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LA PESCA CON LA LENZA......


Red

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Episodio tratto da : " Onde insanguinate - La Guerra sui mari " - 1931

di Italo Sulliotti -

Capitolo 8°

 

LA PESCA CON LA LENZA

 

Quando il sommergibile tedesco U.B.15 accosta alla boa di Chanack e invia un uomo a legare la cima d'ormeggio, il sole è già alto sul Bosforo.

   Tutt'intorno, è nell'aria una diffusa gaiezza. I Dardanelli assumono difficilmente l'aspetto di un paesaggio di guerra : sono inondati di luce e di serenità diffusa.

Bisogna averli visti nella tragica mattina in cui li hanno attaccati, in un vano tentativo di forzamento, le squadre anglo-francesi, per comprendere come essi possono assumere i colori della tragedia.

Quella mattina tutto è calmo. I tedeschi si preparano a riposare qualche ora, a " filare " a terra, dove i turchi sanno preparare per gli alleati fedeli, per i soldati e i marinai del grande Sultano dell'Occidente, piacevoli ed allettanti serate.

   L' U.B.15 è un piccolo sommergibile, di quelli che gli ufficiali della base di Wilhemshaven chiamano scherzosamente " macchine da cucire ". Non è facile maneggiarlo.

Prepara continuamente delle sorprese, come un monello dispettoso.

Pochi giorni prima, in Mediterraneo, ha lanciato un siluro contro un cargo francese. Ma per poco non è rimasto vittima del suo stesso tiro. Il sommergibile è così leggero, e il suo equilibrio così instabile, che il siluro, uscendo bruscamente dal tubo ed alleggerendo improvvisamente la prua, ha provocato uno sbalzo all'insù ed ha portato il sommergibile col

" naso " fuori dell'acqua, a cento metri da una silurante inglese, di scorta al convoglio, che ha aperto subito il fuoco. Per un miracolo, l'U.B.15 ha potuto risommergersi e filare sotto.

   Lo comanda Heino Von Heimburg, uno dei giovani " assi " della marina tedesca. Proviene dalla marina mercantile : piccolo, nero, tarchiato, si è specializzato nella distruzione sistematica del commercio nemico, e la compie con metodicità e con moderazione.

Non è di quelli che attaccano i naufraghi né infieriscono sui caduti.

Sta vestendosi, nel quadrato del sommergibile che misura , tutto sommato, un metro e mezzo. Quand'ecco che il marinaio di guardia gli annuncia una visita.

   Colui che sta giungendo a bordo è il Principe Reuss, uno degli uomini che più autorevolmente rappresentano la Germania presso il Governo ottomano.

Egli si ferma sull'alto della scaletta e saluta sorridendo Von Heimburg. Ma dopo le prime effusioni, gli fa colla mano un segno di richiamo frettoloso.

- C'è da fare per voi, Comandante. _

- Da fare ? Io speravo un poco di tregua, soprattutto per i miei uomini ! -

- Un sottomarino inglese è impigliato, da stamane alle sei, negli sbarramenti di Chanack !  -

Von Heimburg drizza gli orecchi. Qualunque sia la stanchezza dell'uomo, l'istinto del cacciatore e del marinaio riprende il sopravvento. Non si fa ripetere due volte l'informazione.

Due minuti dopo è in coperta, e i suoi occhi neri, penetranti come punte di spillo, guardano attentamente le acque del Bosforo, verso Chanack.

   Una piccola cannoniera turca è ferma sulle acque.

Si nota, sul ponte, un va e vieni di uomini affacendati ; si scorgono degli uomini affacciati alle murate, che guardano attentamente in basso.

Effettivamente, c'è qualcosa ,là sotto. Alle sei di mattina, le barche della Capitaneria ottomana, passando al di sopra delle reti d'acciaio tese per ostruire il canale, hanno visto l'acqua ribollire ed agitarsi, come se qualcuno imprimesse alle ostruzioni una serie di scosse. Pochi minuti dopo si sono viste venire a galla le bolle d'aria che caratterizzano lo sfuggire della pressione dalle bottiglie d'aria compressa dei sommergibili. Poi nulla. I Comandi navali dei Dardanelli, avvertiti subito, non hanno osato ordinare il bombardamento colle granate sottomarine, nel dubbio che potesse trattarsi di un sommergibile tedesco incappato, per errore, nelle reti turche.

Non si sa che fare. E per questo - non appena segnalato a Stambul l'arrivo felice dell'U.B.15, sfuggito miracolosamente alla crociera inglese che blocca l'entrata dei Dardanelli -

si è pensato a Von Heimburg, il solo che possa risolvere la questione.

   Von Heimburg si è buttato sulle spalle l'impermeabile. Fa segno agli uomini di mettere in mare il battellino a due remi.

