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Alba Di Guerra


Red

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Comandanti,

desidero offrirvi una nuova serie di racconti dedicati alla guerra sul mare,

confidando sempre che vengano letti da Voi, e sperando di non annoiarvi.

Il mio scopo è sempre quello e cioè di ricordare , specialmente in questo

anno 2018 conclusivo per le cerimonie del Centenario della I^ Guerra Mondiale,

gli episodi più importanti che ebbero protagonisti alcuni dei nostri eroici Uomini

della R.Marina.

Io, per quanto che mi è possibile, sono sempre alla ricerca di vecchi libri, ormai

dimenticati ed ai più sconosciuti ma non per questo meno importanti.

Questi spesso furono scritti da Autori protagonisti degli stessi episodi oppure

da personaggi di un certo spessore culturale che lasciarono una impronta

nella vita storica e culturale nel nostro Paese.

Gli episodi che quì riporto sono tratti da un libro da me recentemente trovato

e che , a mio parere, merita essere letto anche se alcuni episodi raccontati

sono a noi noti. Ma si sa, ogni Autore li racconta a suo modo, aggiungendo

e forse talvolta omettendo interessanti particolari rendendo così più o meno interes-

sante il suo lavoro.

Ma l'Autore di questo libro,uomo di cultura ed appassionato scrittore e ricercatore

pugliese,si è avvalso di " Relazioni e fotografie gentilmente fornitemi dall'Ufficio

Storico dell R.Marina. " e quindi degno di fede.

Per meglio conoscere lo scrittore credo sia opportuno visionare :

https://it.wikipedia.org/wiki/Michele_Vocino

 

https://fgranatiero.wordpress.com/2011/11/26/michele-vocino-nel-nstos-il-segreto-di-uno-scrittore-a-tutto-tondo/

 

 

Andiamo ora a leggere i racconti contenuti nel libro :

 

BANDIERE SUL MARE- Episodi della Grande Guerra-

di MICHELE VOCINO

 

EDIZIONI DEGLI OMENONI - Milano - 1931

 

 

Inizio con la presentazione del libro scritta dal suo Autore :

 

Ho voluto narrare in questo libro alcuni episodi marini

della Grande Guerra per porre in rilievo le doti di coraggio

e di risolutezza, d'abnegazione e di serenità che son doti

precipue dei marinai italiani.

E poichè, se questo è l'animo dei nostri, coraggio e

risolutezza son patrimonio comune di chiunque serve una

bandiera sul mare, ho aggiunto, per omaggio a tutti i mari-

nai, qualche episodio delle altre marine da guerra, senza di-

stinzione di bandiera.

Episodi quanto più possibile precisi poichè nella massima

parte tratti da relazioni e da documenti ufficiali (*). Libro d'or-

goglio e di malinconia ; la malinconia che ai sopravvissuti

dà il ricordo di quelli che son morti, degli amici morti. Alla

memoria dei quali oso dedicarlo con venerazione e con affetto.

 

Roma, 4 novembre 1930.

 

MICHELE VOCINO

 

(*) - Relazioni e fotografie gentilmente fornitemi dall'Ufficio storico della

R. Marina .

 

ALBA DI GUERRA

 

Il racconto dell'ammiraglio Haus, comandante in capo della flotta austro-ungarica, in data 24 maggio 1915, dice testualmente così :

- " Nell'intento di danneggiare di sorpresa e nel tempo più ristretto dopo l'apertura delle ostilità il nuovo avversario e di applicare un

sensibile colpo alla sua forza morale, ho progettato una azione contro i " punti militari " della costa orientale italiana coll'impiego

di tutte le forze disponibili ".

Ed ha eseguito il progetto, poichè tutte le unità, oltre 60, presenti a Pola, sono uscite in quella prima notte di guerra adriatica, per trovarsi all'alba , il grosso al comando dello stesso ammiraglio, al loro posto d'operazione.

Ma il progetto difettava di coraggio. I " punti militari " della nostra costa erano infatti ben noti : Venezia e Brindisi.

