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La difesa delle infrastrutture sottomarine


Totiano

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Un argomento alla massima attenzione. colgo l'occasione dell'articolo di Vincenzo Meleca (il nostro Leopard) per comunicarvi che Betasom ha attivamente partecipato all'organizzaizone di un convegno all'argomento di cui vi riporto subito la locandina (ancora provvisoria ma che ha orgogliosamente il nostro logo)

 

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18/10/2022 -
 

Francia, Italia, Gran Bretagna si preparano a un mondo in cui la difesa delle infrastrutture critiche sottomarine sarà sempre più cruciale. Gli investimenti milionari francesi sui droni subacquei, le partnership italiane tra marina militare e operatori privati, la costruzione inglese di navi multi-ruolo

 

Italia, Gran Bretagna, Francia e Unione Europea stanno aumentando le risorse destinate a proteggere le infrastrutture sottomarine dell’energia e delle telecomunicazioni, a seguito del recente sabotaggio del gasdotto Nord Stream. Come già riportato su queste colonne, la guerra con la Russia, e in particolare l’attacco al gasdotto, ha spinto diversi Paesi europei a rinnovare gli sforzi (già in parte presenti) per la protezione delle infrastrutture critiche subacquee.

La scorsa settimana il presidente francese Emmanuel Macron ha osservato: “possediamo infrastrutture essenziali al di là del nostro territorio: cavi, satelliti, gasdotti e oleodotti. Abbiamo rafforzato la loro sicurezza dall’inizio di questa guerra”. Il budget francese del 2023, che attualmente è in fase di discussione parlamentare, prevede una voce “fondale oceanico” da €3.1 milioni per la “protezione delle risorse naturali e dei cavi sottomarini, oltre al recupero di oggetti sensibili”. Parigi ha investito €11 milioni nell’acquisto di due veicoli sottomarini pilotati da remoto, che dovrebbero diventare operativi per l’inizio del prossimo anno, primi passi verso una flotta di droni e robot che verrà dispiegata entro il 2025 (notizia riportata da Europe 1, negata dall’Eliseo). Negando l’esistenza di una simile iniziativa, l’Eliseo ha affermato che “la sicurezza dei cavi è responsabilità degli operatori, che detengono metodi di sorveglianza avanzati e mezzi di intervento rapido”. Tuttavia, una cosa è riparare un cavo, un’altra è prevenirne il sabotaggio su larga scala, compito che spetta, naturalmente, agli Stati (in accordo con gli operatori, ovviamente).

 

Con circa 30 cavi che arrivano sulle sue coste dall’Atlantico e dal Mediterraneo, la Francia è il principale punto di accesso di internet nel continente europeo. Ad oggi non si sono mai verificati attacchi a queste infrastrutture da parte di attori statali, ma naturalmente, l’ attuale scenario geopolitico non fa ben sperare. Le tecniche di attacco variano da sistemi più raffinati, come piccoli sottomarini armati di pinze idrauliche, a metodi più semplici, come agganciare un’ancora al cavo e trascinarlo fino al danneggiamento. Il fatto è che pattugliare migliaia di chilometri sotto al mare è un’impresa fondamentalmente impossibile, la strategia diventa dunque creare più connessioni, in modo che il sabotaggio su un sistema non provochi un’interruzione totale.

 

La Marina militare italiana sta sviluppando partnerships con attori privati che lavorano su quelle strutture, come mostra ad esempio l’accordo con il gruppo Tim. Mentre il segretario della Difesa inglese Ben Wallace ha dichiarato lunedì che Londra acquisterà entro la fine di quest’anno la prima Nave Multi-Ruolo per la Sorveglianza Oceanica (Mross), che diventerà operativa nel 2023, e un secondo vascello di questo tipo verrà successivamente prodotto nel Regno Unito.

 

Intervenendo al Tallinn Digital Summit, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha ricordato: “La buona notizia è che disponiamo di una legislazione europea nuova di zecca (…) adottata sotto la Presidenza francese. (…) Ora dobbiamo sottoporre a stress test la nostra infrastruttura. Dobbiamo identificare i punti deboli e preparare la nostra reazione alle interruzioni improvvise. (…) Faremo il miglior uso possibile della nostra capacità di sorveglianza satellitare per individuare potenziali minacce”.

Insomma, il Vecchio Continente si muove adeguandosi alla situazione geopolitica contemporanea e a quella che verrà:  un mondo di multipolare di minacce ibride. Come ha detto von der Leyen in chiusura: “Le infrastrutture critiche sono la nuova frontiera della guerra. E l’Europa sarà preparata”.

 

 

 

 

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  • 2 weeks later...
  • 2 weeks later...

Logotipo o niente... è stata una conferenza davvero interessante. :smiley19:

Mi ha favorevolmente colpito l'incipit dell'Onorevole Pagani sul quale, in quanto uomo politico, io non avrei scommesso un pezzo di carta da macero. E invece si è dimostrato molto preparato e coinvolgente nella trattazione. Nè ha parlato in "politichese"!

Nulla da dire sul Comandante Manuel Minuto, caro amico della nostra Base, se non elogi e lodi per la semplicità di espressione su argomenti così complessi... questa sua dote, così come la sua preparazione ed esperienza, è nota a tutti. Bello sentirlo parlare dei 212 NFS! :smile:

Davvero interessanti gli interventi dei rappresentanti delle ditte Sparkle, Calzoni e Subsa Fenix.

Formidabile per la sua tempra caratteriale (dev'essere un bel tipino... :wink: ) il CV Emilio Ratti, che ci ha parlato degli incursori della Marina in un modo davvero... inusuale! Pur senza mai sbottonarsi troppo; gli incursori sono e devono essere sempre nell'ombra.

Lieto di avervi potuto assistere, anche se soltanto da remoto!

Grazie anche a Betasom per la partecipazione nell'organizzazione dell'evento.

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Tra qualche tempo saranno pubblicato sul sito dell'Associazione Tecnica Navale gli abstract degli interventi  http://www.atenanazionale.it/

Per quanto riguarda l'on Pagani, già rappresentante del collegio di Ravenna ma in Commissione Difesa nelle precedenti legislature con master al CASD e diverse pubblicazioni all'attivo sulla security e cyber non avevo dubbi (se capire come mai non sia stato ricandidato dal suo partito alle ultime elezioni).

Emilio Ratti è decisamente un "bel tipino" e se aveste la possibilità di vederne il curriculum ne rimarreste sbalorditi: è stato presente ovunque ci sia stata una crisi negli ultimi 25 anni anche se oggi fa solo il capo uffici studi. D'altronde è il mio capocorso (detto con orgoglio)....  

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