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Muovere il Toti


pietro

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Se non ricordo male... il prob. non è come trasportarlo..

 

è dove passa, cioè dentro una città. Quindi oltre la lunghezza dobbiamo tenere conto che passa su delle strade che non possono sopportare quel tonnellaggio etc.. etc.

 

quindi bisognava tagliarlo a 'fettine' :s14:

 

questo era il prob. tecnico.

 

il prob. reale sono i fondi $$$$

 

 

Dir. correggimi se sbaglio..!

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Il problema addotto, per la precisione, è la resistenza del terreno sopra cui dovrebbe passare il caro tubetto d'acciaio. Non esistendo alcuna mappatura certa delle fogne e cunicoli ??? :s13: di Milano qulacuno ha paura di ritrovarsi un sommergibile in metropolitana...

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GENOVAAAA!!! GENOVAAA!!!

 

Genova ha il MUSEO del MARE esattamente SUL mare!!! E, da qualche anno a questa parte, una marea di TURISTI!!

Non sarebbe tutto molto più facile??!!

 

E.Toti o N.Sauro.... o, perchè no, tutt'e due??

 

GENOVAAAA!!! GENOVAAA!!!

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GENOVAAAA!!! GENOVAAA!!!

 

Genova ha il MUSEO del MARE esattamente SUL mare!!! E, da qualche anno a questa parte, una marea di TURISTI!!

Non sarebbe tutto molto più facile??!!

 

E.Toti o N.Sauro.... o, perchè no, tutt'e due??

 

GENOVAAAA!!! GENOVAAA!!!

 

o anche Cecina, perchè no? lo parcheggiate in foce e poi lo accudisco io :s03: :s03: :s03:

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Il problema addotto, per la precisione, è la resistenza del terreno sopra cui dovrebbe passare il caro tubetto d'acciaio. Non esistendo alcuna mappatura certa delle fogne e cunicoli ??? :s13: di Milano qulacuno ha paura di ritrovarsi un sommergibile in metropolitana...

 

...SEMPRE NEL PROFONDO ANDREBBE.....EHEHEHEH !!!

 

................................O..NO!!!!!..................................

 

BERILLO :s11: :s10: :s15:

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Visitatore blumen

nel profondo mica tanto a Milano la metro è appena sotto il piano della strada... :s03: :s03: se poi fanno la circonvallazione interna sprofondano nel naviglio che qualcuno a "intelligentemente" coperto anni fa..

La soluzione potrebbe essere un dirigibile cargo gigante tipo il cargo-lifter tedesco (ma ancora più grande ) ma qui siamo nel fantascentifico.......

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Babecue? Amache?

 

BLASFEMI

 

Portategli rispetto, Lui solcava le profondità marine quando ancora i vostri genitori nenache vi cercavano!

 

Però, farlo tornare per mare...... :s15:

 

A proposito di Genova! Si stà comportando come Milano ovvero non bene! Il Sauro stà marcendo!

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MA.... invece di farlo arrivare dentro la città di Milano.... dentro un Museo... Non c'è qualche altro bel posticino costiero dove far approdare il nostro Toti ?

 

Proposta: io sto a 500 metri dal Mare... possiamo attracarlo a "Isola Delle Femmine", isolotto a pochi km da palermo.... già il nome è tutto un programma! :s08:

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Ho sottoposto il problema al creatore del Museo della Seconda Guerra Mondiale di Cassino.

 

Premetto che ha fatto tutto in proprio, l'ingresso al museo è gratuito, si tratta di un'opera che ha suscitato l'ammirazione della Repubblica di Polonia (i polacchi riconquistarono Montecassino) che lo ha invitato ad illustrare la sua esperienza.

 

Si è detto interessato. Mi ha garantito che lavorerà ad un progetto da sottoporre alle amministrazioni locali, proponendo la sistemazione in quello che una volta fu il campo di volo della Regia Aeronautica Italiana e si trova a soli 14 km dal suo museo. Per il trasporto, voleva sapere se era possibile portarlo via mare fino a Gaeta (dove c'è una base Nato della Us Navy). Da qui, le strade da percorrere fino all'ex campo di volo, sono solo Statali, circa 40 km in tutto.

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Come già citavo in altro post :s06: la situazione del Toti è non poco ingarbugliata e non è semplice toglierlo dalle stagnanti (in molti sensi) acque del Po.

C'è un atto ufficiale di cessione del battello al Museo di Milano che doveva adempiere a certi compiti ed a cui è stato impedito da un certo numero di eventi, non solo tecnici :s13:.

Le ultime news di radio prora lo danno per imminente trasporto all'idroscalo ma ormai ne ho sentite tante...

Caro povero tubetto d'acciaio :s06: :s15: :s15: :s15:

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Visitatore blumen
spero solo che non finisca alla demolizione per farci lamette per rasoi

 

é la volta buona che mi faccio crescere la barba..... :s05:

 

L'idroscalo sarebbe forse una buona sistemazione magari con la creazione di un parco tematico ....purtroppo il caro Albertini non mi sembra il tipo giusto per avvallare un progetto del genere , ci vorrebbe uno sponsor privato.

