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L'insubordinazione di un Ammiraglio


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Dalla biografia di Napoleone scritta da Emil Ludwig (Napoleone - Ed. Mondadori - 1930) ho tratto un passo che mi ha particolarmente colpito e che induce ad apprezzare le doti di carattere e di umanità di certi uomini di mare.

Pertanto ho pensato di ampliarlo ed elaborarlo al fine di rendere la narrazione più completa e, quindi, di proporvelo per stimolare i vostri commenti.

 

Durante i preparativi per una mai realizzata invasione del Regno Unito, pianificata da Napoleone Bonaparte tra il 1803 e il 1805,  si verificò un episodio che vide protagonista l’ammiraglio Etienne Eustache BRUIX, Comandante in capo della flotta francese stanziata a Boulogne che avrebbe dovuto portare le truppe d'invasione oltre la Manica.

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Étienne Eustache Bruix, di E. Charpentier, inciso da Ch. Geoffroy. 1840 (da Wikipedia)

 

Sulla costa del canale della Manica i Francesi avevano, infatti, raccolto un esercito di circa 200.000 soldati che aveva preso il nome di Armée des côtes de l'Océan (Armata delle Coste dell'Oceano) o Armée d'Angleterre (Armata d'Inghilterra).

I preparativi fervevano per quella che, nei progetti di Napoleone, avrebbe dovuto essere l’operazione definitiva nel conflitto contro l’acerrimo nemico.

Le truppe furono condotte ad esercitarsi sui campi presso Boulogne dove Napoleone si intratteneva spesso compiacendosi nell’assistere alle riviste che continuamente ordinava in attesa di attraversare la Manica. 

Durante una delle sue visite Napoleone però commise un errore madornale: ordinò una rivista navale nonostante le condizioni atmosferiche facessero presagire lo scatenarsi a breve di una tempesta.

L’Ammiraglio Bruix, marinaio esperto ed energico, che aveva partecipato tra l’altro alla guerra d’indipendenza americana, all’invasione dell’Irlanda nel 1796 ed era stato anche Ministro della Marina nel 1798, considerata la situazione, si rifiutò di prepararla.

Napoleone, all’epoca già Imperatore, quando vide che nulla era stato predisposto, chiese spiegazioni all’ammiraglio, il quale molto semplicemente gli rispose così: “Vostra maestà lo vede quanto me: vuole mettere inutilmente a repentaglio con questo tempo la vita di bravi marinai?

Immaginiamoci la scena: Napoleone, l’Imperatore Napoleone, il geniale vincitore di tante battaglie terrestri, colui che aveva sottomesso popoli e regnanti imponendo a tutti il suo volere, che in mezzo ai suoi ufficiali viene tacciato, neppure tanto velatamente, di incompetenza e crudeltà.  

Ma riesce a mantenere l’autocontrollo; pallido in volto per l’affronto subito, replica gelido: “Signore, io ho dato un ordine. Le conseguenze riguardano me solo…Obbedite!

Bruix non può accettare una risposta di tal genere che rimette la vita dei suoi marinai al capriccio vanaglorioso di un solo uomo, anche se Imperatore, e risponde: “Sire, io non posso obbedire”.

Napoleone non crede alle sue orecchie: “Signore, voi siete insolente!

Il silenzio che segue, durato qualche secondo, deve essere stato glaciale.

Napoleone, il cui tumultuoso stato d’animo di quel momento possiamo solo immaginare, contrae la mano che impugna lo scudiscio e si avvicina minaccioso a Bruix.

L’Ammiraglio indietreggia di un passo mettendo la mano all’elsa della spada…

Deve essere stata una scena di intensità straordinaria: Vedere un ammiraglio a cui la vita dei suoi marinai sta talmente a cuore da opporsi apertamente e in pubblico al volere dell'Imperatore.

Mentre gli astanti osservano impietriti, si ode la voce ferma di Bruix che lacera il silenzio: “Sire, badate!”

Napoleone è sconcertato ma resta freddo e impassibile mentre dice: “Voi dovete lasciare Boulogne entro 24 ore e ritirarvi in Olanda”.

Poi, rivolge lo sguardo verso l’altro Ufficiale di fianco a Bruix e gli ordina: “Signor contrammiraglio Magon, eseguite la manovra comandata!”

Termina così, in modo brusco e repentino, la carriera di Bruix che, costretto a rientrare a Parigi, morirà di tubercolosi a soli 45 anni.

E la rivista navale? Quella si tenne. Magon si guardò bene dal non obbedire; evidentemente l’insubordinazione non era nelle sue corde.

Tuttavia quanto paventato da Bruix si verificò puntualmente: durante la bufera molte imbarcazioni si rovesciarono e, nonostante i soccorsi ai quali partecipò lo stesso Napoleone, furono raccolti 200 cadaveri gettati dal mare sulle rive il giorno dopo.

L’invasione invece non fu mai realizzata. Il controllo della Manica restò saldamente nelle mani degli Inglesi, costringendo Napoleone a rinunciare all’impresa e, in seguito, anche ai suoi progetti di dominio sul mondo intero…

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Ho anch'io il testo di Ludwig (quello originale, in francese, del 1928). Ecco, visto che guarda caso proprio in questi tempi mi sto interessando (lateralmente) a Napoleone: ho l'impressione che, come DE Gaulle, non fosse affatto una stratega militare, ma uno stratega della comunicazione.

Per dire: se ne è andato dall'Egitto piantando lì la sua armata; se ne è andato dalla Russia piantando lì la sua armata... ecchecavolo! Ok chiudiamo

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