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OT: I Nostri Piloti Negli Anni Della Guerra!


Admiral Luposky

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Questa bella intervista l'ho "rubata" sul sito di Air Dominators. L'ho trovata... significativa. (22gct Italo dall'omonimo forum)

Ciao.

 

"INTERVISTA A LUIGI GORRINI (stralcio che riguarda la missione in Belgio con il C.A.I.)

 

"Come le dicevo, tornato dal trasferimento in Africa, ci consegnarono i nuovi aeroplani

Cr.42: senza corazze, impianti d'ossigeno malfunzionanti, salvagenti di marina troppo

grossi che ci impedivano i movimenti. Da Torino partimmo ed atterrammo a Monaco

dove facemmo rifornimento: ricordo che nevicava. Di là ancora fino a Francoforte e poi

da lì fino in Belgio, ad Ursell: una cosa assurda e incredibile, il campo proprio non si

vedeva, anche il comandante era stupito. Un bel momento abbiamo visto degli alberi,

pini, che si muovevano, delle mucche per terra. Era tutto mimetizzato e così bene che

gli Inglesi non sono mai riusciti a trovare quel campo: c'era perfino una grande fattoria

di cartone con porte e finestre, mucche di gomma gonfiabili e pini che una volta tolti

venivano rimessi al loro posto per coprire i rifugi degli aerei a loro volta coperti da reti.

Eravamo in braghe di tela: pensi che non avevamo riscaldamento sugli aerei, che

peraltro erano aperti. Volavamo anche a trenta gradi sottozero a terra! Se si doveva

partire alle 11 di mattina, i poveri specialisti si attaccavano alle eliche degli aerei che

non riuscivano a far girare: l'olio era diventato duro. Il mangiare in un primo tempo non

era buono, ma poi arrivò la logistica dell'intero corpo italiano e la musica cambiò.

Fango da tutte le parti. Le operazioni venivano decise dai tedeschi e a noi spettava la

scorta ai nostri bombardieri: era un macello. Erano venuti un sacco di piloti, figli di papà,

a provare l'ebbrezza della guerra... questo fenomeno si era già visto in Spagna. Ma non

era una guerra dei soldi: era una guerra del piombo e gli Inglesi non scherzavano affatto,

sparavano sul serio. Facevamo la scorta ai bombardieri, ma tenerli uniti era un'impresa:

uno andava giù perchè i motori non ce la facevano. Erano BR 20, macchine anch'esse

di tela, idonee a volare leggere e a partire su terreni secchi ed aridi. Qui invece si era

carichi di bombe e le piste erano fangose, e poi i piloti mancavano d'addestramento.

Le prime due azioni furono un disastro: i Tedeschi ci fermarono e si accorsero degli

aeroplani che avevamo... ossigeno che si bloccava, senza radio, aeroplani di tela e

come prima cosa ci diedero le stufe catalitiche per scaldare i motori e poi, nel giro di

48 ore ci applicarono corazze aggiuntive, ci hanno dato le loro combinazioni e in più

guanti e caschi nuovi (avevamo ancora il caschetto di tela). Francamente , avevamo

solo gli occhi per piangere, abbiamo fatto la guerra in queste condizioni; non avevamo

neppure le carte, dal momento che giù in Italia andavamo avanti seguendo le carte

stradali del Touring Club. Immagini con le nebbie: dopo un combattimento rientrammo

in 25 in quattro nazioni diverse, non si vedeva nulla se non i campanili. Sono atterrato

avendo visto una pista ma era un'autostrada e prima di me, lo avevano già fatto in

quattro: uno andò a finire in una piazza d'armi ad Amsterdam, Saddini, altri finirono fra

i pini. Due furono abbattuti, o almeno dissero di esser stati abbattuti, ma poi in seguito

si accertò che avevano avuto guasti tecnici: il povero Salvadori, e Lazzari.

Uno aveva l'entrata dell'olio a 120 ed ebbe paura ad attraversare la Manica, a tornare

indietro e tentò quindi un atterraggio in territorio inglese: nell'atterrare trovò una buca

e l'aereo si mise "sull'attenti" (la foto Çù negli archivi inglesi) e venne fatto prigioniero.

All'altro impazzǪ la bussola. Uno di questi aerei è all' Imperial War Museum,

precisamente l'aeroplano di Salvadori. Giuntella, Rozzin, Lolli, Guglielmetti. Grillo,

Mazza li perdemmo, più altri: ma non Lazzari e Salvadori. In pieno inverno arrivò quindi

l'ordine di rientrare; nel frattempo erano arrivati anche i Fiat G.50, ma non parteciparono

ad alcuna azione: essi non avevano autonomia, passata la Manica dovevano tornare

subito indietro. Li schierarono quindi come difesa notturna degli aeroporti, in voli

notturni isolati. Guardi la spedizione in Inghilterra fu tutta da dimenticare:

bombardamenti male eseguiti, macchine inidonee. Il combattimento dell'11 novembre

fu però un gran bel combattimento: pensi che ho avuto occasione di incontrare anni

dopo chi vi partecipò dalla parte opposta, a Monaco, durante un raduno di

ex-combattenti di tutte le nazioni belligeranti tranne i Russi. Io cercavo il francese

Klostermann, il quale ha scritto alcuni libri: il primo molto interessante, ma il secondo

pieno dei soliti luoghi comuni su noi Italiani, salvo poi dopo ammettere che non aveva

mai avuto il piacere di incontrarci in volo. Mi avvicina un signore e mi chiede:

"Tu sei Gorrini?" "Si" rispondo. Questo era Peter Towsend, l'asso della caccia inglese,

il quale parlava perfettamente l'italiano poichè aveva studiato a Firenze.

