Vai al contenuto

Il "nuovo Mare Dancalo"


malaparte

Messaggi raccomandati

Nel caso vi fosse sfuggito su Rivista Marittima di marzo, vi rifilo questo link http://www.ilcornodafrica.it/st-isacchini%20mare%20dancalo.pdf su un sorprendente progetto per la creazione di un "nuovo mare" nel bel mezzo del Corno d'Africa.

 

 

Nella prima metà del secolo scorso vennero stesi progetti di fattibilità, anche in forma molto dettagliata, per
la creazione di un vastissimo golfo (7.000 km2) interno all’Etiopia tramite il taglio di un canale che, allagando
dal Mar Rosso la depressione dancala, avrebbe permesso la creazione di basi militari navali e porti commerciali
a poche decine di chilometri da Macallè e in facile collegamento con Addis Abeba, risolvendo il secolare
problema dell’isolamento dell’Etiopia dal mare.

Link al commento
Condividi su altri siti

Complimenti Valeria, un gran bel saggio che mi avevi concesso di leggere in anteprima; non solo di mio grande interesse ma molto apprezzato anche dagli amici ai quali lo ho fatto conoscere e che ti stimano come ottima Autrice.

Certo che in materia di tematiche africane sei insuperabile !

Modificato da danilo43
Link al commento
Condividi su altri siti

:smiley19: OTTIMO! :smiley19: ARTICOLO :smiley19: su un' argomento di cui mai avevo sentito parlare! Grazie, Valeria/MALAPARTE!

 

E' notorio, palese, manifesto ed universalmente accettato che quei Popoli che hanno affrontato il mare han fatto maggiori e più rapidi progressi rispetto agli altri.

 

Per ben noti motivi allora il "Nuovo Mare Dancalo" non fu realizzato. Ma forse oggi lo si potrebbe fare spendendo proporzionalmente meno.

A mio parere le Autorità Politiche Etiopiche ci dovrebbero fare più di un "pensiero"...

Modificato da Alfabravo 59
Link al commento
Condividi su altri siti

Non credo proprio, AB. A parte difficoltà geopolitiche (il canale dovrebbe attraversare l'Eritrea...), pensa solo alle immense ricadute ambientali, meteorologiche, antropologiche, ecc. Si tratterebbe di uno specchio d'acqua di circa 7000 kmq (per dare un'idea, il lago Maggiore è di 10 kmq); basti pensare alle ricadute meteo verificate dopo la costruzione della ben più piccola diga di Assuan in Egitto; poi gli Afar che abitano la zona sono uno dei popoli più "stizzosi" :wink: che si conoscano, e non gradirebbero certo un sovvertimento totale della loro vita; per non parlare di Canada e Cina, che stanno sfruttando la miniera di potassio di Dallol (che ha ripreso attivamente la produzione, e il potassio nel mondo sta diventando sempre più raro); insomma, non è proprio il caso...

Comunque, basta portare un po' di pazienza: la Dancalia è destinata a tornare ad essere un mare: la crosta terrestre nella zona si sta assottigliando a ritmi verificabili e tutto il territorio è soggetto a fortissime pressioni geologiche (è una zona altamente vulcanica, con veri e propri laghi di lava, tipo Erta Ale). Tempo un milioncino di anni, su per giù, e l'Etiopia avrà il suo mare in modo naturale :laugh:

Modificato da malaparte
Link al commento
Condividi su altri siti

Articolo molto interessante, a dimostrazione di come i nostri ingegneri fossero in grado di progettare (e realizzare, in altri casi) grandi opere quando non si aveva paura nè a proporle, nè a realizzarle. Posto che la tettonica a suo tempo sistemerà le cose, sarebbe stato curioso, in caso di realizzazione del progetto a suo tempo, sentire oggi gli ambientalisti come lo giudicherebbero. Un'opera del genere, peraltro, avrebbe avuto sicuramente delle ripercussioni sul clima locale. probabilmente parlerebbero di 'devastazione colonialista'.

Link al commento
Condividi su altri siti

Un saggio davvero interessante su un progetto e un luogo straordinario.

Grazie e brava Valeria per avercelo regalato!

