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Corazzate Da Vinci E Brin


walter leotta

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Nella Prima Guerra Mondiale l'Italia perdette le corazzate LEONARDO DA VINCI e BENEDETTO BRIN per azioni di sabotaggio mentre si trovavano in porto, rispettivamente a Taranto (2.8.1916) e Brindisi (27.9.1915). Sull'argomento ho trovato pochissime notizie, anzi quasi nulla.. C'è qualcuno che ne sa di più? chi erano i sabotatori, se sono stati scoperti e condannati, come hanno fatto ecc ecc ecc?.

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Sulla fine della Leonardo Da Vinci, unità agli ordini del Capitano di Vascello Galeazzo Sommi Picenardi, esiste un interessante saggio curato dal CV Severi sul Bollettino d'Archivio dell'USMM..

purtroppo non so darti il riferimento preciso per adesso, devo ritrovarlo.

 

Al Comandante Picenardi fu concessa, dopo un iter travagliato, la Medaglia d'Oro al Valor di Marina ed alla sua memoria fu dedicata una batteria antinave da 152/45 della Zona MM Elba-Piombino.

 

Idem per quel che riguarda il Comandante della Brin.

 

Puoi trovare delle informazioni interessanti su questo sito

http://www.centrostudimilitari.it/images/zurigo.doc

 

Un caro saluto,

:s02:

Modificato da bacchiola
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Effettivamente c'è il saggio sul Bollettino, ma non ho la raccolta sotto mano.

Risulta comunque che alcuni dei responsabili vennero individuati, qualcuno sicuramente condannato all'ergastolo e - se non erro - almeno uno fucilato. Tuttavia a quanto pare si beccarono solo i pesci piccoli.

C'è in proposito un pamphlet (molto) polemico ma ben documentato, "Due navi, il Re e i fratelli Rosselli", che avanza l'inquietante ipotesi che segue, riassunta in soldoni:

la centrale spionistica austriaca avrebbe avuto solidi appoggi niente meno che in casa Savoia, in particolare nella Regina Margherita, notoriamente tedescofila. Il famoso colpo di Zurigo servì a far sparire i documenti comprovanti quanto sopra. I fratelli Rosselli vennero fatti fuori su ordine del Re perchè lo avrebbero scoperto- Il trait d'union tra le due vicende è Pompeo Aloisi, ufficiale di Marina, diplomatico, legatissimo alla casa regnante. Senza dubbi fu lui a sovrintendere al colpo di Zurigo; si sospetta che abbia avuto un ruolo di primo piano nella vicenda Rosselli.

Così l'ho letta, così ve la riporto.

Modificato da GM Andrea
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I fratelli Rosselli vennero fatti fuori su ordine del Re perchè avrebbero scoperto quanto sopra

 

Ed attribuire gli affondamenti a dischi volanti nazisti provenienti dalla loro base segreta antartica che avrebbero viaggiato indietro nel tempo, no?

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Può essere :s41:

 

si badi che ho riferito quanto sopra trattandosi di uno dei pochi volumi in circolazione riguardo ai famosi affondamenti.

Sull'attendibilità dell'ipotesi anch'io ho molti dubbi; ma la lettura del volume lascia, del pari, altrettanti dubbi, quanto meno sul barone Aloisi (che non è, per la cronaca, il CF Aloisi primo responsabile dei mezzi d'assalto negli anni '30)

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Visitatore Mattesini

Per saperne di più occorrerebbe consultare, all'Ufficio Storico della Marina Militare, le cartelle delle due corazzate, dove certamente esistono le relazioni e le pratiche delle Commissioni d'Inchiesta. Ma è un lavoro che in questo momento, dato i miei problemi personali, non posso fare. Affidarsi ai libri in questo caso non serve a nulla. Generano soltanto ipotesi, difficilmente esatte, e confusione.

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  • 2 years later...
Può essere :s41:

 

ma la lettura del volume lascia, del pari, altrettanti dubbi, quanto meno sul barone Aloisi (che non è, per la cronaca, il CF Aloisi primo responsabile dei mezzi d'assalto negli anni '30)

 

Cosa non si trova nei vecchi post...

