Urso de Segestro Inviato 24 Ottobre, 2017 Segnala Share Inviato 24 Ottobre, 2017 100 anni fa in queste ore si stava profilando una delle peggiori disfatte delle nostre Forze armate. lo sfondamento degli Austro-Tedeschi della fronte Giulia sull'alto Isonzo determinò una tragica ritirata , migliaia i Caduti decine di migliaia i prigionieri , ingentissime le perdite di materiale sopratutto di artiglierie per non parlare del morale di un'esercito in rotta. Il nostro Paese sembrava in ginocchio a un passo dal collasso e invece riusci ha trovare di li a poco sul Piave ,sul Grappa e non solo le energie necessarie per resistere e infine riprendere l'iniziativa. In ricordo dei Nostri Avi protagonisti e vittime di quegli eventi. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Totiano* Inviato 24 Ottobre, 2017 Segnala Share Inviato 24 Ottobre, 2017 Grazie Urso per avere ricordato i Nostri Avi, che furono protagonisti di quegli eventi. Ogni onore a Loro E può, forse, essere di conforto ripercorre brevemente quel periodo per comprendere il perché di quella disfatta. Siamo nel 1917, l'allora comandante dell'Esercito Generale Cadorna sta impiegando i suoi soldati in continui attacchi senza alcun esito se non il conquistare poche centinaia di metri che presto saranno persi. Palesemente il morale dei soldati è a terra e non comprendono le motivazioni di questa strategia, "il loro grado di istruzione è limitato" è la motivazione ufficiale, ma credo che le poesie di Ungaretti possano dimostrare ben altro. Allo stesso tempo le truppe austriache sono alla fame e quel che è peggio è che alle loro case manca anche quel poco che viene dato loro al fronte, sembra una situazione di parità. Ma nel febbraio del 1917 ha anche inizio la rivoluzione russa, che rende di fatto Mosca non più in grado di fronteggiare il conflitto con gli imperi centrali. Anche se la pace (Brest Litovsk) sarà firmata nel 1918, in realtà la Germania comprende subito la possibilità e comincia a trasferire le truppe dal fronte orientale a quello occidentale. Grazie a truppe relativamente fresche, e in forze soverchianti, ha quindi inizio quella che sarà Caporetto, una invasione che sarà fermata solo al Piave grazie alla riorganizzazione dell'esercito da parte del Generale Diaz. Uno stop che ha il sapore di uno smacco importante, perché tedeschi e austroungarici non avranno accesso al granaio italiano della Pianura Padana, continuando a soffrire gli stenti. Ci sarà un ulteriore tentativo di rompere il blocco agli imperi centrali e trovare le risorse per sopravvivere: sarà effettuato dalla flotta Austroungarica nel giugno 1918 ma gli eroici MAS di Rizzo e Aonzo sventeranno l'impresa condannando all'isolamento(e alla fame) gli avversari. Anche la Francia subirà la sua "Caporetto" sulla Marne (dove erano anche soldati italiani, non dimentichiamoli!), pochi mesi dopo e proprio per lo stesso motivo. Le capacità del gen Diaz di motivare i propri uomini, ponendo anche l'accento sulle case e le famiglie minacciate dall'invasore, unita alla fame dell'esercito avversario, sono l'arma vincente sulle Alpi nel successivo ottobre, quando I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza. . Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
danilo43* Inviato 24 Ottobre, 2017 Segnala Share Inviato 24 Ottobre, 2017 La disfatta di Caporetto aveva segnato gli animi e i tentativi di fermare il nemico prima sull'Isonzo poi sul Tagliamento erano stati vani; solo l'eroica resistenza sulla barriera naturale rappresentata dal fiume Piave, avrebbe consentito al nostro esercito di fermare prima e respingere poi gli Austriaci, giunti a ridosso della laguna, a brevissima distanza dalla città di San Marco, dove contavano di festeggiare la vittoria in occasione del Natale. Un bel libro " Combattere nelle lagune di Venezia - La Grande Guerra a Jesolo, Eraclea e Cavallino - Treporti", che vado a presentare nell'apposita sezione, è frutto di una minuziosa ricerca storica degli autori e documenta la guerra combattuta a partire dall'ottobre 1917 nei canali, nelle lagune dai fanti di Marina, da arditi e bersaglieri, da batterie su pontoni e lungo la costa dai Mas. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Iscandar Inviato 25 Ottobre, 2017 Segnala Share Inviato 25 Ottobre, 2017 Per l'occasione è uscito anche il libro di Rumiz, "La strada di Rommel" Caporetto vista da chi l'ha vinta Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
