malaparte* Report post Posted January 11, 2017 Sul Notiziario Marina http://www.marina.difesa.it/Notiziario-online/Pagine/20170111_1917.aspx un articolo sull'attività svolta dalla Regia Marina, pur con mezzi obsoleti, a protezione dei mercantili nel 1917: causa il cambiamento di rotta effettuato dalla Gran Bretagna, preoccupata per le notevoli perdite subite in Mediterraneo ad opera dei smg tedeschi, i rifornimenti in Italia, già al razionamento, scarseggiavano, col rischio di rivolta sociale ( tipo Russia). Nonostante lo scetticismo degli alleati, il sistema funzionò e venne poi adottato anche da Inghilterra e Francia. Sarebbe interessante anche sapere quali merci venivano trasportate e su che rotte: dato che l'Inghilterra all'epoca si procurava i propri rifornimenti (ovviamente dalle colonie) tramite il Capo, anziché attraverso Suez, e non faceva quindi più tappa nei porti del Mediterraneo, mancavano i rifornimenti di materie prime, oltre che di alimentari. Quindi l'Italia, pur convogliando, dove andava a procurarsi materiale? Dall'Africa settentrionale e dal Dodecaneso potevano venire alimentari, alleviando il problema fame. Ma le materie prime? "Curioso" il fatto che l'articolo sia stato ripreso da Difesa On Line http://www.difesaonline.it/news-forze-armate/storia/1917-svolta-nel-mediterraneo senza citare l'autore, Enrico Cernuschi. Share this post Link to post Share on other sites
Squadrag54 Report post Posted June 15, 2017 molto esplicativo sono gli articoli dell'ammiraglio Manzari sul traffico mercantile nella prima guerra mondiale, la difesa costiera e i treni armati editi sul bollettino d'arcivio di dicembre 2008 Share this post Link to post Share on other sites
danilo43* Report post Posted June 15, 2017 Dall'articolo citato: Baistrocchi, a questo punto, annunciò che l'Italia avrebbe protetto le proprie aree di competenza nel Mediterraneo passando senz'altro al convogliamento. Gli inglesi e i francesi ritenevano impossibile questa soluzione perché la Regia Marina non aveva semplicemente il naviglio necessario. Invece, sin dal successivo 1 febbraio 1917, non soltanto fu istituito l'Ispettorato per la Difesa del Traffico Nazionale (IDTN), ma i convogli furono formati. La protezione fu assicurata loro da una dozzina tra vecchi incrociatori torpedinieri e incrociatori ausiliari. Erano navi vecchie, poco marine e frutto di compromessi, ancora dotate di macchine ad ingranaggi, notoriamente delicate e poco affidabili. L'organizzazione doveva ancora essere rodata, e gli equipaggi erano formati in prevalenza da personale anziano richiamato o da giovani reclute. Eppure riuscirono a contenere la minaccia subacquea tedesca. Il corsivo è mio. Pur condividendo quanto esposto da Enrico Cernuschi, non ho mai sentito la definizione di "macchine ad ingranaggi". Presumo l'Autore si riferisse alle macchine a vapor d'acqua a movimento alternativo, in contrapposizione a quelle a movimento rotativo. Abbiamo alla Base fior di Direttori di macchina che mi possono chiarire questo concetto. Non mi pare però che la scorta ai convogli, in funzione puramente difensiva, richiedesse le elevate velocità permesse dalle turbine; non credo errato affermare che le macchine alternative, pur superate concettualmente nelle nuove costruzioni, furono il cavallo di battaglia e non solo delle unità minori nel corso della !^GM.. Da stigmatizzare la pubblicazione di un articolo senza citarne l'Autore ! Share this post Link to post Share on other sites
GM Andrea* Report post Posted June 19, 2017 Il termine “macchine a ingranaggi” è comunemente utilizzato nella letteratura del tempo (anni 1880-1900) e rinvenibile, per esempio, sulla Rivista Marittima. Si riferisce a “…la motrice alternativa a vapore, attraverso la sua complicata evoluzione, non poté mai perdere la sua caratteristica di meccanismo pesante e ingombrante con i suoi numerosissimi organi mobili che, nei movimenti alterni, davano luogo a inconvenienti che si acuivano con il crescere delle loro dimensioni, velocità e potenza” (da Storia della Marina, ed. Fabbri) Quegli organi mobili erano detti ingranaggi, da cui la definizione.Gli ingranaggi delle macchine alternative degli incrociatori torpedinieri erano esasperati e facili ad avarie nel tentativo di raggiungere velocità notevoli. Non erano ottimizzati, quindi, per lunghe navigazioni a velocità più basse. Idem per i consumi d'acqua e di combustibile. p.s.: grazie a Danilo per avere posto la questione con pacatezza Share this post Link to post Share on other sites