Il Principe Reuss lo guarda un poco stupito. E' con quel giocattolo che l'ufficiale tedesco vuole andare a caccia del sommergibile nemico ?

   Von Heimburg sorride. Ha la sua idea. Sceglie, come marinaio del battellino, il cuciniere Herzig, un allegro ragazzone di Brema. E salta sulla barca, dopo aver preso con sé una sonda e una carta tedesca dove i fondali del Bosforo sono minuziosamente descritti.

   Piano piano, al ritmo sordo dei due remi, il battellino avanza sull'acqua tranquilla, verso il posto indicato. Non si vede nulla : le onde sono calmissime, intorno alle ostruzioni retali.

Da bordo della cannoniera, i turchi seguono curiosamente la manovra dell'ufficiale tedesco che sporge dal bordo, e, colle mani agli occhi, cerca di vedere un'ombra, in fondo.

Non si vede niente. Se l'inglese è là sotto, probabilmente ha cessato di vivere e di dibattersi. Ad ogni modo è bene sincerarsene.

   Il cuciniere Herzig ha afferrato lo scandaglio e lo fila lentamente fra le grosse dita, dicendo ad alta voce, scandendoli, i numeri della profondità.

Curvo sulla carta, Von Heimburg segna e controlla ; egli sta esaminando metro per metro il fondo marino, intorno a Chanack.

   Ecco che, ad un tratto, i numeri non corrispondono più. Lo scandaglio deve avere incontrato, laggiù, una " montagnetta ", una elevazione che sulla carta non c'è……...

Ci siamo. Von Heimburg continua a girare col battellino in un raggio di venticinque metri, ripetendo le osservazioni. Poi si alza e ordina al marinaio di accostare la cannoniera.

   Quando è sotto bordo, ordina al comandante turco - che lo sta a guardare con rispettosa ammirazione - di mollare in mare una granata regolata a venti metri, con mezza carica di esplosivo. E' una specie di fuoco d'artificio sottomarino, destinato a " svegliare " l'inglese che dorme.

   Pochi minuti dopo, l'esplosione si allarga sul mare e fa oscillare violentemente la cannoniera. Herzig che è rimasto nel battellino precipita in mare bestemmiando e si attacca ad una fune che pende dal bordo.

   Von Heimburg guarda il mare, pazientemente. Ha ordinato di puntare i cannoni contro lo specchio d'acqua che egli ha frugato colla sonda: due torpediniere turche sono sopraggiunte da Chanak e aspettano anch'esse le " novità " .

Le novità non si fanno attendere. Improvvisa, grondante di acqua, emerge dal Bosforo la torretta di un sommergibile inglese. Von Heimburg alza la mano e impedisce ai turchi di far fuoco. Ma una delle torpediniere tira di sua iniziativa, con un fuoco rabbioso, e i proiettili colpiscono  in pieno il sommergibile. Dagli sportelli aperti si vedono sbucare gli uomini che si gettano in mare. Ultimo, sale sulla scaletta il Comandante.

   E' il tenente di vascello Warren, un roseo ragazzo tranquillo, che se ne esce dal boccaporto sorridendo, con l'aria di un monello distratto. Ma cos'ha sul viso ? Si direbbe che porti sulle guance una maschera bianca……..

  Von Heimburg ha fatto avvicinare in fretta le due lance della cannoniera turca. Esse raccolgono gli inglesi che nuotano a grandi bracciate nell'acqua calmissima.

Quanto al sommergibile, esso si sta inclinando sul fianco sinistro : l'acqua del Bosforo gorgoglia intorno ai boccaporti rimasti aperti, s'ingolfa per i fori aperti dalle cannonate - per miracolo nessun uomo è stato toccato ! - discende come un torrentello nella camera di manovra e dei motori.

L'agonia di una nave è sempre tragica. E i tedeschi vedono con emozione l'U.7 andarsene per sempre verso il cimitero sottomarino.

   Quando Warren mette il piede sul ponte della cannoniera, Von Heimburg lo saluto cortesemente, la mano alla visiera. Egli fa la domanda di prammatica :

- Avete bisogno di nulla ? -

L'inglese ha una risata di fanciullone. 

- Aho ! Yes… Ho bisogno di un altro rasoio Gillette. Nel momento in cui ci avete disturbati, stavo di radermi. E non ho trovato più il mio caro, vecchio rasoio.

Il tedesco sorride a sua volta. I due nemici non sono più in quel momento, che due marinai : la guerra " di terra " ignora queste pause dell'odio.

- Come mai siete venuti a galla ? .

