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E Se Facessi Un Delfino In 1:24?


Ocean's One

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Modificato da Ocean's One
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Ti ringrazio, Dir.

Oltretutto, mi vien da pensare che in quel periodo il dimensionamento dei timoni non fosse proprio una scienza esatta.
 
Per esempio, la corazzata HMS New Zealand, completata nel 1905 (antecedente all'omonimo incrociatore da battaglia) era una delle prime ad avere il timone compensato.
Risultato? Le unità della classe furono soprannominate "Le Otto Traballanti". Ci sarà stato un motivo, no?
 
Poi, nel 1912, sembra anche che un transatlantico dal timone troppo piccolo sia andato a sbattere contro un iceberg... 
Modificato da Ocean's One
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Nulla ti sfugge, vero Dir?  :biggrin:

________

 

Ed ora, cari amici, vi aggiorno sui progressi del lavoro

Purtroppo in questa settimana la costruzione non è proceduta causa mia trasferta di lavoro, ma ho potuto lavorare al PC sui disegni CAD.

Vi mostro quindi I disegni delle eliche, impostati durante una lunga sosta in aeroporto. Non è stato facilissimo ricavare le quote esatte, ma penso di avercela fatta.
Innanzitutto vi dico che si tratta di tre eliche uguali: quella di propulsione è identica alle due "eliche di affondamento" ad asse verticale. Prova ne è che dopo la ricostruzione del 1902-4, l'elica di affondamento poppiera fu mantenuta come parte di rispetto in caso di danni all'elica di propulsione.

 

Le caratteristiche delle eliche si ricavano abbastanza facilmente dai disegni:

- rotazione destrorsa
- 3 pale
- diametro: 1 m
- diametro del mozzo: 25 cm
- lunghezza del mozzo: 30 cm
- corda max della pala: 30 cm
- disposizione delle pale "a calice", con angolo di 33 gradi rispetto al piano dell'elica
Quest'ultima, originale caratteristica mi ha incuriosito molto e me ne sono chiesto la ragione.
Probabilmente, le due eliche ad asse verticale avevano bisogno di "respirare", essendo posizionate troppo vicine allo scafo. La soluzione per migliorare l'afflusso/deflusso dell'acqua sotto di esse fu quella di angolare le pale, in modo da muovere l'acqua dalle zone più esterne, visto che esattamente al di sotto dell'elica lo scafo ostruiva il flusso.
La soluzione non sembra molto efficiente, ma quella era. Voi cosa ne pensate?

 

Dopodichè, mi restava da definire il passo dell'elica, fattore difficilmente deducibile dai disegni.
Mi sono dedicato un po' a stime e calcoli, come segue:
- giro motore: 600/min
- nessuna riduzione, trasmissione diretta
(risultano quindi circa 10 giri al secondo)
- velocità: 7 nodi = 13 km/h = 3,5 m/s
- passo reale =  (3,5 m/s) / (10 giri/s)  = 35 cm/giro
Data la forma non ottimale dell'elica, potrei pensare ad un regresso (perdita di avanzamento per giro) pari a circa il 30%.
Da ciò si deduce un passo teorico dell'elica pari a circa 50 cm/giro.
Bene, con questo dato ho definito quanto la pala si avvita nel suo 'avanzamento. Dati i 60° di estensione della pala, devo disegnare il suo bordo d'attacco più in avanti di circa 17 cm rispetto al bordo d'uscita.
Fatto.
Disegnato.
Eccolo.

 

Delf-24-K01.png

 

In effetti, a quel punto avevano chiamato l'imbarco del mio volo :smile: ma mi mancava ancora qualche quota da sistemare!
Quindi, in questo disegno mancano ancora alcuni raggi di raccordo, e soprattutto il mozzo è troppo lungo e va riscalato. Lo correggerò nella versone seguente...

Comunque, preferisco postare ora questo disegno provvisorio per mostrarvi l'effetto che fa.
Vi chiedo anche un'opinione sul colore: bronzo secondo me sta bene, ma guardando la foto del Delfino "1900" (la versione che vorrei fare, quella con lo scafo molto scuro), si vede che anche le eliche sono scure. Erano per caso verniciate?

 

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In effetti sì, caro Iscandar.

Puoi vedere per esempio il colore dei bronzi di Riace, che è molto scuro anche senza tanta ossidazione (visto che hanno passato millenni sott'acqua, in carenza di ossigeno).

Poi, sul Delfino sicuramente sarà successo anche ciò che ipotizza il Dir, ovvero una qualche ossidazione, visto che il battello veniva più volte immerso in acqua per le prove e poi tirato in secco.

L'ossido però è di colore verde-azzurro; sicuramente non sarebbe elegante farne troppo sulle eliche, perchè il modello vuole essere celebrativo e dovrà essere invecchiato in modo non eccessivo.

 

Tuttavia, tornando alla ricerca della tinta giusta, ho fatto una prova con un color bronzo un po' più scuro (anche senza arrivare al tono dei bronzi di Riace).

Vedete qui sotto il risultato, sull'elica con il mozzo finalmente delle giuste dimensioni.

Ho anche aggiunto lo stesso screenshot in b/n: in effetti, un bronzo un po' scuro potrebbe diventare simile al colore delle eliche di questa foto del battello.

 

Delfino-colori-eliche.png

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Grazie Regia, grazie Iscandar: so di poter contare sempre sui vostri illuminati consigli!
Bene, direi che anche la spinosa questione del colore delle eliche può dirsi risolta.
Sto procedendo ora a finalizzare il loro disegno CAD e passare poi alla stampa 3D.
Vi mostrerò il risultato più o meno fra una settimana, dopo aver ultimato anche il gruppo dei timoni poppieri.

