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Il Mistero Della Corazzata Russa


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Titolo: IL MISTERO DELLA CORAZZATA RUSSA fuoco, fango e sangue

Autore: Luca RIBUSTINI

Casa Editrice: LUIGI PELLEGRINI EDITORE

Cod. I.S.B.N: 978-88-6822-205-5

Anno:2014

Pag: 141

Dim. (cm): 21 X 14

Prezzo: Euro 15,00

Reperibilità ottima

 

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RECENSIONE. Contrariamente al solito non sarò breve a causa dei molti spunti di riflessione che offre questo libro. Inoltre, per una maggiore e più completa documentazione vi invito a leggere sui numerosi siti citati nel Topic, in Q.U, "GIULIO CESARE - NOVOROSSIYSK" di Giuseppe/ODISSEO.

 

La vicenda è nota: nella notte tra il 28 e 29 Ottobre 1955 la corazzata Russa NOVOROSSIYSK saltò in aria nel porto di Sebastopoli con la perdita di oltre 600 Marinai su di un totale di circa 1.500. (A pag. 23 è scritto che si salvò circa una cinquantina di persone...i conti non tornano...).

Tra le varie cause fu ipotizzato che l' unità fosse stata da noi sabotata.

Nel topic "GIULIO CESARE - NOVOROSSIYSK",si scopre che questo argomento è quanto mai vivo in Russia e l' ipotesi del nostro sabotaggio è una delle più accreditate.

 

La genesi dell' opera parte dal Luglio 2013 allorquando l' A. incontra un ex incursore dei "Gamma", tale Ugo D' ESPOSITO, che attribuisce senza mezzi termini a noi Italiani la paternità dell' affondamento.

 

Dalla pag. 44: "Ugo, secondo lei com' è affondata la corazzata Giulio Cesare (Novorossiysk - N.d.A.) nel porto di Sebastopoli nella notte tra il 28 e il 29 ottobre 1955?"

Lui mi guarda stupito per una domanda la cui risposta gli appare ovvia da più di cinquant' anni.

"Siamo stati noi. Noi della X MAS".

"E' sicuro? Come fa ad averne certezza?"

"E chi vuole che sia stato? Noi della X MAS non volevamo che questa nave andasse ai sovietici e quindi facenmmo tutto il possibile per affondarla".

"Lei partecipò?"

"No, ho partecipato all' affondamento di un' altra nave, ma non del Novorossiysk".

E lei come seppe dell' operazione?"

"Nel nostro ambiente lo sapevano tutti, era una voce che circolava anche se riservatissima".

 

Insomma il libro è costruito su ipotesi e "sentito dire". Di prove veramente valide, a mio parere, non ce ne sono.

Solo l' emblematica data: notte del 28 Ottobre 1955: anniversario della "Marcia su Roma". Ma questo mese coincide anche con la "Rivoluzione d' Ottobre" Russa ed il 25 è l' anniversario del sollevamento della Città di Mosca...

 

I miei dubbi partono dal 1° capitolo in cui vengono descritti i momenti dell' affondamento con le testimonianze di Vicktor SALTYKOV, un marinaio della corazzata, addetto ad uno dei cannoni A.A da 100 mm.

 

Comprendo che per qualsiasi marinaio la propria nave è "la più" di tutto ciò che è positivo, ma questi sentimenti rischiano d' inquinare l' obiettività dei fatti.

Ad esempio a pag. 14 è scritto: "Allestito con radar Volley-M e sostituiti i vecchi motori (che poi erano macchine...) con due potenti turbine costruite nelle fabbriche di Kharkov che sviluppavano una velocità di 28 nodi (nulla di nuovo! Il "CESARE" era in grado di raggiungere una simile velocità fin dalla ricostruzione degli anni "33 - 37"), la corazzata divenne in pochi anni un temibile mezzo bellico nel cuore del vecchio continente. I sistemi di puntamento dei giganteschi (!) cannoni da 320/44...La corazzata era superbamente armata. Tutta la nostra flotta non aveva una nave con simile calibro..."

 

Ora, non credo proprio che la nostra ex GIULIO CESARE fosse così temibile: quando era ancora nostra, durante la guerra, venne relegata a compiti addestrativi. Anche i C.ti P. RAPALINO e G. SCHIVARDI a pag. 207 del loro "TUTTI A BORDO!" scrivono: "Di fatto il Cesare poteva essere definita una caserma galleggiante con un equipaggio ridotto impiegato non per prepararsi alla battaglia, ma per la manutenzione ordinaria e per l' addestramento degli allievi della scuola sottufficiali di Pola".

(E' SOLO una MIA IDEA, NON CONFERMATA da alcun documento, ma se la corazzata IMPERO fosse stata completata, il "CESARE" sarebbe stato radiato del tutto forse rimanendo ancora a disposizione delle scuole come "galleggiante").

 

Una nave vecchia, quindi, con molti problemi tecnici: In uno dei siti citati nel Topic "GIULIO CESARE - NOVOROSSIYSK" è scritto che i sovietici provarono ad usare la corazzata come "Unità di Squadra", ma poi dovettero limitarsi all' addestramento delle reclute.

 

A pag. 30 si parla dell' allungamento della nave, eseguito durante i grandi lavori del 1933 - 37, che avrebbe portato alla creazione di un' intercapedine, all' interno della quale,in occasione dei lavori di raddobbo in previsione della consegna ai Russi, sarebbe stata nascosta la carica esplosiva principale attivata poi da un ordigno di minor potenza messo in carena dai "Gamma".

Allungamento o meno, la carena della corazzata era a triplo fondo che si riduceva a doppio verso prua e verso poppa: la carica principale poteva quindi essere localizzata indipendentemente dall' allungamento.

