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75 Anni Fa L'operazione Daffodil


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http://cefalunews.org/2017/09/13/seconda-guerra-mondiale-loperazione-daffodil-la-dieppe-africana/

 

 

L’operazione Daffoil

La Dieppe Africana

Nei primi di agosto del 1942 i comandi britannici del Medio Oriente, prepararono un piano per diminuire la pressione da parte delle forze dell’Asse. Il piano concepito tenete colonello John Edward Haselden, comandante dei Long Ranger Desert Group, prese il nome di operazione Agreement e si basava su una complessa serie di operazioni destinate a provocare confusione nelle retrovie del fronte, l’operazione principale prese il nome di Daffoil e prevedeva lo sbarco e l’occupazione per 24 ore di Tobruch al fine di distruggerne le installazioni portuali, i depositi e le officine, così che i rifornimenti per le truppe dell’Asse avrebbero dovuto essere sbarcati nel porto di Bengasi più arretrato di 260mg. Le uniche perplessità al piano furono espresse dal comandante della Mediterranean Fleet, ammiraglio Henry Harwood, che si rendeva conto senza copertura aerea, le unità destinate allo sbarco e la loro scorta potevano facilmente essere distrutte, ma visto che i risultati dell’azione sarebbero stati da giustificare i rischi si decise di dare il via all’operazione.

A trasportare la forza da sbarco, furono destinati due gruppi navali, denominati Forza A e Forza C. la Forza A era composta da due cacciatorpediniere della classe Tribal, lo Sikh e lo Zulu, che dovevano trasportare 380 Marine più un distaccamento di artiglieria contraerea ed una sezione della 295^ compagnia campale del Genio, ogni caccia trasportava in coperta 6 barconi a motore e 9 da rimorchio. Il comando della forza fu affidato al CV John Aldrich Micklethwait. La Forza C era composta da 16 motosiluranti della 10^ e 15^ Flottiglia e tre motolance, le 19 unità trasportavano circa 200 uomini, al comando della Forza C fu posto il CF J.F. Blackburn. Era inoltre previsto che un reperto raggiungesse Tobruch via terra, questo fu denominato Forza B ed era composto da 83 uomini su 18 camion ( camuffati con i colori dell’Africa Korps), ed era costituito da unità delle ISS, un distaccamento di segnalatori e uno sanitario e uomini del Long Ranger Desert Group che avevano il compito di guidare la colonna.

L’operazione fu fissata per il 14 settembre al fine di sfruttare l’assenza della luna. Il piano prevedeva che la forza B occupasse Marsa Sciausc per agevolare lo sbarco della Forza C con segnali luminosi e poi distruggere le 2 batterie antinave (una dell’Esercito ed una della Marina) poste sul costone meridionale della penisola di Tobruch. Gli uomini della Forza C dovevano sbarcare all’interno della rada e ridirigersi a Sud per occupare l’abitato ed il Porto. Nello stesso Tempo la Forza A doveva sbarcare gli uomini sul costone settentrionale della penisola, lo sbarco doveva avvenire in due fasi ed essere ultimato verso le 03.00, i reparti da sbarco dopo aver distrutto le batterie costiere doveva dirigere su Tobruch per congiungersi con gli uomini delle forze B e C. La RAF doveva effettuare una serie di bombardamenti dalle 21.00 del 13 alle 03.00 del 14 al fine di distogliere l’attenzione dalle zone di sbarco ed aumentare la confusione nell’area, a questo furono destinati 91 aerei fra Bimotori Wellington e B24 Liberator.

La Forza C salpo da Alessandria alle 18.00 del 12 settembre e diresse verso Tobruch tenendosi sotto costa, la Forza A lasciò Haifa alle 18.00 del 12 settembre. Da Port Said alle 19.45 del 12 salpò la Forza D composta dall’incrociatore contraereo Conventry scortato da 4 cacciatorpediniere classe Hunt , che doveva fornire protezione e appoggio navale all’operazione, le Forze A e D si congiunsero alle 5.45 del 13 settembre, mentre un secondo gruppo di 4 cacciatorpediniere salpò da Alessandria alle 9.25 del 13 settembre per congiungersi con le due forze a Nord della baia di Abukir, da qui tutta la formazione prosegui verso Ovest zizzagando alla velocità di 25 nodi. Al calar della notte i due caccia della Forza A lasciarono la formazione e diressero verso Tobruch alla velocità di 30 nodi, la Forza D rimase ad incrociare al largo di Marsa Matruch con il compito di fornire protezione navale e rientrare alle proprie basi il mattino successivo alla sbarco.