 

Come sempre, il vostro supporto è fondamentale per la riuscita del modello.
In effetti, ripensandoci, ci sono diversi altri punti già sviscerati, che abbiamo già definito insieme e che ora dovrò portare a compimento: dal tubo lanciasiluri prodiero con cerniera a vista (come diceva Regia), alla corona di bulloni attorno alla torretta smontabile (come confermato da Magico), al colore scuro ed in generale alla scelta della versione 1900, preferita da tutti.
Abbiate pazienza, non mi sono dimenticato dei vostri consigli, ma questo lavoro richiede molto tempo proprio perché devo autocostruire tutti i particolari...
_______

 

Invece, oggi vorrei affrontare un altro argomento legato alle chiodature della struttura: la corazzetta inserita nella parte superiore dello scafo.
La presenza di questo particolare è confermata da qualche testo ed è visibile nel disegno costruttivo di cui dispongo.
Effettivamente potrebbe sembrare strana la presenza di una corazza su un battello sommergibile, ma non dimentichiamo che si era alle primissime armi e non c'era esperienza pregressa.
Dal disegno posso evincere un'estensione della corazza in lunghezza di circa 18 m, corrispondente a tutta la porzione centrale dello scafo fino ai due coni di estremità (questi ultimi ottenuti da fusione, mi sarei fatto l'idea...).
Per quanto riguarda la larghezza, stimo invece circa 1 m nella parte centrale, che si riduce a non più di 60 cm nelle due zone di estremità.
Viene riportato uno spessore della corazza pari a 5 cm, il che implicherebbe un peso di circa 5-6 tonnellate, probabilmente il massimo compatibile con le risorse di stabilità del battello, che disponeva di circa 12-13 t di zavorra in chiglia e nella parte bassa dello scafo.

 

Tutto questo varrebbe se la corazza fosse stata effettivamente realizzata come da disegno originale, ovvero come da sagoma verde riportata nella figura sottostante.

 

tecnica-Delfino-07.png

 

Tuttavia nutro alcuni dubbi, che mi farebbero invece propendere per una corazza più piccola, come ho disegnato nella sagoma rossa.
Oltre a comportare un peso più ragionevole, i miei sospetti sono alimentati dagli elementi longitudinali che vedete nella foto del Delfino 1900 (sotto, freccia rossa).
Secondo me questi profili svolgono la funzione di falchette, andando a delimitare la porzione di ponte calpestabile, utili a non scivolare quando si cammina sul ristretto ponte; comunque, è logico che essi siano montati proprio in corrispondenza della giunzione fra corazza e scafo, sfruttando le stesse chiodature.
In foto mi sembra di vedere questi elementi soltanto davanti alla torretta e non dietro; inoltre, essi terminano molto prima di quanto inizialmente ipotizzato dalla mia precedente sagoma verde.
Ma allora anche la corazza era così corta e presente solo a proravia della torretta? Il disegno costruttivo è stato rivisto dopo la progettazione, accorciando la corazza?
Ennesimo dubbio amletico! (Lo so: ormai vi ci ho abituato…)

 

tecnica-Delfino-08.png

 

Tuttavia, c'è anche un fattore che mi fa propendere per una corazza in tutta lunghezza ( = mia sagoma verde iniziale).
Ho ripreso la foto postata da Magico ed ho visto, a poppavia della torretta, un profilo rialzato e chiodato, a delimitare il ponte calpestabile (freccia verde).
Fra l'altro, questa porzione di ponte è stata dipinta in colore più scuro. Potrebbe essere un antisdrucciolo, ma potrebbe anche servire per identificare la corazza che, a questo punto, sarebbe presente anche a poppavia della torretta, rispettando il mio schema "verde" e non quello "rosso".
Come vi ho già detto, si tratta dell'ennesimo dubbio amletico...

 

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Non credo che abbiano modificato il disegno originale, Marco. Ho l'impressione che quella corazzetta svolga anche e soprattutto il compito di rinforzo quando il battello viene sollevato da una gru tramite i golfari. 

Concorso, invece, sulla funzione di falchetta da parte di quei profili, che potrebbero anche non essere strettamene vincolati alla chiudatura della corazza, forzatamente di rilevante diametro, potrebbe avere qualcosa di piu fine e ricavato ad hoc.

Penso che il colore, infine, volesse solo dare una dimensione all'opera morta, visto che era ormai diventato un sommegibile.

 

Sei un grande Ocean's...

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Vedete? Mi basta chiedere, e mi vengono subito in aiuto le "Nobiles Mentes Cogitantes de Delphini Constructione"!

 
Grazie Marco per i tuoi commenti, che certamente mettono dei punti fermi sul tema della corazzetta.
Io non avevo considerato il tema dell'irrigidimento strutturale che ipotizzi tu, ma certamente questa è un'ottima motivazione. 
Avere una solida struttura vicina agli occhioni di sollevamento è un buon rinforzo in caso di movimentazione con la gru, ma a dire il vero ci vedrei anche altri vantaggi. 
Infatti, lasciami ricordare quanto tu ipotizzavi in merito alla costruzione generale dello scafo: una lunga sezione centrale ottenuta da calandratura, che necessariamente doveva essere chiusa in senso longitudinale. 
Ebbene, in precedenza supponevamo che la chiodatura di giunzione si trovasse nella parte inferiore dello scafo, ma ora mi hai aperto gli occhi: era la corazzetta stessa ad avere la funzione di chiusura, nella parte superiore e non inferiore dello scafo.
Addirittura, potrei pensare che la cosiddetta "corazzetta" fosse in realtà una coppia di lamiere raddoppiate, per uno spessore totale di 5 cm, disposte proprio per completare questa chiusura e dare rinforzo strutturale allo scafo (anche il disegno costruttivo sembra indicare una doppia lamiera).
Quindi: molta funzione strutturale e poca o nulla funzione di protezione, come dici tu…
 
A questo punto, potrei concentrarmi su una pseudo-corazza in tutta lunghezza, ignorando per ora le falchette. Come dici tu, queste ultime potevano anche essere state fissate con una seconda chiodatura più leggera, non avendo funzione strutturale.
Ci penserò più avanti.
 