 

Un importante elemento che a mio parere depone a favore della seconda ipotesi più accreditata, la mina Tedesca, è l' osservazione della grande deformazione delle lamiere dello scafo. Queste son rivolte verso l' interno: quindi l' esplosione è avvenuta all' esterno...Quì però avrei bisogno del parere di qualcuno esperto in balistica. Nei siti richiamati nel Topic "GIULIO CESARE - NOVOROSSIYSK" si parla di questo argomento indubbiamente interessante con numerosi grafici...Il problema sono i caratteri cirillici della scrittura!

Non va dimenticato, poi, che l' esplosione avvenne molto vicino, se non in corrispondenza, dei depositi munizioni prodieri che si presume fossero pieni in quanto il giorno dopo la nave doveva riuscire in mare per esercitazioni.

 

Il Marinaio Vicktor SALTYKOV nel "celebrare" positivamente la propria nave afferma (pag. 24) che la carena aveva una blindatura di 280 mm.

Questa parte della nave non era corazzata: i 280 mm di cui parla il marinaio Russo riguardavano i basamenti delle torri di g.c. La corazzatura, solo in "cintura", era di 250 mm.

 

Il terzo lungo capitolo "LA C.I.A, LE ARMI E I FASCISTI NEGLI ANNI "50"" è interessante perchè descrive il clima politico di quegl' anni con un Italia ancora devastata dall' odio della guerra civile, col Partito Comunista più forte d' Europa che poteva minare gli equilibri degli accordi di Yalta e la C.I.A. che ci controllava anche con l' ausilio degli "ex" della DECIMA M.A.S.

 

Il quarto capitolo è forse il più "intrigante". Non per nulla il RIBUSTINI l' ha intitolato "IL COLPO DI SCENA". In esso si descrivono e si documentano i preparativi delle navi destinate ai Russi, le proteste ed i progetti di sabotaggi che furono scoperti dai nostri Servizi Segreti.

Il più concreto di tali progetti fu quello relativo alla nave scuola CRISTOFORO COLOMBO ove vi furon degl' indagati con conseguente processo.

 

In breve (si fa per dire :blush: ) circa 3 - 5 Incursori sarebbero giunti a Sebastopoli tramite una nave mercantile ed a prova di ciò l' A. menziona un viaggio in Mar Nero nel Gennaio 1955 del mercantile ACILIA dell' Armatore Raffaele ROMANO con a bordo 3 uomini della M.M. esperti in radiocomunicazioni. L' A presenta questo episodio come un qualcosa di eccezionale.

Invece l' Amm. Fulvio MARTINI alle pag. 33 - 34 del suo "NOME IN CODICE ULISSE" scrive: "....Sulle nostre navi mercantili erano imbarcati molti ufficiali e sottufficiali che avevano servito nella Marina militare durante la guerra. Questi uomini, per spirito patriottico e per solidarietà marinara, collaboravano col Sios e si prestavano come operatori.....Per il Sios, quei loro racconti erano fonti preziosissime....."

Nulla di strano, quindi, se in certe occasioni in cui c'era da raccogliere più particolareggiate informazioni, venissero imbarcati elementi della M.M. sotto copertura.

 

Un altro punto che mi lascia perplesso è a pag. 135: "Non son pochi gli storici e gli analisti russi che parlano del timore degli americani che i sovietici armassero i potenti cannoni da 320/44 ( :laugh: ma come abbiam fatto a perder la guerra?! :laugh: ) del Novorossiysk con munizioni nucleari tattiche. Già dal 1949 i russi disponevano della bomba atomica".

:ohmy: Armare i vecchi "320" di un' attempata nave da battaglia con munizioni nucleari?! :wacko: A mio parere il pericolo non sarebbe stato tanto per l' eventuale nemico quanto per la nave stessa! A mio parere questo è uno dei tanti "spauracchi anticomunisti" che ci hanno propinato per decenni al fine di "tener alta la guardia!"

 

Concludendo (finalmente! :laugh: ) si tratta di un libro interessante per le testimonianze raccolte dal ROBUSTINI in Patria ed in Russia in merito al clima politico - militare degli anni "50". Ma, mentre l' A. con quest' opera ritiene di dimostrare un alta probabilità circa la nostra paternità dell' affondamento, a mio modo di vedere, tali ipotesi son piuttosto remote.

 

E forse è meglio così perchè a pag. 25 è riportata una notizia dell' Agenzia Russa R.I.A.- NOVOSTI di questo tenore: "Se le notizie sul sabotaggio italiano della corazzata verranno confermate, il prossimo passo sarà l' avvio di un processo in un tribunale internazionale contro l' Italia per danni".

Di questi tempi...

 

P.S. Nella pagina dedicata ai ringraziamenti è ricordato il C.V. (C.P.) Giuseppe TARZIA C.te COMPAMARE CIVITAVECCHIA. Mi ricordo di ques' Uff.le col grado di STV a C/MARE RIMINI: :laugh: la prima punizione da me subita in Marina me l' appioppò Lui! :wub::rolleyes:

Modificato da Alfabravo 59
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...Un importante elemento che a mio parere depone a favore della seconda ipotesi più accreditata, la mina Tedesca, è l' osservazione della grande deformazione delle lamiere dello scafo. Queste son rivolte verso l' interno: quindi l' esplosione è avvenuta all' esterno...

 

L'immagine della falla è eloquente; anche per conto mio non può trattarsi altro che di una mina.

 

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EDIT: problemi con Imageshak, problemi con photobucket ... ripubblico la foto scomparsa.

Modificato da danilo43
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