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Le rotaie della ferrovia Circumarpiccolo di Taranto


Rostro

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In una delle mie escursioni alla ricerca di reperti della storia militare di Taranto mi sono recato nella zona dell’ingresso orientale dell’Arsenale militare. E’ un luogo abbastanza isolato ed estremamente suggestivo, con una fantastica vista sul secondo seno del mar piccolo,  dove una volta esisteva la sezione motonautica e canottaggio della Marina. Da anni purtroppo è tutto abbandonato ma, nonostante i cartelli di divieto di accesso, i lucchetti apposti ai cancelli vengono sistematicamente rotti da isolati pescatori che evidentemente trovano le acque antistanti particolarmente fruttuose.

Una delle volte in cui ho trovato il lucchetto forzato ho deciso di sfidare il divieto e mi sono avventurato all’interno. I ricordi di quando frequentavo quei luoghi da ragazzino purtroppo si sono scontrati con una realtà di fatiscenza. Ho però voluto fare qualche fotografia a testimonianza di quella particolare attività sportiva che svolgeva allora una Marina che ormai non esiste più.

 

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Ma  veniamo al motivo di questo mio post.  

Ciò che più mi ha affascinato nel mio giro sono state le rotaie della vecchia linea ferroviaria militare che, partendo dall’interno dell’arsenale, costeggiava il mar piccolo per poi giungere sulla sponda opposta alla polveriera di Buffoluto. La linea è ancora in buona parte armata. Nel tratto iniziale che esce dalla porta orientale dell’arsenale e che passa dopo pochi metri proprio di fronte al cancello di accesso della sezione motonautica, si vedono bene binari e traversine e si percepisce ancora il tipico odore oleoso di treno.

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La linea fu aperta nel 1916 ed è rimasta in servizio sino al 1978.  La vecchia locomotiva che trainava le tradotte di materiali, per anni rimasta abbandonata su di un binario morto all’interno dell’Arsenale (me la ricordo ancora alla fine degli anni 80) nel 2008 è stata recuperata e restaurata ed ora si trova nel deposito delle FS della stazione ferroviaria di Taranto.

Soffermandomi a guardare i binari e le traversine ho notato delle scritte ed alcuni particolari che mi hanno incuriosito e che per me, appassionato di storia minima, hanno rappresentato una sfida nella ricerca dei significati nascosti.

Guardate questa rotaia: la scritta appare, a prima vista, del tutto incomprensibile; lettere e numeri senza particolare significato. Sul posto ho fatto delle foto e, una volta a casa, ho avviato la ricerca.

Binario2.thumb.jpg.af210eba866b22011abceaecdba41574.jpg

All’epoca della costruzione di questa linea, nella rete ferroviaria italiana erano ancora in uso molti modelli diversi di armamenti leggeri, per lo più con rotaie da 27,8 o da 36 Kg/m, ereditati dalle numerose società ferroviarie private che avevano preceduto l’esercizio di Stato, ognuna delle quali aveva un proprio armamento. Negli anni successivi l’Amministrazione delle F.S. per semplificare decise di standardizzare sempre di più i tipi di armamento che divennero principalmente soltanto tre a fronte dei circa venti che esistevano in precedenza. Per le linee principali si utilizzarono rotaie da 46,3 kg/m e da 50,6 kg/m; per le secondarie si utilizzarono i modelli RA 36 M (rotaie da 36 Kg/m)  o RA 36 S (rotaie da 36,1 kg/m) il primo dei quali armava la ferrovia circumarpiccolo

Ma iniziamo l’indagine sul significato della scritta e cerchiamo di capire cosa rappresentano le lettere BV & C°. L’intuito mi suggeriva che potevano essere le iniziali della ditta fabbricante dal nome BV e Company. Ma cosa si celava dietro la B e la V? Una tenace ricerca su internet ha dato i suoi frutti svelandomi un’azienda siderurgica e mineraria inglese fondata nel 1864 da Henry Bolckov e John Vaughan. I due erano amici e avevano sposato due sorelle, particolare che sicuramente influì sul loro sodalizio iniziato nel 1840 quando nella città di Middlesbrough iniziarono a produrre ferro. Nel 1846 costruirono i loro primi altiforni fondando una società che utilizzava carbone per produrre coke e pietra di ferro da cui ricavavano la ghisa. La ditta, tra innovazioni tecnologiche e ingrandimenti strutturali andava, almeno nel primo periodo, a gonfie vele tanto che nel 1864 la Bolckov, Vaughan and Company Ltd fu registrata con un capitale di 2.500.000 sterline, ciò che la rendeva la più grande società mai costituita sino a quel momento. Tuttavia, ciò che riguarda da vicino la storia della nostra ferrovia è che tra i prodotti siderurgici dell’azienda vi erano i binari ferroviari.

