Vai al contenuto

10 Novembre 1917 Entra In Linea Il Reggimento Marina


Squadrag54

Messaggi raccomandati

l'oggi di 100 anni fa entrava in linea il Reggimento Marina futuro reggimento San Marco

 

http://cefalunews.org/2017/11/10/prima-guerra-mondiale-10-novembre-1917-entra-in-linea-il-reggimento-marina/

 

 

10 novembre 1917 entra in linea il Reggimento Marina

Se si escludono i pochi opliti che venivano imbarcati sulle navi ad uso esclusivamente difensivo, i primi ad utilizzare truppe informa massiccia furono i romani con i Classari ( da Classe – flotta) legionari appositamente addestrati al combattimento navale. In seguito con l’avvento delle armi da fuoco le varie marina imbarcarono i cosiddetti fucilieri o fanti di marina, uomini addestrati a sparare e lanciare granate dalle coffe e dalla coperta sul nemico al fine di ostacolere le manovre durante il combattimento, vittima illustre di questi fu l’ammiraglio Nelson, colpito da una palla di moschetto durante la battaglia di Trafalgar. Con il declino delle navi a vela e l’aumento della gittata delle artiglierie la presenza dei fucilieri non era più necessaria, alcune marine continuarono ad imbarcarne dei contingenti, al fine di garantire la sicurezza in porto ed per eventuali sbarchi, altre fra cui la Regia Marina preferirono addestrare allo scopo i normali marinai.

Il primo utilizzo dei Marinai Italiani come fanteria, avvenne nel 1900 quando durante la rivolta dei Boxer in Cina, un drappello di marinai in servizio presso l’ambasciata italiana a Pechino partecipò alla difesa del quartiere delle Legazioni ed una compagnia da sbarco delle navi dislocate in Estremo Oriente, si uni alla forza internazionale che accorse in soccorso dei diplomatici assediati. Nel corso della guerra Italo Turca (1911-1912), i primi a prendere terra sul suolo libico furono i mariani delle compagnie da sbarco della flotta.

Durante la Prima Guerra Mondiale, la cronica mancanza di artiglierie portò più volte il Regio Esercito a chiedere la cessione di cannoni alla Regia Marina dotata di una buona disponibilità di pezzi di scorta per le sue navi. Con la prima cessione di cannoni si venne però a creare una carenza di artiglieri, per porvi rimedio la Marina il 20 luglio 1915 concesse parte dell’ equipaggio dell’incrociatore Amalfi affondato il 7 luglio 1915 dal sommergibile tedesco UB14, inscritto nella flotta austriaca come U26 (l’Italia dichiarò guerra alla Germania solo nel 1916) dei 682superstiti, 10 Ufficiali, 12 sottufficiali e 380 marinai, costituirono la 284^ batteria Amalfi composta da 2 sezioni di 4 cannoni da 76mm al comando del CC Savino Mininni, la batteria fu aggregata al XI corpo d’armata e schierata alle pendici del San Michele, i restanti marinai dell’Amalfi costituirono una compagnia che fu schierata sul Carso prendendo parte alla seconda battaglia dell’Isonzo.

Non potendo utilizzare le normali divide d’ordinanza, la Marina adotto una divisa grigioverde che però facesse riferimento alla marina, il camisaccio con stellette blu ai bordi del colletto, maglione a collo alto, pantaloni da cavalleria e berretto floscio con nastro con scritto Regia Marina gli scarponi, le fasce mollettiere, buffetterie, elmetto e fucile erano gli stessi del Regio Esercito. In agosto la marina cedette all’esercito altri 12 pezzi da 152mm, divisi i tre batterie, con i relativi serventi che furono impiegate sul fronte della III^ armata, nel mese di settembre le batterie della marina costituirono il Raggruppamento Artiglierei del Baso Isonzo al comando del CF Antonio Foschini, ufficiale di collegamento fra il Raggruppamento Artiglierie e la III^ armata fu designato Gabriele D’Annunzio. Nello stesso tempo si rafforzarono le difese costiere nella zona di Monfalcone. Il Raggruppamento prese parte a tutte le battaglie dell’Isonzo ( le famose spallate di Cadorna). Nel corso del 1917 svanendo la possibilità della grande battaglia sul mare, la Marina cedette all’esercito altri 18 cannoni di grosso calibro, 48 di medio e 75 di piccolo che furono posizionati nell’ultimo tratto dell’Isonzo.

