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Diario E Intervista Amleto Sommaruga. Perchè La Memoria Vuol Dire Vivere!


Marco U-78 Scirè

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Diario Amleto Sommaruga (1)…

 

 

Ho tra le mani una trentina di pagine dattiloscritte dal Sergente Elettricista Amleto Sommaruga imbarcato sul Sommergibile Finzi… pagine che vi trascrivo esattamente come lui stesso le ha dattilografate, punti e virgole, maiuscole e minuscole (che certamente per lui hanno una importanza) certo che riceverete la stessa grande emozione, commozione e rispetto per chi con tanta umiltà ha così fatto tanto per la Patria, per noi, per i nostri figli, nipoti e quanti ne seguiranno… non dico altro, preferisco trascrivere quanto ho tra le mie mani in questo instante

 

fly37

 

Dal Diario di guerra di un marinaio…

 

11 ottobre, lunedì

Questa mattina mi viene comunicato che appartengo all’equipaggio del SMG.FINZI. Ciò vuol dire che partirò tra una quindicina di giorni per una missione di tre mesi. Faccio perciò “sacco e branda” e mi sposto al Campeggio. Alloggio riservato ai sommergibilisti e che alloggio!

Mi trovo per la prima volta da che sono in Marina a dormire fra due lenzuola in un villino costruito per venti persone. Il campo è composto da diverse capanne simili e si trova nel bel mezzo di un bosco ove si può trovare quiete e riposo dopo tanti giorni sacrificio bordo. Esco e mi trovo Janette una bionda parigina…

 

12 martedì

Salgo per la prima volta a bordo del “battello”. Sebbene sia in disordine l’interno mi sembra abbastanza pratico e comodo in rapporto ai “Mediterranei”.

I compagni sembrano molto cortesi ed anche la parte anziana ed elevata del personale, sembra buona gente.

Ho passato la serata con Janette.

 

13 mercoledì

A bordo questa mattina si prepara la missione.

Sono uscito ancora e me la cavo benissimo con il mio francese.

 

14,15,16 giovedì, venerdì, sabato.

Nulla di nuovo. Oggi mi ha scritto Anna, una lettera freddissima.

Poveraccia è nei guai per colpa mia.

 

17 domenica

Ho passato la nottata fuori con Janette. Poi con una strategica manovra sono rientrato. Nel pomeriggio ho conosciuto Daniele. Simpatica e bella ragazza.

 

18 lunedì

Niente di nuovo.

 

19 martedi

Nel pomeriggio io e Primetti abbiamo avuto il nostro posto di navigazione. Sono destinato in camera motori elettrici (poppa).

 

20 mercoledì

Nulla di nuovo.

 

21,22,23,24,25,26

Nulla di nuovo.

 

27 martedì

Nel pomeriggio hanno stabilito le destinazioni al posto di combattimento in superficie. Ho avuto dunque un posto abbastanza rischioso: il rifornimento alle mitragliere in plancia. Questa non me l’aspettavo, ma ormai mi debbo abituare ad ogni sorpresa.

 

28 mercoledì

Niente di nuovo

 

29 giovedì

Questa mattina verso le dieci tutti ordinati, schierati in coperta sul battello, siamo passati in rivista da sua eccellenza (in originale scritti a lettere minuscole) Alfieri e Ufficiali di Stato Maggiore della Marina e dell’Esercito Tedesco. Il FINZI primo battello partente è stato oggetto di ogni ripresa cinematografica, da visite e felicitazioni dagli stessi Uff.diStato Maggiore. Il resto della giornata non ha avuto nulla di notevole.

 

30 venerdì

Nella mattinata alle 11.30 è rientrato il Barbarico.

Lo schieramento militare è stato più imponente di ieri mattina.

Rappresentanze armate di ogni corpo delle due Nazioni alleate erano schierate lungo la banchina.

Una sagoma di periscopio con sventolante le bandierine nere rappresentanti le due grandi corazzate Americane affondate dal Sommergibile.

Gli stendardi dei due Paesi e le fanfare rendevano solenne il momento nel quale il “battello” dopo una bellissima manovra attraccava.

