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MODERNI SCONTRI AERONAVALI


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L'idea è molto bella IHSV!

Se posso permettermi un suggerimento, il semplice link non attira molto. Se posti l'articolo (quotandolo, mettendo il link e , se del caso, l'autore) gia è meglio. se aggiungi le tue considerazioni personali diventa un buon innesco per belle discussioni 

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La battaglia ha degli spunti interessanti, primo fra tutti lo scontro tra mezzi NATO e mezzi Patto di Varsavia. A seguire quant0 l'addestramento iracheno possa avere inciso sulla debacle, specie considerando che in genere i mezzi sovietici erano mediamente piu semplici  da impiegare.

Chissa come sarebbe andata con le Lupo e le corvettine in linea, invece dei mezzi con la falce e il martello...

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Eccomi. Totiano hai ragione e in effetti era mia intenzione dare il via ad una serie di implementazioni al semplice link ma ieri non ne ho avuto il tempo. 

Riporto anche un altro articolo, più dettagliato,  del navalpost, autore Raymond Mc Conoly. https://navalpost.com/operation-morvarid/

Siamo qui. In rosso la zona di operazioni, solo indicativa, in blu la principale base navale irakena, in verde le basi iraniane da cui decollarono i caccia F4 Phantom ed F14 Tomcat intervenuti nello scontro. 

Posto anche qualche foto delle navi. 

Qualche considerazione personale. Addestramento e pianificazione sono importanti tanto quanto la dotazione di mezzi adeguati. In questa operazione gli Iraniani, ad un mese di distanza dall'invasione Irakena, hanno neutralizzato quasi interamente la flotta nemica con una operazione aeronavale e anfibia molto ben riuscita e pianificata. Hanno utilizzato egregiamente l'arsenale a loro disposizione sfruttandolo appieno. Gli Harpoon, i Maverick e gli Sa-7 Strela imbarcati sulle navi hanno fatto la differenza. La marina irakena ha pagato la disorganizzazione, come dice Totiano un addestramento inadeguato, e nella fase iniziale la mancanza di supporto aereo che ha causato l'annientamento della propria flotta. Anche quando i gruppi aerei irakeni sono intervenuti con Mig 21 e Mig 23 non sono stati utilizzati missili aria superficie come i Kh-23 o Kh-25, probabilmente i Mig23 inviati avevano solo razziere UB16 per razzi S5 (SE le avevano!) ed ecco come sono diventati preda dei Sa-7 lanciati dai marinai iraniani. Scottati da questa esperienza impareranno ad usare più tardi gli Exocet con i Super Etendard francesi. Certo è che il danno alle installazione petrolifere, le perdite navali, e lo smacco di una sconfitta che ridiede vigore e coraggio alle forze avversarie e viene ricordata ogni anno ancora oggi, avrebbe potuto e dovuto essere evitato dagli alti comandi Irakeni con un minimo di lungimiranza tattica, tanto più che le operazioni contro la fascia costiera erano iniziate giorni prima, con bombardamenti e con l'affondamento, sempre da parte della Paykan, di due motocannoniere Irakene, una con un Harpoon, l'altra con il 76mm. 

(Mi piacerebbe molto avere più informazioni relative allo sbarco anfibio, appoggiato dagli AH1, dai Bell 214 e dai CH47. Presumo che gli Iraniani abbiano utilizzato le LST classe Hengam, di cui posto la foto della Lavan.)

 

 

 

 

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Modificato da inhocsignovinces
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LE GUERRE ARABO – ISRAELIANE: 1947 - 1949

La prima guerra arabo israeliana scoppiò nel Novembre 1947 e si protrasse fino al luglio 1949. Le forze navali dei contendenti erano esigue e si limitarono all’appoggio via mare delle operazioni terrestri. In questo contesto si svolse, nell’ottobre 1948, uno scontro degno di nota, tra le forze navali israeliane e quelle egiziane.