av02254 * Inviato 25 Ottobre, 2017 Segnala Share Inviato 25 Ottobre, 2017 (modificato) buongiorno signori, Caporetto è stata definita dagli storici una tragedia tutta italiana, e in effetti altri momenti come quello sono nella nostra storia. ho da rivolgere una domanda: ho letto, non ricordo più dove, che due brigate (o battaglioni) erano acquartierate allo sbocco della Val di Plezzo col compito di intervenire in caso di attacco tedesco (per alza verità, anche se non ci avevano creduto, i piani dell'attacco erano noti al comando italiano da tempo). quelle due brigate non intervennero mai, il che diede modo a Cadorna di scaricare le sue responsabilità accusando i fanti italiani di viltà. le brigate furono accusate di codardia davanti al nemico, disonorate e fu loro ritirata la bandiera di combattimento. soltanto una commissione di guerra nel 1938 (mi pare) appurò che tutti gli uomini erano morti al loro posto a seguito di un attacco con i gas che precedette la avanzata tedesca (tra i quali era anche il tenente Rommel). ho letto l'episodio, ma non ricordo più dove né il nome delle due brigate. qualcuno può aiutarmi? grazie. erberto se qualcuno fosse interessato, su www. liberospazio.com ho scritto qualcosa sull'argomento Modificato 25 Ottobre, 2017 da av02254 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Urso de Segestro Inviato 25 Ottobre, 2017 Autore Segnala Share Inviato 25 Ottobre, 2017 buongiorno signori, Caporetto è stata definita dagli storici una tragedia tutta italiana, e in effetti altri momenti come quello sono nella nostra storia. ho da rivolgere una domanda: ho letto, non ricordo più dove, che due brigate (o battaglioni) erano acquartierate allo sbocco della Val di Plezzo col compito di intervenire in caso di attacco tedesco (per alza verità, anche se non ci avevano creduto, i piani dell'attacco erano noti al comando italiano da tempo). quelle due brigate non intervennero mai, il che diede modo a Cadorna di scaricare le sue responsabilità accusando i fanti italiani di viltà. le brigate furono accusate di codardia davanti al nemico, disonorate e fu loro ritirata la bandiera di combattimento. soltanto una commissione di guerra nel 1938 (mi pare) appurò che tutti gli uomini erano morti al loro posto a seguito di un attacco con i gas che precedette la avanzata tedesca (tra i quali era anche il tenente Rommel). ho letto l'episodio, ma non ricordo più dove né il nome delle due brigate. qualcuno può aiutarmi? grazie. erberto se qualcuno fosse interessato, su www. liberospazio.com ho scritto qualcosa sull'argomento Forse una potrebbe essere la brigata Friuli di cui i fanti dell'87° rgt nella conca di Plezzo furono sterminati sulle loro posizioni da 2000 bombole di gas acido cianidrico ad alta concentrazione a cui le nostre maschere antigas erano inefficaci, di 1800 uomini i superstiti furono circa 200 Da tenere in conto che nei giorni successivi alla rotta circolarono diverse versioni sui comportamenti di diversi reparti ad esempio pervenne a diversi giornali un bollettino apocrifo non si seppe mai da chi redatto che recitava cosi:Per la forte pressione dell'avversario ma più ancora per l'ignobile tradimento di alcuni reparti della II armata e più precisamente delle brigate Roma, Pesaro, Foggia, Elba, il nemico ha potuto invadere il sacro suolo della Patria. Che Dio e la Patria li maledicano e il fango e la vergogna li coprano in eterno: Non si seppe mai l'autore del bollettino in questione , una copia fu rinvenuta tra le carte del Fondo Folli del Museo del Risorgimento di Bologna scritta a mano e non firmata. Può suonare strano ma furono più generosi nei confronti dei nostri soldati i nostri nemici Austro-Germanici che parlarono di aspri combattimenti corpo a corpo e di reparti che si difesero strenuamente. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Totiano* Inviato 26 Ottobre, 2017 Segnala Share Inviato 26 Ottobre, 2017 Può suonare strano ma furono più generosi nei confronti dei nostri soldati i nostri nemici Austro-Germanici che parlarono di aspri combattimenti corpo a corpo e di reparti che si difesero strenuamente. Purtroppo no, non suona strano. E' un atteggiamento che si è ripetuto (e ancora si ripete) piuttosto spesso... Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Iscandar Inviato 26 Ottobre, 2017 Segnala Share Inviato 26 Ottobre, 2017 è tipico dei britanni, per esempio, magnificare il nemico per far vedere che si è combattuto con vigore Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Visitatore Inviato 26 Ottobre, 2017 Segnala Share Inviato 26 Ottobre, 2017 (modificato) Che storie!! Basta veramente poco per infangare un reparto e come sempre ci vuole una vita intera per portare alla luce la verità sui fatti... Sarebbe interessante approfondire l'argomento... Sono italiani che in gran parte hanno sacrificato la vita per i proprio Paese... Non è quantificabile quello che noi dobbiamo a loro. La storia che abbiamo trovato sui nostri libri scolastici è sempre stata distorta a vantaggio di una fazione politica... non mi interessa quale sia, so solo che voglio conoscere la verità. Per questo motivo, sto pubblicando pian piano il libro scritto dal Cappellano Capo Antonio Giordani... Narra delle gesta del Reggimento Marina (poi Reggimento San Marco)... proprio nel periodo della Grande Guerra.. Modificato 26 Ottobre, 2017 da Visitatore Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
av02254 * Inviato 26 Ottobre, 2017 Segnala Share Inviato 26 Ottobre, 2017 Forse una potrebbe essere la brigata Friuli di cui i fanti dell'87° rgt nella conca di Plezzo furono sterminati sulle loro posizioni da 2000 bombole di gas acido cianidrico ad alta concentrazione a cui le nostre maschere antigas erano inefficaci, di 1800 uomini i superstiti furono circa 200 Da tenere in conto che nei giorni successivi alla rotta circolarono diverse versioni sui comportamenti di diversi reparti ad esempio pervenne a diversi giornali un bollettino apocrifo non si seppe mai da chi redatto che recitava cosi:Per la forte pressione dell'avversario ma più ancora per l'ignobile tradimento di alcuni reparti della II armata e più precisamente delle brigate Roma, Pesaro, Foggia, Elba, il nemico ha potuto invadere il sacro suolo della Patria. Che Dio e la Patria li maledicano e il fango e la vergogna li coprano in eterno: Non si seppe mai l'autore del bollettino in questione , una copia fu rinvenuta tra le carte del Fondo Folli del Museo del Risorgimento di Bologna scritta a mano e non firmata. Può suonare strano ma furono più generosi nei confronti dei nostri soldati i nostri nemici Austro-Germanici che parlarono di aspri combattimenti corpo a corpo e di reparti che si difesero strenuamente. ho provato a vedere sul sito frontedelpiave notizie della brigata Friuli, ma non dice nulla in proposito se non che era dislocata in zona e costretta a ripiegare per le gravi perdite subite; nessun riferimento ai gas. per quanto riguarda le accuse di viltà ai nostri reparti, fu lo stesso generale Cadorna a far pubblicare sui giornali la notizia. il governo, informato immediatamente, fece bloccare la stampa anche se non riuscì a impedire la distribuzione delle copie del mattino. Il