 

Pompeo Aloisi "di Zurigo" era zio di Paolo Aloisi "di Bocca di Serchio"

Avevo già incontrato Pompeo A. nel corso di un mio lavoro di parecchi anni fa (è stato Capo Gabinetto del Min. Affari Esteri nel 1932 e rappresentante dell'Italia a Ginevra nel 1935). L'ho ritrovato adesso in una ricerca che non credevo riguardasse Paolo Aloisi, e che invece lo coinvolge ampiamente , eccome! Anche nel materiale che sto consultando si accenna al colpo di Zurigo dello zio Pompeo, limitandosi però a dire che si trattò dello scassinamento di una cassaforte al consolato austriaco di Zurigo (colpo che permise di sottrarre i documenti sulla rete spionistica austriaca in Italia, smantellandola). :s13:

Quanto a Paolo, sapevo che era in finito in Eritrea, ma....ce ne sono delle belle! Semmai, posterò qualcosa quando avrò finito di studiare :s45:

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…dal manoscritto di Emanuele Brunatto (http://www.salpan.org/SCANDALI/Brunatto.htm)

 

Mons. Rudolph Gerlach

 

Naturalmente, le inchieste De Samper e Caccia Dominioni mi avevano portato ad esaminare l’ambiente che aveva permesso ai due di godere una lunga impunità sotto due pontificati successivi. Non si trattava, infatti, di perseguire semplicemente l’uno o l’altro pederasta, ma di smantellare un sistema di perversione che si era inserito nelle stanze superiori della Chiesa.

 

Dovetti, di conseguenza, riesaminare il dossier di Rudolph Gerlach, che faceva parte del sistema allo stesso titolo di Caccia Dominioni , De Samper, Diana, ecc… sin dall’inizio del pontificato di Benedetto XV°.( 310-311-312-313-314).

 

Intorno a questa mafia di invertiti che si contendevano i favori di Benedetto XV°, un’altra mafia di Gesuiti e di prelati erano lungi dal combattere lo scandalo e lo utilizzavano a fini personali, per mettere a profitto le miserie del Papa le cui tragiche ribellioni di Benedetto XV° ed i suoi disperati ritorni alla pietà erano visti come un pericolo dalla clicca infame: Rodolfo Gerlach, aspirante ufficiale, era stato espulso dalla armata tedesca per un affare di falso. Nel 1907 entrava nel collegio salesiano di Friburgo, continuava i suoi studi al Capranica di Roma, e finalmente veniva ordinato sacerdote al Collegio dei Mobili. Prestò alla corte pontificale in qualità di cameriere secreto partecipante. Bel giovane, fu per un certo tempo il preferito di Benedetto XV°( 315-316). Gerlach non perdeva il suo tempo nell’alcova papale., ma era l’agente, il più efficace ed attivo dello spionaggio tedesco in Italia. Lavorava al sicuro nello splendido osservatorio vaticano, situato nel cuore del Paese, e dove affluivano le notizie e i personaggi ben informati del mondo intero. Sotto pretesto di propaganda nei giornali cattolici, cominciò a distribuire i fondi tedeschi per assicurarsi delle complicità nella corte pontificale ed alla segreteria di Stato (317-318-319-320). Appoggiato dai Gesuiti che aspiravano alla revisione della famosa legge di Bismark, egli organizzava per mezzo della stampa una campagna disfattista e antinazionale (321-322). Nel contempo operava da collegamento tra i servizi di spionaggio francesi ed italiani (323-324). Aveva un servizio speciale nel porto di Genova, che controllava le più importanti importazioni d’ armi (325) mandava spie in abito sacerdotale sul fronte (326), raccoglieva informazioni economiche, militari e politiche nei rapporti segreti dei nunzi apostolici (327-328-329-330-331), si serviva di preti e prelati per corrispondere col barone Stocckmaker, capo dei servizi di spionaggio degli Imperi Centrali, ed utilizzava a fini spionistici il corriere diplomatico nella persona di monsignor Tedeschini (332-333-334), riceveva da Parigi i piani di difesa della capitale, viaggiava all’estero munito di lasciapassare vaticano, raccoglieva informazioni sugli spostamenti di truppe verso i Balcani e li trasmetteva ai sottomarini tedeschi operanti nel Mediterraneo (335-336-337), finanziava la ribellione dei disertori nelle foreste della Sila e degli agrumeti calabresi e siciliani (338-339-340-341).