Quindi il primo tassello del puzzle è andato al suo posto: BV & C° è la ditta fabbricante di quel tratto di binario che avevo fotografato.

Procediamo con il secondo tassello, quello più facile da interpretare: la scritta IIIII 1881 . Non è altro che il periodo in cui fu costruito quel pezzo di rotaia: Maggio 1881. Il mese è scritto in cifre latine ma al posto della tradizionale V che indica il 5, e cioè il mese di Maggio, è stato utilizzato il modo alternativo (e poco conosciuto) di scrivere il 5 con le cinque barrette verticali IIIII.

Ed eccoci al terzo ed ultimo tassello: la sigla S F M.

Qui, a mio avviso, possiamo fare solo delle ipotesi ma con un certo fondamento. Dobbiamo a questo punto tornare al discorso iniziale sulle ferrovie private che esistevano alla fine dell’800. Tra queste vi era la Società Italiana per le Strade Ferrate Meridionali fondata nel 1862 dal conte Pietro Bastogi, che gestì un gran numero di linee ferroviarie in gran parte al nord e nel versante adriatico e meridionale della penisola italiana.

Quindi S F M , a mio parere, è l’acronimo delle Strade Ferrate Meridionali.

Tirando le fila di quanto abbiamo sin qui scoperto, possiamo riassumere in questo modo:

la scritta  B V & C°    IIIII 1881    S F M  sta a significare che quel tratto di rotaia è stato costruito dalle acciaierie inglesi Bolckov, Vaughan e Company nel maggio 1881 per la Società italiana “Strade Ferrate Meridionali”

Bene, adesso che conosciamo il modo di interpretare queste scritte, guardiamo questo altro tratto di rotaia che ho fotografato un po’ più avanti lungo la stessa linea:

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Ormai forti di quanto abbiamo sin qui scoperto, siamo in grado di capire che la rotaia venne costruita a Torre Annunziata nell’ottobre 1905.

Ma che significa R.A. 36 M? Altro mistero, altra ricerca. Qui però mi sono dovuto addentrare in una materia per me del tutto sconosciuta ma altrettanto affascinante: la tecnica degli armamenti ferroviari. E tra la definizione di rotaie, traverse, massicciata, pietrisco, etc etc. ho alla fine trovato quello che mi interessava. Ora, sperando di non annoiarvi troppo, vi descrivo in poche parole cosa si intende per armamento: l’armamento è la rotaia, con il suo profilo e quindi con il suo peso per metro lineare o peso unitario. A seconda del tipo di rotaia utilizzato si abbinano differenti appoggi, differenti lavorazioni delle traverse e differenti tipologie di accessori degli organi di attacco. Di conseguenza ogni armamento ha una sua denominazione che in genere viene espressa in forma sintetica con una sigla. Ed eccoci a noi: la sigla RA 36 M indica rotaie (Railway Armament) il cui peso è di 36 Kg per metro lineare.

Per finire vi propongo un’ultima chicca rappresentata da quest’altra fotografia:

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Cosa sarà mai questa specie di bottone numerato che sembra uscito dal sacchetto della Tombola?

Anche qui nuova ricerca che mi ha permesso di scoprire che si tratta del c.d. chiodo millesimo indicante l’anno di fabbricazione della traversina (1939).

Ci sarebbero altre curiosità da svelare ma non abuso della vostra pazienza…magari una prossima volta.

1.jpg

Modificato da Rostro
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👏👏👏Anch' io sono interess.ato alla "Storia minima"  delle piccole cose. Se hai fatto altre foto ti pregherei di postarle. Anche a me dispiace vedere questa zona in stato di degrado.

 

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Sono basito.

Veramente interessante... mi associo a Totiano: continua ad "abusare" (che abusare non è)... 😉

Complimenti Rostro!

Navy60

 

P.S.: sarebbe interessante se fosse recuperata e magari sfruttata per fini turistici.

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  • 2 weeks later...

Una splendida notizia, della quale ancora non ero al corrente quando ho editato questa discussione.

La vecchia locomotiva che trainava i vagoni sulla circumarpiccolo, restaurata e tornata al suo aspetto originario, da pochi giorni ha fatto rientro in Arsenale ed è stata posizionata su un breve tratto di binari davanti alla museo che si trova all'interno della struttura militare.

Un pezzo di storia che darà il benvenuto ai visitatori e che potrà essere ammirato dagli appassionati. 

Non appena sarà possibile, covid permettendo, tornare a far visita al museo, sarà mia cura effettuare un ricco reportage fotografico. Nel frattempo godiamoci le immagini proposte in questo articolo

https://www.laringhiera.net/quel-treno-sulla-circummarpiccolo-che-collegava-larsenale-a-buffoluto-video/?fbclid=IwAR0dxJv_pbcPFHTVQBxi6fkVd1s91FggqXhSsbNiMSnTrK46d6qoGHEjpfo

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