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Spartaco SCHERGAT - M.O.V.M. - M.B.V.M.


Red

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Comandanti, desidero ricordare a noi tutti la figura dell'eroico Palombaro

che partecipò all'Impresa di Alessandria e che  mettendo a rischio la propria vita

con cariche esplosive causò l'affondamento della corazzata inglese " Queen Elizabhet ".

Egli aveva precedentemente anche partecipato al forzamento di Gibilterra.

Il suo nome era :

Spartaco SCHERGAT - M.O.V.M. - M.B.V.M. - 2 Croci di Guerra al V.M.

29bjxuc.jpg

Nacque a Capodistria ( Pola ) il 12 luglio 1920.

Volontario nella R.Marina dal marzo 1940, ed assegnato alla categoria Palombari, al termine del corso sostenuto

presso la Scuola C.R.E.M. di San Bartolomeo ( La Spezia ) e brevettato palombaro, a domanda , passò nella 10^ Flottiglia

MAS quale Operatore dei mezzi speciali d'assalto.

Partecipò alle missioni di forzamento di Gibilterra del maggio e del settembre  1941 e all'impresa di Alessandria dell'alba

del 19 dicembre dello stesso anno quando, 2° operatore del " maiale " condotto dal capitano G.N. Antonio Marceglia, portò

il carico di esplosivo sotto la corazzata inglese " Queen Elizabeth " che, per lo scoppio della carica, affondò all'alba del 

19 dicembre 1941. Fatto prigioniero e condotto nel campo inglese  n.321 in Palestina, nell'ottobre 1944 rientrò in Patria,

partecipando alla guerra di liberazione nel Gruppo Mezzi d'Assalto. Congedato nel novembre 1945, fu iscritto nel Ruolo

d'Onore nel grado di 2° Capo.

-----------------------------------------------------------

Morì a Trieste il 24 marzo 1996

 

Motivazione della M.O.V.M. :

" Eroico combattente, fedele collaboratore del suo Ufficiale, dopo averne condiviso

i rischi di un tenace, pericoloso addestramento, lo seguiva nelle più ardite imprese e,

animato dalla stessa ardente volontà di successo, partecipava con lui ad una spedizione

di mezzi d'assalto subacquei che forzava una delle più potenti e difese basi navali avversarie,

con un'azione concezione operativa ed esecuzione pratica si armonizzavano splendidamente

col freddo coraggio e con l'abnegazione degli uomini.

Dopo aver avanzato per più miglia sott'acqua e superando difficoltà ed ostacoli d'ogni genere,

valido e fedele aiuto dell'Ufficiale, offesa a morte con ferma bravura la nave attaccata  seguiva

in prigionia la sorte del suo Capo, rifiutandosi costantemente di fornire al nemico qualsiasi indi=

cazione; superbo esempio di ardimento nell'azione e di eccezionali qualità morali "

 

( Alessandria, 18 - 19 dicembre 1941 )

( D.L.31 agosto 1944 )

 

Motivazione M.B.V.M. :

" sul campo "

" Volontario nei reparti d'assalto nella R.Marina affrontava con cuore gagliardo e con sereno ardimento

i più ardui cimenti.

In qualità di operatore assistente, partecipava ad una ardita missione di guerra contro una munita base

navale nemica nella cui prossimità prestava con perizia ed abnegazione la sua sperimentata opera

di assistenza "

 

( Mediterraneo, maggio 1941 )

( R.D. 27 dicembre 1941 )

( Sommergibile " Scirè " )

 

Altre decorazioni :

Croce di Guerra al V.M. - ( Gibilterra, 1941 )

Croce di Guerra al V.M. - ( Mediterraneo occidentale, settembre - novembre 1941 )

Promozione a Sergente ( 1941 )

 

FINE

Onori a Lui !!!

:Italy::Italy::Italy:

 

RED

 

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3 hours ago, Totiano said:

... con umiltà, fece il suo lavoro di sorvegliante (se ben ricordo) all'universita di Trieste...

:ohmy::wacko::sad:Incredibile! SGHERGAT, come Decorato, avrebbe potuto ben rimanere in Marina con carriera assicurata!

 

Tra l' altro sul sempre ben informato FORUM DIFESA è riportata una polemica angloamericana sul fatto che la M.M. si "ostini" a dedicare le proprie navi a ...fascisti!

 

Ammiro gli Americani per la loro intraprendenza e voglia di lavorare, ma quanto a Cultura Storica son proprio sottozero!

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6 hours ago, Totiano said:

L'unica missione che ando veramente "da manuale" tra tutte quelle dei maiali. E dopo la guerra, come tutte le persone "GRANDI", non si vanto mai dei suoi successi e, con umiltà, fece il suo lavoro di sorvegliante (se ben ricordo) all'universita di Trieste...

 

..e proprio all'università di Trieste ebbi l'onore di conoscerlo !

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Nel suo libro  "Gli Arditi del Mare" - Edizioni Università di Trieste - 1998 - Ranieri Ponis dedica a Spartaco Schergat un capitolo intitolato "Eroe moderno di antica semplicità".

 

"Dalla leggenda dell'impresa di Alessandria, entrato nella quotidianità di questi spazi, ha svolto dal 1957 al 1979 il proprio ruolo civile nell'ateneo, Spartaco Schergat (12.7.1920 - 24.3.1996), Medaglia d'oro al valor militare. Eroe moderno di antica semplicità. L 'Università di Trieste, 31 ottobre 1997".