Non questi però furono gli obiettivi onorevoli e rischiosi della flotta avversaria. Essi rimasero assai lontani dalla sua rotta di sorpresa,

ne furono nemmeno presi in considerazioni nel piano d'attacco baldanzosamente progettato dal suo Alto Comando.

Il gran progetto s'indirizzava e si effettuò su assai più modesti bersagli, poichè il grosso, di 34 unità, era destinato ad un'azione in forza contro.........Ancona, e gli altri gruppi a bombardamenti contro Sinigallia, Potenza Picena, Rimini, Fano, Pesaro, Porto Corsini,

ossia tutti, fuori dal diritto di guerra, contro città indifese.

Solo Porto Corsini aveva una difesa militare, ma da successive informazioni s'ebbe la conferma che il nemico ignorava che esistessero colà batterie, le quali erano state istallate pochi giorni prima dell'apertura delle ostilità, mentre non poteva assolutamente ignorare che Ancona era stata completamente disarmata e dichiarata città indifesa con atti ufficiali diplomaticamente

comunicati al Governo austro-ungarico alcuni mesi prima della dichiarazione di guerra.

Appunto contro Ancona volle esercitarsi la risibile tracotanza di questa flotta , " l'unica volta " che osò uscir tutta dal suo rifugio,

come contro un formidabile : 10 navi di linea, 4 caccia, 20 torpediniere, e l'ammiraglio a bordo dell' " Habsburg " in testa alla II^ Squadra !.

" Alle ore 3,55 - noi possiamo leggere con un sottile sorriso di commiserazione nel diario di guerra di quel Comando - la II^ Squadra fila sotto costa e fa segnale per 10 miglia di velocità ; alle 4, vivace fuoco della II^ Squadra e delle siluranti che, per quanto

si può constatare, non viene contraccambiato da terra.......; alle 4,35 la " Tegetthoff " fa partire il primo colpo sulle vecchie fortificazioni a terra, dopo che la I^ Divisione apre il fuoco ( che non viene contraccambiato ) ; alle 4,48 la " Franz Ferdinand " apre

il fuoco sul semaforo; alle 5,8 la " Tagettoff " fa segnale con bandiera " cessa fuoco " ; le siluranti in nostra vicinanza sparano in mare ; si sospetta la presenza di sommergibili e si accosta contemporaneamente ; davanti il porto e fra le navi si trovano molte barche da pesca........; alle 5,20 la I^ Squadra si riunisce con tutta velocità alla II^ Squadra prendendo poi rotta verso Pola.........."

 

Un sorriso di commiserazione: se il ricordo dei lutti d'inermi, di donne e di fanciulli, che quella incursione barbaramente disseminò

sulle nostre marine non ci piegasse le labbra a un segno di profonda amarezza e di profondo disprezzo !

Tuttavia, dove qualche resistenza da parte nostra si potè fare, fu fatta senza esitanza.

A Porto Corsini , fra gli obiettivi di quella incursione l'unico, come si è detto, fortificato , le navi nemiche, poichè per un deplorevole equivoco non vi era giunto l'avviso dell'inizio delle ostilità, si presentarono sul far del giorno assolutamente di sorpresa : l'incrociatore " Novara " , il caccia " Scharfschutz " e due siluranti.

Il capo posto della stazione di riconoscimento le avvistò quando appena albeggiava, e svegliò il comandante, capitano di corvetta

Alfredo Dentice, che riconosciutele per estere, fece immediatamente battere l'allarme con due colpi in salva e dalla terrazza con una tromba il posto di combattimento.

Il caccia entrò di poppa, nel canale ; le altre unità rimasero al largo.

Subito nelle batterie gli armamenti, che dormivano presso i pezzi, furono al loro posto ed iniziarono il fuoco; duello brevissimo, poichè le navi prese sotto i tiri da terra, ritennero miglior partito battere in ritirata volgendo la prora su Pola, a tutta forza, mentre il giorno schiariva.

