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Sommergibili Italiani nella 2^GM


Totiano

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Sul blog "Comando Supremo" al link https://comandosupremo.com/italian-submarines/ è stato pubblicato un articolo interessante da tal Jim H.

Per quanto breve, tocca i principali pregi e difetti in maniera neutra. Sono invece molto interessanti le tabelle poste in calce all'articolo, che riassumono molti dati.

Magari si puo non essere d'accordo sul dare al c.te Barghese l'operazione di Alessandria, peraltro riportata come danneggiamento invece che affondamento (sarebbe utile vedere una valutazione sui danneggiamenti di Taranto da parte della stessa persona).

Interessante la parte sui siluri magnetici, che riporto qui in calce, perché poco nota:
 

Quote

 

Magnetic Torpedo

One aspect of the Italian submarine that was commendable was their advanced Torpedo design. Professor Carlo Calosi was the inventor of the magnetically activated torpedo, which would explode as it passed under a ship’s keel. That may be one of the reasons why Italian submarines had such a good attack/kill ratio.

During the Italian Armistice, Calosi, by order of the Italian Navy Experimental Weapons Division, gave the Allies a countermeasure which disrupted the magnetic field of the torpedo, which the German began using by the thousands with their U-Boats by the end of ’43. This countermeasure was placed on Merchant Ships rendering the torpedoes virtually harmless.

 

 

Mentre non è corretto dire che alla fine del conflitto rimasero solo Giada e Vortice,  i battelli erano molti di più ma furono ceduti, come sappiamo, come risarcimento danni di guerra e solo la Francia rifiutò la sua spettanza (Giada e Vortice, appunto) lasciandoli all'Italia col patto di smantellarla. Le cose poi ebbero un seguito differente  …

Italian Submarines in World War Two Statistics | Comando Supremo

 

 

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  • 2 years later...

Sono il nipote di un sommergibilista del Neghelli, conservo con estremo rispetto e cura alcuni distintivi che erano in possesso dei miei nonni che li avevano ricevuti con parte della divisa il nastro nero che era sul cappello ed altro che però purtroppo non ho ritrovato in famiglia e mia madre non sapeva dove fossero stati messi o portati. 

A parte un sentimento personale di affetto verso questo zio mai conosciuto, sento profondamente il bisogno di arrivare a conoscere il più possibile per un senso di amore e rispetto nei riguardi di mia nonna materna che dal giorno in cui si verificò il doloroso evento, non ha più indossato altro che un abito nero che definisse i rendesse evidente la grande ferita subita per la perdita del suo figlio minore.

Ho cercato di raccogliere di tutto, foto del Neghelli, dell'equipaggio, e purtroppo tutte foto in cui resta veramente difficile riuscire ad individuare mio zio.

in una discussione precedente credo che il parente di uno dei componenti l'equipaggio, probabilmente la persona che avrebbe dovuto dare lo smonto a mio zio, cosa che il fato non aveva invece favorito, aveva detto di avere delle foto e sarei stato felice di poterne avere copia anche solo via mail,  affinché possa riunire il tutto.

Mio zio si chiamava Guido Luise ed era addetto alla cannoniera di prua, se non erro, ed il sommergibile dopo una azione in cui rese danni ad un mezzo navale inglese, fu rintracciato e colpito al largo di capo Falconara in Grecia.

Da allora a nulla sono valse le istanze dei miei nonni, avallate e sostenute nel dopo guerra anche da miei zii ufficiali di marina per tutta la loro vita per avere indicazioni da parte dell'ammiragliato inglese per avere una indicazione della zona di affondamento, e si può immaginare il dolore di una madre per non un corpo su cui piangere nè una tomba su cui pregare. 

Penso che sia chiaro il motivo che mi spinge in questa ricerca, anche perché un tempo tutte le famiglie, che hanno patito uguale calvario di dispersi e poi dichiarati deceduti, avevano stipulato un accordo con la curia di Napoli e la chiesa Dello Spirito Santo in via Roma aveva dato loro la possibilità di esporre la foto del loro caro e la celebrazione di una messa in suffragio per sempre in una cappella, da me visitata spessissimo, poi per motivi diversi non sono più potuto andarci e dopo qualche anno nel ritornare tutto era stato tolto dalle pareti della cappella ed alle mie domande poste ad un sacerdote, questo mi disse che le ossa(?) erano state poste nell'ossario della chiesa, poi avendogli detto che era una balla perché ossa non potevano esserci essendo dispersi in mare, ed allora si passo alla pagliacciata della sfilata di gagliardetti di vario genere che assistevano alle funzioni, secondo lui un ostentazione fascista. Non credo proprio che dei genitori avessero un fine politico nella loro voglia di riunirsi per sentirsi in unione con i loro cari. mi risulta che sia stato fatto un lascito all'epoca per avere questo privilegio, e nulla ho potuto fare per avere una spiegazione o, almeno, la restituzione della foto di mio zio che rea li posta.

