Vai al contenuto

Il Naufrago


Red

Messaggi raccomandati

Capitolo tratto dal libro " Fumi all'orizzonte "

di Italo Sulliotti :

 

IL NAUFRAGO

 

La notte cade, meravigliosamente dolce, sulle isole Egee.

A perdita d'occhio, il mare non ha una ruga, mentre il cielo s'accende di un polverìo di stelle, e zaffate d'aromi eccitanti- gli aromi della terra - giungono fino al bordo della piccola nave, immobile.

L'ufficiale di quarto passeggia, fumando la pipa.

A che cosa pensa ?

Nessuno sa a che cosa pensano gli uomini di mare, nelle interminabili veglie di guerra : il più delle volte a niente.

Il mare dà queste forme di astrazione silenziosa.

Vi sono delle ore, all'alba e al tramonto, in cui una infinita pace vi possiede, e vi dà l'impressione di essere separati, da una infinita pace astrale, da tutto ciò che fu la nostra vita di prima.

Domani la vita della terra ci riprenderà colle sue risse fragorose, coi suoi agguati serpigni : domani il ritmo di d'un music-hall

o gli occhi profondi di una femmina vi incateneranno di nuovo alla esistenza dell'umanità frettolosa e appassionata.

Ma per ora, niente.

Tutto il mondo è lì, sulla coperta del bastimento che la risacca fa oscillare pesantemente, intorno alla piccola plancia done un uomo- ombra nell'ombra - regge con la ruota sul filo delle onde la nave che va, intorno alla cucinetta da cui sale nell'aria tranquilla un filo di fumo odoroso di cipolla soffritta.......

Ecco : l'ufficiale si ferma. Ha visto qualche cosa.

L'abitudine - la vecchia forza sonnecchiante ma sempre vigile - lo spinge a guardare lontano : là dove, una breve pallida luce è apparsa, come il riflesso di un lume invisibile mascherato dalla curva dell'orizzonte.

La luna ? No, deve alzarsi alle due, e non sono che le dieci di sera. Un pianeta ?

Neanche. La luce aumenta continuamente, sembra un fuoco acceso sul mare. L'ufficiale ha chiamato il Comandante.

L'ufficiale è uscito dalla cabina dove riposava da un'ora e ha puntato laggiù il cannocchiale..

- Rossi, bisogna andare a vedere. -

L'ufficiale si curva sul portavoce della macchina :

- Pronti. Avanti piano. Aumentare i giri. A tutta forza. -

Come un grande uccello che rada con l'ala la superficie tersa del mare, e man mano acceleri il volo fino a sfiorare appena l'acqua e dia ad un tratto la sensazione di abbandonarla per levarsi nella diafana notte incontro alle stelle, così il vecchio ariete torpediniere - avanzo glorioso della Marina manda a < stazionare > in mezzo agli arcipelaghi dell'Egeo - acquista velocità, e fila verso l'obiettivo luminoso.

Ora, tutti guardano, a bordo ; i marinai franchi di guardia, il cuoco che è uscito sulla porta della cucinetta, i cannonieri che, per ogni buona evenienza, hanno scappucciato dell'incerata il pezzo di prua.

La luce continua a brillare e ferisce la pupilla come un dardo luminoso. Si comincia a distinguere qualche cosa, una specie di fiamma rossastra aureolata di fumo nero.

- Comandante ! E' uma nave che brucia.

- Duecento giri ! A tutta forza ! -

L' < Aretusa > vola verso l'incendio collo sforzo delle sue vecchie macchine ansanti. I cannonieri hanno chiuso la culatta dei pezzi; i torpedinieri sono sono pronti al tubo di lancio. Se quella nave è stata incendiata da un sommergibile, è probabile che questi sia ancora vicino, per assistere all'agonia della vittima.

Ecco . la nave è prossima all'incendio. Quello che brucia è un grande tre alberi ; si scorge l'ossatura potente ancora intatta, nera, fantastica, fra i turbini delle fiamme ; si ode già il fischio dell'acqua che evapora a contatto col fuoco.

Turbini di scintille salgono in cielo, come se un immenso mazzo di fuochi d'artificio sbocciasse, fiore vermiglio, dal seno ampio del mare.

L' < Ariete-torpediniera > descrive un ampio giro intorno alla nave che brucia.

L'odore del legno carbonizzato giunge sulla brezza leggera; passando vicino si odono gli scoppi secchi dei legni, le esplosioni dei paglietti, il rugghio delle fiamme nelle stive.

Ad un tratto il fuoco raddoppia la violenza, la colonna ignea sale più in alto.Il bastimento sembra contorcersi tutto, mentre gli alberi crollano in un turbine nero; poi lo scafo si inclina, s'inclina, tocca l'acqua che spegne col suo gelido morso l'incendio e sprofonda lentamente.......Pochi minuti dopo, le acque sono deserte : più nulla.