Il 15 ottobre 1948 ebbe inizio da parte dell’IDF israeliana l’Operazione Yoav nel Negev settentrionale. L'obiettivo era quello di inserire un cuneo fra le forze egiziane lungo la costa palestinese e la strada Beersheba-Hebron-Gerusalemme per conquistare infine l'intero Negev. Vista la criticità della situazione nella quale si trovavano le proprie truppe, gli alti comandi egiziani decisero di inviare una forza navale che trasportasse rinforzi e rifornimenti lungo la costa palestinese. Le navi assegnate a tale missione furono la nave ammiraglia “Emir Farouk” (1 x 3 inch, Oerlikon da 20mm e 4 x 7.7mm), il trasporto El Amira Fawsia (2 x 3 pdr), lo yacht reale Mahroussa, un dragamine che secondo le mie ricerche potrebbe essere stato il Nasr, ex HMS Bude della classe Bangor, ceduto dagli inglesi nel 1946 e riclassificato corvetta dagli egiziani (1 x 76mm e 1 binato bofors da  40mm), e i motoscafi armati Darfeel, Noor el Bahr, El Sarea e Raqib tutti armati con un singolo 37 mm. Le navi procedettero lungo la zona litoranea e rimasero sempre sotto la copertura delle batterie terrestri, giungendo il 22 Ottobre ad ancorarsi fuori dal porto di Gaza.

Informato dei movimenti delle navi nemiche, e vista la minaccia per il successo dell’Operazione Yoav, il quartier generale israeliano, autorizzato dal primo ministro David Ben-Gurion, decise di condurre un attacco, incaricando di esso la squadriglia Shayetet 13. Comandata da Yohai Ben-Nun, questa era una squadra di incursori sommozzatori equivalente alla X° Mas della Regia Marina e addestrata proprio da ex personale della X°, tra cui il veterano capo di terza classe Fiorenzo Capriotti, medaglia d’argento al valore militare e autore del libro “Diario di un fascista alla corte di Gerusalemme”. Da mesi il personale della Shayetet 13 si stava preparando con l’aiuto di Capriotti, utilizzando i barchini esplosivi (o MTM) di provenienza italiana, come quelli impiegati nella Baia di Suda dallo stesso Capriotti. Costruiti dalla C.A.B.I. Cattaneo di Milano, furono prodotti in 30 esemplari per la marina israeliana. La nave appoggio per i barchini era la INS MAOZ K24 ex USS CYTHERA, pattugliatore PY 31. Il 3.01.1944 dismessa dalla USS Navy e posta in disarmo, fu venduta alla Thyne Shipping Co nel 1946, che la rinominò ABRIL. In seguito fu rinominata BEN HECHT, e fu utilizzato nell'Aliyah Bet per l'immigrazione clandestina di ebrei dalla palestina ed entrò a far parte della cosiddetta “Shadow fleet”.
Nel 1948 entrò in servizio militare e fu rinominata INS MAOZ K 24.
(Nel 1956 fu venduta a un uomo d'affari israeliano e ribattezzata ABRIL. In seguito fu acquistata dalla società italiana di Napoli Navigazione Libera di Golfo e ribattezzata SANTA MARIA DEL MARE ed impiegata come traghetto nel golfo di Napoli. Nel 2008 è stata venduta, rinnovata, riverniciata, e trasformata in uno yacht privato di lusso come era in passato e messo in vendita per 15.000.000 di euro col nuovo nome di ROSSY ONE. Al 20.10.2019 risultava in disarmo a Napoli). Unitamente alla Maoz parteciparono all’azione l’ INS K26 Noga, ex MV "Yucatan,"  ex-U.S. Navy PC 1265 caccia sommergibili, e due corvette tipo Flower, la INS Haganah K20 ex HMCS Norsyd e la INS K18 Wedgwood (poi HaShomer) ex HMCS Beauharnois. Queste navi erano armate con materiale di varia provenienza tra cui anche pezzi navali italiani da 102mm, 76mm e 13,2 mm. Si decise per un attacco notturno, portando il Maoz al calare del buio dello stesso 22 ottobre, vicino alla rada di Gaza ma in posizione coperta rispetto alla luce lunare. Dei 4 barchini MTM, 3 furono approntati con le cariche esplosive, il quarto avrebbe svolto operazione di recupero dei piloti. L’avvicinamento si svolse senza nessun problema ed i barchini poterono iniziare il loro flottaggio di attacco.

All’operazione parteciparono i seguenti piloti:

Zalman ABRAMOV – partito per primo, colpisce la El Emir Farouk, danneggiandola gravemente.

Yakov VARDI – Sbaglia l’attacco, lo ripete e colpisce di nuovo la El Emir Farouk spezzandola in due e causandone l’affondamento;

Yohai BEN NUN – Capo Gruppo; visto il successo dei primi due, decide di attaccare il dragamine nonostante ormai gli egiziani siano in allarme; sottoposto al fuoco delle armi di bordo delle navi e inquadrato da un riflettore continua l’attacco. Per un difetto di funzionamento del meccanismo di eiezione è costretto a portarsi fino alla distanza di 30 metri dalla nave, poi si getta in mare pochi secondi prima che il barchino esploda, danneggiandola gravemente (altre fonti ne riporterebbero l’affondamento, ma questo non combacerebbe con l’identificazione del Nasr, che rimase in servizio fino al 1972).

