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INFERNO DI MACCHINE


Red

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Continuo in questa sezione " Le navi ", che mi sembra arenata .

Vorrei continuare proponendovi ancora gli episodi, raccontati da Italo Sulliotti, riguardanti non più i sommergibili ma le navi .

Ciò se mi è ancora consentito continuare a far parte della Famiglia " BETASON", malgrado le micro punture (!) d'anestesia 

che sembra mi vengano iniettate con soddisfazione !

Vado avanti, non proprio convinto , con con il nuovo racconto :

INFERNO DI MACCHINE 

Tratto da libro " Onde insanguinate - La Guerra sui Mari " - 1931 -

Siamo nelle viscere del " Seydlitz ", la sera del 31 Maggio 1916, dinanzi ai canali dello Skagerrak.

Lentamente la luce del giorno dilegua dalle aperture superiori delle macchine; tutti gli sportelli corazzati si stanno chiudendo.

La voce del combattimento ha intonato sul mare .

In alto, gli uomini della coperta, della plancia, delle torri, sono già preparati : attraverso i telemetri ed i cannocchiali, i tedeschi hanno visto spuntare sull'orizzonte le colonne di fumo degli incrociatori inglesi. Sono i tipi " Lion " dell'Ammiraglio David Beatty , e la battaglia è imminente.

   Battaglia di cannoni e battaglia di eliche. La guerra navale ha già dato  , nel 1916, tutti i suoi insegnamenti, e dimostrato come il segreto della vittoria risieda soprattutto nella resistenza degli apparati motori.

Le battaglie navali sono vinte da una turba invisibile e sacrificata; quella di duecento fuochisti e macchinisti, imprigionati nella penombra rossa delle caldaie e delle macchine, occupati ad alimentare i fuochi del combattimento invisibile.

   Giù, lungo i tubi dei portavoce innumerevoli, lungo i piccoli ascensori che conducono alla plancia gli ordini scritti , sui quadranti dei telegrafi di macchina, tutte le istruzioni sono già state impartite

da " coloro che vedono " a coloro che - forse - moriranno senza vedere.

   Il sepolcro si chiude e si sigilla. Da quel momento, gli uomini di macchina sanno che l'aria e la luce esterna sono vietate per essi..

Le porte corazzate si sono chiuse, al disopra delle scalette e dei passaggi; quelle del basso sono separati da quelli dell'alto. E gli uni lavorano per gli l'altri, in quella formidabile solidarietà organica di vita e di movimento che è una nave da battaglia.

Il direttore di macchina del " Seydlitz ", Otto Looke, ha finito di raccogliere, da tutti i portavoce che confluiscono al posto centrale, le risposte dei suoi dipendenti. I motori elettricisti ausiliari sono in ordine...Il servo-motore è in perfetta efficienza....I gruppi di caldaie sono in ordine...Le pompe perfettamente attrezzate per ogni evenienza.

   Egli può prendere, allora, il microfono del telefono che comunica con la plancia, e gettare in alto le parole sacramentali.

- Tutto pronto in macchina per il combattimento ! -

Il grande incrociatore vibra tutto sotto l'impulso delle eliche che rompono spumeggiando le acque dello Skagerrak.

Nella luce rossastra delle lampade disseminate nel gigantesco groviglio di tubi e tiranti, gli uomini lavorano febbrilmente. Il ventre dell'incrociatore è tutto un formicolare di ombre.

Nelle brevi pause, gli uomini  tendono l'orecchio; guardano le pareti nere, attendono il primo eco di cannonate sul mare.

   Nulla. Soltanto la musica potente dei pistoni, delle bielle, delle ruote soltanto il va e vieni vertiginoso degli stantuffi, il ronzio delle turbine, la vita metallica e musicale di diecimila pezzi d'acciaio che scivolano, si intersecano, si incontrano, in un diluvio di olio e di grasso che stilla su tutto e su tutti.

   Poi, di colpo, il primo saluto della guerra. Un rombo sordo, un colpo secco sul fianco destro dell'incrociatore. La ruggine si stacca e cade sugli uomini vicini, come una piccola pioggia.

- Gas e fumo nella sezione numero V ! -

Cominciano i guai. Non appena il telefono ha squillato, gli ufficiali di macchina, si lanciano, dal posto centrale, verso la parte ferita. Nella sezione numero V non si vede più nulla.

Le lampade si sono spente; un'enorme nuvola nera si ingolfa per le scalette e le lampade portatili non riescono a sfondare la massa scura. Contemporaneamente si ode la tosse violenta degli uomini, mezzo soffocati dai gas.......

   Il primo obice inglese è scoppiato in macchina ed ha ucciso due uomini. Il fumo impedisce di vedere i loro corpi. Ma immediatamente si ode fischiare l'aria compressa che è stata liberata dai serbatoi del locale caldaie e che irrompe benefica, per ventilare gli ambienti e scacciare il fumo.

   Qualcuno vorrebbe aprire in alto gli sportelli corazzati. Il Direttore di macchina lo vieta: gli sportelli superiori non devono aprirsi che in caso disperato, di perdita della nave.