E' il nemico che parla, dal rapporto ufficiale del comandante del " Novara ", capitano di vascello von Horty:

" La 80-T - una delle torpediniere - fu colpita in pieno da un proiettile. Il proiettile esplose nel quadrato ed ebbe per conseguenza un'avaria al timone ed entrata di acqua. Il " Novara " fu colpito da parecchie granate e shrapnell che cagionarono purtroppo delle perdite sensibili....Furono uccisi il tenente di vascello Persich e 4 marinai, altri 4 furono feriti gravemente e versano in pericolo di vita, 7 feriti gravemente, parecchi leggermente, fra i quali il sottotenente di vascello Durrgl " .

Ammesso anche che il nemico non abbia esagerato in meno, questo rapporto, si pur dire che solo questi danni la sua bravata contro l'unico nostro porto difeso gli è costata abbastanza cara. Ma esagera in più, nei suoi rapporti, quando parla dei danni che avrebbe cagionato a noi. " Gli armamenti - scrive infatti il comandante del caccia, capitano di corvetta Nowotny - accorsi, dalle posizioni riparate delle batterie e di una trincea , presso le rive del canale per la inaspettata apparizione del cacciatorpediniere nemico e composti da un ufficiale di marina ( apparentemente del comandante della batteria ) e di militari, circa una ventina in tutto

, furono quasi tutti uccisi "

Invece n'era morto uno solo, un operaio, Natale Zen, veneziano, e degli armamenti ai pezzi non altri fu ferito il secondo capo telemetrista Giacomo Conti, da un proiettile di mitragliera, al ventre : " segnalo questo sottufficiale - scrisse di lui il suo comandante -

il quale, raccolto ferito piuttosto gravemente, insistè con quelli che lo raccoglievano perchè non lo portassero in vista dei cannonieri,

ad evitare che questi ne rimanessero impressionati, preoccupato non di sè stesso ma di tale evenienza " .

E di danni ben pochi. " Veniva colpito - scrive Dentice nel rapporto ufficiale - il fabbricato che comprende faro e semaforo, mentre non tutti i tiri diretti alle batterie , al deposito combustibili e all'hangar , passarono per la maggior parte alti, lasciando questi intatti ".

E aggiunge : " data la superiorità di numero delle artiglierie di quelle navi, l'essersi allontanate senza che quei bersagli abbiano menomamente sofferto, dimostra che, malgrado i mezzi limitati, questa difesa rispose al suo scopo " .

 

Contemporaneamente erano uscite, nella notte, altre navi austriache da Sebenico per venire, sull'alba, a compiere analoghe prodezze contro Tremiti, Termoli, Vieste, Manfredonia, Barletta, in due gruppi, l'uno, con l' " Admiral Spaun, diretto a nord, l'altro,

con l' " Helgoland ", a sud del promontorio garganico.

Nostre navi erano nella notte sul quel tratto di mare, incrocianti in crociera di vigilanza avanzata capace di coprire Brindisi da una eventuale sorpresa del nemico. Noi, su quel litorale, veramente non potevamo nè dovevamo prevedere altra sorpresa che quella, poichè Brindisi solo era il nostro porto militare su tutta quella costa abruzzese e pugliese. " Credo opportuno - scrisse , ci sembra logica inoppugnabile, il Comando in Capo della nostra Armata nel suo rapporto ufficiale del 2 giugno '15 - credo opportuno mettere in rilievo come tutte le misure preventive fossero intese soprattutto garantire Brindisi assai più che centri indifesi del litorale, e come perciò tutte le disposizioni date tendessero a rendere l'esplorazione efficace verso Cattaro e verso l'arcipelago Dalmata inferiore, in quanto un attacco nemico era atteso e preveduto dal I° e non dal IV° quadrante " .

Ben si comprende quindi e si giustifica lo stato d'animo del comandante del " Turbine ", il quale iniziò in condizioni d'inferiorità

un'azione contro l' " Helgoland " sorpreso mentre bombardava Barletta, e sacrificò la sua nave.

Ma su, in alto, nel golfo di Venezia, in questa prima alba di guerra, l'audacia d'un'altra nostra piccola nave era più fortunata di quella della nave sorella.........

 

FINE

 

RED

Modificato da Red
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Grazie RED per questa bella testimonianza. Spero che sia la prima di una lunga serie che i più affezionati lettori del blog non potranno che apprezzare.

 

Restiamo in attesa di leggere la prossima ... e buon lavoro!

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