Per ora provvederò a realizzare le chiodature longitudinali ai lati della corazzetta, usando come riferimento la spaziatura dei chiodi che si vede nella foto precedente, vicino alla freccia verde. Poi vi farò sapere. 
 
Per intanto, grazie Dir per l'ennesimo importante aiuto!
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On 3/9/2019 at 10:57 AM, Ocean's One said:

Vedete? Mi basta chiedere, e mi vengono subito in aiuto le "Nobiles Mentes Cogitantes de Delphini Constructione"!

 
Grazie Marco per i tuoi commenti, che certamente mettono dei punti fermi sul tema della corazzetta.
Io non avevo considerato il tema dell'irrigidimento strutturale che ipotizzi tu, ma certamente questa è un'ottima motivazione. 
Avere una solida struttura vicina agli occhioni di sollevamento è un buon rinforzo in caso di movimentazione con la gru, ma a dire il vero ci vedrei anche altri vantaggi. 
Infatti, lasciami ricordare quanto tu ipotizzavi in merito alla costruzione generale dello scafo: una lunga sezione centrale ottenuta da calandratura, che necessariamente doveva essere chiusa in senso longitudinale. 
Ebbene, in precedenza supponevamo che la chiodatura di giunzione si trovasse nella parte inferiore dello scafo, ma ora mi hai aperto gli occhi: era la corazzetta stessa ad avere la funzione di chiusura, nella parte superiore e non inferiore dello scafo.
Addirittura, potrei pensare che la cosiddetta "corazzetta" fosse in realtà una coppia di lamiere raddoppiate, per uno spessore totale di 5 cm, disposte proprio per completare questa chiusura e dare rinforzo strutturale allo scafo (anche il disegno costruttivo sembra indicare una doppia lamiera).
Quindi: molta funzione strutturale e poca o nulla funzione di protezione, come dici tu…
 
A questo punto, potrei concentrarmi su una pseudo-corazza in tutta lunghezza, ignorando per ora le falchette. Come dici tu, queste ultime potevano anche essere state fissate con una seconda chiodatura più leggera, non avendo funzione strutturale.
Ci penserò più avanti.
 
Per ora provvederò a realizzare le chiodature longitudinali ai lati della corazzetta, usando come riferimento la spaziatura dei chiodi che si vede nella foto precedente, vicino alla freccia verde. Poi vi farò sapere. 
 
Per intanto, grazie Dir per l'ennesimo importante aiuto!

 

Quindi secondo te la corazzetta aveva una funzione tipo di giunzione (o cerniera) per chiudere lo le due sezioni dello scafo?

Un ragionamento sicuramente verosimile, come lo è anche quello relativo alla reale entità della corazzetta (ovvero non proprio una corazza ma semplicemente una lamiera più spessa o una coppia di esse).

Anche secondo me e soprattutto se aveva funzioni di chiusura la sua estensione copriva tutta la lunghezza dello scafo e non solo la parte prodiera.

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Regia,

mi fa molto piacere che anche tu concordi con questa visione.

il Dir ha fatto benissimo a puntualizzare la maggiore 'importanza della struttura rispetto ad una presunta necessità di protezione, dopodiché io ho fatto due più due e dedotto le reali necessità costruttive e la giunzione dal di sopra.

Indubbiamente, ormai questo Delfino lo stiamo proprio vivisezionando tutti insieme...!

Fra l'altro, ripensandoci, la zona della "corazzetta" ha esattamente la stessa curvatura del resto dello scafo, mentre una corazza che si rispetti è quasi sempre ottenuta da lastre piane: sarebbe stato possibile calandrare e curvare così bene un acciaio da corazza, temprato o bonificato?

 

Bene, ora vorrei concentrarmi sul punto lasciato indietro in precedenza: i profili con funzione di falchetta, che potete vedere in questa foto, applicati provvisoriamente di fianco alle chiodature strutturali che ho realizzato ai lati della "corazzetta".

 

Delf-24-J01.jpg

 

Indubbiamente, servono per la sicurezza dell'equipaggio che si muove sull'esiguo ponte del battello, ma vorrei capire qualcosa di più sulla loro struttura.

Dalla foto precedente deduco un'altezza di circa 10-12 cm, mentre non saprei dire nulla sulla loro larghezza. Dubito però che siano lamiere molto sottili, che risulterebbero taglienti o pericolose.

io propenderei per due tavole di legno messe per in piedi, diciamo di 4x12 cm, che in scala sarebbero più o meno come i profili che vedete qui.

Dico legno perché un profilo in ferro spesso 4-5 cm avrebbe il suo peso e le sue difficoltà di messa in opera, ma ovviamente non c'è nulla che provi questa mia tesi.

Voi cosa dite? Siamo così fortunati da trovare una foto di un sommergibile o di una torpediniera di inizio 900, in cui si vedono le falchette?

Potrei evitare il problema supponendo una verniciatura del legno in tinta con lo scafo, così alla fine non si saprebbe il materiale, ma comunque ci sarebbe uno spessore diverso fra legno e metallo, ed inoltre sarebbero diverse le modalità di fissaggio: viti o chiodi per il ferro, cavallotti o squadrette per il legno.

Forse qui è chiedere troppo, ma vorrei tentare di fare un Delfino il più verosimile possibile...

 

 

 

 

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Cercando di migliorare l'immagine si vede che la parte in nero sia rialzata rispetto allo scafo (potrei sbagliarmi, è solo un'impressione)

 

delf1.jpg

 

L'altezza dello scalino ho cercato di demarcarlo in giallo. Le chiodature sono ad un livello inferiore rispetto alla parte verniciata in nero

 

delf2.jpg

 

Azzardo quindi un profilo di questo tipo se immaginiamo di fare una seziona della linea rossa

 

delf3.jpg

 

Come vedi ho dato un'interpretazione tutta mia 😉

Modificato da Von Faust
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11 hours ago, Ocean's One said:

Regia,

mi fa molto piacere che anche tu concordi con questa visione.

il Dir ha fatto benissimo a puntualizzare la maggiore 'importanza della struttura rispetto ad una presunta necessità di protezione, dopodiché io ho fatto due più due e dedotto le reali necessità costruttive e la giunzione dal di sopra.

