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La Battaglia Di Mezzo Agosto


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http://cefalunews.org/2017/08/13/seconda-guerra-mondiale-1942-la-battaglia-di-mezzo-agosto/

 

 

Agosto 1942: la battaglia di mezzo agosto.

 

La battaglia di mezzo agosto è la più grande scontro aereonavale nel Mediterraneo della seconda guerra mondiale.

Alla fine di luglio del 1942 l’ammiragliato inglese su richiesta di Churchill, che faceva del rifornimento di Malta un punto d’orgoglio per l’Inghilterra, decise di effettuare una nuova operazione in grande stile per rifornire l’isola. L’operazione prese il nome in codice di Pedestal. Il piano prevedeva che l’operazione fosse condotta con le forze della Home Fleet e della squadra di Gibilterra, mentre la Mediteran Fleet, vista la sua situazione avrebbe dovuto solo simulare la partenza di due convogli dall’Egitto, al fine di confondere le idee ai comandi dell’Asse.

La forza inglese doveva lasciare le proprie basi la notte de2-3 agosto, entrare in mediterraneo passando lo stretto di Gibilterra nelle prime ore del 10, poi il piano ricalcava quello di giugno, la forza principale avrebbe scorato il convoglio fino al Canale di Sicilia e poi sarebbe rientrata, lasciando il convoglio solo con la scorta diretta, inoltre 8 sommergibili si sarebbero disposti nelle acquae siciliane per contarstare l’eventuale uscita in mare delle unità maggiori della Regia Marina. Nell’operazione gli inglesi misero in mare : 4 portaerei ( Eagle, Victorius, Indomitable e Furius), 2 corazzate (Rodney e Nelson), 7 incrociatori, 34 cacciatorpediniere, 8 sommergibili, 4 corvette, 4 dragamine, 7 motocannoniere, 2 navi rifornitrici, 2 rimorchiatori e 16 moderni mercantili, Il comando in mare fu affidato al viceammiraglio E.N. Syfret. Salpati dall’Inghilterra, le navi giunsero nella notte del 10 a Gibilterra, ma trovarono lo stretto coperto da una fitta nebbia, passata la giornata del 10 a rifornirsi, all’alba del 11 la nebbia si alzò e la possente flotta entrò in Mediterraneo. I comandi dell’Asse informati della partenza delle navi, avevano allertato la ricognizione aerea, comunque Supermarina a Roma era convinta che la meta del convoglio fosse Malta. Grazie alla precedente esperienza di giugno, fu deciso di concentrare gli sforzi di velivoli, sommergibile fra le acque a Sud-Ovest della Sardegna e sulle rotte per Malta, mentre nel Canale di Sicilia sarebbero state dislocate motosiluranti, MAS e sommergibili a supporto dei campi minati esistenti. Per la prima volta la Regia Marina utilizzò i sommergibili come sbarramenti mobili, spostandoli secondo le esigenze, in tutto furono utilizzato 784 aerei, fra Regia Aereonautica e Luftwaffe, fra questi vi era anche un SM 79 carico di esplosivo e radiocomandato, soprannominato Canarino per via della colorazione gialla utilizzata per renderlo più visibile all’operatore addetto alla guida, inoltre la Regia Aereonautica, utilizzò in via sperimentale delle bombe perforanti da 650 Kg autopropulse, altri 200 aerei furono utilizzati per attaccare Malta, la marina mise a disposizione una trentina di sommergibili, 10 motosiluranti e 13 MAS. A causa dei danni subiti dalle unità maggiori durante l’operazione di mezzo giugno e la scarsità di nafta e la mancanza di copertura aerea, Supermarina decise di non utilizzare le navi da battaglia, ma fece prendere il mare il giorno 12 solo agli incrociatori della III e VII divisione, 6 incrociatori e 11 cacciatorpediniere, che secondo il piano dovevano attaccare il convoglio nelle acque di Pantelleria, operazione poi annullata visto il rifiuto tedesco di fornire la copertura aerea.