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Per quanto riguarda GENOVA ed il SAURO, mi sono mosso scrivendo al Curatore del Museo del Mare, il quale mi ha immediatamente risposto ... senza dirmi nulla! :s06:

 

Riporto per intero lo scambio epistolare:

 

Spett. Galata Museo del mare

Calata De Mari 1, 16126 Genova

 

Alla c.a. Dott. Campodonico

 

Genova, 30 ottobre 2004

 

Mi permetto di rubarle, e me ne scuso, un attimo del Suo tempo per rivolgerLe una sola domanda:

 

qualche tempo fa mi giunse notizia che il Museo del Mare avrebbe ospitato in darsena il sommergibile della Marina Militare Italiana Nazario Sauro, battello della omonima classe, prima serie, 1976. Tale proposito è stato definitivamente accantonato oppure gli appassionati di sommergibilismo come me possono ancora sperare di visitare il battello nelle acque del porto di Genova?

 

Certo di un Suo cortese riscontro colgo l’occasione per congratularmi per l’attività svolta.

 

Distinti saluti,

 

Dott. Arch. mio nome e cognome (...non Bob Napp...)

... e i 451 appassionati di sommergibilismo e sommergibilisti registrati a: "]https://www.betasom.it/forum/index.php

 

Risposta:

 

"Egregio Architetto,

 

il nostro Museo si è battuto per questo progetto e, anzi, è sceso nel dettaglio con una serie di valutazioni in merito.

 

Dal 2003, e in particolare dopo il crollo dello scorso 8 novembre, il progetto è stato momentaneamente accantonato: l'esigenza è stata in particolare quella di aprire il Galata e aprirlo entro il 31 luglio 2004.

 

Oggi, aperto il museo, penso sia importante riparlarne e un vasto appoggio è assolutamente determinante. Nelle nostre idee, con il tempo, il bacino di Darsena dovrebbe diventare la sede di navi storiche, pubbliche e private, tra cui il sommergibile, la cui fruibilità aiuterebbe lo stesso museo.

 

Spero, in un prossimo futuro, di poterle dare maggiori dettagli in merito.

 

Cordiali saluti

 

 

Pierangelo Campodonico

Curatore Galata Museo del Mare"

 

PS spero di non aver ferito Betasom avendo esteso la mia domanda anche a nome di tutti voi. :s02:

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interessante scambio epistolare, secondo voi csao intende il sig. Campodonico con "vasto appoggio"?

 

in questo momento mamma Marina è molto adirata per le frasi sibilline che hanno portato il caro Enrico dove è adesso ed a causa di ciò altri progetti sono bloccati. :s13: :s13: :s13:

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... ma quanto gli dura la sbornia a Marco?? :s03: :s03: :s03:

 

a parte gli scherzi, tornando al Museo del Mare di Genova e al Sauro, messa così come è messa dal Curatore del Galata non si capisce assolutamente cosa significhi "sceso nel dettaglio con una serie di valutazioni in merito" e "vasto appoggio".

Ora la domanda che potremmo farci è se e come possa essere il caso di tenere i contatti con il tipo.

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Sbornia de che? di gazzosa? :s02: :s03:

 

Proverò ad essere costruttivo invece che negativo!

 

Al museo di Genova posso assicurare la mia personale disponibilità per qualsiasi problema tecnico (anche se a Spezia lavora ancora l'ultimo direttore di quel battello, tra l'altro è parte del progetto 212 nonchè totiano prima che sauriano nonchè p#####o di mia figlia cui ha dato Delfina come 2° nome :s03: :s02: :s15: :s15: :s15:)

e posso proporre di tenere i contatti con lo Stato Maggiore Marina per i dettagli.

Ma MARISTAT vuole determinate GARANZIE prima di cedere un'altro battello, ne è a conoscenza? Servono ulteriori delucidazioni?

 

Specialmente se il battello rimmarrà in acqua servono lavorazioni (alcune cominciano ad essere urgenti), che dicono gli sponsor?

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Articolo trovato nella rete....

 

Quando nel 1968-69 entrarono in servizio nella Marina Militare i sommergibili classe "Toti" l'evento ebbe una notevole rilevanza perché erano i primi battelli interamente concepiti, progettati e realizzati in Italia dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Inoltre per la rinata industria cantieristica subacquea (vennero realizzati dai CRDA di Monfalcone, in seguito confluiti nella Fincantieri) erano stati anche un certo azzardo in quanto per la prima volta in Italia qualcuno si cimentava nella realizzazione degli hunter killer, i sommergibili cacciasommergibili.

Ma i quattro battelli che ne derivarono, Enrico Toti, Attilio Bagnolini, Enrico Dandolo e Lazzaro Mocenigo, con i loro pregi e difetti si rivelarono una formula indovinata e valida che dimostrò anche una notevole longevità. Anche se questa fu in parte dovuta alle croniche carenze economiche

conseguenti dai miserrimi bilanci della Difesa accordati dal Governo italiano alla Marina dopo la Legge Navale. Alla fine della loro vita operativa vennero individuati come possibili soggetti per le necessità di Enti vari (musei, amministrazioni cittadine) che avevano richiesto alla Marina Militare di avere in donazione una unità navale per convertirla in museo.

