterdam, con cui conquistò la fama, prima come costruttore di strumenti e di globi terrestri e, poi, come produttore ed editore di cartografia.

 

Nel 1604 Blaeu pubblicò una carta dell'Olanda e l'anno successivo un mappamondo in 18 tavole e una carta della Spagna mentre nel 1606 realizzò un planisfero in proiezione cilindrica e poco dopo carte murali e numerosi atlanti tra cui lo Zeespiegel (Specchio del mare): una guida in due parti, rivolta alla navigazione nei mari settentrionali d'oriente e d'occidente, poi tradotto anche in inglese e francese, e riedito attorno al 1630 a scala maggiore. Successivamente produsse il Licht der Zeevaerdt (Fiaccola della navigazione), comprendente il Mar Mediterraneo: da allora in poi si instaurò la consuetudine di dedicare il terzo tomo dei portolani in folio a quel bacino.

 

La sua fama gli portò la nomina a cartografo della Compagnia delle Indie Orientali, l'ente governativo che promuoveva e controllava l'espansione territoriale e mercantile nel paesi orientali. Anche in tale prestigiosa carica gli succedette il figlio Jan, nominato cartografo della Compagnia nel 1633. La Compagnia diede un grande impulso alla cartografia assoldando i migliori cartografi e idrografi del periodo, tanto che verso la metà del XVIII secolo la cartografia copriva già pressoché per intero il globo terrestre.

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Riguardo la storia antica va fatta una notevole precisazione:i Cartaginesi avevano un palazzo nella capitale, cartagine appunto, in cui venivano conservate tutte le carte nautiche conosciute.

Il palazzo mi sembra si chiamasse dei re( o qualcosa relativo al potere).

Quando i romani conquistarono cartagine lo scontro fu brutale: i cartaginesi non si arresero combattendo in ogni stada e un incendio bruciò il palazzo e tutto il suo preziosissimo contenuto.

Invece una bella mappa romana è conservata al museo dei grandi fiumi di rovigo, la mappa di un messo imperiale, con disegnato tutto l'impero e tutte le coste, con porti e rotte da seguire, ma questa non è vera e propria cartografia marina... a differenza di quella cartaginese.

 

Un saluto a tutti

 

 

Invece ad alkmarr mi pare, sede della compagnia delle indie vi è bel museo con stupende carte del '600, spaventosasmente realistiche (non come quelle del corridoio delle mappe in vaticano...)

Devo cercare le foto fatte ad un libro di nautica del primo 700 custodito in un museo di cui non ricordo il nome ad amsterdam...(il museo è famoso, è una collezzione immensa di quadri) se voi ricordate il mone ditemelo che correggo.

In caso per cena correggo io mettendo nome e forse foto...

 

Un altro saluto a tutti

Modificato da Capitano Nemo
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Visitatore Marcuzzo

Una enorme conoscenza era conservata nella enorme biblioteca di Alessandria, incendiata dagli arabi nel 600 A.C.

E' riportata tutta, ma proprio tutta, la storia della nautica nel manuale dell'ufficiale di rotta. Mi piacerebbe postarla ma 100 e rotti pagie da copiare sono un pochino pesanti :s68:

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Visitatore Marcuzzo
Andrebbe sistemata wikipedia, quando questa discussione sarà completa provvederò ad aggiornare wikipedia, percè "l'assenza di carte nautiche" è una ca##ata...

 

Quoto!!!

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  • 2 weeks later...

A proposito di cartografia, mi ricordo di aver letto che proprio per assenza di cartografia precisa, e addirittura inesistente dell'Atlantico, la cosa più valorizza Colombo come marinaio, non fu lo scoprire l'America (coraggio di andare avanti) ma soprattutto di essere stato capace di tornare dove era partito.. (saper navigare)...

 

confermate questo punto di vista? ne sapete di più su come fece a tornare.. ? fu lui stesso che si creò una specie di cartografia? si fece guidare dalle stelle? c'è chi ice che si aiutò osservando i Sargassi...

 

sono molto curioso su questo viaggio di ritorno di Cristoforo Colombo

 

fly37

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Visitatore Marcuzzo
A proposito di cartografia, mi ricordo di aver letto che proprio per assenza di cartografia precisa, e addirittura inesistente dell'Atlantico, la cosa più valorizza Colombo come marinaio, non fu lo scoprire l'America (coraggio di andare avanti) ma soprattutto di essere stato capace di tornare dove era partito.. (saper navigare)...

 

confermate questo punto di vista? ne sapete di più su come fece a tornare.. ? fu lui stesso che si creò una specie di cartografia? si fece guidare dalle stelle? c'è chi ice che si aiutò osservando i Sargassi...

 

sono molto curioso su questo viaggio di ritorno di Cristoforo Colombo

 

fly37

 

Colombo, oltre ad essere navigatore, era anche un validissimo cartografo, tanto da riprodurre al 90% carte nautiche viste una sola volta. Durante il suo viaggio scoprì la declinazione magnetica, capì l'esistenza dell'asse magnetico terrestre e tracciò ogni ora il suo punto nave, in pratica adoperò una specie di filio di Arianna. Al ritorno non dovette fare altro che seguirlo. Da tenere presente che nel 1400 esisteva solo il calcolo della latitudine e non della longitudine :s68:

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Da tenere presente che nel 1400 esisteva solo il calcolo della latitudine e non della longitudine :s68:

Non deve essere stato semplice affrontare l'Atlantico, sia per Colombo che per quelli che vennero dopo di lui, senza aver certezza sulla longitudine.

Un romanzo di Umberto Eco "L'Isola del Giorno Prima" verte proprio sul metodo di calcolare la longitudine.

:s68: ... e pensare che molti oggi usano il GPS anche per spostarsi da un quartiere all'altro!

Ciao.

 

Odisseo

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