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A Tsushima, Con L' < Emden >


Red

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Anno nuovo e nuovi capitoli dal libro " Fumi all'orizzonte "

di Italo Sulliotti .-

 

Riparto con questo :

 

A TSUSHIMA,CON L' " EMDEN "

 

Sono largamente noti, nella drammatica storia della guerra navale, i particolari della fortunosa crociera di quello che fu il più bel corsaro del conflitto mondiale : l'incrociatore tedesco " Emden ". Ed altrettanto noti sono i particolari della sua fine,avvenuta

sugli scogli delle Isole Cocos,nel centro dell'Oceano australe, sotto il furioso cannoneggiamento della squadra inglese dell'Australia.

Assai meno conosciuto - e pur non minore di interesse e non meno denso di appassionata drammaticità - è l'inizio di quella formidabile campagna, durante la quale il comandante Von Muller, infliggendo perdite disastrose al traffico delle Marine alleate, diede prova costante di una cavalleria e di una generosità che meritano essere ricordate onorevolmente,nella storia della guerra corsara.

 

Al largo delle Isole Socotra, la mattina del 1° agosto 1914, l' " Emden " incrocia a velocità ridottissima, attendendo gli avvenimenti. Il superbo incrociatore tedesco dei mari d'Oriente staziona da lunghi mesi nelle acque del Giappone e della Cina.

A Shangai ha avuto "affiancato " per molti giorni lo stazionario francese " D'Iberville ", un cacciatorpediniere di mille tonnellate. Gli ufficiali si sono scambiati con fredda cortesia le visite d'uso, senza pensare che - due mesi dopo - si sarebbero trovati faccia a faccia, cannone contro cannone, in una rada d'Oriente.

Il 31 luglio l' " Emden " ha lasciato Tsing Tao, la base tedesca.

La nave è in completo assetto di guerra. Tutto ciò che essa può contenere di approvvigionamenti, di combustibile e di munizioni, è stato messo a bordo.

Von Muller sa che un compito duro e magnifico aspetta la sua nave, sentinella vigile e lontana dell'Impero. E le notizie d'Europa non consentono nè illusioni nè dubbi : è la guerra !

Il 2 agosto,all'alba, con un mare calmissimo - davanti al meraviglioso paesaggio asiatico - Von Muller esce dalla cabina della Radio e convoca sul ponte tutto l'equipaggio. Gli ufficiali fanno cerchio intorno al Capo : hanno indossato l'alta uniforme e le sciabole sguainate luccicano al gran sole.

E' domenica : il servizio divino a bordo è finito da poco. Ed ecco che la voce di Von Muller suona, imperiosa e commossa ad un tempo, nel silenzio del mare.

- Sua Maestà l'Imperatore e Re ha ordinato la mobilitazione generale delle forze di terra e di mare.-

-Urrah ! Urrah ! Urrah ! -

Il rombo delle voci sale per un attimo, enorme e fragoroso, nel cielo. Uno stormo di gabbiani che passa vicino alla nave, devia spaurito.......

- Le truppe russe - prosegue Von Muller - hanno passato la frontiera tedesca. I nemici della Germania, invidiosi della sua potenza e della sua gloria, vogliono umiliarla e batterla. Ciò non sarà. Noi avremo a fianco, alleati fedeli, i soldati e i marinai

dell'Impero austro-ungarico. La Germania sa che ognuno di noi è pronto a morire per la salvezza dell'Impero.

Signori,fate rompere le righe. -

Comincia a bordo la " vita di guerra ".

Von Muller ordina di far rotta a nord, verso lo stretto di Tsushima. Il suo piano è fatto, ed è il più logico.

Poichè, nei mari d'Estremo Oriente, il primo obiettivo tangibile è la Russia, che comanda da Vladivostok e dalla Manciuria

le vie di comunicazione.

Sono le sue navi quelle che l' " Emden " va a cercare.

Se non saranno navi da guerra, saranno certamente piroscafi commerciali, sorpresi dalla dichiarazione improvvisa delle ostilità : buona preda comunque.

Il vento rinfresca. Cominciano i grandi " piovaschi " e le onde si sollevano in enormi catene.

L'incrociatore sovraccarico, sbanda paurosamente, ma mantiene la sua velocità. E la Radio continua a parlare da Tsing Tao :

annuncia la dichiarazione di guerra della Francia e continua con una frase sibillina : " Attendersi contegno ostile delle navi inglesi " . Contegno ostile; la frase è ambigua. Forse nella stessa ora, nel centro del Mediterraneo lontano, altre due navi tedesche isolate dalle proprie basi - il " Goeben " e il " Breslau " - si incontrano colla Divisione inglese che marcia verso Gibilterra, e presentono che l'ora sta per scoccare : l'ora in cui la parola sarà al cannone.

Per due giorni l' " Emden " non incontra nulla di notevole.

Qualche fumo è segnalato all'orizzonte.Ma non si tratta che " pescherecci " giapponesi.

