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Pilota Da Caccia 1942-1945


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titolo: PILOTA DA CACCIA 1942-1945

autore: Pier Paolo Paravicini

editore: Ugo Mursia, Milano

anno: 2007

148 pagine, cm. 14 x 22, 15 foto in b/n fuori testo

prezzo: Euro 15,00

 

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Testimonianze fra cronaca e storia, ricordi ed esperienze di vita di un pilota da caccia durante il secondo conflitto mondiale; descritti con singolare freschezza in un libro quasi un diario: “Pilota da Caccia 1942-1945” . Pier Paolo Paravicini, uno di quei piloti coraggiosi che, dopo aver combattuto per 23 mesi, affrontarono i rischi di un nuovo difficile periodo di operazioni belliche, spesso scontando l’iniziale diffidenza degli Alleati.

L’autore nasce a Milano nel 1920, a soli 18 anni realizza il suo sogno, diventa pilota d’aliante per passare in breve dai biplani degli areoclub ai monoplani da caccia; partecipa come ufficiale pilota alla seconda guerra mondiale con il 51° stormo da caccia impegnato sul deserto Nordafricano, nell’Italia Meridionale e infine in Sardegna. La sua conquista del cielo inizia nel 1936 con il corso di Vela organizzato dalla GIL (Gioventù Italiana del Littorio) presso l’aeroporto di Milano Taliedo; dopo aver vinto una borsa di studio per il brevetto di pilota civile nell’estate del ’40 inizia il corso presso l’Aeroclub di Milano all’aeroporto di Linate. L’esperienza di pilota d’aliante unita ad una ferrea determinazione ebbero un ruolo fondamentale. Nel ’41 con la dimostrazione ufficiale d’acrobazia diventa pilota militare d’aeroplano, l’addestramento bellico dell’autore ebbe inizio con il Macchi C.200 con il compito di difendere Roma e Napoli dagli attacchi aerei avversari. Con l’arrivo del MC.202 il 51° stormo fu trasferito in parte a Gela e in parte in Tunisia per fronteggiare lo sbarco alleato in Algeria; un avversario sempre più tenace ed equipaggiato. Al rientro in Italia il reparto effettuò la transizione sui nuovi C.205 e dalle basi di Cagliari e Capoterra partecipò alla difesa della Sardegna.

L’armistizio 8 marzo 1943 – per Paravicini “no more war for me” (niente più guerra per me) – ma la coscienza di ufficiale gli impose di continuare a tenere alto il morale dei suoi uomini. La guerra così per Paravicini non finisce, l’autore riprende a volare con le nuove insegne, le coccarde tricolore dell’aeronautica cobelligerante. Nel settembre ’44 il 51° stormo viene ristrutturato con un gruppo di 24 Spitfire inglesi per l’addestramento, tutta l’organizzazione logistica è rivoluzionata; il raggruppamento caccia italiano è inglobato totalmente nella “Balcan Air Force” e diventa operativo nei Balcani contro le forze tedesche in ritirata. Per il ruolo svolto in guerra dalla Sicilia alla Tunisia e in Puglia, la bandiera del reparto è stata decorata con due medaglie, una d’oro e una d’argento. A completamento dell’opera un interessante corredo iconografico di buon livello qualitativo con immagini in bianco e nero dei veivoli impiegati dall’autore nelle sue imprese. Dagli Alianti Zögling ed Allievo Cantù agli aerei a motore biposto Fiat AS.1 messi a disposizione dall’Aereo Club di Milano per i primi voli. Vi sono inoltre foto che riprendono Paravicini a bordo del biplano scuola Breda 25 a Pescara ed in alcuni momenti di relax a Monserrato, in Sardegna. Per passare poi ad alcune immagini del più moderno aereo da caccia italiano della seconda guerra mondiale: il C.205 Veltro, ai Caccia inglesi Supermarine Spitfire MKV che equipaggiarono alcun i reparti da caccia italiani schierati a fianco degli Alleati verso la fine del conflitto.

La testimonianza dell’autore assume particolare rilevanza sul piano storico soprattutto quando rievoca l’attività operativa svolta nel ’44-’45 utilizzando la pista costruita sull’isola di Lissa, dove i rapporti con le forze partigiane jugoslave non erano certo idilliaci. La lettura del libro risulta scorrevole e piacevole proprio come quella di un romanzo d’avventura inserito nel più ampio scenario delle operazioni belliche del secondo conflitto mondiale e d’interesse oltre che per la componente personale e biografica, perchè attraverso le testimonianze dei protagonisti ci consente di avere una conoscenza diretta e più dettagliati di fatti ed avvenimenti che hanno segnato la storia del nostro paese.

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  • 4 years later...

Il libro raccoglie le memorie, scritte recentemente, del pilota Pier Paolo Paravicini durante la WWII. Come tutti i libri scritti molti anni dopo gli eventi narrati, in mancanza di un accurato diario, l’opera lamenta una certa sinteticità. I combattimenti aerei vengono descritti per sommi capi e non riescono ad appassionare il lettore. Tuttavia l’opera è molto utile per capire il tormento dei nostri piloti nei mesi precedenti l’armistizio e durante tutta la fase di cobelligeranza. L’autore è molto onesto nel riportare i suoi sentimenti dell’epoca.

 

Dal punto di vista operativo sono degne di note le seguenti informazioni fornite nel testo:

 

• Operazioni svolte nella Balkan Air Force, utilizzando il campo trampolino dell’isola di Lissa. Pessimi rapporti con i partigiani slavi. Durante

questo periodo l’attività della caccia tedesca sui Balcani era pressocchè assente, le missioni erano contrastate solo dalla contraerea tedesca.

• Lamentele da parte dell’autore nel voler costringere i caccia intercettori MC 202 ed MC 205 alle scorte navali, durante le quali erano costretti ad

operare in condizioni lontane da quelle per la quali le macchine erano state progettate (alte quote ed alte velocità), con grave pericolo per i

piloti.

• Esilarante descrizione di una missione suicida, svolta nel luglio 1943, per ordine di Mussolini, da parte di una squadriglia di CR 42 che avrebbe

dovuto attaccare il naviglio alleato alla fonda in porti africani. L’autore fu incaricato de scorta di questa missione suicida, che si concluse in un

banco di nubi nelle quali si infilarono i CR 42 per liberarsi, non visti, delle bombe a per rientrare alla base avendo “compiuto” la missione.

• Interessanti descrizioni degli attacchi alle formazioni di B 24 sul cielo di Napoli, effettuate partendo dall’aeroporto di Capua.

• Pessimi rapporti con gli alleati tedeschi. La Luftwaffe svolgeva la sua guerra indipendentemente.

 

Nel corso della narrazione l’autore più volte si lascia andare a commenti poco benevoli sulle virtù militari degli italiani, rafforzate dalle descrizioni delle scene post 8 settembre di celebrazione degli Alleati.

 

Velivoli operativi pilotati dall’autore: G 50, MC 200, MC 202, MC 205 (pari al Mustang secondo Paravicini), Spitfire Mk V.

 

Un bel libro.

 

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