Naturalmente non dopo essere passati sotto altri screening. Il Dandolo, per esempio, fra il 1997 e il 1998 fu in predicato per essere ceduto agli Emirati Arabi Uniti che intendevano utilizzarlo come sommergibile-scuola per i propri equipaggi, mentre nel 1998-99 il Sauro, appartenente ad una classe successiva, aveva attirato l'attenzione della Marina della Malaysia. In tutti e due i casi gli accordi rimasero poco più che al livello di richiesta informale.

Non potendo essere quindi utili per fare buoni affari all'estero, venne ritenuto che potessero servire a fare bella figura in Patria, e si decise di destinarli alla soddisfazione delle richiesta sopra citate.

Il primo fu il Mocenigo, che venne destinato alla città di Venezia dove avrebbe trovato sistemazione nella Corderia dell'Arsenale (lo stabilimento dove venivano un tempo realizzate le manovre per le navi a vela della Serenissima) in una installazione a terra.

Il secondo è stato il Toti, ceduto al Museo della Scienza e della Tecnica "Leonardo da Vinci" di Milano, dove dovrebbe essere collocato in una moderna sistemazione per consentire di visitarlo agevolmente e di osservarlo nella sua completezza (in pratica sospeso a mezz'aria tramite strutture portanti) ai visitatori. Infine il Sauro doveva essere donato alla città di Genova. Naturalmente tutto questo nell'arco di svariati anni.

Ma, per iniziare, il Mocenigo (nel 1993, anno della sua dismissione) viene subito osteggiato da Verdi e pacifisti che manifestano contro la sua presenza, definita "degradante" nello scenario del Museo Navale; al che la Marina decide di soprassedere, inviando a Venezia, anni dopo, un altro battello: il Dandolo. Questo dal 1999 si trova là, senza scopo, ormeggiato in un piccolo bacino in attesa di tempi migliori.

Per il Toti invece, destinato al Museo "Leonardo da Vinci", è cronaca di questi giorni il fatto che il Comune di Milano, dopo aver fatto i suoi calcoli con molti bravi mesi di ritardo, solo ora si è accorto che il trasporto di un battello che pur a secco (ossia che senza equipaggio e dotazioni di guerra) disloca 350 tonnellate, effettuando un viaggio via terra entro la città e sino all'area museale comporterebbe tanti di quei disagi, rischi e pericoli che è stato ritenuto più opportuno bloccare l'operazione. Peccato che intanto sia stato fatto trasportare, e non certo a costo zero, dalla Sicilia a Cremona per via marittima prima e fluviale poi.

Per quanto riguarda il Sauro infine, da poco tempo in disarmo e destinato alla città di Genova, tutto il progetto rimane ancora campato in aria.

In questa maniera è quindi forse fallito il primo tentativo di realizzare in Italia delle navi museo, sia pure in maniera povera perché all'occhio del pubblico un sommergibile in secco non avrà mai l'impatto dell'immagine di una nave di superficie, e la cosa peggiora ulteriormente se si tratta di micidiali ma minuscoli hunter killer.

Nel primo caso è stata la Marina a cedere per sue ragioni, che in camera caritatis vogliamo ostinarci a ritenere valide, a motivazioni di carattere politico; nel secondo è stata l'insipienza dell'amministrazione milanese di fronte a difficoltà che chiunque avrebbe avuto la possibilità di intuire sin da prima di richiedere un sommergibile per il proprio museo. Una massiccia struttura d'acciaio che non si può trasportare liofilizzata in busta o in comode confezioni-famiglia. Nel caso del Sauro, infine, si coniugano forse i problemi creati dai due precedenti eventi, oltre ad altri di tipo economico.

Sappiamo infine che anche la città di Augusta, sede dei sommergibili da lungo tempo, vorrebbe un suo battello, mentre a Taranto una nota e benemerita organizzazione farebbe di tutto per poter gestire come museo e centro culturale l'incrociatore Vittorio Veneto quando, fra qualche anno, lascerà il servizio. Progetto però quasi irrealizzabile a causa dei suoi altissimi e intuibili costi.

Non vorremmo a questo punto apparire troppo fiscali, né nutrire velleità assurde per le possibilità del nostro Paese. Sappiamo che Gran Bretagna e Stati Uniti hanno una vera flotta di navi museo (o memorial ships), ma sono Paesi che hanno un gigantesco patrimonio, morale il primo e anche economico il secondo.

Ma anche Paesi molto meno abbienti, come la Grecia, il Cile, la Croazia hanno navi museo che onorano con la loro esistenza la memoria di chi ha vissuto e spesso è scomparso in mare e la tradizione del proprio popolo. Evidentemente noi italiani, popolo di santi, di eroi e di navigatori ci siamo ridotti ad essere solamente capaci di coniare ampollosi motti in un latino che oramai viene compreso da pochissime persone.

 

mah..... :s13:

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