bollettino del 28 ottobre ’17 recita: "La mancata resistenza di reparti della II Armata, vilmente ritiratisi senza combattere, ignominiosamente arresisi al nemico o dandosi codardamente alla fuga, ha permesso alle forze austrogermaniche di rompere la nostra ala sinistra del fronte Giulia" c'è una specie di mistero dietro al comunicato (che pare esser stato pubblicato tronco delle parole di elogio per gli altri reparti); secondo il nipote di Cadorna i veri autori furono i ministri Bissolati e Giardino che chiesero a Cadorna di firmarlo, firma che rese più semplice la sua sostituzione con Diaz. altra cosa ancor più strana: furono destituiti Cadorna e Capello, il comandante della seconda armata, ma il vero responsabile, Badoglio, fu invece promosso e da Caporetto iniziò la sua brillante carriera che lo condusse fino all'infame proclama dell'8 settembre '43. su raistoria, ieri sera è stato trasmesso un documentario sulla disfatta di Caporetto che raccoglieva le testimonianze di chi vi combatté, tra gli altri il tenente Gadda e il tenente Rommel (citato anche Hemingway e Addio alle Armi, ma che non c'entrano nulla con Caporetto). secondo il diario di Rommel gli italiani erano contenti di esser fatti prigionieri dai tedeschi poiché molti di loro lavoravano in germania prima della guerra e i loro sentimenti erano tali da gridare "viva la germania". credo che ci siano molte verità e molte voci che non sentiremo mai... microstorie che alla fine si mischiano ai "si crede", "si pensa", "pare che". Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
IGOE Inviato 27 Ottobre, 2017 Segnala Share Inviato 27 Ottobre, 2017 http://www.lastampa.it/2017/10/24/societa/la-caporetto-inedita-una-sconfitta-che-salv-litalia-e-lintesa-wyvdMwU2grpOprRapIp6fK/pagina.html qui c'e' un interessante articolo su Caporetto Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
av02254 * Inviato 28 Ottobre, 2017 Segnala Share Inviato 28 Ottobre, 2017 (modificato) l'ho letto, e oltre a cose interessanti ho rilevato un revisionismo storico che si mette controcorrente a volte non proprio correttamente. una sconfitta che salvò l'Italia forse è eccessivo. se il giudizio storico odierno ha possibilità di considerare scenari più ampi, bisogna comunque tener sempre presente come, all'epoca, la rotta appariva ai contemporanei e alla loro visione spesso limitata agli episodi: una disfatta. quella percezione vissuta "in diretta" e così tramandata è forse la più attendibile.ciò che oggi non pare così grave, forse all'epoca era molto diversamente percepito e tale da richiedere provvedimenti rapidissimi ed energici. sono un po' cauto di fronte a certe "riletture" fatti dagli storici o sedicenti tali; talvolta mi pare che nella calma dei loro giudizi su fatti accaduti cento anni prima trascurino qualcosa: la psicosi del momento, la reazione di sorpresa davanti a una notizia shock e il conseguente stato emotivo nel valutare le situazioni. con orrore penso che un certo revisionismo "di larghe vedute" potrebbe oggi farci passare che hitler, creando i campi di concentramento per i rom e gli ebrei, risolse il problema dei furti negli appartamenti e dell'usura. il giudizio su Gengis Khan e la sua politica di creazione di un regno sconfinato, oggi è visto come un progetto politico i cui effetti sono stati poi percepiti col tempo quando le sue truppe si integrarono con le popolazioni conquistate, dando nuova linfa eccetera... tutto bellissimo, ma vaglielo a raccontare al villaggio che la mattina all'alba si sveglia e vede cavalcare verso di sé una banda di scalmanati a cavallo con le spade sguainate... credo che il loro terrore, tramandato nel tempo sia la vera storia, mentre l'integrazione e i vantaggi della nuova linfa... Modificato 28 Ottobre, 2017 da av02254 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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