Fuori, il rombo della cannonata è continuo. Come va la battaglia ?

Nessuno lo sa, in macchina.

Quelli della plancia e della coperta non hanno tempo di dare notizie a quelli di sotto. E continuano a giungere, attraverso i potavoce, le notizie di nuove avarie.

- La luce si è spenta nella sezione caldaie, sulla dritta. -

- Servomotore in avaria ! -

- Compartimento delle turbine pieno di vapore ! -

Gli ufficiali non fanno in tempo a provvedere da una parte, che giunge dall'altra la notizia di una nuova avaria.

   Quella delle turbine è più grave di tutte. Il Direttore di macchina chiama a se tre ufficiali.

- Signori, bisogna andar a vedere. Se si è spaccato l'involucro delle turbine, fra tre minuti saremo immobilizzati. Il bastimento è perduto. Chi si sente di andare lassù a controllare ? -

   Gli ufficiali tendono l'orecchio. Le turbine continuano a girare regolarmente; si ode il loro enorme ronzio. Dunque ? Se la perdita di vapore provenisse da un guasto irreparabile, le turbine si sarebbero fermate. E non vi sarebbe più, nel locale, nessun vivente.....

  Tre meccanici si fasciano la testa  di stracci bagnati e si avanzano, stoicamente.....Si ingolfano nella scaletta; spariscono in un cumulo di ovatta bruciante. Si sentono le loro voci, coma una immensa lontananza  . Passano cinque minuti. Strisciando come serpenti in mezzo ai tubi che bruciano, col viso rosso, sfigurato dal calore, i tre uomini arrivano al punto dove è scoppiato il proiettile inglese e donde parte il fischio lacerante.

Bruscamente, il fischio cessa. Un respiro di sollievo. L'avaria era insignificante ; il colpo aveva soltanto aperto la valvola di sicurezza che lasciava sfuggire sbuffi continui di capore.

Alle dieci di sera, una scossa enorme; la nave sembra sollevata da un vulcano sottomarino.

   Un sommergibile inglese ha lanciato con successo un siluro che colpisce l'incrociatore a prua, sulla dritta. Nell'enorme squarcio l'acqua si ingolfa a torrenti !

E' cominciata la lotta titanica contro l'invasione. Gli uomini di macchina sembrano centuplicarsi.

Ad una ad una le lampadine elettriche che segnalano automaticamente l'avanzata dell'acqua nei locali e nei doppi fondi, accendono le loro piccole sinistre pupille rosse....

   Il " Seydlitz " , appesantito, si inclina verso prua. Si ode il rantolo affrettato di tutte le pompe che lavorano furiosamente, ma non bastano a vincere l'acqua.

Soltanto lo scompartimento dei tubi lancia siluri resiste ancora con le sue paratie e col suo volume d'aria, mantiene l'equilibrio della nave...

.....fuori, le cannonate si allontanano; gli inglesi si ritirano.....

   Ma la nave sembra perduta. Pure nessuno pensa, in macchina, ad abbandonare il proprio posto od aprire gli sportelli, in alto. Gli ufficiali, nel posto centrale, hanno l'acqua fino alle ginocchia.

L'incrociatore ha già " bevuto " più di tremila tonnellate d'acqua.

   La lotta diventa tragica, ossessionante. Le paratie della quinta sezione caldaie, oppongono una resistenza tenace alla pressione dell'acqua che si accumula contro di esse, da prua..

Ma le lamiere si inflettono man mano, si ingobbano, si sformano. Se cedono tutto è finito.....

   Da una parte l'acqua che sale. Dall'altra cinquanta uomini neri fumo, arsi dal vapore, nudi , sanguinanti per lo sforzo, specie di demoni nell'ombra, puntano contro le paratie pericolanti assi di rinforzo. Queste si piegano a loro volta e sembrano spezzarsi......

   A poppa, altre vie d'acqua . Altri uomini lavorano a tamponarle con pezzi di legno e grosse sbarre di sughero, i cosiddetti " materassi di sicurezza " .

Ma l'acqua spunta e si affaccia dappertutto. Essa vince il ritmo delle macchine e delle pompe. S'ode il fragore di cento cascatelle che risuonano lungo le scalette di ferro, vengono a contatto col metallo bruciante, provocano colonne di vapore.

....e non basta. Il telefono chiama : Incendio a prua .

La parte inferiore dell'incrociatore è minacciata dall'inondazione dell'Oceano, la parte superiore arde come una fiaccola nella notte sinistra, e tre squadre di uomini devono precipitarsi sul ponte e fare la catena coi secchi perchè le pompe non bastano più.

Soltanto a mezzanotte, il " Seydlitz " incontra i battelli pompa che gli vengono incontro a grande velocità da Wilhemshaven. E comincia la tregua.

I boccaporti delle macchine possono alzarsi; duecento uomini escono dall'inferno di fumo, di fuoco, di acqua e di metallo, nella divina freschezza riparatrice della notte di Maggio.

 

FINE

 

RED

 

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Bellissimo racconto ! 

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