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Quando il Toti era in costruzione...


Totiano

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Roberto Musetti era, negli anni sessanta, un giovane ufficiale delle Armi Navali destinato presso l'ufficio tecnico della Marina Militare a Monfalcone. Tra i suoi compiti seguire la costruzione e l'allestimento della prima costruzione sommergibilistica dal dopoguerra: il Toti. Come al solito nel fare quattro chiacchiere davanti a un caffè visrtuale escono le storie e cosi ecco il primo aneddoto (spero di tanti!):

 

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 Ricordare tutto , è ormai impossibile, troppi anni sono passati, eppoi, all'epoca non ero avvezzo a fare foto e archiviare documenti (quelli ufficiali erano RISERVATI) .
 Dal grande cancello sovrastato dalla scritta CRDA, si entrava in un piazzale , a destra vi era la palazzina destinata , tra l'altro, ai collaudatori della MM ed ai Capotecnici del cantiere, a sinistra , in fondo, una costruzione tipo industriale che era l'officina dei collaudi.
 I collaudi riguardavano motori , pompe, accessori e simili, apparecchiature elettromeccaniche varie, etc.  i grandi motori , apparati importanti erano gia collaudati nelle fabbriche e venivano direttamente installati a bordo al momento opportuno , cosi pure per le apparecchiature militari e idrofoniche .
Su ordine dell' allora direttore di Navalgenarmi ( col. GN Ruzzier ), grandissimo tecnico , penso il migliore che Mamma Marina avesse all'epoca, ed anche molto pignolo, costruii per tutta la parete del mio ufficio un grafico con ascisse ed ordinate , dove erano indicate tutte le apparecchiature elettriche o comunque di pertinenza ella sezione A N , data di presunta installazione, data di arrivo in cantiere , data di messa a dimora , MK ......., che cambiava
continuamente ....insomma come un grande schermo dove accerde a tutto l'andamento della costruzione. Analogamente facevano i GN , ma
molto più complesso !!
Sui motori od apparati soggetti a collaudo , si riempiva una scheda che andava agli atti, prove eseguite, ....a vuoto , in c/c , isolamento , etc. Importantissima quella di isolamento, data la necessità di avere un'apparato il più perfetto possibile. Assieme ai tecnici del cantiere, se ne occupava il capotecnico e il nostro collaudatore , ma volli, da subito essere sempre presente. I tecnici della MM erano bravissime persone e molto capaci, ma non volevo che la troppa pratica portasse, alle volte, a trascurare un dato emerso dalle prove.
Avevo imparato questo a Marinarsen, come ufficiale dirigente , e mi impegnai molto a svolgere bene il mio ruolo.  Il giorno che mi avvicinai all'acqua, rimasi di stucco .............su uno scalo di blocchi di cemento e taccate di legno, c'erano dei tubi in ferro ..poi mi dissero che era AQ 58.
 e vi assicuro che io ero rimasto all'AQ 42.
Alla prossima, Cari saluti Roberto

 

Notate come l'allora direttore di Navalgenarmi sia lo stesso che qualche anno dopo, secondo quanto ci raccotò l'amm. Patrelli Campagnano, sarò l'artefice dei futuri sommergbili classe Sauro  

 

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ecco una nuova puntata dei racconti di Roberto Musetti

 

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...certo, l'acciaio AQ 58 era sicuramente un ottimo prodotto per l'epoca, ma anche il 58 faceva la ruggine .
Non ne capisco molto , o nulla di acciai, tantè mi risulta che poi nella classe Sauro e successivi si adoperò un materiale  " americano " con un carico di snervamento che permetteva profondità altamente superiori del nostro " Killer ".
Sicchè il 58 faceva la ruggine , ma avevamo un tecnico , l'ing. Ruzzier , che impose subito al cantiere una bella copertura , impianto di climatizzazione il più possibile perfetto , sempre, per illis temporibus, che alle mie, allora giovani orecchie, suonò come una cosa spaziale : " atmosfera controllata ".
Gli anelli crebbero , il siluro aumentava , le apparecchiature entravano nella sua pancia e il futuro Toti cresceva.
Per quasi due anni si prosegui' cosi, mentre noi  si continuava a fare il collaudo dei vari motori ed utenze chiamamole cosi : minori.
Mi occupai delle batterie solo di passaggio, era competenza dei GN, certo pensavo e legavo il nome batterie con Marelli, ed invece trovai un nome : Tudor .... venivano dalla Svezia .rimasi ammagliato dalla rete di tubicini di plastica con "valvoline "rosse , verdi  , grazie a queste batterie che alimentavano il motore Siemens da 900 CV  il Toti doveva fare in immersione 200  miglia a 14 nodi.
Le mie uscite , fatte solo nel golfo di Trieste , non mi hanno permesso di saper se questi dati fossero giusti ,. Comunque quel sistema di rivelamento dei gas nocivi sprigionati , tutto pneumatico, era per me affascinante. Si diceva che non si poteva imbarcare aglio per non confondersi con l'odore dei gas.
Invece, mi occupai della Siemens per altri motivi che vi racconterò .............
grazie per l'ascolto, Roberto

