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Quattro ufficiali ... 4 dei comandanti della nave scuola Vespucci


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Vi segnalo un interessante articolo pubblicato sulla Rivista Marittima di ottobre 2021.

"Quattro ufficiali di Marina "raccontano"  ..."  è la parola di 4 dei Comandanti della nave scuola Amerigo Vespucci.


 

L'articolo è disponibile da leggere a questo link:

https://issuu.com/rivistamarittima/docs/ottobre_2021

 

Oppure leggibile (scaricabile) invece come file pdf nel sito della nostra Marina Militare. Questo è il link alla pagina:

https://www.marina.difesa.it/media-cultura/editoria/marivista/Pagine/2021_10.aspx

 

Buona lettura!

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Alcune frasi che mi hanno colpito:

 

“In quel momento ho sentito l’odore caratteristico del Vespucci, un misto fra canapa, manilla, legno e scarico dei diesel prodieri che fuoriesce dal fumaiolo sul ponte delle barche. Quello stesso odore, memorizzato dai miei recettori olfattivi, si è ripresentato 30 anni dopo ed è stato immediatamente riconosciuto. Questo è il primo elemento identificativo di questa nave, che la rende già di per sé unica e inconfondibile.”

 

“Nel maggio del 2020, al termine di un durissimo lockdown nazionale, ho ricevuto il più bello degli ordini che un marinaio possa mai augurarsi: «molla gli ormeggi e vai dove vuoi, dove ritieni più opportuno veleggiare massimizzando il risultato formativo». E così ho fatto.

Il bilancio di questi due anni è nelle parole di un mio ufficiale che alla domanda «cosa abbiamo perso con l’annullamento del Giro del Mondo?» Ha risposto «tanto».

«Cosa abbiamo guadagnato in questi due anni di navigazione insieme in Mediterraneo, alla ricerca del vento e delle onde?» Ha risposto «di più».

Cosa sono stati questi due anni di comando per me?

Di più.”

(Gianfranco Bacchi)

 

 

“Va evidenziato, infatti, che una nave militare quando entra in un porto straniero svolge anche un’attività diplomatica; sin dall’epoca dei vascelli del XVII secolo, stimola la comunicazione, lo scambio culturale, il confronto costruttivo.

E nave Vespucci è una perfetta ambasciatrice itinerante che svolge il suo compito in maniera diretta ed efficace.”

 

“Campagna di istruzione del 2013 in Nord Europa, (…). Soprattutto l’esperienza di Londra fu straordinaria. (…) Ma al mattino, dai vari palazzi di vetro della City, tutti gli impiegati di una delle piazze finanziarie più importanti del mondo, poterono ammirare il Vespucci con gli alberi che svettavano al cielo tra i grattaceli e i vari nocchieri a 50 metri di altezza che lavoravano alle vele. (…)

Molte autorità locali, colleghi britannici della Royal Navy compresi, davvero non si aspettavano che una nazione, peraltro l’Italia, potesse ancora avere una tale unità in efficienza e soprattutto in grado di esprimere in pieno la sua capacità di formazione, una tradizione mantenuta e anche innovata. Per gli anglosassoni fu una vera espressione di meraviglia e stupore: per la bellezza e imponenza dell’alberata, per l’ordine e la complessità dell’armamento, con tutte le manovre rigorosamente manuali, in fibra naturale di canapa, manilla e sisal.”

(Curzio Pacifici)

 

 