Al tramonto del giorno 13 gli uomini della forza B, approfittando che viaggiavano con camion camuffati ed alcuni di loro indossavano divise tedesche, fermarono un autocarro con a bordo 6 militari della Regia Aereonautica ed un operaio civile, dopo averli interrogati ed essersi impossessati del mezzo li fucilarono, solo due avieri di cui uno ferito riuscirono a salvarsi fingendosi morti e riuscirono a rientrare ad Al Aden. Dopo aver ripreso la marcia, approfittando dell’attacco aereo alle 21.30 entrarono nel perimetro difensivo di Tobruch, separatisi iniziarono a colpire i capannoni ed i capisaldi che incontravano con bombe a mano, raggiunta Marsa Sciausc lanciarono verso il mare i previsti segnali ad indicare che la via per Tobruch era libera. All’inizio del bombardamento il comandante del porto di Tobruch, CV D’Aloja mettendo in relazione l’attacco aereo con la segnalazione della presenza di un sommergibile nemico nelle vicinanze della baia, ritenne che vi fossero le condizioni per azioni di Commando contro il porto, ordinò ai posti di vedetta ed alle motozattere di intensificare la vigilanza. Alle 01.05 del 14 fu intercettata la comunicazione di un cacciatorpediniere che comunicava di essere sul punto stabilito per l’inizio delle operazioni.

Dopo aver dato il via libera alla Forza C, gli uomini della Forza B raggiunsero le spiagge meridionali di Tobruch e riuscirono a impadronirsi di una batteria antisbarco dell’esercito, posta sul ciglio occidentale di Marsa Sciausc, il personale della batteria fu in gran parte sopraffatto, solo un ufficiale e due soldati riuscirono ad allontanarsi e raggiunta una batteria vicina a dare l’allarme per telefono. Nella sede del Comado Marina Libia l’ammiraglio Giuseppe Lombardi coadiuvato dal CV Temistocle D’Aloja e dal colonello Battaglia iniziarono ad impartire gli ordini per il contrasto dell’azione, subito si inviò tramite autocarri il nucleo comando del Battaglione S. Marco a Marsa Sciausc per arginare l’infiltrazione e riconquistare la batteria da 105mm, costituirono poi una compagnia di difesa mobile composta da 40 marinai, 40 CC.RR. e 30 mariani tedeschi presentatisi per prendere ordini, aumentarono la vigilanza delle banchine del porto e dei punti sensibili della base utilizzando marinai imbarcati e militari della P.A.O, richiamarono120 marinai dagli acquartieramenti decentrati e li tennero pronti su autocarri a disposizione del comando, misero in stato di allerta tutto il naviglio presente a Tobruch.

Dopo aver conquistato la batteria dell’esercito la Forza B attaccò la batteria S.P.5della Regia Marina, entrati nel perimetro difensivo, furono fermati dalla reazione dei serventi dei pezzi che trincerati nelle piazzole dei cannoni resistettero usando le armi individuali e bombe a mano sino all’arrivo del reparto del battaglione S. Marco, presi fra due fuochi gli inglesi si arresero lasciando sul campo 8 caduti fra cui il Ten. Col. Haselden, 10 feriti gravi e 32 prigionieri, della forza B solo 10 uomini riuscirono a fuggire alla cattura ed a intraprendere la marcia verso El Alamein, solo 6 riuscirono a tornare alle proprie linee. Una volta libera la batteria iniziò a battere le navi nemiche.

Una volta ricevuto il segnale di via libera, le motosiluranti della Forza C effettuarono un primo tentavi di sbarco alle 01.00, tentativo che falli per la pronta reazione della motozattera MZ 733 che assieme alla MZ 759 era a guardia delle ostruzioni d’ingresso alla rada, solo due motosiluranti la MTB314 e MTB 261 riuscirono a mettere a terra le sezioni imbarcate, la MTB 314 si incaglio sulla costa e non fu possibile liberarla. Il secondo tentativo alle 3.30 fu fermato dalla reazione della MZ 756, a cui era stato ordinato di portarsi a Marsa El Baiad e dalle torpediniere Castore, Montanari e Casciano una motosiluranti fu vista allontanarsi con un incendio a bordo, tre lanciarono i siluri verso bersagli intravisti nella baia ma senza risultati, alle 5.45 tre motosiluranti tentarono di avvicinarsi a Marsa Sciausc ma dovettero ritirarsi di fronte al forte fuoco di sbarramento e ricevettero l’ordine di rientrare ad Alessandria.