L’equipaggio nella classica tenuta da sommergibilista era schierato fiero in coperta.Il Comandante Grossi dalla plancia dirigeva con sicurezza la manovra di attracco. Il fischio del nostromo e l’affondatore scende sul podio ove viene subitamente promosso Capitano di Vascello.

Le donne rappresentanti i corpi giovanili dell’Italia e Germania incoronavano di fiori ogni parte del battello.

Che ibrido contrasto, le rose scarlatte, messe lì, posticce sull’affusto del cannone; i bouquets di garofani sul complesso della mitragliera seminatrice di morte.

Nel tardi pomeriggio si è ripetuta la cerimonia, un breve elogio del grande Ammiraglio Tedesco e la decorazione all’ordine di Cavaliere del Raich al Comandante Grossi.

Un “alalà” al nostro Paese.

 

31 sabato

Nulla di nuovo.

 

1 novembre, domenica

In mattinata il nuovo comandante Amendolia si è presentato all’equipaggio e con un laconico discorso si è dimostrato un uomo di polso al cui ci si può affidare la proprio vita con fiducia.

Una buona pattinata nel pomeriggio.

 

2 lunedi

Si imbarcano i viveri, siamo dunque pronti a dare l’addio alla bella vita fra pochi giorni.

Ho passato nel pomeriggio una deliziosa oretta con Wanda.

 

3 martedi

Da questa mattina si imbarca viveri.

 

4 mercoledi

Niente.

 

5 giovedì

In mattinata è partito il Tazzoli. Sono di guardia a bordo.

 

6 venerdi 7 sabato

Siamo pronti per la partenza.

 

8 domenica

Sono conciato male. Ho la faccia incerottata per un terribile capitombolo.

Con ciò non ho esitato ad uscire con tutto l’equipaggio a celebrare l’ultima sera di franchigia.

Serata che poi si è chiusa con un allarme aereo e un’esemplare ferocie scazzottata con un gruppo di marinai tedeschi.

 

9 lunedi

Abbandoniamo il campeggio per prendere i nostri posti a bordo. Nel pomeriggio un ordine ci sospende la partenza. Sembra che il canale sia stato minato dagli Inglesi.

 

10 martedì

Niente di nuovo in mattinata

Domani alle 5 partenza.

 

(continua-1)

 

 

Vi scriverei tutto d'un fiato.. ma la trascrizione è lunga...

una foto di Amleto Sommaruga giovane...?

 

Eccola è quello a sinistra... e non avendo donne a bordo.. ha una bambolina in mano... chi si accontenta gode!

 

Amleto è un tipo simpaticisimo e ancora oggi molto comunicativo e "cacciatore"... quando siamo andati a fare le fotocopie del suo diario... con successo ha attaccato bottone con almeno due impiegate... dovevate assistere... è di una simpatia incredibile... e una forza comunicativa, che evidentemente fa effetto sul gentil sesso... "ma lo faccio così per scherzare, mi ha detto, si immagini se alla mia età farei cose del genere.. e poi adesso ho famiglia..."

 

 

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Modificato da Marco U-78 Scirè
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Diario Amleto Sommaruga (2)…

 

Dopo la pubblicazione finale dell’intervista che fa spesso riferimento al Diario, ecco che riprendo il Diario… fly37

 

 

 

Dal Diario di guerra di un marinaio…2

 

11 novembre, mercoledì

 

Sospesa di nuovo. Sempre a causa di mine buttate questa notte nel golfo.

 

12 giovedi

 

Niente di nuovo.

 

13 venerdi

 

Domattina si parte. Nella giornata nulla di interessante. Io e Primetti stiamo organizzando di pubblicare un quotidiano di bordo, pubblicato durante i giorni di missione.

 

14 sabato

 

Leviamo le cime. Si esce dalle chiuse dopo esser stati salutati dal picchetto d’onore del San Marco e da una folla (non troppo folta) di Ufficiali e marinai.

Imbrocchiamo il fiume diretti verso l’Atlantico.

È la prima volta che vado in un oceano, in una missione di guerra su un grande sommergibile.