Indubbiamente, ormai questo Delfino lo stiamo proprio vivisezionando tutti insieme...!

Fra l'altro, ripensandoci, la zona della "corazzetta" ha esattamente la stessa curvatura del resto dello scafo, mentre una corazza che si rispetti è quasi sempre ottenuta da lastre piane: sarebbe stato possibile calandrare e curvare così bene un acciaio da corazza, temprato o bonificato?

 

Bene, ora vorrei concentrarmi sul punto lasciato indietro in precedenza: i profili con funzione di falchetta, che potete vedere in questa foto, applicati provvisoriamente di fianco alle chiodature strutturali che ho realizzato ai lati della "corazzetta".

 

Delf-24-J01.jpg

 

Indubbiamente, servono per la sicurezza dell'equipaggio che si muove sull'esiguo ponte del battello, ma vorrei capire qualcosa di più sulla loro struttura.

Dalla foto precedente deduco un'altezza di circa 10-12 cm, mentre non saprei dire nulla sulla loro larghezza. Dubito però che siano lamiere molto sottili, che risulterebbero taglienti o pericolose.

io propenderei per due tavole di legno messe per in piedi, diciamo di 4x12 cm, che in scala sarebbero più o meno come i profili che vedete qui.

Dico legno perché un profilo in ferro spesso 4-5 cm avrebbe il suo peso e le sue difficoltà di messa in opera, ma ovviamente non c'è nulla che provi questa mia tesi.

Voi cosa dite? Siamo così fortunati da trovare una foto di un sommergibile o di una torpediniera di inizio 900, in cui si vedono le falchette?

Potrei evitare il problema supponendo una verniciatura del legno in tinta con lo scafo, così alla fine non si saprebbe il materiale, ma comunque ci sarebbe uno spessore diverso fra legno e metallo, ed inoltre sarebbero diverse le modalità di fissaggio: viti o chiodi per il ferro, cavallotti o squadrette per il legno.

Forse qui è chiedere troppo, ma vorrei tentare di fare un Delfino il più verosimile possibile...

 

 

 

 

 

Legno?? Un materiale atipico da vedersi su uno scafo di un battello ma è vero anche che siamo ai primi del 900 e potrebbe essere anche verosimile, più che altro posizionato lì è anche di facile rimozione per manutenzione.

 

Guardando le foto di Fausto qui sotto invece propenderei per la teoria di Fausto ovvero barre di ferro a forma di U rovesciata con le chiodatura sulla parte piatta e ancorate allo scafo o alla corazzetta, spero di essermi spiegato.

 

 

11 hours ago, Von Faust said:

Cercando di migliorare l'immagine si vede che la parte in nero sia rialzata rispetto allo scafo (potrei sbagliarmi, è solo un'impressione)

 

delf1.jpg

 

L'altezza dello scalino ho cercato di demarcarlo in giallo. Le chiodature sono ad un livello inferiore rispetto alla parte verniciata in nero

 

delf2.jpg

 

Azzardo quindi un profilo di questo tipo se immaginiamo di fare una seziona della linea rossa

 

delf3.jpg

 

Come vedi ho dato un'interpretazione tutta mia 😉

 

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Innanzitutto, vorrei dare il benvenuto all'amico Von Faust su questa mia discussione. Che piacere vederti!

 

Ci sono un paio di risposte che vorrei darvi.

La prima si riferisce alle falchette, che io ho ipotizzato in legno, ma che Regia Marina dice giustamente essere in ferro ad U rovesciata, come dalle foto di Von Faust.

Tutto corretto, però quella foto riprende la porzione del ponte a poppavia della torretta, e non a proravia.

Io, vedendo l'immagine del Delfino di colore molto scuro ed ante-modifiche, ci avevo visto le falchette solo davanti alla torretta, e non dietro.

Fra l'altro, in quella foto assegnerei a questi profili un'altezza di circa 10 cm, mentre nella foto ripresa da Von Faust le "U" in ferro sono molto più basse (3-4 cm soltanto).

Direi che si tratta di due componenti diversi: falchette alte 10-12 cm solo a proravia della torretta, profili più bassi dietro e tutto attorno alla corazzetta.

Per questi ultimi, la configurazione ad U si vede abbastanza bene, ma mi metterebbe un po' in difficoltà a riprodurli! Per ora li ho fatti piatti, ma fatemi vedere cosa posso fare...

Infine, legno per le sole falchette? Boh! Ma comunque ormai le pitturerò di grigio e non lo sapremo mai (avevo l'idea di farle un po' scrostate per fare trasparire il marrone sottostante, ma non lo farò).

 

Infine, una risposta anche a Von Faust, che ipotizza che la corazzetta non sia a filo dello scafo, ma leggermente rialzata, come da suo schizzo.

In effetti dallo foto forse sembra a me, anche se la pittura scura potrebbe ingannare. I disegni costruttivi però dicono una cosa diversa:

 

strut-D-04.png

 

Questo dettaglio mostra dove termina la "corazzetta" poppiera. Come vedete, essa è a filo superiornente (linea verde) e il suo maggiore spessore è tutto all'interno dello scafo (linea rossa con scalino).

Se il progetto era stato rispettato, allora la corazzetta doveva essere a filo esterno con lo scafo.

Poi, chi può dirlo con certezza?

E' vero però che la foto su cui ha lavorato Von Faust è dopo le modifiche del 1902-4, quindi magari qualcosa era cambiato anche sul ponte...