 

Un racconto affascinante ma con una piccola confusione di dati: 14 nodi era la velocità massima e poteva essere sostenuta solo per un'ora con le batterie. In effetti si raggiunsero anche velocità leggermente maggiori: un ottimo risultato. L'autonomia di 200 miglia era invece a 4 nodi, ovvero la vellocità per il miglior risparmio energetico.

Nel tempo Tudor fu sostituito da Varta e poi dall'italiana CGA di Napoli che ottenne eccellenti risultati. 

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Nuova interessante "puntata" degli aneddoti totiani di Roberto Musetti, che non finirò mai di ringraziare per queste chicche.

 

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.......Non è proprio la mia materia, ma tutti , più o meno, sanno che quando un vascello è in costruzione sullo scalo di un cantiere , il suo scafo viene collegato a delle piastre che fanno capo al polo di terra dove vanno a scaricarsi le correnti " vaganti "che altrimenti corroderebbero con le loro tensioni le lamiere dell'imbarcazione che sta nascendo.

Gli scafi dei sottomarini non si sottraggono a queste leggi ,

Il col. Ruzzier sapeva benissimo questo , cosi , ricordo che subito dopo che il Toti fu varato, mi chiamò nel suo ufficio e mi disse : Musetti, lei conosce il calibro ventesimale ? Ovvio che risposi di si , lo conoscevo benissimo e l'avevo spesso usato . Benissimo , disse, da domani mattina il cantiere coprirà tutto il perimetro dello scafo del Toti con gli zinchi, da domani lei li deve numerare da dritta a propra e da sinistra a poppa  questi zinchi  e tutte le mattine, misurare di tutti il loro spessore , affido a lei questo incarico e tutte le sere voglio i rilievi sul mio tavolo .

Terminò il suo ordine con parole del tipo .... mi fido di lei ..etc etc.

Io gli zinchi non li avevo mai visti , ma li conobbi bene l'indomani , quando armato di calibro mi recai a bordo, cosi iniziò la mia battaglia personale contro le correnti " vaganti " e vedendo quante trecce di saldatori giravano per lo scafo, mi resi conto , ancora una volta , della grande preparazione del mio diretto superiore. E con il Col. Ruzzier non scherzavano nemmeno gli ingegneri dell'Italcantieri!

Poteva farlo un Tenente delle A.N. ?

Alla prossima, Roberto

 

 

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  • 2 weeks later...

Ecco una notizia davvero nuova, non so quanti totiani ne fossero a conoscenza!

 

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......Negli anni sessanta, almeno nella prima parte di essi, quando si argomentava sulla parola di interruttori per media e alta tensione , eravamo ancora " in alto mare " ... si diceva SACE, Magrini .....la scelta ricadeva su organismi piuttosto grossini ed ancora grossolani nel funzionamento .
Gli organi di protezione più comuni erano le valvole, i fusibili sono di piombo, la taratura lasciava a desiderare, qualcuno pensa di incaspularli in involucri di ceramica , certo in un'impianto dove lo spazio era una necessità come nel sottomarino , la miniaturizzazione era il futuro .
Cosi arrivò , la Siemens!
A me i tedeschi non sono mai tanto piaciuti, e nemmeno ora, i miei primi anni della mia vita li ho trascorsi , per forza maggiore, sfollato nella cittadina di Barga, sulla linea gotica,là,  deve essere nata la la mia antipatia per quella gente.
Il motore del Toti è risaputo era Siemens ed anche i vari quadri  asserviti ad esso e sottoquadri , con spie, interruttori e fusibili che i tecnici tedeschi che li montavano , tutti riservati e antipatici, dicevano , mostrando il fusibile : " silized !!! " insomma, erano tutto loro.
Ma io trovai un alleato : il col. Ruzzier , che mi disse che dovevamo ricercare un' alternativa agli interruttori tedeschi, voleva una ditta italiana, a suon di telefonate, trovai una rispondenza nella ditta Ghisalba di Torino , la quale ci sottopose i suoi prototipi e fece diverse modifiche ad essi.
Ora a distanza di troppi anni , non ricordo , se li sperimentammo sul Bagnolini o sul Mocenigo , e non avendoci navigato, non sappiamo nemmeno se risultarono buoni. Spero di si, ma ricordo che l'impegno a trovare un'alternativa a Siemens fu davvero grande !