Soltanto alle tre di mattina del 4 agosto, l'allarme è dato dalla vedetta di goffa.

Una spessa nuvola di fumo sovrasta una grande nave, segnalata a poche miglia, sulla dritta.

- E' l' " Askold ! "- si grida. I tedeschi credono di riconoscere uno degli incrociatori russi della squadra d'Estremo Oriente.

Ma il dubbio dura poco. Si tratta invece, di un grosso postale, a due fumaiuoli in rotta da Nagasaki a Vladivostok.

E' il " Raysan ". Il russo ha virato di bordo e ha preso caccia verso il sud.

Fila benissimo ; almeno diciassette nodi.

Buon giudice di navi, Von Muller lo osserva e comprende che si tratta di una buona preda.

Tre colpi in bianco gli intimano l'alt. Ma il russo non se ne dà per inteso. Attiva i fuochi, ed un enorme pennacchio di fumo caliginoso, portato dal vento, lo nasconde allo sguardo dei tedeschi. Questi, poco dopo, aprono il fuoco. Al terzo colpo, il

" Raysan " si arresta : Von Muller manda a bordo un equipaggio di preda comandato dal sottotenente di vascello Lauterbach

e ordina di far rotta verso Tsing Tao.

Le due navi camminano di conserva. Per il momento Von Muller si preoccupa soltanto di condurre in porto il vapore catturato. La nave merita il sacrificio di un giorno perduto ; essa servirà meravigliosamente, come incrociatore ausiliario,alla

base di Tsing Tao.

Ma alle dieci, suona l'allarme. A cinque gradi sulla dritta, si vedono i fumi di cinque navi ; sono probabilmente,i francesi che

discendono da Vladivostok.

La Radio intercetta i loro dispacci che non sono ancora cifrati : i francesi parlano in " chiaro ".

- Incrociatore corazzato " Dupleix " a piroscafo postale " Amazone ".

- Grandi incrociatori tedeschi incrociano nello stretto di Tsushima. Rientrate subito a Kohe.-

Bisogna- per il momento - evitare l'incontro.

Von Muller tiene troppo alla sua preda.

E segnala al suo ufficiale,passato al comando del " Raysan " di " mettersi nel suo solco " e seguire, cogli occhi ben aperti

. In caso di incontro col nemico, gettare la nave alla costa. Quando cade la notte, la tensione nervosa di tutti è all'estremo

sull' " Emden ".

La Radio ha annunciato la dichiarazione di guerra dell'Inghilterra ; l'incrociatore tedesco sa dunque di potersi attendere, da un momento all'altro, ogni sorta di nemici.

Von Muller è superbamente solo. Ha un equipaggio"di ferro" che arde la passione di combattere. Ma non vuole rischiare nulla inutilmente, nè compromettere si dall'inizio le sorti di una campagna che promette di essere " divertente " e feconda di lieti successi.

L' " Emden " s'accosta a Tsing Tao . L'ufficiale di rotta s'avvede che le correnti fortissime del Mar Giallo, hanno fatto largamente " scadere " l'incrociatore verso il nord. Bisogna tornare a sud, puntare sul Capo Yatao e poscia gettarsi in costa.

Tutt'intorno l'aria è piena di fragorose emissioni radiotelegrafiche : sono - questa volta - cifrate e inintelligibili. Tutte le navi alleate dei mari d'Oriente si scambiano notizie e informazioni contraddittorie sulla presunta posizione degli incrociatori tedeschi : degli incrociatori che sono........uno solo !

- Siamo in un nido di vespe - dice Von Muller che non ha lasciato la passerella neanche per un attimo.

- Passeremo,senza che ci pungano - risponde sorridendo il secondo.

Avvengono strani fenomeni di illusione ottica. La notte è oscura ma limpida. Venere sta per tramontare, e dà luogo,sparendo, ad un fenomeno dovuto alla rifrazione : sembra che un enorme fuoco bianco solchi le tenebre.

Un segnale ? Pochi minuti dopo una stella filante ha l'aspetto d'un razzo verde.

Passando vicino ad un promontorio, le vedette danno l'allarme. L'equipaggio si precipita al posto di combattimento : questa

volta ci siamo !

Ma no : ancora nulla. Le grandi ombre che s'intagliano lungo la costa, e sembravano da lontano coperte da soprastrutture-sagome di navi da guerra - non che pacifiche e panciute giunche cinesi, alla fonda, in attesa dell'alba.

Le ondulazioni provocate dalle eliche dell' " Emden " le fanno danzare bruscamente e svegliano i pescatori assopiti sui mucchi di cordame.

Ecco Tsing Tao. La base tedesca è completamente al buio. L'incrociatore deve ripetere tre volte il segnale di riconoscimento,per far si che si accenda, all'entrata del porto , il fanale verde. Due ore dopo l' " Emden " è attraccato, rimette

nelle mani del Comandante tedesco il " Raysan " e i prigionieri che reca a bordo.