Per il convoglio inglese la mattina del 11 trascorse senza particolari difficoltà, il sommergibile italiano Uarsciek lanciò contro una portaerei, ma senza risultati, alle 12.30 la portaerei Furius inizio le operazioni di lancio degli aerei diretti a Malta, intorno alle 13.00, mentre la formazione si trovava ad 80 miglia da Algeri, fu avvistata dal sommergibile tedesco U73, che penetrato lo schermo difensivo lancio 4 siluri contro la portaerei Eagle, colpita da tutte e 4 le armi la portaerei, si capovolse ed affondò in 8 minuti causando la perdita di 200 uomini dell’equipaggio. Al tramonto il convoglio subì il primo attacco aereo, che non causò danni, nella notte il sommergibile italiano Dagabur, scopri il gruppo della Furios e si portò all’attacco, scoperto fu attaccato dal caccia Wolverine, che lo speronò affondandolo con tutto l’equipaggio, il caccia però riportò danni così gravi che lo costrinsero a rientrare a Gibilterra sotto scorta. La mattina del 12r ripresero gli attacchi aerei, che causarono alcuni danni alla portaerei Victorius, gli attacchi continuarono ininterrotti fino al primo pomeriggio ed il mercantile Deucalion, insieme agli attacchi aerei iniziarono gli attacchi dei sommergibili, durante uno di questi, fu affondato il sommergibile Cobalto, speronato dal caccia Ithuriel dopo un accanito combattimento. Alle 17.50 oltre agli attacchi dei sommergibili ripresero gli attacchi aerei che continuarono sino alle 23.00. Gli SM79 centrarono il caccia Foresight, che affondò, aerei tedeschi colpirono la portaerei Indomitable causando vasti incendi, alle 19.00 l’ammiraglio Syfret ordinò al grosso della flotta di invertire la rotta e rientrare a Gibilterra, rientro che avvenne fino al raggio di azione degli aerei sotto costanti bombardamenti che causarono danni alle unità. Il convoglio prosegui la sua rotta per Malta con la scorta della forza X al comando del contrammiraglio Burrough. Alle 19.18 il sommergibile italiano Dessiè, nei pressi di Capo Bon silurò il mercantile Brisbane Star di 13.000tsl, che rimase immobilizzato ma poi riprese la navigazione per essere attaccato da aerosiluranti, nonostante i danni riportatati, il mercantile riuscì a raggiungere Malta, gli aerei colpirono nuovamente il Deucalion che saltò in aria, alle 20.00 il sommergibile Axum al comando del TV Renato Ferrini in agguato a25 miglia da Capo Blanc, avvisto la formazione nemica, portatosi all’attacco, lanciò 4 siluri a ventaglio colpendo 3 navi, l’incrociatore Nigeria, l’incrociatore contraereo Cairo che per i danni subiti fu affondato dagli stessi inglesi e la petroliera americana Ohio, che fu presa a rimorchio, tocco poi al sommergibile Bronzo, che silurò facendolo esplodere il mercantile Empire Hope , mezzora dopo affondò il Clan Ferguson e furono danneggiati altri 3 mercantili, il convoglio era ormai disperso ed i caccia erano impegnati a cercare di ricomporlo e al recupero dei naufraghi. Alle 21.15 il sommergibile Alagi, attaccò l’incrociatore Kenya mettendolo fuori combattimento. Intorno al 01.00 del 13 iniziarono gli attacchi della motosiluranti e dei MAS, alle 01.13 le motosilurante tedesche S30 e S36 colpirono il mercantile Rochester Castle danneggiandolo gravemente, alle 01.17 le motosiluranti italiane MS16 e MS22 colpirono l’incrociatore Manchester immobilizzandolo e danneggiandolo tanto seriamente che alle 5.50 affondò, la motosilurante italiana MS31 affondò il piroscafo Glenorchy, i MAS affondarono i mercantili Wairangi e Almeria Likes, il Santa Elisa fu incendiato ed affondato la mattina successiva dagli attacchi aerei, fu di nuovo colpita la petroliera Ohio a rimorchio. Alle 0810 ripresero gli attacchi aerei, il mercantile Wairama esplose, fu di nuovo colpito il Rochester Castle, che affondò nel porto di Malta durante le operazioni di scarico, alle 13.00 la malconcia forza X invertì la rotta lasciando che i piroscafi raggiungessero Malta da soli. Negli attacchi del pomeriggio fu affondato il piroscafo Dorset. Poi nel tardo pomeriggio gli attacchi cessarono, questo permise a 5 mercantili seppur danneggiati di raggiungere Malta fra il 14 ed il 15.

La battaglia era finita, gli inglesi avevano perduto una portaerei, due incrociatori, un cacciatorpediniere e 11 mercantili, erano state danneggiate seriamente una portaerei e due incrociatori, e molte altre unità avevano riportato danni. Da parte italiana si persero i sommergibili Dagabur e Cobalto ed un sensibile numero di aerei italiani e tedeschi

 

Bibliografia:

La guerra italiana sul mare, Giorgio Giorgerini, edizioni Mondadori.

Le battaglia navali del Mediterraneo nella seconda guerra mondiale , Arrigo Petacco, edizioni Mondadori

Storia della Marina, vol 4°, Fabbri Editori

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