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Il Viaggio Del Sestante


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Titolo: IL VIAGGIO DEL SESTANTE. Storia dell’invenzione che ha spostato i confini del mondo (Sexstant. A voyage guide by the stars and the men who mapped the world’s oceans)

Autore: Bavid Barrie

Editore: Rizzoli, Milano, 2014 (1^ edizione)

Dimensioni: 21cm x 14 cm, 355 pagg.

Reperibilità: buona

Costo: 19,50 euro

Un viaggio attraverso la storia dello strumento che ha cambiato l’arte della navigazione, ma anche quella di uomini che hanno dato un grande contributo alle conoscenze idrografiche del nostro pianeta. Questi sono i due piani che si intersecano nella lettura di questo libro. Ma non solo, anche i capitoli sviluppano due piani diversi. Il primo è quello del racconto di un viaggio compiuto dall’autore (quando era diciannovenne) sullo yacht dello zio (ex ufficiale della Royal Navy) dagli Usa all’Inghilterra. I capitoli proseguono con la narrazione, come si stesse nel castello di prua, degli eventi che hanno portato alla conoscenza delle tecniche di navigazione astronomica.

Da una parte l’affinamento delle tecniche di calcolo della latitudine e della longitudine, con la sfida tra i metodi cronometrici e quelli astronomici (con le distanze tra Luna e Sole), fino alla definizione del metodo delle rette d’altezza delle stelle e l’approdo al sistema GPS (che sfrutta un principio simile).

Dall’altra gli uomini che utilizzando questo strumento hanno gettato le basi della moderna idrografia: Bligh (rivalutato rispetto alla comune vulgata), Cook, Bouganville, la Pérouse, Vancouver, Flinders. Uomini e Comandanti, pignoli nel loro lavoro e attenti alle necessità delle navi e degli equipaggi.

L’autore passa poi a esaminare i viaggi del Beagle, che non furono solo la crociera di Charles Darwin ma anche una delle tante missioni fondamentali per mappare luoghi importanti per la navigazione, come la zona di Capo Horn e dello Stretto di Magellano. E ancora il viaggio interno al mondo in solitario di Jochua Slocum, forse uno degli ultimi ad usare il metodo delle distanze lunari per determinare la longitudine, e la missione di Shackleton al Polo Sud. Alla fine un doppio approdo ai giorni nostri, con una riflessione sull’avanzare dei nuovi mezzi di navigazione (GPS in testa), con il rischio che portano alla conservazione delle nostre capacità di orientamento. In effetti non mi pare un buon segno che la US Navy preveda lo studio del punto nave astronomico solo per gli ufficiali con la qualifica di ‘navigazione’. Il libro si presta ad un confronto con Storia della Nautica del prof. Capasso. Si tratta però di due testi profondamente diversi. Il volume del Capasso è un saggio scientifico completo e rigoroso, mentre il libro di Barrie è un opera di (ottima) divulgazione nel solco della migliore tradizione anglosassone. A entrambi il merito di porre l’attenzione su secoli di faticose conquiste da parte dell’uomo.

Modificato da Massimiliano Naressi
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