Itzhak BROCKMAN e Yakov REITOV sul mezzo di recupero. Ripescano prima Yohay e poi gli altri due e si ritirano sul Maoz.

Le navi israeliane rientrano in porto

Il successo navale diede morale e importanza alla marina israeliana, consentì anche il pieno successo dell’operazione Yoav, e fu un durissimo colpo per gli egiziani che persero la loro nave ammiraglia.

Fonti:

The Navy Throughout Israel's Wars

The Birth of the Israeli Navy

The Sinking of the Egyptian Flagship "EMIR FAROUK" - World Machal

List of ships of the Israeli Navy - Wikiwand

Egyptian navy (1947-1990)

Il contributo italiano nella nascita della Marina Israeliana

Clandestine Immigration and Naval Museum, Haifa - Wikimedia Commons

WRECKSITE - BUDE CORVETTE 1946-1972

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Grazie IHSV. Alcuni membri di Betasom ebbero il privilegio di ascoltare questa storia dalla voce del comandante Capriotti e qualcosa (troppo poco, ma lo si scopre sempre troppo tardi, lo abbiamo anche salvato. IN betacine, puoi trovare i filmato delle interviste, questa in particolare Intervista Al C.te Capriotti Eroe Di Malta E Artefice Dello Shayetet 13 - BetaCine - Betasom - XI Gruppo Sommergibili Atlantici

pubblicata sul nostro canale youtube a questo link

 

 

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  • 2 weeks later...

Le guerre arabo israeliane: 1956

Era il 26 luglio 1956 quando il colonnello Gamal Abdel Nasser annunciava al mondo la nazionalizzazione del canale di Suez. Da qui scaturì quella che è passata alla storia come la crisi di Suez, che vide militarmente contrapposti l’Egitto da una parte, Israele Gran Bretagna e Francia dall’altra.

Israele fu il primo ad intervenire dando via all’operazione “Kadesh” anche detta campagna del Sinai, svoltasi dal 29 ottobre al 6 novembre del 1956. Secondo lo schema di massima definito nell’incontro segreto di Sèvres (22-24 ottobre 1956), l’impegno israeliano avrebbe visto, dal punto di vista tattico, lo sfruttamento massimo del fattore sorpresa e della velocità di penetrazione delle unità meccanizzate/corazzate, attraverso l’impiego delle avanguardie paracadutiste (CCII^ Brigata aviotrasportata), supportate da Brigate di fanteria meccanizzate e dall’aviazione, secondo le direttrici verso il Sinai Settentrionale e Centrale, la striscia di Gaza e Sharm El Sheik.

 A quel tempo la piccola forza navale egiziana nulla avrebbe potuto fare contro il dispiegamento messo in atto dalle marine Britannica e Francese con l’operazione Musketeer, eppure due scontri possono essere richiamati alla memoria.

Il primo scontro

30-31 OTTOBRE 1956

Il 30 ottobre, cioè il giorno dopo l’attacco israeliano, e quando ancora francesi ed inglesi non erano ufficialmente intervenuti, la Marina egiziana inviò l’Ibrahim el Awal, un ex cacciatorpediniere britannico di classe Hunt, ad Haifa, con l'obiettivo di bombardare le installazioni petrolifere costiere di quella città. Il 31 ottobre l’Ibrahim el Awal raggiunse Haifa e iniziò a bombardare la città con i suoi quattro cannoni da 102 mm (4 pollici). Il cacciatorpediniere francese Kersaint, che stava sorvegliando il porto di Haifa nell'ambito dell'operazione Musketeer, vistosi sfiorare dai colpi, rispose al fuoco con i suoi 127mm ma non riuscì a mettere a segno alcun colpo. L’Ibrahim el Awal si liberò senza aver arrecato danni significativi e virò a nord-ovest con l’intenzione di raggiungere il Libano e farsi internare, secondo gli ordini ricevuti, fino al termine del conflitto. La nave fu però individuata da un C47 israeliano inviato in ricognizione aerea, ed i cacciatorpediniere israeliani INS Eilat (ex HMS Zealous), INS Yaffo (ex HMS Zodiac), la corvetta Miznak (ex HMCS Hallowell), e due Dassault Ouragan dell'aeronautica israeliana le diedero quindi la caccia. Eilat e Yaffo raggiunsero la nave da guerra egiziana e la attaccarono, danneggiando il generatore del cacciatorpediniere, il timone e i cannoni antiaerei. Rimasto senza potenza e incapace di virare, e dopo aver subito anche l’attacco dei due Ouragan con razzi e colpi da 20mm, l’Ibrahim el Awal si arrese ai cacciatorpediniere israeliani. Durante lo scontro, l'equipaggio dell'Ibrahim el Awal ebbe due morti e otto feriti. Fu poi rimorchiato in porto ad Haifa, riparato e successivamente incorporato nella Marina israeliana, ribattezzato INS Haifa, restando attivo fino al 1969. Durante la guerra del1967 partecipò ad operazioni minori tra cui la caccia ed il possibile danneggiamento di un sommergibile non identificato, forse proprio egiziano.