Alla fine del 1917 l’offensiva austro-tedesca a Caporetto provocò il ripiegamento dell’esercito oltre il Tagliamento. Il 26 ottobre, il Comando Supremo ordinò al Comando Militare Marittimo di tenersi pronto a sgombrare Monfalcone e Grado dopo aver coperto il ripiegamento della III^ armata oltre l’Isonzo, il 27 iniziava il ripiegamento , nella notte le artiglierie della Marina controbatterono il fuoco dell’artiglieria Austriaca fino al 29 pomeriggio quando ormai a corto di munizioni i marinai iniziarono il ripiegamento, imbarcato il materiale trasportabile e distrutto il restante iniziarono a ripiegare a piedi verso Mestre, anche le batterie a difesa di Grado ripiegarono su Venezia in tutto si trattava di 5000 uomini, che giunti a Venezia andarono a costituire una Brigata, formalmente attivata il 30 di ottobre. Una compagnia di marinai, il 2 di novembre, con alcuni MAS della squadriglia del comandante Rizzo, fu inviata a Falconara Lemene dove la notte fra il 6 e 7 novembre contrastò efficacemente l’avanzata nemica. Deciso l’arretramento sul Piave la difesa ad oltranza di Venezia, la compagnia fu fatta ripiegare e rientrò nelle file del Raggruppamento Artiglieria Regia Marina, che assieme al Reggimento Marina formato dai marinai della difesa marittima di Monfalcone e Grado formavano la Brigata Marina costituita da i due reparti indipendenti, che dovevano consolidare l’estrema destra dello schieramento terrestre da Cortellazzo al mare.

Con i marinai della difesa marittima, fu costituto il battaglione Monfalcone, formato da 22 ufficiali e 899 marinai, al comando del CC Piero Starita, il battaglione era suddiviso in 4 compagnie, ogni compagnia era composta da 4 plotoni più una sezione di mitragliatrici Colt. La mattina del 9 novembre lasciò Venezia per Cortellazzo, il battaglione entrò in linea il giorno 10.

Alle 5.30 del 13 tre barconi austriaci passarono il Piave, al violento fuoco di mitragliatrici e lancio di bombe a mano, i marinai risposero con un attacco alla baionetta, mentre le sezioni di mitragliatrici concentravano il fuoco sui rinforzi che cercavano di raggiungere la testa di ponte, intanto altri reparti erano sbarcati nella zona di Cortellazzo, il comandante Starita si portò sul posto con una compagnia e respinse il nemico, il mattino del 14 si svolse un nuovo scontro, interrotto dall’ordine di ripiegamento dietro il Gavetta e su Cortellazzo dove in serata giunse una compagnia di 275 uomini con aggregate alcune sezione di mitragliatrici armate da alpini al comando del STV Mucci, le nuove posizioni furono raggiunte all’alba del 15 i due giorni di scontri avevano causato 30 perdite, nella giornata del 15 alcune siluranti austriache bombardarono la batteria da 152mm di Cortellazzo, gli scontri continuarono fino al 24 con uno stillicidio di perdite. Intanto furono costituiti il battaglione d’assalto Grado ed il battaglione Caorle, il primo giunse in linea il 3 dicembre dando il cambio al Monfalcone. In base alle esperienze acquisite, il comandante Starita propose di aggregare ad ogni battaglione una batteria mobile di 4 pezzi da 75mm. Il 28 dicembre il comandante Starita fu sostituito dal TV Andrea Bafile, nel mentre con marinai giunti da Spezia e Messina fu costituito un quarto battaglione il Golametto. Il Reggimento Marina risultava così composto da 114 ufficiali e circa 3600 fra sottufficiali e marinai, al comando fu posto il CV Dentice di Frasso, il reggimento fu assegnato alla 4^ divisione del XXIII° Corpo d’Armata della III^ Armata, mentre il Raggruppamento Artiglierie della Marina fu posto alle dirette dipendenze della III^ Armata.

L’impiego del Reggimento Marina prevedeva due battaglioni in prima linea, un battaglione accampato in vicinanza del fronte disimpegnava servizio di sorveglianza costiera ed uno a riposo nelle retrovie, i battaglioni si alternavano ogni 15 giorni. La zona assegnata presentava notevoli problemi si trattava di un terreno acquitrinoso, oltre alle difficoltà di collegamento, occorrevano idrovore per impedire alle trincee di allagarsi ed i parapetti delle stese erano instabili.