Se riusciste ad avere una spiegazione da qualcuno del gruppo sarei soddisfatto.

Tra le cose di mio zio che mi sono giunte, non ho potuto recuperare un libricino con la preghiera del marinaio  275386073_497355725389557_6537531129197231972_n.jpg.92b2ced86d316aa6be873458172f4561.jpg con sulla copertina un sottomarino in ottone, non so se ancora viene data ai sommergibilisti e se fosse possibile sapere se la si può recuperare da qualche parte, comprare e quanto può costare.

Mi scuso per la lunga chiacchierata, ma son realmente coinvolto da questa cosa, sono vissuto per anni con mia nonna che spesso mi chiamava Guiduccio, confondendosi perché anche io ultimo di quattro figli, così mia madre come mia nonna, e sento che tutto ciò che posso raccogliere è un dovere che allevia le pene di mia nonna, anche se ormai sicuramente insieme a tutti i suoi figli in una vita certamente migliore.

Vi ringrazio e spero di riuscire a recuperare anche la più piccola cosa che mi possa essere utile in questa mia ricerca.

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Si vede il coinvolgimento e la passione, e ti fanno davvero molto onore! Credo sarebbe meglio creare una discussione dedicato allo zio o, magari, piu in generale al R Smg Neghelli. se sei d'accordo provvedo.

 

Cominciamo coi cimeli, saremo felici se vorrai condividerli su queste pagine! Ne siamo "golosi" e, questo a parte, cosa se non un cimelio, aiuta a mantenere viva la memoria?

Riesci a indicarmi la discussione del parente di chi doveva rilevare tuo zio? tentiamo un contatto, magari qualcosa si smuove .

Per l'Ammiragliato inglese temo che poco si possa fare, ma c'è qualcuno che ha dei contatto su queste pagine e magari qualche miracolo puo accadere,

Per la cappella a Napoli non conoscevo tale (bella) esanza, peccato per cio che è successo, vorresti raccontarci qualcosa di piu?

 

Quella bella Preghiera del marinaio non viene piu data da molto tempo, forse dal dopo guerra: quando sono entrato nella componente sommergibili, nel 1988 non se ne faceva cenno e i piu anziani navigavano dagli anni '50.

 

Speriamo di poterti essere di aiuto, il forum serve anche a questo!  

 

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13 hours ago, Totiano said:

...Riesci a indicarmi la discussione del parente di chi doveva rilevare tuo zio? tentiamo un contatto, magari qualcosa si smuove .

 

Un caloroso benvenuto a bordo a Lucio Grasso. Ricordo che in tempi passati aveva tenuto contatti col il nostro LColombo tramite il suo blog "Con la pelle appesa a un chiodo" http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/2015/04/neghelli.html dal quale si evincono le generalità dell'ufficiale rimasto a terra per malattia all'ultima partenza del Neghelli da Lero ed il nome del nipote che spero sia ancora contattabile alla mail sotto indicata:

In realtà un membro dell'equipaggio del Neghelli si salvò, si trattava di mio nonno Giacomo Gaudino, ufficiale addetto ai siluri. Quel fatidico giorno non si imbarcò a causa di una febbre improvvisa e, pertanto, rimase a Lero.
Ricordo di quando mi parlava con una profonda commozione dell'equipaggio, ne aveva una foto appesa a casa(che ancora abbiamo). Dopo un paio d'anni venne fatto prigioniero dai tedeschi e deportato presso il campo di concentramento di Leopoli. Alla fine della guerra, dopo vari orrori, rientrò in patria con la bandiera dell'ultimo vascello sul quale era imbarcato.

Pasquale Ferraro (pasf@hotmail.it)  14 agosto 2015 

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Innanzi tutto buon pomeriggio e grazie per l'accoglienza, grazie anche perché hai colto perfettamente sul marinaio che si è salvato e che, ora che hai accennato al mio precedente tentativo di sapere qualche notizia in più proprio dal nipote di quel signore, vero miracolato dal destino o, se crediamo, dal Signore i cui disegni spesso sfuggono all'uomo. Il mio desiderio era proprio quella di riuscire ad avere una copia di quella foto, e magari riuscire a riconoscere il fratello di mia mamma, mio zio Guido Luise.