La prima operazione di guerra è finita : ora Von Muller può chiudersi in cabina, ma non per riposare.....

Il Comandante dell'Emden " distende sul tavolo la grande carta marina dell'Oriente e del Sud Pacifico : il suo dito segue la via del sud e si ferma su un nome : Penang......

Il 27 ottobre l' " Emden " è in vista delle isole malesi.

Ha compiuto,in due mesi, il più superbo " raid " che mai abbia potuto tentare un soldato dell'Oceano.

Ha colato a fondo innumerevoli piroscafi inglesi : ha portato la guerra nel cuore dell'India - che gli inglesi credevano inviolabile; - ha appiccato l'incendio ai depositi di petrolio di Madras.

Ora Von Muller sa che due incrociatori francesi - il " Dupleix " e il " Montcalm " - si sono rifugiati a Penang.

Hanno ragione di credersi al sicuro. Non si entra a Penang che per uno stretto corridoio tortuoso, difficile all'accesso in tempi

normali,difficilissimo in tempi di guerra, sbarrato com'è da ostruzioni e da mine, dominato da forti batterie.

Ma le difficoltà non fanno che accrescere la tentazione, e Von Muller sa di avere nelle mani un magnifico strumento, un superbo materiale umano.

All'alba del 28 ottobre, mentre la prima luce incerta colora di grigio l'orizzonte la silhouette dell' " Emden " si presenta all'imbocco del canale.

Cammina a diciassette nodi. L'incrociatore è " truccato " ; Von Muller ha fatto piazzare un quarto fumaiuolo di fortuna, che resterà memorabile - da quel giorno - nella storia delle " ruses " navali.

Tutti i lumi sono accesi a terra. Gli inglesi non sembrano preoccuparsi troppo della guerra. Un piccolo dragamine che è ancorato all'entrata del porto chiede col megafono il nominativo.

Nessuno risponde dall' " Emden " che scivola silenzioso e vira sul posto, piazzando il suo fianco enorme contro il dragamine

per impedire che faccia segnali a terra.

In fondo al porto, si scorge un traforo luminoso ; sono gli " hublots " di una grande nave.

Non si tratta di francesi. I francesi - il cacciatorpediniere " D'Iberville " che i tedeschi ebbero vicino a Shangai - sono più indietro, alle spalle della grande nave, che è l'incrociatore russo " Jemsthug ".

Prima che il menomo allarme sia dato , il tedesco è in posizione di lancio. Il siluro esce da tubi e cammina frusciando verso

il bersaglio. Dall' " Emden ", nel chiarore lattigginoso dell'alba che sorge, se ne segue il cammino attraverso il rigurgito delle bolle d'aria.

Ecco......una detonazione enorme sveglia di soprassalto Penang addormentata.

Mentre la poppa del russo - squarciata - si appesantisce sotto l'invasione dell'acqua e la nave comincia a colare a picco,

i cannoni dell' " Emden " aprono il fuoco accelerato sulla prua , dove dorme l'equipaggio.

I russi non hanno tempo a rispondere. Ma rispondono - bravamente - i cannonieri del " D'Iberville ", coi loro piccoli pezzi.

Punture di zanzara ; nessuno è toccato sulla nave tedesca. Che sta già virando e riprendendo la direzione dell'uscita.

Ha appena " scapolato " la punta, che le si presenta dinanzi un piccolo,valoroso avvrsario ; è l'altro caccia francese, il

" Mausquet ", che era uscito in crociera e che si affretta a rientrare udendi " l'hallali " delle cannonate.

Con due bordate l' " Emden " lo distrugge e lo cola a picco. Poi - cavallerescamente come sempre - Von Muller mette in mare le imbarcazioni per raccogliere i naufraghi.

E quando due marinai portano sul ponte il Comandante francese, agonizzante, Von Mullere si toglie il berretto; raduna il picchetto e ordina : - Presentate le armi ! -

Poi l'incrociatore riprende il mare largo : verso il suo destino di guerra.......

 

FINE

 

 

RED

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Stavo pensando, da puteolano, che a Tsushima furono utilizzati cannoni costruiti dalla nostra Armstrong; sia su unità costruite in Italia (tipo Garibaldi) che su qualche unità costruita in Inghilterra.

 

"Pozzuoli a Tsushima"

 

Un bel titolo.

Peppe - F21

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Grazie Comandanti !!!!

Rimangono ormai pochi capitoli da riportare

e forse ancora qualcuno di essi racconta qualche

avventura " italica" .

Alcuni raccontano di episodi già conosciuti,

ma ricordati dai Italo Sullioti assumono

un " sapore " diverso che trovo piacevole.

Ricordarsi che il libro fu scritto nel 1931 e quindi possiamo

trovare nei racconti qualche vocabolo ormai in disuso.

 

Grazie

 

RED

Modificato da Red
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