“Luglio 1986, New York; nave Amerigo Vespucci entra nella baia di Hudson per partecipare alle celebrazioni del bi-centenario della Statua della Libertà. Il famoso fiume che attraversa la città simbolo degli Stati Uniti ha sostituito il manto azzurro di cui normalmente si veste con un manto bianco punteggiato dalle migliaia di candide vele delle piccole e grandi imbarcazioni che in un numero imprecisato hanno mollato gli ormeggi tanto dai piccoli porticcioli di stazionamento quanto dai lussuosi Yachting Club e sono accorse a salutare la nave scuola della Marina Militare italiana, al secolo «la nave più bella del mondo». (…) Ma in quel giorno d’estate del 1986, mentre tutti gli skipper, da quelli provetti ai meno esperti, fanno a gara per passare il più vicino possibile alla fiancata a strisce bianche e nere del Vespucci, su uno dei pennoni dell’albero di maestra, con lo sguardo fiero rivolto verso i grattacieli della «Grande mela» e nella mente un bagaglio di sogni non ancora realizzati, un allievo dell’Accademia navale, al termine della prima classe, sta vivendo una grande e irripetibile emozione. È allineato e a stretto contatto di gomito con i suoi compagni di corso, anch’essi rapidamente schierati dopo la «salita a riva» per il «saluto alla voce». Ha poco più di diciott’anni, e in quel momento, a bordo di quel maestoso bastimento, amato e acclamato da tutti, si sente al centro del mondo.

Luglio 2017, sono trascorsi trentun’anni dai festeggiamenti a New York ma lo scenario si presenta immutato. Migliaia di imbarcazioni rendono gli onori all’Amerigo Vespucci (…)». Il ragazzo che trentun’anni prima guardava verso un orizzonte ancora incerto e non definito, è a bordo della nave e anche se con qualche ruga sul volto ha conservato lo stesso sguardo fiero di un tempo. Questa volta però il suo «posto di manovra» è sul «banco di quarta», ha un binocolo al collo e una radio portatile nella mano destra; (…) Quel ragazzo è tornato a bordo dell’Amerigo Vespucci e ne è adesso il suo comandante.”

 

“Da allievo a comandante, da New York a New York, il cerchio della vita, dopo traiettorie imprevedibili, è ripassato magicamente dopo trent’anni dal punto di partenza. Questo è il messaggio che vorrei trasferire a quei giovani che avranno la voglia e la pazienza di leggere queste righe. Basta crederci e volerlo fortemente. In fondo, se a pensarlo era quell’indiscusso genio italico che fu Leonardo da Vinci dobbiamo necessariamente credergli: «Non chi comincia ma quel che persevera».

(Angelo Patruno)

 

 

“Nave Vespucci è un simbolo dell’eccellenza del paese all’estero, vettore/strumento di diplomazia e pertanto era di fondamentale importanza che tutto l’equipaggio fosse all’altezza di quel compito, che tutti sentissero quella responsabilità di sentirsi «ambasciatori» dell’italianità nel mondo. Parimenti, lo stesso concetto valeva nel contesto nazionale e ancor più in quello Marina, per cui nave Vespucci rappresenta un’appendice delle attività formative svolte in Accademia. Pertanto, le indicazioni fornite erano state quelle di improntare l’agire di ognuno di noi secondo tre caratteristiche: la passione, il buonsenso e la coerenza.”

 

“Lasciato il porto di Reykjavík all’alba e in anticipo sui consueti orari di partenza, con la sua maestosa lentezza, il vascello si è diretto verso il suo obiettivo. Alle ore 00:27 locali dell’8 agosto 2018, nave Vespucci oltrepassa il Circolo Polare Artico e intraprende per la prima volta nella sua storia, la navigazione nell’Oceano Artico/Mar Glaciale Artico. Grandi festeggiamenti a bordo, battesimo del «ghiaccio» e un comune diffuso entusiasmo per aver raggiunto un obiettivo di una assoluta unicità! Ma non basta, le ore del mattino portano con sé un favorevole vento (decisamente freddo) da ovest che sembra voler accompagnare la navigazione artica. È immediata la chiamata al posto di manovra alle vele. Con un entusiasmo e una eccitazione mai apprezzata prima, nocchieri e allievi si arrampicano velocemente sulle sartie e in men che non si dica, mettono la nave in vela. Leggere la soddisfazione sui loro volti osservando i loro occhi brillare nel vedere in alto le vele gonfie spingere silenziosamente la nave, è impagabile.”

(Roberto Recchia)

 

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