 

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13 hours ago, Ocean's One said:

Innanzitutto, vorrei dare il benvenuto all'amico Von Faust su questa mia discussione. Che piacere vederti!

 

Scrivo poco ma seguo con passione il post

 

13 hours ago, Ocean's One said:

Infine, una risposta anche a Von Faust, che ipotizza che la corazzetta non sia a filo dello scafo, ma leggermente rialzata, come da suo schizzo.

In effetti dallo foto forse sembra a me, anche se la pittura scura potrebbe ingannare. I disegni costruttivi però dicono una cosa diversa:

 

Vero, il disegno "parla" chiaro

 

13 hours ago, Ocean's One said:

E' vero però che la foto su cui ha lavorato Von Faust è dopo le modifiche del 1902-4, quindi magari qualcosa era cambiato anche sul ponte...

 

 

Purtroppo mancano molti elementi per avere delle certezze

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Fausto,

sì, è vero, non ci sono certezze. Però magari la situazione era un po' più lineare per la versione ante-modifiche, che è quella che sto facendo e che presumo sia stata più fedele al progetto originale.

Comunque, terrò lo scafo come stampato ora, ma magari darò qualche mano in più della vernice di fondo nella zona corrispondente alla corazzetta, per addolcire il colpo d'occhio.

 

Rispondo poi all'amico Regia, che riprende le ipotesi di Von Faust dicendo:

On 14/3/2019 at 09:47, Regia Marina said:

Guardando le foto di Fausto qui sotto invece propenderei per la teoria di Fausto ovvero barre di ferro a forma di U rovesciata con le chiodatura sulla parte piatta e ancorate allo scafo o alla corazzetta, spero di essermi spiegato.

 

Certo, ti sei spiegato, e direi che avete proprio ragione!

Solo che questo mi ha complicato la vita un bel po'... :doh:

Oggi sono andato al negozio di modellismo a comprare dei profili quadri 1x1 mm in plasticard, e li ho incollati in costa da entrambe le parti sui piatti chiodati, che avevo già realizzato in precedenza.

Risultato: ho ricostruito le barre ad U che dite voi (e che erano abbastanza evidenti nella foto).

Vedete un dettaglio qui sotto. Certamente, era meglio acquistare in partenza una U in plastica, che sarebbe stata più precisa e più semplice da applicare, ma anche così riesco a rispettare la forma reale. Che poi ci abbia messo tanto tempo e pazienza, non importa... :biggrin:

Ciao!

 

Delf-24-J02.jpg

 

Modificato da Ocean's One
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Grazie Danilo della tua illuminata opinione, su cui concordo pienamente.

In effetti, allineandomi con l'idea del Dir, ormai sto pensando sempre più ad una funzione strutturale, e non protettiva, della corazzetta. 

Logicamente, in questo caso essa dovrebbe essere parte strutturale dello scafo, e non riportata all'esterno.

in questi giorni ho riflettuto su questo tema ed ho preso in considerazione altri elementi che suggeriscono la funzione strutturale della corazzetta: la posizione vicina ai golfari di sollevamento, la forma curva e non piana, il fatto che si sia accettato di forarla per il passaggio degli assi delle eliche verticali, ed anche la presenza delle bitte.

Queste ultime sono in asse ed inchiodate sulla "corazzetta": fosse stata una vera corazza in acciaio duro, avrebbe avuto più senso raddoppiare le bitte ed applicarle ai lati della corazza; al contrario, con la corazzetta strutturalmente integrata nello scafo, la posizione centrale delle bitte è certamente la più solida.

 

Quindi, direi proprio che siamo giunti ad un'altra sensata conclusione in merito a questo misterioso battello (evidentemente grazie a tutti voi che partecipate alla discussione)

 

Fra l'altro, questa deduzione determina un'altra scelta che mi accingo a fare: capire se la corazzetta fosse stata forata per consentire le normali chiodature oppure no.

Se guardate la foto del post di sabato 16, vedete che per ora la chiodatura trasversale sull'ordinata è presente anche nella zona della corazza, delimitata dalle due chiodature longitudinali sui profilo ad U.

Ebbene, ero tentato a rimuovere questo chiodi, vista la consistenza di una "vera" corazza, ma adesso che questa viene interpretata più come un rinforzo strutturale, sarei propenso a lasciare i chiodi al loro posto. 

Non si finisce mai di imparare...

 

Per ora vi saluto.

A brevissimo vi posterò le foto di elica e timoni poppieri terminati.

 

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Grazie a tutti, ragazzi!

Vedo che l'aspetto esteriore del modello vi soddisfa.

Sapete? Ormai mi sono convinto che il fascino del Delfino sia strettamente legato al suo aspetto "meccanico": certamente innovativo all'epoca (ed elegante ancor oggi),  ma comunque pieno di dettagli come chiodature, angolari e fazzoletti di rinforzo che mostrano in tutta la loro bellezza i criteri costruttivi dell'epoca.

Un salto nel futuro, partendo però dal 1892!

 

Bene, con questo posso dire che la sezione poppiera è completamente finita.

Sintesi dei passi mancanti per il completamento della costruzione:

1) Parte prodiera: cappello del tubo lanciasiluri, dettagli timoni profondità e direzione AV, montanti di supporto per i timoni di profondità AV

2) Dettagli del ponte, bitte, "eliche di affondamento" ed occhioni di sollevamento.

3) Torretta con corona di bulloni alla base (era previsto il suo completo smontaggio, come abbiamo scritto)

4) "La madre di tutti gli incollaggi" = unire definitivamente le sezioni prodiera e poppiera, carteggiare e completare i dettagli in questa zona di scafo.

5) Finitura e verniciatura 

6) Piedistallo, targhetta e poi crogiolarsi alla vista del modello finito :thumbsup:

 

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11 hours ago, Ocean's One said:

Grazie a tutti, ragazzi!

Vedo che l'aspetto esteriore del modello vi soddisfa.

