Totiano* Report post Posted January 6, 2018 I più informati sanno che dopo la seconda G.M. fu proibiti, all'Italia, di avere sommergibili e quelli rimasti furono distribuiti come risarcimento danni di guerra.. tranne due: Giada e Vortice. "Trasformati" in pontono veloci di carica per alimentare l'Arsenale e la città di Taranto, di notte smettevno le strutture posticce e addestravano le nuove leve del sommergibilismo italiano. Poi, qualche anno dopo, quanto era svolto ufficiosamente pote essre fatto alla luce del sole, l'Italia aderiva al Patto Atlantico e poteva avere nuovamente del battelli. Questo ritorno alla vita fu sancito con delle medaglie e quella in foto è relatiiva proprio al Vortice Share this post Link to post Share on other sites
Marpola* Report post Posted January 7, 2018 Grazie Totiano per aver postato questa fotografia. Ho ritrovato questa medaglia commemorativa della riattivazione del sommergibile "Vortice" rimettendo ordine tra le cose di mio nonno Romolo. Ricordo che la teneva sulla sua scrivania a Venezia come fermacarte. L’ho lucidata ed è ritornata al suo antico splendore. La medaglia in bronzo è molto grande (82 x 5 mm peso 198 gr) e riporta il motto "Post occasum ortus" (sorto dopo il tramonto), l’anno 1948 e un’immagine simbolica: un angelo che lancia in mare un serto di fiori su un sommergibile che sta riemergendo. La medaglia – come tu hai già detto – ricorda un evento molto importante per la nostra Marina Militare: la riattivazione del sommergibile "Vortice".In seguito alla resa dell’Italia, dopo la IIa Guerra Mondiale alla nostra Marina fu imposto lo smantellamento della flotta e il 1º febbraio 1948 il "Vortice" fu radiato unitamente al resto della flotta subacquea italiana. Ma nel 1950 furono riattivati due sommergibili: il "Giada" e il "Vortice". Le due unità furono chiamate "PV 1" e "PV 2" ("Pontone veloce" di carica batterie) e formalmente impiegati per produrre energia elettrica con le loro dinamo. In realtà il nuovo uso era solo un espediente per evitare la demolizione. Infatti, i due battelli uscivano segretamente in mare di notte dalla base di Taranto, camuffati con sovrastrutture posticce, ed effettuavano immersioni, emersioni e brevi crociere per l’addestramento dei primi nuclei di sommergibilisti della Marina Militare e per le esercitazioni delle unità antisommergibile. Venute meno nel 1952, in conseguenza dell'ingresso dell'Italia nella NATO, le clausole del trattato di pace che vietavano all'Italia il possesso di sommergibili, nell’ambito di un programma di potenziamento navale avviato nel 1950 venne anche avviata la ricostituzione della componente subacquea, con il recupero e la messa in servizio di questi due sommergibili risalenti al periodo bellico che poterono riprendere i loro nomi, nonché di una terza unità, il "Bario", recuperata dopo l’affondamento in guerra e ribattezzata "Pietro Calvi". Questi tre sommergibili, insieme a quelli della "Classe Gato" ceduti dagli USA, costituirono il primo nucleo della forza subacquea della Marina Militare. Furono proprio i sommergibilisti che si erano formati clandestinamente sul "Giada" e sul "Vortice" a prendere in consegna i sommergibili "Tazzoli" e"Leonardo Da Vinci", primi due battelli di una serie ceduta dalla US Navy alla Marina Militare nell'ambito del programma di assistenza militare all’Italia e che, per qualche decennio, ne costituirono la forza subacquea. In pratica è come se questa medaglia commemorativa fosse il simbolo della rinascita della componente subacquea della Marina. Share this post Link to post Share on other sites
Totiano* Report post Posted January 7, 2018 Dovere, Marcello, era il minimo dopo aver visto il tuo post su FB! Share this post Link to post Share on other sites
Marpola* Report post Posted January 7, 2018 Dovere, Marcello, era il minimo dopo aver visto il tuo post su FB! Grazie Marco! Share this post Link to post Share on other sites
Alfabravo 59* Report post Posted January 7, 2018 Una replica di questa medaglia sarebbe stato un ottimo gadget per i Betasomiani Sostenitori per l' anno 2018: il 70° anniversario Ma non è mai troppo tardi: ci facciamo un pensiero per il 2019? Share this post Link to post Share on other sites