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Sviluppo Dei Sommergibili Italiani Dopo Betasom


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Buongiorno a tutti,

tra qualche giorno esporrò la mia tesi di laurea in Storia Navale sulle operazioni dei sommergibili italiani a Betasom durante il cosiddetto "periodo felice". C'è un aspetto sulla parte conclusiva che ancora mi lascia diversi dubbi e le fonti bibliografiche utilizzate sono abbastanza contrastanti tra di loro a riguardo. La domanda è:

Quali sono state le migliorie e gli insegnamenti che Noi Italiani abbiamo appreso dal contatto e dalla collaborazione con i tedeschi durante i tre anni di esistenza della base atlantica di Bordeaux e che abbiamo in seguito apportato ai nostri battelli?

 

Vi ringrazio in anticipo per l'aiuto e la collaborazione.

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Intanto complimenti per la tesi! se vorrai condivederla con noi ne saremo onorati ed entusiasti.

 

Creo ci siano diverse modalità di interpretare la tua domanda. Partiamo dalla premessa: Italia e Germania sviluppano due differenti dottrine di impiego e i battelli sono il frutto di queste dottrine, classica la prima (Francesi, inglesi e giapponesi non erano tanto diversi da noi) innovativa la seconda.

Chiamati alla battaglia in Atlantico gli Italiani devono inserirsi in uno scenario a firma tedesca (che funziona) per cui devono adeguare i loro battelli alla nuova dottrina: forte riduzione della falsatorre, aumento dei siluri e dell'autonomia sono le cose pregnanti. Inoltre, dovendoci adattare a loro, nasce una "scuola per sommergibilisti" dalla quale, oltre ad apprendere la dottrina, si acquisisce anche una differente gestione del mezzo.

Ma i battelli sono strutturalmente troppo diversi per cui gli Italiani saranno portati a fare i corsari con unità isolate invece di continuare a essere inseriti nei branchi di lupi.

 

In cascata arriveranno anche altri strumenti, come la centralina di lancio siluri e i rilevatori dei radar, ma qui siamo in ambito "scambi di buon vicinato" visto che noi daremo a loro le mitragliere, apparecchiature per i siluri e il know how per l'impiego degli incursori.

 

sempre in ambito di "scambi" considererei l'impiego dei battelli Italiani per il salvataggio dei superstiti del Laconia e dell'Atlantis.

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Intanto complimenti per la tesi! se vorrai condivederla con noi ne saremo onorati ed entusiasti.

 

Creo ci siano diverse modalità di interpretare la tua domanda. Partiamo dalla premessa: Italia e Germania sviluppano due differenti dottrine di impiego e i battelli sono il frutto di queste dottrine, classica la prima (Francesi, inglesi e giapponesi non erano tanto diversi da noi) innovativa la seconda.

Chiamati alla battaglia in Atlantico gli Italiani devono inserirsi in uno scenario a firma tedesca (che funziona) per cui devono adeguare i loro battelli alla nuova dottrina: forte riduzione della falsatorre, aumento dei siluri e dell'autonomia sono le cose pregnanti. Inoltre, dovendoci adattare a loro, nasce una "scuola per sommergibilisti" dalla quale, oltre ad apprendere la dottrina, si acquisisce anche una differente gestione del mezzo.

Ma i battelli sono strutturalmente troppo diversi per cui gli Italiani saranno portati a fare i corsari con unità isolate invece di continuare a essere inseriti nei branchi di lupi.

 

In cascata arriveranno anche altri strumenti, come la centralina di lancio siluri e i rilevatori dei radar, ma qui siamo in ambito "scambi di buon vicinato" visto che noi daremo a loro le mitragliere, apparecchiature per i siluri e il know how per l'impiego degli incursori.

 

sempre in ambito di "scambi" considererei l'impiego dei battelli Italiani per il salvataggio dei superstiti del Laconia e dell'Atlantis.

 

Grazie della risposta. Sarà un piacere, soprattutto in vista del mio futuro impiego a bordo dei battelli, poter condividere la mia tesi qui con voi.

Per quanto riguarda gli "scambi di buon vicinato", mi sapreste dire di più? Ho letto anche qualcosa riguardo la portata delle valvole di allagamento delle casse zavorra. Ci sono ulteriori adeguamenti risalenti a quel periodo?

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Suggerirei anche alcune osservazioni sul coordinamento italo-tedesco: in generale le due culture sono molto diverse, spesso agli antipodi,a Bordeaux, secondo me, la Regia Marina ha conquistato un grande rispetto e la piena fiducia degli alleati tedeschi.

Di fatto gli italiani misero in piedi la base da niente con una organizzazione da far invidia ai tedeschi per precisione e velocità. Inoltre coordinarono le varie strutture civili in modo da renderle funzionali all'impegno bellico. teniamo presente che la base tedesca ovvero il bunker venne pronto nel 1943...

Un altro aspetto importante fu l'integrazione delle operazioni navali a livello locale, con il coordinamento specifico con le flottiglie di cacciamine e sperrbrecher operanti all'estuario della Gironda.

Infine, come ultimo spunto, suggerisco lo "scambio" tra i nostri battelli atlantici da convertire in trasporti con unità tedesche: sicuramente alla base di questo accordo c'era un reciproco rispetto che analizzava i rispettivi punti deboli e di forza.

PS: non vanno dimenticate le varie unità mercantili che forzarono i blocchi in cui erano state fermate all'inizio della guerra e che diressero su Bordeaux da cui effettuarono diverse missioni.

 

Suggerirei anche alcune osservazioni sul coordinamento italo-tedesco: in generale le due culture sono molto diverse, spesso agli antipodi,a Bordeaux, secondo me, la Regia Marina ha conquistato un grande rispetto e la piena fiducia degli alleati tedeschi.

Di fatto gli italiani misero in piedi la base da niente con una organizzazione da far invidia ai tedeschi per precisione e velocità. Inoltre coordinarono le varie strutture civili in modo da renderle funzionali all'impegno bellico. teniamo presente che la base tedesca ovvero il bunker venne pronto nel 1943...

Un altro aspetto importante fu l'integrazione delle operazioni navali a livello locale, con il coordinamento specifico con le flottiglie di cacciamine e sperrbrecher operanti all'estuario della Gironda.

Infine, come ultimo spunto, suggerisco lo "scambio" tra i nostri battelli atlantici da convertire in trasporti con unità tedesche: sicuramente alla base di questo accordo c'era un reciproco rispetto che analizzava i rispettivi punti deboli e di forza.

PS: non vanno dimenticate le varie unità mercantili che forzarono i blocchi in cui erano state fermate all'inizio della guerra e che diressero su Bordeaux da cui effettuarono diverse missioni.

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