"Eri tu su quel CR 42 che mi sparò addosso, colpendomi nel tallone!"

"Se sono stato io, tu allora eri quell'Hurricane che mi sparì ed i proiettili mi passarono

attraverso le gambe" Siamo diventati amici e quando veniva in Italia lo andavo a

prendere all'aeroporto: siccome era un appassionato di macchine e io conoscevo

l'ingegner Ferrari, lo portai a Maranello dove gli fecero provare un muletto in pista

...gli sembrò di toccare il cielo con un dito!

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L'ho spostata in questa sezione, più adatta. 

 

avevo appena finito l'altro giorno, sul post di mano, di infamare chi postava inutilmente in quadrato...

 

scusatemi per la svista! non ci avevo proprio pensato...

 

:s10: :s11:

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Da appassionato anche di aerei, più che commuovermi mi incavolo (eufemismo) a pensare i CR 42 ed i Br 20 persi nelle nebbie inglesi, senza radio, con la tela dei rivestimenti che sbatteva, con un armamento a dir poco inadeguato...basta guardarli da vicino il CR 42 ed uno Spitfire per capire chi avrebbe vinto un duello, indipendentemente dal valore del pilota; l'impreparazione tecnica ed industriale del paese e delle forze armate italiane alla guerra è ancora a distanza di anni a dir poco sconsolante, forse la Marina era quella messa meno peggio, ma tutti conosciamo le pecche organizzative e tecnologiche che la affliggevano.

 

In questo quadro assume ancora più enfasi il valore dei nostri soldati, che alle prese con mezzi quasi sempre inferiori spesso le hanno sonoramente suonate ai ricchi nemici...

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Visitatore blumen
l'impreparazione tecnica ed industriale del paese

 

Sull'impreparazione industriale non mi pronuncio ma su quella tecnica avrei dei dubbi...

Lo Spitfire era figlio dell'esperienza maturata dalla Supermarine con gli idrovolanti da competizione della coppa schneider .

La stessa esperienza (motoristica ed aerodinamica) maturata dalla Macchi in Italia non fu sfruttata puntando su progetti frutto di specifiche ministeriali vincolanti (e poco lungimiranti)che portarono alla realizzazione di progetti come il G50 o l'MC 200 già superati alla loro uscita.

Per chi non lo sapesse la Macchi detiene ancora oggi il record di velocità assoluta per un idrovolante con motore a pistoni con quasi 710 km/h , e tutto questo nel 1933.....

Modificato da blumen
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Blumen,

son d'accordo con te, ma non troppo :s01: :s01: :s01:

 

I meravigliosi idro della Macchi erano macchine all'avanguardia nella loro epoca, ma la ricaduta industriale concreta è stata praticamente nulla.

 

I nostri migliori caccia, quelli della serie 5 (Mc 205, G55, Re 2005) hanno dovuto aspettare di montare un motore in linea tedesco per essere all'altezza o meglio dei loro avversari, e dimenticarsi così il vetusto radiale dei loro predecessori...

 

E poi è inutile costruire artigianalmente 2 Ferrari (perchè il CR 42 era una Ferrari tra i biplani) all'anno quando mi servono 100 Alfa Romeo (di quelle buone pre-Fiat :s01:)...non ho sottomano il libro con i dati della produzione di aerei durante la guerra, ma si parla per noi di poche migliaia di aerei, mentre gli altri, tedeschi compresi, ne producevano decine di migliaia..

 

P.S. A memoria il record di Agello è di 734 kmh, ma potrei sbagliare

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Visitatore blumen

...infatti io contestavo solo l'aspetto tecnico ( la validità delle menti) ,sulla reale capacità industriale ho steso un velo pietoso... :s02:

 

...l'ing.Castoldi (quello degli idrocorsa e non solo...tanto per citarne uno) aveva sicuramente "nella penna" uno Spitfire se gli fosse stata data la possibilità ...per i motori : la stessa Alfa Romeo (o la Isotta Fraschini) era una delle case motoristiche più valide già dagli anni 20 con esperienza nei motori pluricindrici sovralimentati al pari , se non di più, di Daimler-benz e rolls royce...la "stupidità" che portò a realizzare mezzi a volte anche ridicoli per l'epoca risiedeva da altre parti.

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Sulla validità delle menti italiche siamo perfettamente d'accordo :s01:

 

Io, comunque, ancora oggi mi arrabbio quando sento notizie tipo "importante scoperta dei ricercatori italiani" e scopro che per fare le loro ricerche se ne sono dovuti andare all'estero, perchè da noi non c'erano prospettive o nessuno ha voluto investire su di loro...è una storia che si ripete tristemente da decenni, del resto anche Marconi è dovuto emigrare in Inghilterra per fare fortuna...

 

beh, bando alle amarezze: sabato si sposa una mia nipote e se qualcuno di voi è mai stato ad un matrimonio Sardo sa cosa mi aspetta :s29:

 

Asibiri mellus a tottusu!

Modificato da sidescanner
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