Sapete? Ormai mi sono convinto che il fascino del Delfino sia strettamente legato al suo aspetto "meccanico": certamente innovativo all'epoca (ed elegante ancor oggi),  ma comunque pieno di dettagli come chiodature, angolari e fazzoletti di rinforzo che mostrano in tutta la loro bellezza i criteri costruttivi dell'epoca.

Un salto nel futuro, partendo però dal 1892!

 

Bene, con questo posso dire che la sezione poppiera è completamente finita.

Sintesi dei passi mancanti per il completamento della costruzione:

1) Parte prodiera: cappello del tubo lanciasiluri, dettagli timoni profondità e direzione AV, montanti di supporto per i timoni di profondità AV

2) Dettagli del ponte, bitte, "eliche di affondamento" ed occhioni di sollevamento.

3) Torretta con corona di bulloni alla base (era previsto il suo completo smontaggio, come abbiamo scritto)

4) "La madre di tutti gli incollaggi" = unire definitivamente le sezioni prodiera e poppiera, carteggiare e completare i dettagli in questa zona di scafo.

5) Finitura e verniciatura 

6) Piedistallo, targhetta e poi crogiolarsi alla vista del modello finito :thumbsup:

 

 

Una roadmap degna di un cantiere navale vero

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Beh, nessuno ha mai detto che era semplice... :blink:

Meno male che ci siete voi tutti a supportarmi! :smiley19:

 

Per vostra info, ho deciso di proseguire in linea con la lista, dedicandomi al punto 1), ovvero alla parte prodiera.

Eccovi quindi il mio ennesimo dubbio tecnico, anche se stavolta spero si risolva velocemente, perché le fonti qualcosa dicono...   Vi parlo dei timoni di profondità AVanti, che non vorrei realizzare a sbalzo, ma corredarli dei due montanti a "V" che ne vincolavano l'estremità esterna per maggiore solidità.

Come vedete dalla figura qui sotto, i disegni "classici" del Delfino ne mostrano i timoni AV supportati da una coppia di montanti diagonali, indicati dalle frecce rosse nella parte sinistra della figura.

In effetti questi sono disegni e non vere foto. Ne presumo la correttezza (come anche degli altri disegni che mostrano sempre i montanti), ma mi dispiace non disporre di una foto di riferimento, che scioglierebbe ogni dubbio.

 

Però dispongo della foto sulla gru, di cui vi mostro un dettaglio con le frecce gialle che indicano (forse) i montanti dei timoni AV.

Inoltre, anche il disegno della sezione longitudinale mostra questi supporti, indicati con tratteggio perché nascosti ed evidenziati da me in giallo.

Quindi nessun dubbio, direte voi?

In realtà, purtroppo, non c'è piena sicurezza, perché il sacrosanto disegno costruttivo e la foto si riferiscono al primissimo Delfino, quello con i piani di profondità all'estrema prua e senza timone di direzione prodiero.

Ma nel 1895, dopo le prime modifiche e l'arretramento dei timoni di profondità, questi ultimi conservavano ancora i loro montanti di rinforzo?

La logica mi dice di sì, perché non c'era motivo di non metterli.

Anche i disegni sotto a sinistra mi dicono di sì, ma purtroppo non sono foto!

 

Quindi, a meno che esistano foto di questo particolare dettaglio, sono a chiedere l'aiuto del pubblico:

i montanti c'erano? Li accendiamo? :biggrin:

 

tecnica-Delfino-09.png

 

 

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Stavolta il processo deduttivo è differente e si basa sulla modalità di progettare e costruire di tutte le Marine del Mondo fino all'avvento di CAS e sistemi di calcolo: se funziona non lo cambiare. Sono ragionevolmente certo che abbiano mantenuto quei rinforzi... 

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@Iscandar:

Intendi il Rasoio di Occam? :smiley19:

Teoria che consiglia di eliminare con "tagli di lama" le ipotesi più complicate, preferendo invece le soluzioni più semplici e logiche?

Sì, direi proprio di sì.

Spesso questo "rasoio logico" aiuta ad evitare ipotesi inutili, invitando invece a basarsi su principi dimostrati e semplici: l'ipotesi più semplice è sempre da preferire.

In questo specifico caso, mi ero fatto venire dei dubbi perché non c'era alcuna foto del periodo che desse evidenza dell'esistenza dei montanti.

Tuttavia, la logica andava nella direzione dei montanti e, come avete visto, ha poi avuto la piena approvazione del nostro illuminato Dir.

Ecco quindi il "Rasoio di Ocean" (ops, Occam! :biggrin:)

 

@Totiano:

Giustissimo! Perché dovevano modificare una cosa che funzionava bene?

Fa il paio con il principio KISS ("Keep It Simple, Stupid!") che va tanto di moda fra i progettisti.

Grazie della tua conferma, Dir. Hai "affilato" il mio rasoio in modo egregio.

 

 

____________

 

p.s. per vs info, ora sto procedendo con i montanti.

Modificato da Ocean's One
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Sono perfettamente d'accordo... :biggrin: 

 

A questo punto, assunto che i montanti siano stati mantenuti, eccovi la situazione dei timoni.

Innanzitutto, sia i timoni di direzione AD che quelli di profondità sono supportati su entrambe le estremità: il loro asse deve garantire solo il supporto e la rotazione, ma non reggere la flessione.

Come avevo già scritto in precedenza, ho notato che sull'asse dei timoni di direzione AD ci sono due fori rettangolari (cerchietti rossi), nei quali passano due chiavette che bloccano i timoni solidalmente all'asse. Immagino delle piattine larghe circa 5-6 cm e lunghe almeno una ventina, ribattute sulla superficie del timone per vincolarlo.

Avevo già realizzato questi dettagli per i timoni di direzione, ed ora assumo che valga lo stesso per i timoni di profondità, visto che abbiamo confermato la presenza dei montanti di supporto. Vedete sui timoni di profondità i due piccoli rettangoli che simulano le chiavette.