L'< Aretusa > ha arrestato le macchine. Tutti gli uomini, ufficiali ed equipaggio, frugano collo sguardo lo specchio terso del mare : chissà se l'equipaggio avrà potuto abbandonare la nave ? Chissà se il sommergibile nemico sarà ancora in vista ?

- Comandante ! Imbarcazioni a duecento metri sulla dritta, verso Creta ! -

Tutti si volgono nella direzione indicata. Un'ombra nera è sul mare. L' < Ariete-torpediniera > si dirige cautamente, a lenti giri, verso di essa. Bisogna essere prudenti ; i sommergibili mascherano sovente il periscopio con un barca capovolta.

Ma questa volta si tratta di una vera barca di salvataggio. I piedi, nel mezzo, è un uomo. Ha abbandonato i remi ; ha le braccia incrociate sul petto, i capelli al vento. Sembra l'immagine del Corsare Nero, che discende fra le acque scintillanti del Mar dei Caraibi il corpo della donna amata.Non una voce, non un richiamo ece dalle sue labbra, mentre la nave salvatrice

si avvicina. Qualche marinaio, superstizioso, si fa il segno della croce.......

- Ohè ! della barca ! Allargate un poco, che vi prendiamo ! -

L'uomo non si muove. Pare che non abbia sentito. L'ufficiale in seconda è giovane, impaziente , e comincia a essere seccato.

- Comandante ! Guardi quel tipo se si degna toccare i remi ! Vuole proprio che lo tiriamo su col < salario > ? -

Il Comandante non risponde. Ha impugnato il cannocchiale e guarda attentamente. Un lieve sussulto ; una contrazione delle sopracciglia. L'ufficiale che gli è vicino lo sente mormorare :

- No......Non è possibile.....Eppure ! -

In fretta, ordinatamente si svolge la manovra di salvataggio e di recupero dell lancia. L' < Aretusa > si è arrestata e cammina soltanto per l'abbrivo ; la manovra del timone corregge, decimetro per decimetro, la rotta, finchè la nave scivola

contro il fianco dell'imbarcazione, l'abborda con un urto lieve. Due, quattro braccia vigorose di marinai sollevano il naufrago che ha < lasciato fare >, e lo portano a bordo.

L'uomo è rimasto in piedi, sotto l'alberetto.

La luce delle stelle lo illumina di un riflesso lieve.Di fronte a lui, il Comandante ha alzato nella mano la minuscola lampada elettrica, ma sembra esitare a provocarne lo scatto.

Poi, bruscamente, si decide. Nel piccolo alone bianco il viso dell'uomo appare, maschio volto invecchiato, < ravagè > dalle tempeste del mare o dell vita.La fronte è tagliata da rughe che sembrano ferite, gli occhi azzurri sono pieni d'una immensa tristezza.

- Quest'uomo è impazzito - mormora l'ufficiale più giovane. I sottufficiali vicino a lui, assentono col capo e si avvicinano per sostenerlo. Ma il Comandante allontana tutti con un gesto fermo.

- Conducete quest'uomo in quadrato. Lei,Rossi, pensi alla nave e .....apra gli occhi. Io ho bisogno di essere solo.

Vada a mezza forza, rotta per Capo Gerico. Appena si vede il faro, mi avverta.

Il Comandante è turbato, più pallido del naufrago.

Nessuno lo ha mai visto così. Ma sull' < Aretusa >, nessuno osa fare supposizioni arrischiate.

La porticina del quadrato si chiude alle spalle del Comandante; gli uomini tornano al proprio posto.

L' < Ariete-torpediniera > riprende la sua rotta, nella notte piena , nella notte piena d'incanto, sull'acqua dove è passata la distruzione e la morte.

Nel quadrato, l'uomo si è accasciato sul divanetto.

Si è preso la testa fra le mani , e continua a tacere,cupo, selvaggio, ostinato.

Il Comandante gli mette una mano sulla spalla. Ma il contatto dei galloni d'oro provoca nell'uomo un bizzarro sussulto ; qualche cosa di immobile, qualche cosa di misterioso e di nascosto si è mosso nel fondo della sua anima ?

- Baldi, sei tu ? Ti ho riconosciuto subito, nella lancia. Il nostro vecchio cuore non sbaglia. Che fai quì

Perchè sei quì ? Parla, Baldi. -

La voce dell'ufficiale trema un poco. E gli occhi del naufrago si velano improvvisamente, come se una folla di lacrime oscure urgesse alle porte dell'anima.

Carezzevole,paterno, il Comandante riprende a parlare.

- Confidati, Baldi. Ti ricordi ? Sono il tuo vecchio compagno di corso. Sono sempre quello, Baldi.