- Aho ! Ci facevate il solletico, col vostro maledetto scandaglio. Ed abbiamo pensato che si trattasse di mine a strascico che ci sfioravano coll'ormeggio. Allora, naturalmente, ho ordinato di venir su, perché non amo la morte del topo. Se la vostra vecchia caffettiera turca non avesse fatto fuoco subito, molto probabilmente l'avrei silurata. I tubi davanti erano pronti. Sarebbe stato molto divertente. -

   Da Chanack si accosta una grossa lancia a vapore, che reca il Comandante della Base tedesca; un capitano di vascello rosso e traculento. E' di un temperamento diverso  da 

Von Heimburg ; soffre di digestioni difficili e di collera a freddo.

   E' venuto a prendere possesso dei prigionieri e arriccia il naso quando Warren e Von Heimburg in un colloquio animato e quasi amichevole.

L'inglese lo guarda un poco ironico. Il Comandante tedesco lo saluta freddamente e fa segno, con un gesto brusco, di passare alla lancia.

   Quando la imbarcazione, stracarica, passa dinanzi al battellino dove Von Heimburg ha ripreso posto per tornare sull'U.15, Warren grida il suo più giocondo : Good bye !

E Von Heimburg, con un piccolo inchino, gli risponde.

- Guten morgen, mein herr. Fra un'ora, vi manderò il rasoio, a casa. -

La guerra - qualche volta - si fa anche così.

 

FINE

 

 

 

 

 

 

 

 

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Come gli altri che hai riportato, anche questo è un un bellissimo racconto, Gianni.

E' da ricordare che l'Oberleutnant Heino von Heimburg  rappresentò una spina nel fianco anche per la Regia Marina in Alto Adriatico. Affondò infatti,  Il 10 giugno 1915 al comando dello stesso UB-15 ,il nostro smg Medusa, al largo di Piave  Vecchia  e,  a distanza di meno di un mese, il 6 luglio,  questa volta al comando del UB-14,  l'incrociatore corazzato Amalfi, al largo del porto di Venezia.  Un vero flagello !

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Iniziò  il suo " flagello " colpendo proprio le nostre unità militari 

ma poi anche mercantili  della Esso

Morì prigioniero dei russi a Stalingrado nel 1945.

Qui possiamo leggere la sua brillante carriera  di " affondatore"

https://uboat.net/wwi/men/commanders/119.html

 

Grazie Totiano e Danilo

 

RED

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On 1/5/2020 at 00:59, danilo43 said:

Come gli altri che hai riportato, anche questo è un un bellissimo racconto, Gianni.

E' da ricordare che l'Oberleutnant Heino von Heimburg  rappresentò una spina nel fianco anche per la Regia Marina in Alto Adriatico. Affondò infatti,  Il 10 giugno 1915 al comando dello stesso UB-15 ,il nostro smg Medusa, al largo di Piave  Vecchia  e,  a distanza di meno di un mese, il 6 luglio,  questa volta al comando del UB-14,  l'incrociatore corazzato Amalfi, al largo del porto di Venezia.  Un vero flagello !


Per l'Amalfi è secondo la (Cronistoria documentata della guerra italo-austriaca)

 « U. B. 26 » (GERMANICO « U.B. 14 »)

di seguito i fatti:

...... Con l'arrivo della Divisione Cagni, essendo anche le forze navali leggere considerevolmente aumentate, il servizio di crociera sulle coste nemiche venne intensificato, sia come affermazione del nostro potere navale nell'alto Adriatico, sia allo scopo di sorprendere le siluranti nemiche con gruppi di nostri cacciatorpediniere più numerosi, i quali, a loro volta, potessero appoggiarsi ad una forte e veloce unità.

Perciò nella sera e nella notte dal 6 al 7 luglio uscivano le due squadriglie di c.t. Carabiniere ed Indomito in esplorazione avanzata verso l'Istria con l'ordine di congiungersi alle ore 4,30 del mattino con l'Amalfi, che sarebbe uscita nella notte.

Alle ore 2 antimeridiane del'7 luglio l'Amalfi, scortata dalle due torpediniere d'alto mare Calipso e Procione, usciva da Malamocco ed in franchia degli sbarramenti, alle ore 3,24 dirigeva a 17 mg. di velocità con rotta vera 77° per il punto di riunione. Alle ore 4,10 antimeridiane, in latitudine 45° 12' Nord ed in longitudine 12° 53' 5" E. G. veniva colpita da un siluro, al centro a sinistra. Dopo sei minuti si capovolgeva e dopo 10 minuti si inabissava. Dell'equipaggio perirono 72 persone fra cui un Ufficiale, mentre, i salvati furono 682 raccolti dalle due torpediniere A. M. e dai c.t. in crociera prontamente accorsi (1).

