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Cimitero Di Sommergibili In Tunisia?


malaparte

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Solo ora mi accorgo di questa notizia di qualche giorno fa. Il sub belga Mission, che già aveva individuato parecchi relitti, avrebbe individuato un "cimitero" di sei sommergibili della Royal Navy e uno italiano, affondati probabilmente per mina, nelle acque della Tunisia. La notizia è da verificare, sia per l'età di Mission (78 anni) sia per necessità di ulteriori apparecchiature specifiche.

http://www.analisidifesa.it/2018/01/sub-belga-scopre-cimitero-di-sottomarini-nelle-acque-tunisine/

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Nell'intervista al Times (v. articolo al link) ha detto " Inoltre, bisogna considerare il fattore età: i miei 78 anni non mi permettono di raggiungere tali profondità e per tempi lunghi”.

Il mio era solo un veloce riassunto dell'articolo : non intendevo certo dire che sia talmente rimbambito da contar frottole o cose del genere. Solo che i relitti non sono stati esattamente identificati, quindi è da verificare che si tratti di 6 britannici e uno italiano

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Il titolo dell'articolo di AnalisiDifesa riporta erroneamente Mission ... il cognome corretto è Jean Pierre Misson.

Sta lavorando su quel sito da diversi anni basandosi su rilevamenti sonar ma non ha mai potuto compiere una campagna esplorativa approfondita per assenza di autorizzazioni da parte delle autorità tunisine.

L'area indicata è stata il crocevia di molte azioni militari, zona di appostamento per i sommergibili di entrambe gli schieramenti e con numerosi campi minati (probabilmente non sono tutti bonificati).

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Sigh.

Di Misson si era già parlato qui: https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=45862

 

Ho avuto la sfortuna di avere a che fare con lui, e devo purtroppo riportare quanto ho scritto in quella sede:

 

Conosco, per via telematica, Jean-Pierre Misson. Sulla base di immagini sonar estremamente vaghe, senza mai essersi immerso su relitti in questione, egli ha già rivendicato di aver individuato i relitti di quasi una decina di sommergibili in due piccoli spazi di mare tra Libia e Tunisia. Buona parte di detti sommergibili, peraltro, risultano con certezza affondati in luoghi distanti decine, se non centinaia di miglia da quelli in cui Misson sostiene di averli trovati. È questo il caso del Dessiè, tra gli altri, ma Jean-Pierre è convinto pure di aver trovato l’Argonauta, l’HMS Urge, il cacciatorpediniere HMS Quentin, la pirocisterna Picci Fassio, forse anche il Corallo (ora non ricordo, è convinto che a Tabarka ci siano i relitti di quattro o cinque sommergibili anche se nemmeno uno si è sognato di affondare da quelle parti). Ribadisco, il fatto che le posizioni di questi affondamenti, quando note (Dessiè, Quentin, Fassio, Corallo), siano lontane, non dico qualche miglio (sarebbe comprensibile), ma decine di miglia da quelle dei “relitti”, non scalfisce la sua “certezza”.

Temo, nella massima franchezza, che la sua lucidità non sia più quella di un tempo, e che egli veda quello che desidera vedere, ignorando ogni prova che affermi il contrario. In definitiva, a meno che qualcuno non si immerga sul presunto relitto, non ritengo che il Foca sia stato trovato.

 

Il punto è che, per l'appunto, sia per quello che io conosco, sia secondo Platon Alexiades, ricercatore estremamente competente, non ci possono proprio essere sommergibili in quelle acque, salvo macroscopici errori che però potrebbero riguardare al massimo uno o due battelli, certo non così tanti...al largo di Ras Hilal (una delle due località di cui parlavo) si trova il relitto dell'U 205 e Jean-Pierre avrà magari (ri)trovato quello, ma altri non penso che ce ne siano. Le immagini sonar mostrano che qualcosa c'è, ma che si tratti di relitti di sommergibile è, secondo me, assai dubbio. Alcune di quelle forme sono troppo "curve" e deformate per appartenere ad oggetto di fattura umana, a parer mio. (Se vuoi te le invio per e-mail e vedrai tu stesso...)

 

Con Misson avevo cominciato su un piano amichevole, e siamo finiti a litigare e non "parlarci" più.

A costo di apparire sgarbato e maleducato (ma le millanterie di Misson, l'assurdità e autoreferenzialità delle sue affermazioni, e la sua smania di diffondere ai quattro venti la notizia delle sue scoperte, illudendo anche i discendenti dei caduti di aver trovato la tomba dei loro cari, mi hanno stancato da lungo tempo), riporto qui sotto quanto ho scritto in altra sede. Poi ognuno giudichi da sé.