 

Un commento (e un dubbio) di carattere tecnico. A quanto leggo, se non mi è sfuggito qualcosa, allora non si tenne conto della forte impronta vulcanica della zona. Essa infatti è ricca di affioramenti di quel tipo. Geyser, sorgenti termali e enormi e fumanti depositi naturali di coloratissimi minerali, non proprio salubri per la nostra salute. (È facile, oggi, trovarne ampie descrizioni in rete.)

Bene, mi chiedo, cosa sarebbe successo se avessero allagato la zona? Madre Natura avrebbe accettato di buon grado l'importante trasformazione antropica, o avrebbe trovato modo modo di ribellarsi?

Link al commento
Condividi su altri siti

sarebbe stato curioso, in caso di realizzazione del progetto a suo tempo, sentire oggi gli ambientalisti come lo giudicherebbero.

 

Be', ogni volta che, per esempio, vado in bici lungo le alzaie dei canali che collegano Pavia con Milano mi chiedo se certe opere idrauliche sarebbero state possibili attualmente. Sono stata recentemente in Garfagnana: la diga di Vagli, e siamo nel 1948, mica nell'800, ha seppellito un intero antichissimo paese, Fabbriche di Careggine, che è stato evacuato (ci sono strazianti foto in B/N). Sarebbe da analizzare in modo più approfondito che su un forum: chiaramente la mentalità è cambiata, molto profondamente: se oggi un qualunque docente universitario si sognasse di scrivere che "occorre dominare la natura, non farsene dominare" come fece Paolo Vinassa de Regny, verrebbe immantinente squartato, nel senso che, seriamente, sarebbe sottoposto a procedimento disciplinare e forse dovrebbe lasciare l'insegnamento.

 

Un altro aspetto che mi ha colpito entre studiavo la cosa è stata la meticolosità con cui sono stati stesi i preventivi, tenendoli appositamente più larghi del necessario "per non creare forti disillusioni" e con una serie di "scuse" sul fatto che apparentemente erano alquanto pesanti. Non so come funzioni ora, ma ho l'impressione che l'andazzo sia il contrario: guardate quanto poco vi faccio spendere!!!!!OOOOPs....vabbè, in corso d'opera ci sono state spese accessorie....mica potevamo immaginarlo...

 

 

Un commento (e un dubbio) di carattere tecnico. A quanto leggo, se non mi è sfuggito qualcosa, allora non si tenne conto della forte impronta vulcanica della zona. Essa infatti è ricca di affioramenti di quel tipo. Geyser, sorgenti termali e enormi e fumanti depositi naturali di coloratissimi minerali, non proprio salubri per la nostra salute. (È facile, oggi, trovarne ampie descrizioni in rete.)

Bene, mi chiedo, cosa sarebbe successo se avessero allagato la zona? Madre Natura avrebbe accettato di buon grado l'importante trasformazione antropica, o avrebbe trovato modo modo di ribellarsi?

 

Coloratissimi e sembre cangianti. La seconda volta che ci sono andata aveva piovuto molto in montagna dalle parti di Macallè, le acque si erano riversate nella depressione e mi sono trovata davanto uno spettacolo di acque verdissime! E proprio in quelle settimane, addirittura, l'Erta Ale si era "tappato" e SCRITERIATAMENTE abbiamo passeggiato sul "tappo" (si è stappato, ho saputo, pco dopo la nostra escursione sulla lava!!!!) Non riconoscevo letteralmente i posti (eh, sì....ne sono un po' innamorata.... :wub: ). Anch'io sono rimasta un po' perplessa non trovando cenni alla situazione vulcanica, la cui natura era già conosciuta; probabilmente, questo rientra nella mentalità di cui sopra, nella risposta a Massimiliano N.: ci sono ben altre zone vulcaniche sottomarine (penso per esempio alla "cintura di fuoco" del Pacifico); ma la natura stia zitta, che qui comandiamo noi....

24g3p5u.jpg

20thr4o.jpg

Link al commento
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Visitatore
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovi formattazione

  Sono ammessi al massimo solo 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato automaticamente aggiunto.   Mostrare solo il link di collegamento?

×   Il tuo precedente contenuto è stato ripristinato.   Pulisci l'editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Caricare o inserire immagini da URL.

Caricamento...
  • Statistiche forum

    • Discussioni Totali
      45k
    • Messaggi Totali
      521,7k
×
×
  • Crea Nuovo...