Fonti:

https://wwiiafterwwii.wordpress.com/2016/07/13/ens-ibrahim-el-awal-captured-at-sea/ 

http://www.istitutodelnastroazzurro.org/2020/09/30/4519/

 

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L’affondamento del Domiat

 

La sera del 31 ottobre 1956, con l'Egitto e la Gran Bretagna in conflitto durante la crisi del Canale di Suez, l'HMS Newfoundland, un incrociatore britannico di classe Fiji, stava pattugliando il Mar Rosso a sud di Suez. Esso incontrò una nave oscurata che transitava in direzione opposta. Si avvicinò a 1.500 iarde e giunse parallela a questa nave, segnalandole di fermarsi. La nave oscurata sembrò rallentare ma contemporaneamente spense le luci di navigazione ed iniziò a puntare i suoi cannoni sull’incrociatore che aprì immediatamente il fuoco con i suoi pezzi (9 x152mm e 8x 102mm). Erano le 01:30 circa del 1 novembre 1956.

La nave, in seguito identificata come la fregata della marina egiziana Domiat, ex HMS Nith (classe River), aveva appena lasciato il porto di Adabieh in rotta per incontrarsi con la fregata pariclasse Rosetta (Rashid ex HMS Spey), iniziò a rispondere al fuoco un attimo dopo (2 x 102mm).

 

Secondo i resoconti forniti, i marinai egiziani a bordo della nave risposero coraggiosamente al fuoco, centrando alcuni colpi sul Newfoundland, causando alcuni danni e alcune vittime con i proiettili da 4 pollici. Tuttavia, il Domiat non poteva competere con l'incrociatore britannico e, dopo che il suo ponte e la timoneria erano stati distrutti, venne affondato dall'HMS Diana (cacciatorpediniere di classe Daring), sotto il comando del capitano J. Gowers, quando si pensava che il Domiat stesse cercando di speronarla.

 

Il Newfoundland e il Diana salvarono 69 sopravvissuti. Le perdite egiziane sarebbero state 6 ufficiali e 50 marinai. Vittime britanniche, 6 marinai.

 

Fonti:

 

https://www.kbismarck.org/forum/viewtopic.php?t=6690 

 

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Pochi giorni prima, e 13 anni dopo Yamamoto...

Il 28 Ottobre 1956 l’ex campione di basket egiziano Youssef Mohamed Abbas, bronzo agli europei di Cecoslovacchia del 1947 e oro a quelli in Egitto nel 1949, stava forse guardando fuori dal finestrino dell’aereo che lo stava riportando a casa, quando potè vedere, pur nella fioca luce notturna esterna, uno strano aereo a reazione, dal lungo muso, avvicinarsi. Non riuscì probabilmente a riconoscerne le insegne, ma pochi istanti dopo capì che quello sarebbe stato il suo ultimo giorno di vita. Il Gloster Meteor NF.13 del 119° squadron israeliano, pilotato dal Maggiore Yoash Tsiddon, stava per abbattere l’Ilyushin 14 a bordo del quale tornavano da Damasco i membri dello stato maggiore egiziano. Israele aveva dato il via all’operazione Tarnegol, tenuta segreta fino al 1989.

https://en.wikipedia.org/wiki/Operation_Tarnegol

 

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  • 10 months later...