Per i cimeli, si tratta di una coccarda, penso andava messa sulla casacca e da diversi distintivi, mi adopero per poterli fotografare al meglio ed allegarli ad una prossima mia mail.

Per il libricino, quindi, sarà proprio dura, ma spero che la pazienza riesca a superare la sfortuna e prima o dopo qualche vecchio marinaio o qualche bancarella di oggetti ritenuti cose da poco ma utili per racimolare qualche euro mi riescano a soddisfare il mio progetto.

Non ti nascondo, avendo un cugino, sottufficiale in congedo con qualifica da elettricista, ho spesso informazione s qualche ritrovamento, e ho sempre la speranza che un giorno si possa anche ritrovare il Neghelli.

In merito alla chiesa dello spirito Santo a Napoli in via Roma, io conosco quello che da bambino sentivo e spesso ci andavo con mia nonna, cera la foto di mio zio in una cappella, quella del cristo deposto, una scultura in legno del trecento, se non ricordo male trafugata da qualcuno o altro, non so bene, insieme a tantissimi altri marinai e non solo. La cosa fu organizzata e portata avanti dall'associazione dei dispersi in guerra in mare cielo e terra, a per quanti sforzi abbia fatto non sono riuscito più ad avere un contatto, nonostante esista ancora un numero di telefono e nonostante mi sia rivolto anche all'associazione vittime di guerra, prima la sede era nel palazzo del mio ufficio di un tempo a via Medina.

Capirai, e scusami se ti do il tu, ma penso di essere un pari età o forse un po' più anziano, era un sollievo, anche se molto relativo, per tutte quelle mamme che non avevano un corpo in una tomba su cui piangere, il problema, forse, era che molti della organizzazione erano appartenenti all'ex MSI ed ogni 4 novembre si presentavano alla commemorazione dei defunti, giorno in cui era stabilita la messa di suffragio, senza neanche fossero invitati, ma sai bene come funzionava. poi passano gli anni i cari anziani vanno via, direi finalmente uniti ai loro affetti spariti in anni impossibili da dimenticare, e dopo un po' sono andato in quella chiesa anche perché, avendo una piccola lampadina davanti all'immagine, pensavo che sicuramente sarebbe stata fulminata e mi disponevo al cambiamento. Ti lascio immaginare quando entrando in quella cappella non vi era più alcuna foto e sentirmi dire dal sacerdote interpellato che le ossa non potevano più essere li mi ha fatto trasalire, ed alla mia obiezione che ossa non potevano esserci perché si trattava solo di foto ed erano un accordo curia familiari dei dispersi ad aeternum, cioè non sarebbero dovuto sparire cosi all'improvviso. Comunque ormai il danno era stato fatto ed avrei avuto piacere poter recuperare la foto, risposta  che erano state buttate nell'ossario in chiesa poi alcune si erano rotte e quindi buttate. A questo aggiungi una totale chiusura a gagliardetti e bandiere che secondo lui portavano solo scompiglio in un luogo sacro e quindi meno male che si era buttato via tutto. Questo il rispetto di un accordo tra la curia ed i fedeli che hanno fatto un lascito per il tutto, e questo il rispetto, bene o male, per caduti in una guerra che giusto o sbagliato che sia erano pur sempre uomini che eseguivano ordini e combattevano per la propria patria.

Ora ti lascio e scusa la chiacchiera, ma quando si parla di marina, venendo da una famiglia in cui dal nonno che nel 15/18 aveva la divisa di marinaio e penso fosse operativo ad Ancona se non a Napoli, zii e cugini in marina di cui uno addetto all'ammiragliato a Napoli, l'altro prima comandante del Sesia, una bettolina che portava acqua a Ponza e non so più dove ancora, poi assegnato al comando della ex base navale del Molosiglio, per me è automatico sentirmi della partita. 

Ancora grazie per l'accoglienza e ti ringrazio di quanto ancora potrà il forum fornirmi sul Neghelli e sulla sua fine.

                                           Lucio Grasso

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Buon giorno, come ti avevo detto ecco le poche cose che mi sono restate di mio zio, la prima foto sono i distintivi e la coccarda, la seconda non so se possa essere qualcosa appartenuta a lui o era di mio padre, ufficiale del Genio ferrovieri negli anni 20.