 

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Ho letto con attenzione...
Veramente una grande parte della nostra storia sommergibilistica.
Stamattina sono addetto (come ogni giorno) alle libagioni... questo per dire che ho avuto tempo e modo di guardarmi il bellissimo filmato dell'Ammiraglio Petrelli Campagnano....
A parte le rievocazioni storiche che non commento (qualsisia giudizio io esprima sarebbe riduttivo per quello che in realtà è il suo racconto), mi è piaciuto vedere l'Ammiraglio Arena... che, nel 1978 venne a Comandare le Scuole C.E.M.M. (oggi Sottufficiali)... e ricordo, che quando lo si vedeva percorerere i viali a piedi, c'era il fuggi fuggi generale... Non perchè fosse terribile, vero il contrario... Un'ottimo Comandante Sommergibilista che amava fermare il suo personale e chiedergli come andasse... Veramente un Grand'Uomo.

Modificato da Visitatore
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  • 2 weeks later...

Credo che il titolo "Sacrifici per la Patria" si attagli perfettamente! di nuovo grazie a Roberto Musetti!

 
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.....Il varo di una costruzione , in particolare del Toti , rappresentò per i Cantieri , per la Marina, per la città di Monfalcone una cosa irrepetibile.
Il 12 marzo del ,67 il Toti viene varato , gran pavese, bandiere , picchetto d'onore, che dovetti sobbarcarmi a comandare, bersaglieri in tutta la città , io invitai anche mio padre , bersagliere del sesto reggimento, che aveva fatto la campagna di Russia, fanfare e grande festa in cantiere, poi il giorno dopo , la costruzione ,mestamente viene affiancata alla banchina di allestimento ed i lavori proseguono , si salda, si imbarcano apparati , vengono montati gli idrofoni , le antenne radio , i tecnici dell'Irelma di Genova protestano perchè gli spazi di lavoro sono stretti....... a bordo i vari tecnici litigano " devo montare io per primo , NO i passacavi ancora non sono pronti .... " ma viene un giorno per me bello , il sottomarino si trasferisce ........ dove ?
Navigazione in superfice, ma affascinante , io non avevo granchè da fare , si girava per il golfo di Trieste , a bordo solo gli ingegneri del Cantiere , gli ufficiali di Navalgenarmi , ma tutti i tecnici delle varie ditte, la macchina era portata dai motoristi del cantiere. A bordo non vi erano viveri per uno spuntino e a quell'età mi veniva spesso fame , ma sicuramente sopportai.
Mi chiedevo anch'io dove eravamo diretti , anche perchè l'imbarcazione vedevo che invertiva spesso la rotta, a metà del pomeriggio,seppi che eravamo diretti a San Rocco !
Quasi al confine con l'Istria, passata poco poco Muggia , vi è una località che risale all'epoca Asburgica denominata lazzaretto , evidentemente luogo di quarantena, e subito li attaccato : S. Rocco  ed il suo bacino di carenaggio !
Come ufficiale più giovane , mi fu detto dal Vice Direttore dell' Ufficio Tecnico , che sarei rimasto a S. Rocco per una settimana , il tempo che il Toti facesse carenaggio prima di ritornare in cantiere. Tentai di protestare, ma , tentativo inutile , feci buon gioco . Mai stato cosi bene come a S. Rocco , mi accolse una locanda dove c'era un fiore di ragazza, e si mangiava divinamente.
Per il Bagnolini e gli altri , mi prenotai da subito per fare questa comandata.
Che sacrifici si deve fare per la Patria ....................
 


 

 

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