Questa dedica è incisa sulla targa in marmo che è stata collocata all'esterno dell'edificio del Dipartimento di Economia e Merceologia dell'ateneo triestino.

 

Ponis ricorda Schergat come un uomo buono, generoso e onesto il cui nome - Spartaco -  già infondeva forza e sicurezza. A Capodistria lo ricordano tutti. Suo padre Pietro Schergat lavorava in campagna, sul monte San Marco: ma amava il mare. Un giorno, però, decise di abbandonare tutto e scendere nella cittadina per fare il pescatore e la guida palombaro, cioè preparare lo scafandro, infilare e chiudere l'elmo, sistemare i pesi sul corpo di chi si immergeva, controllare l'aria. Seguito, tempo dopo, da Spartaco. Abitavano a Bossedraga, in calle s. Andrea, che porta al piazzale dove è nato Nazario Sauro, anche lui Medaglia d'oro ma a prezzo della vita. Spartaco venne su in quell'ambiente, a contatto con la gente di mare, gente forte e semplice. Nuoto, gare di resistenza, libri di avventure di mare:  il suo mondo era questo. Poi  il fratello maggiore - un altro Pietro - cominciò anche lui ad immergersi e Spartaco gli fu accanto.

Quando fu il momento del servizio di leva, per il fisico lo classificarono nel battaglione San Marco. Il 15 marzo 1940, a nemmeno vent'anni, Schergat veniva richiamato e destinato a Pola, poi alla scuola palombari di La Spezia. In seguito il trasferimento a Marina di Massa, dove completava il corso, poi imbarcato su un rimorchiatore che si chiamava "Capodistria". Fu ammesso al corso sommozzatori di Livorno, un'autentica novità per quei tempi. Molti mollarono, lui tenne duro. Al Serchio qualche mese dopo l'incontro con l'allora tenente Antonio Marceglia, nativo di Pirano. Marceglia lo prese subito a benvolere, perché Spartaco si era rivelato un ragazzo obbediente, attento, sveglio e coraggioso. La prima missione - era il 10 maggio 1941 - lo vide a Gibilterra come riserva.

Il marinaio Spartaco Schergat, già medaglia di bronzo, venne mandato il licenza, a Capodistria, dove incontrò amici sul cui berretto spiccavano nomi di corazzate, di caccia, di grosse navi da battaglia. Sul suo, invece, un semplice "Regia Marina". Qualcuno lo accusava di essere un marinaio d'acqua dolce. Ma lui taceva nonostante la fidanzata Elda gli chiedesse in continuazione: "Spartaco, ma che fai veramente? A me lo puoi dire, no?" E lui: "Come, non sai? Io faccio il palombaro. Il palombaro." 

Poi venne l'impresa di Alessandria, e la prigionia. Spartaco rimpatriò nel settembre 1944. A Taranto ritrovò alcuni incursori, compagni di precedenti missioni. Si iniziava l'addestramento per affondare la corazzata "Cavour" che, colpita a Taranto, nel frattempo era stata recuperata e portata nel cantiere San Marco di Trieste per essere rimessa in sesto. Ma gli alleati decideranno che ormai non ne valeva più la pena.

Infine nel marzo 1945 al Comando Marina, assieme ad alcuni altri, il massimo riconoscimento al valor militare. La decorazione gli venne appuntata sul petto dal principe Umberto, Luogotenente del Regno. Giunto però davanti a Durand de La Penne, Umberto di Savoia - evidentemente fidando nello humor britannico - si rivolse all'ammiraglio Morgan (già comandante della "Valiant") dicendogli: "Morgan, questo spetta a lei". L'ammiraglio inglese appuntò così la medaglia d'oro sul petto di chi gli aveva affondato la corazzata nella rada di Alessandria.  

Al termine del conflitto Schergat torna a Capodistria ma ormai la sua città si trova in un altro mondo, e così ripiega su Trieste. Ha bisogno di lavorare e il rettore dell'Università, Origone, lo accoglie con profonda soddisfazione e gli offre un posto in ufficio. Spartaco lo ringrazia ma gli dice che non può accettare: "sono un palombaro: se ci fosse un posto di custode...". Tutti gli vogliono bene, lo ammirano per il suo comportamento garbato, da vero militare, sinceramente affabile e cordiale verso docenti e studenti. L'unica concessione che riserva al suo glorioso passato è il nastrino azzurro all'occhiello della giacca, segno di riconoscimento della Medaglia d'oro. Per il resto non parla mai dell'impresa compiuta che resta un segreto intimo e personale. Le parole scolpite su quella targa "eroe moderno, di antica semplicità" assumono un significato reale e tangibile.

Nel suo libro Ranieri Ponis ricorda che Schergat , in uno dei loro incontri canticchiava l'inno dei "maialisti", la cui ultima strofa fa: "Dormi, sogna - il tuo cielo è in fondo al mar - forse a notte le sirene - veglieranno i palombar". Parole semplici", dice Ponis, "di una ingenuità commovente, che hanno però il potere di risvegliare ricordi che, a differenza delle navi affondate, il mare non può cancellare. Dorme veramente ora, l'amico Spartaco, il sonno eterno, nel mondo degli eroi".

Modificato da Rostro
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