 

Purtroppo, il “trovatore” seriale di relitti Jean-Pierre Misson è un personaggio del tutto inattendibile. Nel corso degli ultimi anni, Misson ha sostenuto di aver trovato in due ristrettissimi specchi d’acqua (pochi chilometri quadrati), al largo di Tabarka (Tunisia) e Ras el Hilal (Libia), non meno di dieci sommergibili (il britannico Urge e gli italiani Argonauta, Foca, Dessiè, Asteria,Avorio, Porfido e Cobalto, nonché altri ancora ai quali, grazie a Dio, non è “riuscito” ad appioppare un nome), il cacciatorpediniere britannico Quentin, la nave cisterna italiana Picci Fassio, la motosilurante tedesca S 35 e probabilmente altri relitti, distanti tra loro poche centinaia di metri (il che sarebbe già, di per sé, pressoché inverosimile). Si vedano, in proposito, le accese discussioni sul forum AIDMEN nonché le rivendicazioni di Misson che in alcuni casi, per mezzo di giornalisti del tutto inesperti della materia, sono purtroppo arrivate fin sui giornali (è il caso, oltre che del Foca, anche del britannico Urge). Tutti i “ritrovamenti”, con metodologia del tutto inaccettabile per una qualsivoglia seria ricerca di un relitto, sono avvenuti mediante l’“interpretazione” di vaghissime ombre registrate dal sonar, senza una singola immersione sugli immaginari relitti in questione.
La maggior parte delle sopraccitate unità, a differenza del Foca, ebbero sopravvissuti tra i propri equipaggi, e sia tali sopravvissuti che le unità responsabili degli affondamenti registrarono, all’epoca, le posizioni di detti affondamenti. Da ciò risulta con certezza che tutti i sommergibili e le navi di cui sopra affondarono in luoghi distanti decine, se non centinaia di miglia da quelli in cui Misson sostiene di averli trovati; ma ciò non scoraggia Misson dal sostenere che tutti coloro che registrarono tali posizioni abbiano sbagliato grossolanamente nelle loro rilevazioni di parecchie decine di miglia (del tutto impossibile, soprattutto quando si parla di quasi quindici unità diverse), mentre egli non prende lontanamente in considerazione di poter aver sbagliato nell’identificazione delle immagini sonar dei “relitti” in questione.
Dette immagini sonar, in realtà, risultano a qualsiasi osservatore imparziale come niente più che vaghi ed indistinguibili sgorbi, non identificabili in alcun modo e che con ogni probabilità non mostrano alcun relitto, né altro oggetto fatto dall’uomo; è Misson a “vedervi” i relitti, trasformando ogni ombra rilevata dal suo sonar in un “sommergibile”. Esemplare, a questo proposito, la procedura di “identificazione” del “relitto” dell’Urge, annunciata persino sui giornali: a sostegno delle sue tesi, Misson ha contattato un esperto di immagini sonar per identificare la vaga immagine sonar da lui attribuita al relitto dell’Urge, ma questi, visionata l’immagine, ha negato la possibilità di identificarla. Ciò non ha frenato minimamente Misson, che ha riaffermato la propria autoreferenziale identificazione dell’Urge, e si è poi premurato di non chiedere altri pareri di esperti (che non avrebbero che potuto essere negativi, non essendovi alcun relitto) per le “identificazioni” successive. Ancora più grottesca l’attribuzione delle cause di affondamento di queste unità: se trascurando il fatto che esse sono note con certezza per tutte le navi e sommergibili indicati (meno il Foca e forse l’Argonauta), Misson attribuisce buona parte degli affondamenti dei “sommergibili” di Tabarka ad un fantomatico campo minato presente in quelle acque. In realtà, è noto con certezza che non esisteva nessun campo minato presso Tabarka tranne uno che venne posato solo in epoca successiva a quasi tutti gli affondamenti citati, e che dunque non può esserne la causa. Una volta di più, ciò non sembra turbare minimamente Misson. Per le unità per il quale non ha potuto inventare un impossibile affondamento su mine inesistenti, Misson ha sostenuto che esse (sommergibili compresi, anzi, per primi) siano andate alla deriva per decine di miglia prima di affondare, convenientemente, tutte nel fazzoletto di mare ispezionato dal suo sonar, benché dai rapporti dell’epoca appaia chiaro come dette unità siano affondate nei luoghi degli attacchi, senza andare alla deriva.
Le immagini delle scansioni sonar della maggior parte di quei relitti, come dicevo, ce le ho tutt'ora nelle mie e-mail. Se volete ve le posso mandare, e ditemi voi se quelli vi sembrano dei "sommergibili".
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Credo sarebbero molto utili a completamento dell'argomento!

 

Tabarka, "sommergibile" 1:

 

3VRa3xj.jpg

 

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vxDeSuy.jpg

 

dve41jM.jpg

 

YfOvwte.jpg

 

Tabarka, "sommergibile" 2:

 

KOZUs9r.jpg

 

luW79HQ.jpg

 

nZmgzSP.jpg

 

gIAMZtl.jpg

 

Tabarka, "sommergibile" 3:

 

fb45l6z.jpg

 

...di "sommergibili" di Tabarka ho immagini di questi tre, credo. Poi c'erano altre "immagini" di un "cacciatorpediniere" e di una "motosilurante" pure a Tabarka, nonostante non risultino navi di questo tipo affondate nemmeno in un raggio piuttosto ampio da quel punto, i vari improbabili "relitti" di Ras Hilal, e qui sotto, per completezza, metto l'immagine dell'unico relitto che sono convinto sia realmente una nave: apparentemente un mercantile privo della prua, la cui identità non siamo mai riusciti a stabilire. (Sempre a Tabarka).

 

czYvkJg.jpg

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  • 4 months later...

A proposito del Cobalto, ho trovato una sua immagine in cui si vede la falsa torre danneggiata. Non so se può interessare, comunque, non essendo riuscito a postare la foto neppure con tinypic, vi indico il link in cui si può trovare:

 

https://i.pinimg.com/originals/f6/5f/1d/f65f1d0d40a3a7d3303ed750bd0f84ab.jpg

 

http://www.historyofwar.org/Pictures/pictures_cobalto_damaged.html

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