All’alba del 18 dicembre, iniziò un violento fuoco d’artiglieria, il comando del reggimento si preparò a respingere un attacco con il Grado in prima linea ed il Monfalcone di rincalzo, ma si trattava solo del tentativo degli austriaci di far intervenire le nostre artiglierie per meglio individuarle. Alle 08.00 del 19 iniziò l’attacco contro le linee Italiane ed un tentativo di sbarco sul fianco, contro il Reggimento Marina l’attacco fu condotto da un reperto d’assalto e un battaglione, con l’appoggio di 6 aeroplani, i marinai risposero con un intenso fuoco di sbarramento e lancio di bombe a mano, nonostante tutto il nemico riuscì a penetrare fra le postazioni senza peraltro conquistarne alcune, un immediato contrattacco fu condotto con tale impeto che il nemico fu respinto sulle posizioni di partenza con gravi perdite e diversi prigionieri. I due barconi di truppe scelte che tentarono lo sbarco sul fianco furono inquadrati dal tiro delle mitragliatrici, causando la retrocessione del primo e l’abbandono del secondo in mezzo al fiume, gli attacchi continuarono sino alle 13.30 ma furono tutti respinti con gravi perdite austriache. Il 29 e 27 dicembre il XXIII° corpo d’Armata lanciò un attacco contro le teste di ponte nemiche, il Regimento Marina grazie all’appoggio delle artiglierie conquistò l’Ansa di Zenson. Il 14 gennaio 1918 il Raggruppamento artiglierie appoggiò l’attacco del regimento contro Cà Zuliani e Agenzia Trezza, pochi giorni dopo il tiro delle artiglierie impedì l’attacco nemico alla testa di ponte appena conquistata. Nel febbraio 1918 il Reggimento Marina assunse il suo aspetto definitivo, con i 4 battaglioni Monfalcone, Caorle, Grado e Golametto. Il 1°marzo il PrimoT.V. Bafile passò al comando del battaglione d’assalto Caorle, in sostituzione del comandante malato, al comando del Monfalcone fu assegnato il capitano dell’esercito Pongioglione. La notte fra il 10 e l’11 marzo, il TV Bafile con quattro uomini attraversò il Piave per una ricognizione delle linee nemiche in vista di un prossimo attacco, ultimata la ricognizione me tra stavano rientrando, Bafile si accorse della mancanza di un dei suoi uomini, nonostante l’avvicinarsi dell’alba torno indietro a cercarlo, trovatolo tornarono insieme all’imbarcarzazione dove erano in attesa gli altri, scoperti durante l’attraversamento del fiume furono fatti segno del fuoco di mitragliatrici, Bafile ed un marinaio furono feriti, appena rientrati benché gravemente ferito, rifiutò i soccorsi ordinando che prima fosse soccorso il marinaio e si recò a fare rapporto sugli appostamenti nemici, dopo poco morì. Al comandante Bafile, già decorato con una medaglia d’argento e una di bronzo fu concessa la medagli d’oro al valor militare, successivamente il battaglione Monfalcone venne ribattezzato Bafile.

