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Un marinaio Modenese a bordo dei MAS in due guerre


danilo43

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Un nome, a me sconosciuto,  finito come tanti nell'oblio della Storia.

 

"Il filibustiere del Carnaro”: biografia del marinaio Gino Pontipò, co-inventore dei MAS

https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/31043412/-il-filibustiere-del-carnaro-prima-biografia-sul-marinaio-gino-pontipo-coinventore-dei-mas.html

 

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"Beato quel paese che non ha bisogno di eroi". Difficile trovare una frase storica più stupida di quella di Brecht, dato che gli eroi stanno al culto della Patria come i santi alla religione: sono d egli esempi, dei modelli realmente vissuti da seguire e da cui trarre ispirazione. Quelle vite particolari, estreme, a volte, che ci dicono: "è possibile essere così, potete farlo anche voi". 

Salutiamo quindi con favore una biografia interessante, quella di Marco Montipò, saggista di storia locale che ha scritto il libro "Gino Montipò Il filibustiere del Carnaro" già presentato al Vittoriale di d'Annunzio.

L'autore, incuriosito per l'omonimia, ha ricostruito la storia di questo grande marinaio che purtroppo, per troppo tempo, è rimasto nel dimenticatoio.

Classe 1879 e originario di Sassuolo (MO), allo scoppio della Grande Guerra era un marinaio di professione che, già reduce della Campagna di Libia 1911-1912, nel 1916 venne prescelto per prendere parte a un progetto leggendario: lo sviluppo dei MAS . Il marinaio modenese non solo fu tra i fautori di queste unità navali da guerra, ma fu proprio lui a fornire l'idea di munire i MAS di congegni lanciasiluri trasformandoli, in questo modo, in imbarcazioni per incursioni. Nel febbraio del 1916, infatti, mentre collaudava a Brindisi queste nuove unità navali, Montipò espose agli alti comandi le proprie considerazioni facendo notare quello che doveva essere modificato. Gli armamenti, secondo Montipò, erano la parte carente dei MAS e lanciò quindi l'idea di munirli di congegni lanciasiluri:"Navigavano bene, la velocità era buona, anche l'autonomia era rilevante, di circa otto ore, ma l'armamento appariva insufficiente: un cannoncino, posto lassù sulla copertura della prua, su quei gusci instabili, non dava certo affidamento e non poteva essere preciso". Ne fu interessato il comando in capo e fu approvato la proposta di Montipò di munire i MAS di congegni lanciasiluri, fissati ai bordi ”. Dopo questa sostanziale modifica, i MAS vennero impiegati nelle incursioni nei porti nemici divenendo il terrore dell'Impero asburgico.

Montipò , nel giugno del 1916, salpò con i Mas da Brindisi in direzione di Durazzo. La prima azione di questi “arditi del mare” fu eccezionale e si concluse con l'a fondamento delle navi nemiche. Già da quell'impresa emerse il coraggio e il valore del marinaio modenese che, non solo venne decorato con una medaglia al Valor militare, ma finì citato nel rapporto redatto dal comandante della spedizione, tenente di vascello Alfredo Barardinelli. Si legge: “La condotta degli equipaggi, che già nelle due azioni precedenti avevano dato prova di abilità e calma non comune, è stata questa volta superiore ad ogni elogio. I sottufficiali, comandanti, specialmente il capo timoniere di 1ª classe Montipò Gino, hanno coadiuvato i tenenti di vascello con grande freddezza e perizia”.

Montipò, quindi, fu l'ideatore, il collaudatore, colui che diede il battesimo del fuoco ai MAS , trasportò Rosselli e Paolucci per l'affondamento della Viribus Unitis. Venne così considerato “il primo comandante dei MAS” e il suo legame con queste unità, infatti, fu profondo e costellato di primati.

Dopo il conflitto, nonostante la strada spianata per una brillante carriera militare, volle essere congedato perché sosteneva: “La guerra era finita e non me la sentivo più di fare il crocierista ”. La vita del marinaio, infatti, lo costringeva a stare per mare tantissimo tempo. Solo pochi anni prima, infatti, rimasero lontano dalla terraferma ben due anni. Imbarcato sulla Regia Nave Varese, sotto il comando del Duca degli Abruzzi, in quell'occasione prese parte agli esperimenti di Guglielmo Marconi in cui si distinse per competenza. Il Duca degli Abruzzi, nel momento di congedarlo scrisse: “Ha disimpegnato per 2 anni continui il servizio alla stazione RT tipo Marconi con zelo e intelligenza sia come maneggio degli apparati che come ricezione al rivelatore anche con sovrapposizioni di trasmissioni”.

In quel viaggio marinaresco la Regia Nave Varese venne inviata anche negli Stati Uniti durante l'esposizione in Virginia, prima colonia americana, che festeggiava i suoi 300 anni. I marinai italiani, tra cui Montipò, presero parte a diverse regate internazionali dove si affrontavano le marine degli altri paesi. Anche in quel caso, la Regia Nave Varese vinse queste gare sportive raccogliendo i complimenti del Ministro della Marina italiano Carlo Mirabello: “Ho preso conoscenza con viva soddisfazione dei particolari relativi alla vittoria brillante riportata dalla Varese nelle regate corse ad Hampton Roads” .

Da civile si dedicò fin da subito alla costituzione delle associazioni reducistiche come quella degli ex-combattenti di Modena, fondata nel gennaio del 1919, e quella dei marinai, fondata il giorno di Santa Barbara del 1921.  

Dal 1922 al 1947, Montipò ricoprì la carica di Comandante dei Vigili Urbani di Modena e anche in questa qualità si fece apprezzare tant'è che ricevette encomi solenni e fu trattenuto in servizio anche quando ebbe raggiunto l'età massima di servizio perché, a detta del Sindaco di Modena, nel 1945, a guerra appena conclusa, Montipò "era insostituibile". Anche in questo caso Montipò rappresenta una rarità: è difficile trovare Eroi della Prima e della Seconda Guerra Mondiale che, esaltati durante il Regime Fascista, in epoca repubblicana trovarono nuovi così tanta riconoscenza e ammirazione dai Amministratori che, nel caso di Modena, provenienti dalle file comunista partigiano.

Montipò prese parte, infatti, anche alla Seconda guerra mondiale e, per quanto non più giovane, non volle rimanere seduto in un ufficio o nelle retrovie, bensì al comando di MAS, un caso più unico che raro. Egli, infatti, risulta l'unico marinaio che prese parte ad entrambi i conflitti al Comando di un MAS. Gli venne affidato il comando del MAS 519 che faceva parte della X° squadra inquadrato nella II° Flottiglia MAS. Per un periodo comandò anche l'intera squadriglia. Anche in quel conflitto, nonostante l'età, riuscì a farsi valere e venne nuovamente decorato con una croce di guerra al valore con la seguente motivazione:"Comandante di MAS e per breve tempo Comandante di squadriglia MAS, nel 1° e 2° anno del443 1940- partecipava a numerose missioni di guerra e scorte a convogli in acque ins ogniate dall'avversario. In circostanza dava prova di coraggio, abnegazione ed elevato senso del dovere Mediterraneo 6/10/1940 - 6/9/1942”. 

Una vita eccezionale che attraversò, da protagonista, i due eventi bellici più significativi del XX° secolo.

Modificato da danilo43
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