 

Contribuì ad organizzare il disastro della Leonardo da Vinci (342). In una parola, Gerlach era divenuto l’eroe dello spionaggio tedesco in Italia, e si guadagnava le più alte decorazioni. Ma una improvvisa irruzione dei servizi italiani di contro-spionaggio in certi ambienti sospetti di Roma, rivelò le sue attività e quelle di alcuni suoi complici. Gerlach, avvertito, fece operare le più gravi minacce del Pontefice. La segreteria di Stato negoziò febbrilmente con il governo italiano ed ottenne di far partire, sotto scorta, la spia in Svizzera, dove fu accolto nel quartiere generale della Compagnia di Gesù, insediato a Einsiedeln presso Zizers (343-344-345-346). Il processo contro Gerlach ed i suoi complici si aprì il 12 Aprile 1917 dinnanzi al Tribunale Militare di Roma. Fra gli imputati figurava Giuseppe Ambrogetti, invertito iscritto negli schedari della polizia, segretario di Gerlach e familiare della alcova di Benedetto XV°. Il padre Massaruti, superiore gesuita, i monsignori Tedeschini, Ciccone nonché il Prefetto della Biblioteca Vaticana, monsignor Achille Ratti, l’Ammiraglio della Chiesa e fratello del Papa, il comandante della guardia Svizzera, il seminarista del Vaticano, i direttori dei giornali cattolici…nessuno mancò all’appello per difendere la spia (347-348-349-350-351-352). Il Tribunale condannò mons. Gerlach, contumace, all’ergastolo. Il giorno dopo la sentenza questi dedicava a suo padre una fotografia, in cui faceva sfoggio delle sue recenti decorazioni: croce di ferro, gran cuore di Francesco Giuseppe, ordine (…) di Baviera, merito civile Bulgaro, croce a collare dei Castellani tedeschi, croce di Ludovico di Baviera, ecc…(353). Poco tempo dopo, lasciata Einsiedeln ed i suoi amici gesuiti, Rudolph Gerlach reclamava la restituzione del denaro lasciato a Roma…ed anche un po’ di più, che gli venne facilmente accordato: con la minaccia di pubblicare i documenti in suo possesso, ottenne una forte indennità (354-355).

Nel 1921, la celebre spia si sparava a Baden-Baden (356).

 

NDR: non so l'esattezza o veridicità di queste affermazioni, delle quali riporto la fonte. Cmq il fatti fondamentali, l'affondamento, il processo, la condanna, la fuga, la scomunica e la morte in contumacia, sono certi e riportati da vari autori, tra i quali cito il libro di Annibale Paloscia, intitolato "Benedetto fra le spie".

 

http://www.images-chapitre.com/ima0/origin...117_3650122.jpg

 

altre cronache sui fatti: http://images.google.it/imgres?imgurl=http...%26tbs%3Disch:1

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"Terminale italiano dei sabotatori era un albergatore di Venezia sulla Riva degli Schiavoni. Questo albergatore forniva gli uomini: al momento un soldato italiano di cavalleria esperto di timer a orologeria e tre marinai che si occupavano di portarle (le bombe) a bordo. Più vicine erano alla "Santa Barbara” meglio era. In base ai nomi trovati negli elenchi austriaci, molti informatori e sabotatori al soldo del nemico vennero arrestati (circa una quarantina). Tra di essi figuravano i tre responsabili dell'affondamento della corazzata "Benedetto Brin:" i marinai Achille Moschin e Guglielmo Bartolini e il caporale Giorgio Carpi, tre volte disertore del 25° Cavalleggeri di Mantova. Il 1° agosto 1918, dopo un lungo processo, il marinaio Bartolini venne condannato all'ergastolo, mentre il caporale Giorgio Carpi e il marinaio Achille Moschin vennero condannati alla pena di morte mediante fucilazione alla schiena, condanna poi tramutata in ergastolo. Costoro furono infine graziati e scarcerati tra il 1937 e il 1942, nel nuovo "clima di amicizia e di alleanza" tra l'Italia e il mondo germanico.

 

Furono in seguito arrestati gli ex deputati Adolfo Brunicardi, Enrico Buonanno e Luigi Dini, imputati di intelligenza col nemico e di implicazioni in parte affaristiche e in parte spionistiche. Agenti di Maria Sofia operavano anche in Vaticano. Uno di questi era Mons. Rudolph Gerlach, bavarese, legatissimo all'ex Regina Sofia di Napoli (che aveva militato nell'esercito austriaco ndr: sbagliato, era quello tedesco), condannato a morte in contumacia per aver diretto personalmente il sabotaggio della Brin e della da Vinci."