Il 12 marzo durante l’attacco austriaco le artiglierie intervennero per distruggere i ponti posati fra le due sponde del Piave Nuovo rompendo così l’impeto dell’attacco, dal 8 al 17 aprile le artiglierie antiaeree del Raggruppamento intervennero efficacemente contro gli attacchi aerei sul basso Piave e Venezia. Il 19 maggio il sindaco di Venezia Filippo Grimaldi riconoscente verso i marinai prodigatisi nella difesa della città consegnò al Reggimento Marina la Bandiera nazionale. Il 26 maggio la Brigata Marina partecipò all’attacco nella zona di Agenzia Zuliani, che portò alla costituzione di una grande testa di ponte, con la cattura di ingente materiale bellico e 400 prigionieri nei giorni successivi il Reggimento coadiuvati dalle artiglierie, respinsero 6 attacchi nemici che miravano a riconquistare le posizioni perdute. Nel giugno del 1918 gli austriaci lanciarono un ultima grande offensiva dal Montello al mare (Battaglia del solstizio), alle 04.00 del 15 giugno iniziò un pesante fuoco di artiglieria su tutto il settore di Cortellazzo, con largo uso di granate a gas, ma il terreno sabbioso ne ridusse l’effetto. Il Raggruppamento Artiglierie delle Regia Marina ben posizionato con batteria a terrà e su pontoni sviluppo un forte fuoco di sbarramento colpendo concentramenti di truppe , ponti, passerelle e depositi materiali, il Reggimento Marina schierava i battaglioni Golametto e Grado in prima linea, con il Bafile di rincalzo mentre il Caorle dopo 45 giorni di linea si trovava a riposo a Venezia, nonostante l’accanita resistenza il 16 giugno le teste di ponte di Caposile e Agenzia Zuliani dovettero essere abbandonate ed i reparti si attestarono sulla riva destra del Piave, raggiunte ordinatamente le nuove posizioni i marinai ripresero a bersagliare il nemico, il giorno 17 il comando di brigata ordinò l’effettuazione di tre contrattacchi per fermare il nemico, alle 17.00 del 18 alcuni uomini del Grado entrarono nella zona nemica di Cortellazzo catturarono 3 prigioniere, uccidendo un ufficiale e ferendo 5 nemici. Il giorno 20 fu deciso un attacco per alleggerire la pressione nemica, oltre a 140 Arditi del Caorle, venne disposto l’utilizzo del battaglione Grado rinforzato da una compagnia del Golametto, alle 1900 partì l’attacco degli arditi divisi in 4 gruppi attaccarono di slancio la prima linea, superatele si riversarono sulla seconda i cui difensori si arresero al centro e sula destra, nel frattempo la 4^ e 5^ compagnia occuparono le seconda linea occupandola, ma trattandosi di zona acquitrinosa non adatta alla difesa ripiegarono sulla prima linea nemica. Durante la notte al reazione nemica fu respinta da un feroce contrattacco, l’azione offensiva del Reggimento Marina portò alla cattura di 200 nemici ed ingenti materiali, le posizioni conquistate furono rinforzate e vi si posizionò il Golametto, mentre il Caorle si spostò ai Motteroni con al suo fianco destro il destro il Bafile ed all’estrema destra il Grado. Il comando di divisione ritenendo che il nemico fosse in ritirata ordinò un attacco per il mattino del 24 contro le posizioni di Casetta Bianca –Casa Allegri, il terreno era fittamente boscoso e gli austriaci avevano teso reticolati fra gli alberi, alle 9.30 il battaglione Caorle iniziò l’avanzata subito contrastato da un intenso fuoco di mitragliatrici e un poco efficace fuoco di sbarramento, il nemico era in piena efficienza ad alle 10.10 l’azione fu interrotta ed il battaglione ripiegò sulle proprie linee sotto il fuoco nemico, portandosi dietro 12 morti e 40 ferirti.

Il 1° giunse l’ordine d’attacco nel settore di Cortellazzo, il Grado doveva presidiare le zone a levante del canale Gavetta, il Caorle era distaccato alla riserva di divisione mentre il comando del reggimento con Bafile e Golametto fungevano da riserva di brigata, aliquote di marinai arditi, furono messi a disposizione su specifica richiesta ad alcuni reggimenti di fanteria, alle 06.00 del 2 scatto l’attacco delle fanterie che non portò a grandi risultati tranne che nel settore del 18° reggimento. Alle 09.00 del 5 il Bafile attaccò le forze nemiche prospicenti, mentre il Golametto occupava le sue posizioni. Approfittando di un varco creato dalle artiglierie, il Bafile irruppe nelle linee nemiche facendo 100 prigionieri, per sfruttare il successo veniva fatto intervenire anche il Golametto mentre il Grado simulava uno sbarco nella penisola di Cortellazzo. Nel periodo dal 15 giugno al 6 luglio il Reggimento Marina lamentò le seguiti perdite; 9 ufficiali e 133 marinai morti, 14 ufficiali 453 marinai feriti e 10 dispersi, di contro furono catturati 500 prigionieri ed un ingente numero di mitragliatrici, bombarde e fucili, nello stesso periodo il Raggruppamento Artiglierie giunse ad una consistenza di 150 cannoni, sparando complessivamente 700 colpi da 305mm, 700 colpi da 203mm, 1300 da 190mm, 2000 da 152mm e 2300 da 120mm oltre a moltissimi di calibro minore. Per il suo comportamento dal dicembre 1917 al luglio del 1918 il Reggimento Marina fu decorato con la medaglia d’argento al valor militare.