Poco prima dell’01.00 del 14 i cacciatorpediniere Sikh e Zulu, iniziarono lo sbarco del contingente che trasportavano, lo sbarco fu subito contrastato dal 2° reggimento contraereo che a 700m dalla riva aprì il fuoco sui natanti con mitragliatrici e mortai, al sopraggiungere della compagnia mista di difesa mobile, a cui nella marcia si erano aggiunti 50 CC.RR., riuscirono a fermare il nemico.

Alla fine dello scontro furono contati 58 caduti britannici e 650 prigionieri, da parte dell’Asse si contarono 62 caduti e 119 feriti.

Alle ore 04.00 circa i due cacciatorpediniere, si portarono a 6000m dalla costa per cercare di appoggiare le truppe sbarcate, furono sottoposti ad una forte reazione delle batterie costiere che li illuminarono con riflettori e proiettili illuminati, alle 05.05 uno dei due caccia fu colpito da una salva di medio calibro e fu visto svilupparsi un incendio a prua, si trattava del Sikh colpito nel deposito munizioni della torre A, poi esploso con la perdita di tutti i serventi ed il ferimento di molti marinai, l’unità fu protetta da una cortina fumogena dal Zulu e si allontanò lentamente, alle 5.55 una nuova salva lo colpì a poppa immobilizzandolo, lo Zulu anch’esso ripetutamente colpito tentò il rimorchio, ma il cavo di spesso ed essendo ancora inquadrato dalle batterie costiere si allontanò per il rientro, il Sikh con la sala macchine allagata ed il timone fuori uso fu centrato da una bomba sganciata da un Macchi 200 ed ancora ripetutamente colpito dalle batterie fu abbandonato dall’equipaggio alle 06.00, alle 6.30 il caccia Crome iniziò a cannoneggiarlo per accelerarne l’affondamento che avvenne alle 07.52. dal porto di Tobruch furono fatti uscire 3 dragamine tedeschi, 5 motozattere e 2 rimorchiatori che recuperarono in mare 468 naufraghi e recuperarono la MTB314 incagliata e molti barconi usati dalla Forza A.

All’alba si levarono in volo gli aerei della Regia Aereonautica, furono utilizzati 21 Macchi 200 (Saetta) armati con bombe da 50 Kg che attaccarono e mitragliarono le unità inglesi in ritirata, il già danneggiato Sikh, affondarono la MTB312, le motolance ML352 eML353, immobilizzarono la MTB308 e danneggiarono le MTB313, 310 e 266, solo un Macchi rientrò alla base colpito dalla contraerea. In tutto gli aerei sganciarono 27 bombe ed esplosero 4165 proiettili da 12.7mm, furono fatti intervenire anche 12 SM79 per intercettare le unità maggiori, la l’esito della missione fu negativo, in quanto gli aerei non avvistarono il nemico.

I tedeschi nella giornata del 14 fecero alzare in volo dalle basi Africane e Greche un totale di 318 aerei, che impegnarono le navi inglesi per tutta la giornata causando l’affondamento dell’incrociatore Conventry, del cacciatorpediniere Zulu e delle MTB 308 e 310 già danneggiate dagli aerei italiani.

L’operazione Daffodil terminò alle 07.05 del15 settembre con il rientro ad Alessandria delle unità superstiti.

 

 

Bibliografia:

L’operazione Daffodil nel piano Agreement; Francesco Martesini; Bollettino d’archivio dell’ufficio storico Marina Militare Marzo 2013

 

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Sull'argomento, molto bello il libro di Renato Migliavacca "Ventiquattr'ore a Tobruk", Longanesi 1971.

Tra l'altro, si parla anche degli omicidi (perchè di questo si tratta) di soldati italiani catturati da elementi del Long Range Desert Group e poi da loro uccisi a sangue freddo. Ovviamente, nessun militare britannico fu mai giudicato e condannato per questi reati....

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Tra i militari italiani, quella notte si sparse la notizia che gli inglesi non facevano prigionieri.

Non furono mai giudicati neanche per altri omicidi e serie di reati commessi durante la guerra, ma si sà i vincitori sono sempre bravi e buoni, i cattivi stanno tutti dalla parte perdente.

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