Grazie sempre per la tua attenzione e spero possa dirmi qualche cosa in più in merito ai distintivi. 

sempre grazie per la ospitalità.

 

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1 hour ago, Totiano said:

Non conosco il bottone della seconda foto, ma quei "Delfini" sono tutti e 3 molto belli. Ne conosci il significato, vero?

certo e se penso che li ha indossati mio zio, sento veramente una grande emozione, quello da asola, il piccolo, mio nonno lo ha portato sempre appuntato al petto in tutte le occasioni, era un ogetto sempre presente anche nelle foto di famiglia. Un modo per lui di essere vicino a quel figlio mai più incontrato.

il bottone, non vorrei sbagliarmi, rappresenta un aquila con negli artigli dei fulmini che appena si intravvedono, penso che possa essere di mio padre che appena diciottenne, se ricordo bene, andò al corso allievi ufficiali del Genio Ferrovieri e si congedò da tenente. nel dopoguerra, poiché era dipendente delle ferrovie, e come tale per poter continuare a lavorare durante il fascio e nel periodo di guerra, lui era padre di tre figli già, fu inquadrato come milizia ferroviaria, lui era un impiegato al servizio IE, e finita la guerra subì anche il processo per l'epurazione, ma evidentemente siccome il suo servizio era da impiegato e non quale militare, ne usci pulito. 

mi fa piacere che hai apprezzato quei pochi oggetti, la coccarda ho visto giusto che andava sulla casacca? 

Ti ringrazio di nuovo per la tua gentilezza ed approfitto col dirti che se ti dovesse arrivare qualche notizia su quel libricino, ti sarei molto grato se mi potessi informare, ovviamente senza che questo possa andare oltre una ricerca sportiva non ossessiva, quella, al limite tocca solo a me. Grazie di cuore ed a risentirci.

 

Modificato da Lucio grasso
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1 hour ago, Lucio grasso said:

Ancora grazie, e se non è un problema, per quanto riguarda i distintivi, pensavo siano una specie di segni di riconoscimento nel ruolo e nelle missioni, ma forse sbaglio.

Alla prossima!

Non proprio, Lucio, il "Delfino" è il distintivo d'onore per sommergibilisti imbarcati. Quello in acciaio si indossa sulla parte alta del braccio sinistro della divisa da marinaio e se uno sbarca dai sommergibil non ha piu diritto a indossarlo. Quello dorato con la corona viene consegnato a chi ha almeno 5 anni di imbarco sui sommergibili può essere indossato anche dopo che si è sbarcati, è un grande onore possederlo (io ne vado orgogliosissimo) 

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55 minutes ago, Lucio grasso said:

sempre preciso e esplicativo, ti ringrazio delle spiegazioni e sicuramente seguirò con attenzione ogni notizia ed ogni dritta che mi giungerà. sempre più grato

                                                                                                  Lucio

Purtroppo le foto sono andate perdute, ma in queste discussioni ne abbiamo parlato diffusamente

 

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Buona sera, scusa ma ho copiato direttamente la discussione che hai recuperato in cui c'è la mail del nipote dell'unico superstite sopravvissuto dell'equipaggio del Neghelli, che a suo tempo tentai di contattare ma deve esserci stato un inghippo perché non ho mai ricevuto risposta. Non so se possa essere possibile avere ancora una scansione della foto dell'equipaggio che il sig. Ferraro dice di avere, sarebbe interessante vederla e provare a scoprire se fossero tutti quelli imbarcati e, quindi, anche mio zio.

Non smetterò mai di ringraziarti per la cortesia e la pazienza nel seguire anche un estraneo, che per giunta, essendo terzo figlio maschio, ha goduto del congedo senza fare un giorno di militare.

Ti auguro buona serata ed alla prossima.

Bel lavoro la pubblicazione di tutti i distintivi, belli ed interessanti.

 

Pasquale Ferraro (pasf@hotmail.it)
In realtà un membro dell'equipaggio del Neghelli si salvò, si trattava di mio nonno Giacomo Gaudino, ufficiale addetto ai siluri. Quel fatidico giorno non si imbarcò a causa di una febbre improvvisa e, pertanto, rimase a Lero.
Ricordo di quando mi parlava con una profonda commozione dell'equipaggio, ne aveva una foto appesa a casa(che ancora abbiamo). Dopo un paio d'anni venne fatto prigioniero dai tedeschi e deportato presso il campo di concentramento di Leopoli. Alla fine della guerra, dopo vari orrori, rientrò in patria con la bandiera dell'ultimo vascello sul quale era imbarcato.  

 

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