 

c'era tutto nel link, pigroni! :-)

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per dovere di informazione, gli ex parlamentari arrestati non erano implicati nell'affondamento delle corazzate come sembrano alludere certe fonti, ma in attività di altro tipo:

 

 

l'8 dicembre 1917 agenti dell'Ufficio speciale d'investigazione arrestarono a Roma gli ex deputati Enrico Buonanno, Adolfo Brunicati e Luifi Dini, colpiti da mandato di cattura emesso dall'autorità militare per intelligenza col nemico. Secondo il capo d'accusa i 3 ex parlamentari avevano avuto stretti rapporti con il comm. Filippo Cavallini e la marchesa Frida Ricci entrambi arrestati a Roma il 20 nov. 1917 perchè coinvolti nell'attività spionistica finanziaria esercitata a Parigi ed in Svizzera dall'avventuriero Bolo Pascià. ndr: Pascià e Cavallini furono fucilati in Francia.

 

"Lettere a Maffeo Pantaloni di Vilfredo Pareto" http://books.google.it/books?id=OVO5_J49Ox...olfo+Brunicardi

 

"Un uomo, un giornale: Alfredo Frassati" http://books.google.it/books?id=RiPKrqVhab...lippo+cavallini

 

Altre investigazioni riguardarono un grosso movimento di denaro tra Germania, Svizzera e Vaticano. Il sospetto era che si volesse alimentare in Italia una campagna disfattista. Qualcosa di più concreto fu scoperto sull’ex-deputato Filippo Cavallini ed il faccendiere francese Bolo Pascià: il primo aveva tenuto contatti con agenti tedeschi allo scopo di fondare un quotidiano (il Popolo di Mussolini, ndr.), il secondo aveva cercato di vendere al governo italiano carbone e bovini americani servendosi delle referenze del senatore Annaratone, prefetto a riposo.

 

Questi affari non andarono in porto e misero nei guai i due personaggi che finirono sotto processo (AUGIAS, Giornali e spie).

 

Sul versante politico vennero arrestati il segretario ed il vice-segretario del partito socialista, Costantino Lazzari e Nicola Bombacci, accusati di disfattismo ed attività sovversiva. Finì in carcere anche il direttore dell’ Avanti! Giacinto Menotti Serrati, sotto accusa per la rivolta popolare scoppiata a Torino nell’agosto 1917 (SPRIANO, Torino operaia nella grande guerra). (ndr: rimase in carcere circa 2 anni)

 

http://www.storiain.net/arret/num116/artic6.asp

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  • 6 months later...
C'è in proposito un pamphlet (molto) polemico ma ben documentato, "Due navi, il Re e i fratelli Rosselli", che avanza l'inquietante ipotesi che segue, riassunta in soldoni:

la centrale spionistica austriaca avrebbe avuto solidi appoggi niente meno che in casa Savoia, in particolare nella Regina Margherita, notoriamente tedescofila. Il famoso colpo di Zurigo servì a far sparire i documenti comprovanti quanto sopra. I fratelli Rosselli vennero fatti fuori su ordine del Re perchè lo avrebbero scoperto- Il trait d'union tra le due vicende è Pompeo Aloisi, ufficiale di Marina, diplomatico, legatissimo alla casa regnante. Senza dubbi fu lui a sovrintendere al colpo di Zurigo; si sospetta che abbia avuto un ruolo di primo piano nella vicenda Rosselli.

Così l'ho letta, così ve la riporto.

 

Questo post mi era rimasto in mente.

 

In genere non amo la dietrologia e/o i GLAMOROSI SGOOB in stile Biscardi (o Minoli).

 

Approfittando di un tedioso viaggio in treno, ho acquistato "al volo" il volume "Il delitto Rosselli" di Mimmo Franzinelli.

 

Come noto, i Rosselli furono uccisi a Bagnoles-de-l'Orne, un piccolo centro nella Bassa Normandia (quindi, non propriamente dietro l'angolo).

 

Leggendo il libro di Franzinelli si apprende che pochi giorni prima dell'uccisione, secondo i rapporti della polizia francese, per alcuni giorni soggiornò a Bagnoles il sopracitato Pompeo Aloisi.

 

Come già disse il buon GM Andrea, così l'ho letta, così ve la riporto...

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