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Transatlantico e onda anomala...


old_fly37

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Mi sembra di aver letto qui nella sezione Storia di un episodio avvenuto ad un nostro Transatlantico (Michelangelo?) che durante una crociera incappò in una onda anomala... che causò la morte di tre passeggeri.. c'era un link che avevo ed ho perduto, dove addirittura qualcuno aveva filmato l'episodio.... sto facendo delle ricerche per degli articoli per delle riviste locali sulle onde anomale, dopo il tragico evento del 26 dicembre, e mi servivano notizie su questo...

Nome del transatlantico... ma penso sia Michelangelo

eventuale link.... c'è un web dedicato a questo perché lo vidi, e che non trovo più nei miei favoriti... dove dovrei mettere un poco più di ordine... e smettere con "siti speciali, siti buoni, wow, meravigliosi... ma piuttosto crearmi dei gruppi fra i favoriti più identificabili e selettivi... anche su questo argomento se qualcuno vuol condividere come ha oganizzato in maniera selettiva i suoi "favoriti" mi auterà molto, nella pulizia pratica che voglio fare....

 

un grosso GRAZIE in anticipo...

 

fly37

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E' vero che brutta fine che hanno fatto!!!!!!!

 

Sono sempre stato appassionato di transatlantici (ho una serie di libri fotografici veramente meravigliosi sull'argomento) e la fine di queste due navi mi ha sempre stretto il cuore!!!!!!

 

D'altra parte era inevitabile la loro fine con gli errori di concezione e progettazione che sono stati fatti alla loro costruzione.

 

Se fossero state progettate con l'idea di diventare navi da crociera sicuramente solcherebbero ancora i nostri mari!!!!! (con tutte le carrette di navi da crociera che navigano adesso sarebbero state sicuramente migliori)

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Purtroppo ci dovremo abituare, il clima stà cambiando, si spostano gli alisei!!

Comunque non credo dipenda dall' inquinamento, se mai sembra sia una cosa ciclica, in un arco millenario!!!

Ciao

Luciano

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La Michelangelo e la Raffaello non hanno avuto una carriera molto fortunata.

 

I primi problemi vi furono alle prime prove in mare.

 

La Michelangelo fu la prima ad uscire in mare per le prove l’11 marzo 1965; apparve fin da subito che la nave raggiungeva la velocità contrattuale di 29 nodi con grande difficoltà e con le macchine spremute al massimo.

 

L’ingegner Luigi Bozzo del cantiere “Ansaldo” (personalità di spicco del settore fin dalla messa a punto del Rex per la conquista del Nastro Azzurro) commentò: “continuo ad aprire le valvole del vapore alle turbine ma i giri non aumentano, come se qualcosa freni la nave”.

 

La situazione si era fatta seria ma da una riunione ai vertici tra l’amministratore delegato della FINMARE Alcide Rosina e il presidente dell’ANSALDO Arnaldo Giannini, non emerse nulla di concreto sulle ragioni della mancata velocità: la potenza c’era tutta, le macchine funzionavano come orologi, Ma quando l’extra potenza di ben trentamila cavalli veniva erogata la nave si torceva e vibrava “come la pancia di una danzatrice del ventre” ma la velocità aumentava solo di un quarto di nodo

Certamente non senza qualche imbarazzo l’ Ansaldo, che aveva progettato gli apparati motori di entrambe le navi, si decise a chiamare il genio dell’ ingegneria navale del tempo, il triestino Nicolò Costanzi, direttore dei C.R.D.A. di Trieste, già impegnati sulla Raffaello.

La Michelangelo fu riportata in mare e cominciò a fare avanti e indietro a varie andature nel golfo di Genova, mentre Costanzi con un binocolo la osservava dalla pilotina a poca distanza. Poi salì a bordo e tra lo stupore di tutti i presenti si fece calare da poppa fino a sfiorare la scia della nave. Che cosa avesse in testa il celebre carenista non è dato sapere ma assolse a formula piena l’apparato motore con grande gioia delle maestranze dello “Stabilimento Meccanico” dell’ Ansaldo dicendo che il problema era un altro. Tornato a Trieste mise in bella a i suoi appunti, mandò la Raffaello in bacino e fece modificare i ringrossi delle eliche e le eliche stesse.

Non potendo più aspettare, la Michelangelo salpò da Genova il 24 aprile 1965 per la gita per dipendenti e poi, il 30 aprile, per una crociera di rodaggio in Mediterraneo con autorità e stampa a bordo. Il 12 maggio 1965, salutato dal volo di mille colombe bianche, dalle note di Arrivederci Roma e dalla signora Elina Buonarroti., l’ultima discendente del genio rinascimentale italiano, la Michelangelo salpò con 1495 passeggeri per il suo viaggio inaugurale a New York; a bordo molte autorità, giornalisti e personaggi celebri, fra cui l’attrice Virna Lisi. Trionfale l’arrivo a New York, celebrato dai titoloni dei giornali americani e italiani e numeri speciali dei settimanali Life ed Epoca.

Intanto il 9 giugno 1965 la Raffaello era giunta a Genova; dopo la “cura Costanzi”, sullo stesso tratto di mare percorso dalla Michelangelo raggiunse i 31 di mezzo senza la minima vibrazione: un vero trionfo (nuove eliche e analoghi lavori nel gennaio 1966 avrebbero definitivamente risolti problemi anche sulla gemella).

 

Va ricordato che Michelangelo e Raffaello sfiorando le 47 mila tonnellate di stazza, erano inferiori per stazza alla coppia Rex e Conte di Savoia ma li superavano ampiamente in lunghezza con i loro 275 metri.

 

L’apparato motore segnò lo stadio più avanzato dello sviluppo del tradizionale sistema turbine. Bastavano quattro caldaie spinte da 55 atmosfere di pressione e 490 gradi centigradi, 2 identiche per ogni apparato motore , a produrre il vapore necessario a sviluppare i 43.500 HP di potenza di ogni gruppo turboriduttore. Questi due erano costituiti da una turbina ad alta e una a bassa pressione, i cui pignoni agivano tramite doppia riduzione bielicoidale tipo Loked-Train sulla ruota lenta, capolavoro di perfezione meccanica realizzato dalla Italsider capace di raccogliere fino a 30 mila cavalli di potenza per poi trasmetterla, tramite ciascun asse (quello di sinistra lungo 56 metri quello di dritta 88, 5) alle eliche e quadri pale.

 

Come sarebbe avvenuto qualche anno più tardi sulla Queen Elisabeth II della “Cunard Line”, mettere a punto un apparato motore di quelle straordinaria potenza concentrato su due sole eliche, si rivelò un grosso grattacapo.

 

 

Fonte:

 

“TRANSATLANTICI” – Storia delle grandi navi passeggeri italiane

 

Autori “Maurizio Eliseo – Paolo Piccione”

 

Editore “Tormena” 2001 GENOVA

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Visitatore Papino

che botta!!! e che fortuna ad uscirne quasi indenni!

mio padre fece poco tempo dopo una crociera alle Canarie con la Michelangelo :s01:

ci racconto' che era una nave meravigliosa!

peccato per la fine che hanno fatto queste due belle navi

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Visitatore
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