Ti ricordi che, all'Accademia, arrivavamo sempre primi sulla coffa del brigantino ?

Ti ricordi della nostra prima crociera di allievi sul < Vespucci > ? Non ti ho dimenticato mai, Baldi, nessuno di noi ti ha dimenticato.Quando è successo.....ciò che è successo, e tu hai dovuto lasciare la Marina, abbiamo sofferto tutti,per te.

Nessuno di noi ti ha giudicato. Ci hai fatto una immensa pietà, perchè sapevamo tutti che non avresti tradito mai le leggi

del dovere e dell'onore, e perchè abbiamo sentito che eri una vittima della bufera. Poi, sei sparito. nessuno ha mai saputo nulla di te. Ti ritrovo ora, così ! E sono io che devo salvarti in mare ! Che facevi, Baldi ? -

L'uomo trasale. Poi parla, umilmente, come un povero cane battuto.

- Facevo il marinaio. Comandante........ -

- Comandante ? Non sai più il mio nome, Baldi ?

-Non c'è Comandante, quì . C'è il tuo vecchio compagno dei giorni buoni......-

L'uomo, ha un gesto secco di ripulsa.

- No. Non ho il diritto, io, di chiamarti più col tuo nome. Tu sei il Comandante, hai la tua nave, la tua bandiera, il tuo grado.

Hai un nome, tu. Io non ne ho più. Io sono la miseria e la solitudine, quella che non ha fede e ne focolare, quella che non ha più diritto di vivere, ne di morire, per nessuno......Sì : facevo il marinaio. Guarda le mie mani, Comandante.

Sono rose dalle funi che ho mollato e tirato su tutti i velieri dell'Oriente e dal Levate, sui greci, sui rumeni, sui turchi persino.

Non ho mai più incontrato nessuno che mi conoscesse, in tutti i porti del mondo, là dove scendevo altero e elegante, felice di vivere, colla divisa che tu porti......perchè l'hai saputa onorare. Andavamo a Maiorca, ora , con un barco bestia ad Algeri,

per caricare vino; e speravo, anche questa volta, di rimanere uno sconosciuto sul mare, sul mare che è il mio ultimo compagno e che sarà il mio cimitero. Ma ti ho incontrato, Comandante, e tutto è finito.....-

Ora le spalle curve dell'uomo si contraggono in una ondata di pianto che le scuote tutte. E il Comandante si volta dall'altra parte, per nascondere gli occhi umidi.

- Tutto finito ? Perchè ? La vita ricomincia sempre, Baldi. Stai allegro; forse Dio ha voluto che ci incontrassimo così......Ti aiuterò, ti aiuteremo.

L'uomo scuote la testa.

- No, Comandante. Non è possibile. E' finita. Ti ho veduto; ho rimesso il piede su queste tavole che sono state un giorno l'orgoglio della mia giovinezza fiduciosa, ho visto la tua gente, i tuoi ufficiali, i tuoi marinai.......

Ho invidiato l'ultimo mozzo della bassa prua che porta senza macchia il < colletto azzurro > e avrà, se muore nel gorgo, il pianto d'una donna o d'una famiglia che lo accompagnano. Ho riveduto la mia vita, e chi rivede la propria vita senza poterla modificare più, non ha che una cosa sola da fare : morire........-

L'uomo si è alzato, s'è accostato alla parete del quadrato, la dove pende il ritratto del Re. E lo ha baciato, umilmente,piamente.

Il Comandante si è irrigidito in uno sforzo di volontà.

- Ne riparleremo, Baldi. Ora aspetta. Ti farò portare un pò di cena ; bisogna che tu ti rimetta in forze. Poi mi racconterai l'affare dell'incendio ; debbo fare il mio rapporto al Comando in Capo delle forze navali dell'Egeo. Come si chiamava il veliero ?

- Un nome greco. < Aghios Georgios >.

- Come ti sei salvato ?

- Non ho voluto salvarmi sulle lance del greco.

Ho preferito restar solo. Aspettavo un italiano, per morire.........-

 

Ore tre di notte. Il faro di Capo Cerigo taglia l'orizzonte con brevi lampi rossi.

Il mare è più mosso; una brezza leggera spira dal golfo di Cirenaica e l' < Aretusa > fa un tango pesante sulle onde.

A luci oscurate, il bastimento cammina. Rossi, ravvolto nell'impermeabile, è accanto al timoniere. Il Comandante riposa.

Il naufrago ha voluto ritirarsi a poppa, sui cordami, da solo.

Tre e venti minuti.......S'ode, a poppa, un tuffo sordo. Improvvisa, squillante, drammatica, la voce dell'uomo di coffa lancia il grido che fa rabbrividire.