 

Per il timone di direzione AV le cose sono completamente diverse.

Esso è completamente a sbalzo, quindi l'incastro del suo asse deve garantire anche rigidità alla flessione.

Scartando ogni anacronistica saldatura, ho supposto una coppia di piastre chiodate, che vincolano al timone l'estremità dell'asse,  che probabilmente era stata appattita a caldo per impegnarsi correttamente.

Era una tecnica consolidata, ma non ho nessuna conferma sul numero di chiodi, che ho definito a buonsenso (e direi che qui non si possa fare altrimenti...) 

 

Delf-24-K04.jpg

 

In parallelo, ho ultimato i montanti a V di supporto dei timoni di profondità, come vedete in foto.

Per ora li terrò smontabili, per favorire la verniciatura. Naturalmente, per vincolarli e centrarli opportunamente, ho usato i chiodi!

(Dopo 1250 chiodi "di pura bellezza", eccone finalmente otto che faranno il loro lavoro di elementi di giunzione: era ora!)

 

Completo l'aggiornamento aggiungendo anche le foto delle bitte, che presto andranno ad essere incollate sul ponte.

 

Delf-24-K05.jpg

 

A breve qualche foto di questi dettagli montati. Ciao!

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L'accuratezza e la cura nella progettazione (perchè di fatto qui si è partiti dalla progettazione avendo dovuto interpretare quello che i disegni non davano per certo) e nella realizzazione di questo modello la si vede nei dettagli che via via stanno emergendo nelle varie fasi.

Chi avrebbe mai pensato a realizzare (o solo a porsi il problema) i supporti dei timoni, la "corrazzetta" e altri micro dettagli che via via verranno fuori (per non parlare dei chiodi).

 

Spettacolare

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Regia, Dir,

vi ringrazio.

Io sto facendo del mio meglio, e certamente mi aiuta il generoso fattore di scala del modello.

 

Tuttavia, vorrei ricordare che questo lavoro procede in modo eccellente grazie ai contributi di tutti voi.

Il Dir è autorevolissimo commentatore e ottima fonte di informazioni; Magico 8/88 mi ha fornito ottime foto e conferme (come la bullonatura della torretta che realizzerò fra una settimana); tu Regia, insieme ad Iscandar, Von Faust e Danilo avete sempre espresso considerazioni molto sensate che mi hanno aiutato a chiarire innumerevoli dubbi tecnici. 

Quindi, come vedi, questa "accuratezza e cura nella progettazione" è patrimonio di tutti i partecipanti e non solo mio. Grazie per questo.

 

Eccovi ora, come anticipatovi, i supporti dei timoni AV montati in sede.

Un misto di linee moderne ma anche un po' retrò...

 

Delf-24-K06.jpg

 

Delf-24-K07.jpg

 

 

(p.s. il cappello del TLS manca ancora. Arriverà fra un po')

 

Modificato da Ocean's One
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6 hours ago, Ocean's One said:

...

Tuttavia, vorrei ricordare che questo lavoro procede in modo eccellente grazie ai contributi di tutti voi.

...

 

(p.s. il cappello del TLS manca ancora. Arriverà fra un po')

 

 

Come sempre il lavoro di squadra fà la differenza :smiley19:😉 ma è il tuo impegno in prima persona a farne un lavoro veramente "impressionante"...

 

In merito al "p.s." (inteso come cappello del TLS) come pensi di "organizzarti"?

 

E poi la prossima sfida sul Delfino ?

 

Qualcosa del genere https://www.elmundo.es/elmundo/2013/graficos/sep/s1/interior/submarino_peral_interior.html

 

o del genere...

image.png

 

😉

 

Modificato da magico_8°/88
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4 hours ago, magico_8°/88 said:

 

Come sempre il lavoro di squadra fà la differenza :smiley19:😉 ma è il tuo impegno in prima persona a farne un lavoro veramente "impressionante"...

 

In merito al "p.s." (inteso come cappello del TLS) come pensi di "organizzarti"?

 

E poi la prossima sfida sul Delfino ?

 

Qualcosa del genere https://www.elmundo.es/elmundo/2013/graficos/sep/s1/interior/submarino_peral_interior.html

 

o del genere...

image.png

 

😉

 

 

Secondo me può basarsi su quanto fatto per il Peral.

Un tappo magari con delle traverse a croce (non sò se è il termine esatto) e una cerniera in alto (sul Peral esposto credo l'abbiano sostituita per montarci la targa celebrativa ma una volta secondo me era stondata e non piatta)

Ovviamente sono solo ipotesi

 

 

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Scusandomi per una certa latitanza, dovuta ad un viaggio di lavoro, rieccomi a voi su queste pagine, salutandovi e ringraziandovi tutti.

 

Allora, iniziamo dal tema del cappello del TLS.

Sicuramente lo farò come dice Regia, con qualche nervatura ed incernierato in alto, sulla falsariga del Peral.

Se ricordate, avevamo già espresso un bel po' di considerazioni in merito un paio di mesi fa.

Nel post del 22 gennaio vi avevo mostrato un cappello realizzato in modo provvisorio, tanto per vedere l'effetto che faceva.

In risposta, l'efficientissimo Magico 8/88 aveva postato il progetto originale dei due tubi da 356mm appaiati. In questa configurazione il cappello non è molto bombato, non ha nervature a croce ma soltanto diametrali, che partono dalla cerniera fino ad assottigliarsi e sparire nella posizione diametralmente opposta.

E' un ottimo riferimento per realizzare il cappello del mio Delfino, ed oltretutto è confermato dalla logica: la limitata bombatura è necessaria per la compatibilità con il punto di attacco del puntone di apertura, che presumo sia stato conservato dal progetto dei tubi gemelli fino a quello del tubo singolo.