OPERAZIONE DWARKA

L'Operazione Dwarka, nome in codice Operazione Somnath, fu un'operazione navale della Marina pakistana per attaccare la città costiera indiana di Dwarka il 7 e 8 settembre 1965. Questa fu il primo impegno della Marina pakistana in una qualsiasi delle guerre indo-pakistane.

Quando scoppiò la guerra indo-pakistana del 1965 tra India e Pakistan per il Kashmir, gli eserciti e le forze aeree di entrambe le nazioni furono coinvolti in intensi combattimenti nelle regioni del Punjab e del Kashmir. Per alleviare la pressione sul fronte meridionale, il Pakistan decise di inviare la sua marina per lanciare un attacco sulla costa indiana. L'obiettivo principale dell'attacco era apparentemente quello di distruggere la stazione radar di Dwarka, che secondo l'intelligence navale pakistana aveva un faro Huff-Duff per guidare i bombardieri indiani. L'alto comando pakistano sperava anche di deviare le operazioni dell'aeronautica indiana dal nord.

Gli obiettivi della missione della Marina pakistana erano:

Attirare unità navali nemiche fuori da Bombay affinché il sottomarino PNS Ghazi potesse attaccarle.

Distruggere l'impianto radar a Dwarka.

Abbassare il morale indiano.

Distogliere gli sforzi dell'aeronautica militare indiana dal nord.

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Il piano prevedeva una flotta di sette navi da guerra per bombardare la città, composta da PNS Babur, PNS Khaibar, PNS Badr, PNS Jahangir, PNS Alamgir, PNS Shah Jahan e PNS Tippu Sultan, più il sommergile PNS Ghazi in agguato.

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PNS Babur, ex incrociatore HMS Diadem, e PNS Ghazi, ex Uss Diablo, classe Tench.

 

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PNS Badr ex HMS Gabbard, classe Battle

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PNS Jahangir, ex HMS Crispin, Classe C

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PSN Alamgir, ex HMS Creole, Classe C

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PNS Shah Jahan, ex HMS Charity, Classe C

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HMS Onslow, classe O, poi PNS Tippu Sultan

 

Le navi da guerra indiane ormeggiate a Bombay erano in riparazione e non erano in grado di fare sortite, né il sommergibile Ghazi incontrò unità combattenti attive sulla costa occidentale. Secondo fonti pakistane, l'obiettivo di distogliere l'aeronautica militare indiana dall'attaccare il fronte meridionale del Pakistan venne conseguito perché cessarono i raid aerei sulla città di Karachi. Si presumeva che ciò fosse dovuto anche alla mancanza di disponibilità della guida radar, che il Pakistan sosteneva fosse stata danneggiata nell'attacco.

La versione ufficiale degli eventi della Marina indiana è che, intorno alle 23:55, le navi pakistane bombardarono Dwarka per più di 20 minuti. Le navi spararono circa 50 proiettili ciascuna, inclusi proiettili da 5,25 pollici sparati dall'incrociatore pakistano PNS Babur. Il rapporto aggiunge che la maggior parte dei proiettili cadde tra il tempio e la stazione ferroviaria, che si trovava a 3 km (1,9 miglia) dal faro. Alcuni edifici furono colpiti, con la Railway Guest House che subì danni significativi insieme a una fabbrica di cemento. Il fumo del danno era visibile alle navi da guerra pakistane, a circa 20 km (12 miglia) di distanza.

L'impianto radar, secondo fonti indiane, non subì danni rilevanti e continuò a funzionare.

Conseguenze

Per alcuni, l'operazione Dwarka fu un'operazione navale significativa della guerra del 1965, ma altri la considerarono un'incursione di scarso valore strategico. Il Ministero della Difesa aveva emanato istruzioni scritte che ordinavano alla Marina indiana di "non procedere per duecento miglia oltre Bombay né a nord del parallelo di Porbander". La mancanza di risposta da parte della Marina indiana all'attacco a Dwarka condusse a interrogazioni nel parlamento indiano e avvicendamenti al comando della Marina. Una fonte indiana ha spiegato ciò affermando che il governo indiano non voleva entrare in un conflitto navale con il Pakistan, ma desiderava limitare la guerra a un conflitto terrestre.

Il raid di Dwarka è considerato dalle fonti pakistane come una delle ragioni principali per la successiva modernizzazione ed espansione postbellica della Marina indiana, con un aumento del budget significativo, e che portò all'acquisizione di moderne navi missilistiche da parte della Marina indiana acquisite dall'Unione Sovietica.

Fonte:

https://en.wikipedia.org/wiki/Operation_Dwarka

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