- Uomo in mare ! -

Mentre il telegrafo di macchina squilla, e le eliche rovesciate invertono la marcia, e il timoniere costringe l' < Aretusa > a virare sul fianco come un cavallo che si impenna, il Comandante balza fuori dalla cabina semisvestito e chiama concitato :

- Baldi ! Baldi ! -

L'uomo a poppa, non c'è più. E neanche il battello dell' < Aretusa >, che gira per un'ora sulle acque, ne trova traccia : è scomparso.

L'ufficiale in seconda si accosta allora al Comandante, che sembra impietrito. E chiede timidamente :

- Chi era, Comandante ? -

Il Comandante si morde nervosamente i baffi grigi.

Poi si toglie il berretto, e guarda il mare, sgombro, unito, chiuso sul suo grande seno di vita, sul suo cimitero profondo.

- Nessuno,signor Rossi. Era un marinaio, nient'altro. Se siete credente - io lo sono, ragazzo mio _

potete pregare per lui.........

 

FINE

 

RED

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Link al commento
Condividi su altri siti

Un bel racconto che mi ha lasciato però con l'amaro in bocca.

Che sia realtà o fantasia dell'Autore non è ci dato sapere, propenderei per un fatto reale romanzato ad hoc dallo scrittore.

Sta di fatto che il veliero Aghios Georgios venne affondato il 17 giugno 1917, 30 miglia a ponente di Malta, dal smg. UC-22 al comando di Heino von Heimburg, lo stesso comandante che aveva silurato e affondato fuori Venezia il 10 giugno 1915 il smg. Medusa e il 7 luglio dello stesso anno l'incrociatore corazzato Amalfi.

Come si può notare, un asso che non disdegnava neppure le piccole prede !

 

EDIT: il 19 agosto 1917 un altro shooner Aghios Georgios, di maggior tonnellaggio (161 brt) rispetto al precedente, in rotta da Malta per il Pireo, venne affondato dal UC-74 del comandante Wilhelm Marschall.

Data la relativa vicinanza a Capo Cerigo, citato nel racconto, non è escluso che possa trattarsi di questa seconda unità.

Modificato da danilo43
Link al commento
Condividi su altri siti

E' vero Danilo43 !

E' un racconto che lascia l'amaro in bocca e l'animo scombussolato - almeno a me - riflettendo

a quale punto può arrivare la disperazione di un uomo per il dispiacere e la vergogna.

 

Rimango perplesso nel leggere che i vascelli con nome " Aghios Georgios " furono tre e tutti e tre greci e che navigarono

e furono affondati nello stesso periodo :

1°- Affondato il 17-6-17 dall'UC 22 comandato da Heino von Heimburg -

2°- Affondato il 18-8-17 dall'UC 74 comandato da Wilhelm Marschall -

3°- Affondato il 6-9-17 ancora dall'UC 74 comandato dallo stesso Marschall -

 

Sarei anche curioso sapere chi allora comandava l' " Aretusa " e quale Corso

dell'Accademia Navale frequentò.

 

Grazie

 

RED

Link al commento
Condividi su altri siti

Ma quel che è più strano è che l'ariete torpediniere Aretusa, cant. Orlando 1892 risulta radiato il 14.11.1912 (Gli incrociatori italiani – USMM 1976), data confermata da Franco Bargoni (Tutte le navi militari d'Italia 1861-2011 – USMM 2012) che aggiunge venduto a privati per la demolizione.

Non vi furono altre Aretusa fino all'entrata in servizio dell'omonima torpediniera della classe Spica, il 1.7.1938.

Link al commento
Condividi su altri siti

Ma quel che è più strano è che l'ariete torpediniere Aretusa, cant. Orlando 1892 risulta radiato il 14.11.1912 (Gli incrociatori italiani – USMM 1976), data confermata da Franco Bargoni (Tutte le navi militari d'Italia 1861-2011 – USMM 2012) che aggiunge venduto a privati per la demolizione.

Non vi furono altre Aretusa fino all'entrata in servizio dell'omonima torpediniera della classe Spica, il 1.7.1938.

 

Forse il nome dell'unità italiana è alterato per esigenze di romanzo ma calata in un episodio reale.

 

 

Grazie Red per il fantastico racconto (come anche gli altri da te postati qui in questa sezione), molto toccante avevo quasi sperato nel lieto fine ma poi il finale mi ha sorpreso.

Modificato da Regia Marina
Link al commento
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Visitatore
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovi formattazione

  Sono ammessi al massimo solo 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato automaticamente aggiunto.   Mostrare solo il link di collegamento?

×   Il tuo precedente contenuto è stato ripristinato.   Pulisci l'editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Caricare o inserire immagini da URL.

Caricamento...
  • Statistiche forum

    • Discussioni Totali
      45k
    • Messaggi Totali
      521,7k
×
×
  • Crea Nuovo...