Poi, è vero che il 23 gennaio Magico ci aveva segnalato un disegno del cappello carenato del TLS, anche se nella versione post-modifiche di qualche anno successiva.

Ne è nata una serie di considerazioni, iniziate dal nostro Regia, che ha fatto il parallelo con la cerniera non carenata del Peral, basandosi anche sull'assenza di casi similari di TLS carenato, se non il lontanissimo Holland d'oltreoceano.

Ne abbiamo convenuto che era estremamente più probabile che la cerniera del tubo non fosse carenata, almeno nell'anno 1900 a cui io riferisco il mio modello.

Quindi, alea iacta est: farò il tubo simil-Peral con cerniera a vista.

(dovrete però aspettare un po', perché questo elemento per ora ha priorità 4: prima vengono le bitte, poi l'anello di torretta, e poi gli occhioni di sollevamento)

________________

 

Passo ora ai mirabili suggerimenti fatti da Magico nel suo post, sulla prossima mia "sfida" in tema Delfino.

Concordo appieno sul fascino della proposta: i dettagli interni, reali o virtuali, sarebbero una cosa eccelsa, ma quanto impegno!

Allora piuttosto farei la sezione maestra del Delfino in scala 1:2 per farci giocare dentro i miei nipoti!!! :biggrin:

Molto più seriamente, vi dico invece che sto già procedendo su altri due "Delfini": uno lo conosce bene il Dir :wink:, mentre l'altra mia idea non la sa ancora nessuno e prenderà corpo soltanto nella seconda parte del 2019...

________________

 

Infine, vi posto ora un ulteriore piccolo contributo. Ecco l'immagine della sezione poppiera praticamente ultimata, con anche la bitta in posizione.

(sorry, mi sono dimenticato di rimettere l'elica in posizione :doh:)

 

Delf-24-K08.jpg

 

Modificato da Ocean's One
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I lavori proseguono.

Mi sono detto: "ma perché sempre CHIODI? Non sarebbe ora di passare ad una robusta dose di BULLONI?!?"  :blink:

 

Detto, fatto.

Ho quindi realizzato la base della torretta, corredata della corona di bulloni che consentiva lo smontaggio dell'intera torretta, per poter introdurre nello scafo componenti di dimensioni generose.

Come vedete, ho realizzato una basetta ovale con dimensioni più larghe di 5 mm attorno alla torretta:

Delf-24-L01.jpg

 

Dopodiché, l'ho pazientemente "bullonata".

In scala sono circa dei bulloni M30, ( = chiave 46 mm, anche se allora questi standard non c'erano...)

Delf-24-L02.jpg

 

Infine, ho stondato la parete laterale della base per adattarla alla forma dello scafo, dopodiché l'ho incollata e stuccata: 

Delf-24-L03.jpg
____________

 

Questo è quanto.

Tuttavia, avrei ancora bisogno del vostro aiuto, perché sulla torretta ci sono almeno tre cose da modificare:

1) I contrappesi dovrebbero essere dei dischi messi per in piedi e non delle sfere.

2) Non c'è un'unica leva di bloccaggio centrale, come fatto ora, ma due laterali al portello.

3) Forse ci sono due scalini metallici su ciascun lato della torretta.  

 

Le 1) e 2) le vedo nella foto del Delfino "1900" di colore scuro, ma non ne sono sicuro causa insufficiente qualità della foto. Qualcuno ce l'ha con migliore risoluzione?

In merito al punto 3), gli scalini c'erano sicuramente nella foto del Delfino appeso alla gru (circa 1895) ma dopo non so se siano stati mantenuti oppure no.

Come al solito, consulenti cercasi!   :thumbsup:

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Nell'unica altra foto del Delfino pre lavori non si riesce a distinguere la (o le)  scaletta, ma in quella con l'equipaggio post lavori forse si vede qualcosa. Il ragionamento è sempre lo stesso, raramente si toglie qualcosa a meno che non sia dannoso.

Concordo sui dischi al posto delle sfere e sulle leve, che sono giustamente a prora e a poppa per manovrarle meglio salendo dalle scalette.

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Grazie Marco per le tue conferme.

In merito alla forma degli scalini, ci sono due ipotesi:

 

1) Se osservo un po' meglio la foto della gru, ne deduco che gli scalini sono ottenuti da un tondo metallico orizzontale, lungo diciamo 25 cm, supportato da due squadrette alle estremità. I due scalini sono esattamente sovrapposti e non sfalsati.

 

2) Se invece osservo la torretta del Delfino ricostruito, vedo scalini metallici a forma di mezzaluna, disposti sfalsati a destra e sinistra per assecondare  i passi di chi sale. in questo caso gli scalini sono tre (o forse quattro), perché la torretta era più alta rispetto al Delfino originale.

 

Fra le due ipotesi, io preferirei la 1), perché si riferisce al periodo di mio interesse.

Teoricamente non posso escludere che il cambio degli scalini da dritti a sfalsati sia avvenuto già prima della data del mio modello.

Tuttavia, ciò avrebbe senso solo se la vecchia torretta fosse stata poi inglobata nella nuova, e non se quest'ultima fosse stata ricostruita ex-novo.

Ho riflettuto a lungo sulla somiglianza della vecchia torretta con la parte alta della nuova, e direi che ci sono un po' di discrepanze. Oltretutto, questa ipotesi avrebbe senso se fosse stato possibile saldare una "prolunga" sotto la vecchia torretta, ma è certo che all'epoca le saldature non venivano usate, e che le torrette erano sicuramente fuse nella loro forma completa.

Quindi: nuova torretta e nuovi scalini nel 1904. Prima c'erano gli scalini dritti sovrapposti come si (intra)vede nella foto della gru.

 

Procedo.

p.s. già modificati i contrappesi e le leve di bloccaggio del portello. Ho anche aggiunto una barretta di accoppiamento fra i due bracci porta-contrappesi, che in effetti era visibile in foto.

 

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