Alle 6.30 del 30 ottobre, anticipati da una preparazione d’artiglieria, un reparto di un centanio di marinai del Caorle e del Bafile, su appositi zatteroni trainati da MAS approdarono sulla riva opposta, sopraffacendo la viva resistenza nemica, poi si divisero in due gruppi e penetrarono all’interno dello schieramento nemico, intanto sotto il fuoco nemico in località Grisolera fu gettata una passerella di 200m che permise al Caorle e Bafile di attraversare il Piave, i reparti riuscirono a raggiungere la linea Canale Revendoli- Cà degli Ossi – Cà di Valle, l’avanzata veniva contrastata dalle batterie di Santa Croce con l’utilizzo di proiettili a gas, alle 15.00 il Bafile attacco le batterie da 76mm catturando una parte dei difensori e mettendo in fuga gli altri, dall’altro lato il Caorle in zona Tre Cà sorprendeva alle spalle un centinaio di austriaci con 4 mitragliatrici all’imbrunire il Caorle si sistemava a difesa nelle vicinanze di Giazzera. La sera furono inviati nelle retrovie 550 prigionieri di cui 17 ufficiali. Alle 12.30 del 31 il Golametto passò il fiume e raggiunse gli obbiettivi assegnatili, iniziava l’avanzata lungo il Basso Piave, il Golametto percorse 41 Km, il Bafile30 ed il Caorle durante la notte giunse a Bria, il 1° novembre qualche pattuglia raggiunse il Livenza, mentre le avanguardie del reggimento entrarono a Caorle, il mattino del 2 il Golametto rientro a Venezia per essere inviato a Trieste, alle 11.00 il Caorle occupò la linea del Lemene raggiunto la mattina del 3 dal Bafile, nella mattinata fu dato ordine al reggimento di portare uno o due battaglioni a marano lagunare e occupare il ponte di Palazzolo sullo stella. A mezzogiorno, un reparto di 500 uomini e 8 mitragliatrici agli ordini del CC Rodolfo Borghese si diresse su marano dove arrivò alle 17.00 nella caotica situazione alle 21.00 fu occupata la stazione di Mezzana del Turgnano, fermo poi abbandonarla alle 22.00 per un contrattacco nemico, alle 02.00 del 4 il comandante Borghese ripiegava su Marano sistemandosi a difese, nella giornata arrivarono a Marano il comando del reggimento con il battaglione Caorle, alle 15.00 le ostilità cessarono.

Il Reggimento Marina era così dispiegato:

Marano Lagunare, comando reggimento e battaglioni Caorle e Bafile.

Trieste con un distaccamento a Grado, battaglione Golametto

Caorle, 3^ compagnia del battaglione Bafile

Santa Croce, compagnia complementi.

Il 5 novembre plotoni di marinai occuparono Pola, Fasana e Parezio, il 6 le isole Corzolare.

A fine conflitto il sindaco di Venezia Filippo Grimani avanzò istanza al ministro della Marina al fine che il reggimento Marina assumesse il nome di reggimento San Marco. Il ministro sottopose la richiesta al Re che con Regio decreto N°444 del 17 marzo 1919 rese ufficiale la dizione confermando anche i nomi dei 4 battaglioni, la cerimonia ufficiale si svolse in Piazza San Marco il 25 marzo1919.

Con successivo Regio Decreto N°1455 del 10 agosto il Reggimento ed il Raggruppamento Artiglierie delle Regia Marina vennero fusi in un unico corpo, che seppur ridimenzionato ancora oggi porta il nome di Battaglione San marco.

 

 

Bibliografia:

Marinai in grigioverde, Giuliano Manzari, Bollettino d’Archivio anno XXII settembre 2008 USMM.

 

Link al commento
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Visitatore
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovi formattazione

  Sono ammessi al massimo solo 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato automaticamente aggiunto.   Mostrare solo il link di collegamento?

×   Il tuo precedente contenuto è stato ripristinato.   Pulisci l'editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Caricare o inserire immagini da URL.

Caricamento...
  • Statistiche forum

    • Discussioni Totali
      45k
    • Messaggi Totali
      521,7k
×
×
  • Crea Nuovo...