Le perdite furono relativamente lievi per la mirabile prova di disciplina data dall'equipaggio. I superstiti dell'Amalfi accasermati a Venezia vennero raggruppati su due compagnie e subito inviati con le relative artiglierie da sbarco a prestare servizio al fronte terrestre, alla estrema ala destra, della III Armata, costituendo così il valoroso nucleo Amalfi al comando del 1° Tenente di Vascello Savino Meninni.

In altro fascicolo verrà più diffusamente trattato di questo argomento. Per quanto riguarda il fronte terrestre, conviene riportare il promemoria che il Contrammiraglio Cagni il 10 luglio 1915 inviava a S. E. il Capo di Stato Maggiore della Marina, in cui era detto:

La perdita dell'Amalfi e le condizioni di tempo e di luogo nelle quali avvenne l'affondamento, fanno sorgere la convinzione che nel golfo di Venezia il nemico eserciti vero e proprio blocco di sottomarini.

«Ed invero questa convinzione è avvalorata dalle notizie dello Stato Maggiore al riguardo e da quelle locali pervenute a questo Comando e spedite stamane all'E. V. Da questo insieme di informazioni risulta evidente la potente organizzazione subacquea che si svolge con centro a Pola.

Ciò posto, appare evidente la necessità di svolgere una offensiva con unità sottili e veloci ed una controffensiva subacquea mobile e fissa.

La controffensiva subacquea fissa conviene sia fatta:

1)   Con torpedini «Bollo» ed «Elia» lanciate dai c.t. tipo Soldato convenientemente appoggiati e sostenuti da c. t. tipo Indomito.

2)   Dalle siluranti costiere con l'uso delle reti esplosive.

La controffensiva subacquea mobile non può essere fatta che dai sottomarini.

L'offensiva poi dovrebbe essere fatta dai maggiori c. t. aggruppati in forza, in modo da poter affrontare una nave tipo Spaun. Questo lavoro poi potrebbe riuscire intrecciato ed armonico e, quasi sempre, svolgersi di notte, salvo la parte nettamente offensiva da tentarsi generalmente nelle prime ore del mattino.

 

Nota (1) 

In appendice a questo fascicolo abbiamo creduto opportuno riportare qualche documento nostro ed austriaco riguardante il siluramento dell'Amalfi.

La questione assume speciale importanza pel fatto che il sottomarino era Germanico e poiché la Germania non era, ancora in stato di guerra con l'Italia, ciò costituisce una prova di più dei mezzi sleali usati dalla Germania. La dichiarazione di guerra dell'Italia alla Germania avvenne oltre un anno dopo, e cioè il 27 Agosto 1916.

Modificato da Visitatore
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Ineccepibile quanto  hai riportato Vincenzo.

Per brevità avevo sommariamente nominato i due battelli solamente con il loro nominativo tedesco. E' una questione che conosco bene, avendola trattata nel saggio pubblicato dal Bollettino d'Archivio. dell' USMM nel settembre 1991, intitolato "L'ultima crociera della R.N. Amalfi. 

....solamente a fine guerra si viene a conoscere da fonte austriaca che il siluramento dell'Amalfi è avvenuto ad opera del sommergibile U.26 ex germanico UB14, con intero equipaggio tedesco, al comando del C.C. Heino von Heimburg, lo stesso ufficiale che, al comando del sommergibile U.11 ex germanico UB.15, il mese precedente e quasi nelle stesse acque, aveva affondato il nostro sommergibile Medusa ...

La vicenda del  Medusa l'avevo trattata nel B.d.A. del dicembre 1994. Quella della nazionalità di appartenenza è storia analoga a quella che ritroviamo nel siluramento della torpediniera 5 PN, avvenuto il 26 giugno 1915 da parte del sommergibile a.u.  U.10,  in realtà il germanico UB.1 giunto a Pola via ferrovia il 6 maggio 1915,  prendendo servizio nei ranghi della Marina Imperiale germanica il 4 giugno 1915.  La consegna ufficiale all' Imperial regia Marina austroungarica avvenne  solamente il 12 luglio 1915.  (c.f.r. saggio D. Pellegrini, P. Zagnoni  B.d:A. USMM dicembre 1993).

 

 

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Interessante Danilo,

non sapevo delle tue pubblicazioni sul BdA… cercherò di procurarmi il digitale… 

Volevo anche dire: Secondo me, vista l'incredibile storia sia dell'incr. che del Gruppo… sarebbe bello inserire anche qui (magari in un post ad hoc) tutta la storia… 

 

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Non ero al corrente che fossero stati digitalizzati anche i vecchi numeri del BdA, ma i saggi di cui sopra te li invio direttamente.

Una domanda: dalla sezione editoria riesco a scaricare solamente l'elenco degli articoli pubblicati, ma non i recenti Bollettini. Che tu sappia è cambiato qualche cosa o è una situazione momentanea ?

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