Non nascondo che provo un certo orgoglio nell’essere fra un equipaggio che fiero e sereno parte per una missione di un centinaio di giorni per portare alla vittoria il vessillo della Patria lontana.

La giornata è molto fredda, un forte vento di tramontana rende un po’ faticosa la navigazione nel canale.

Ore 18. Arriviamo a Le Verdon, ove ci si ferma ancora in attesa del giorno per uscire dalla zona pericolosa ed arrivare a La Pallice .

Allarme aereo e come servente mitragliere mi faccio 1 ½ in plancia ove tira un ventaccio gelido , senza avvistare niente.

Ore 24. Termino la mia guardia, ai motori elettrici.

Domani deve essere una giornata terribile.

 

15 domenica

 

Abbiamo salpato questa mattina alle ore 9.15 da Le Verdon. Si naviga con un mare agitato, scortati da un incrociatore tedesco.

Incontriamo dopo 4 ore di navigazione il SMG Tazzoli che rientra per un’avaria ai motori.

Avvistiamo diverse mine sulla nostra rotta. Navighiamo in zona minata dagli Inglesi, perciò tutto il personale sta in coperta con i salvagenti. Alle 18 entriamo nel porto della “Pallice” .

Allarme aereo e niente altro.

 

16 lunedi

 

Siamo stati attraccati in porto per tutta la giornata. Ho avuto così l’occasione di visitare gli imponenti bacini corazzati tedeschi. Si è fatto scambio di visite sui sommergibili tedeschi. Solito allarme aereo.

 

17 martedi

 

Niente di novo. Allarme serale.

 

18 mercoledi

 

Siamo usciti, verso le 11 di stamattina per esercitazioni. A poche miglia dal porto ci si immerge a 10 metri quando improvvisamente sentiamo uno scoppio secco sulla sinistra dello scafo. Ci accorgiamo di essere attaccati da aerei. Emergiamo, dato che il fondale è basso per potervisi rifugiare, preparandoci la difesa, ma gli aerei (una quindicina) dopo aver sganciato qualche bomba intorno, proseguono e bombardano La Pallice amazzando 80 persone. Rientriamo incolumi alle 16.

 

19 giovedì

 

Siamo usciti nel pomeriggio per esercitazioni. Allarme aereo.

 

20 venerdi

 

Niente di nuovo. Allarme aereo.

 

21 sabato

 

Siamo sempre in porto in attesa dell’ordine di prendere il mare e di iniziare finalmente una volta per tutte questa missione.

Non v’è nulla di nuovo. Allarme serale.

 

22 domenica

 

Niente di nuovo. Allarme aereo come al solito.

 

23 lunedì

 

Siamo tutti consegnati per un pasticcio combinato da alcuni.

Abbiamo avuto nel pomeriggio due allarmi aereonavali ma senza incidenti di sorta.

Nella notte altri allarmi aerei in continuità.

 

24 martedi

 

Siamo usciti nella mattinata per fare l’assetto del sommergibile. Rientriamo verso le 14 con un allarme aereo.

 

25 mercoledi

 

È ormeggiato al nostro fianco un sommergibile germanico che ha affondato giorni fa il più grande transatlantico del mondo, il Queen Elisabeth di 85.000 tonnellate.

Sono conciato maluccio a causa di un ascesso che mi sta crescendo sul ginocchio. Non sarebbe niente se si restasse in porto, ma sembra che domani sera si parta definitivamente, perciò con questa febbre e il dolore causato mi fa passare la voglia di affrontare il mare di Giascogna.

 

26 giovedi

 

Ore 10.15 si salpa da La Pallice e definitivamente prendiamo l’Oceano diretti.. (lo sapremo domani mattina alle 8 quando il Comandante aprirà il plico segreto indicante la rotta).

Una discreta folla di tedeschi ci saluta dalla banchina augurandoci una buona missione. Queste spontanee dimostrazioni ci riempiono di entusiasmo e di orgoglio nel vedere che tutti ammirano il nostro bel battellone filare perfetto in mare aperto, con la bandiera che sventola fiera sull’asta in plancia.

Peccato che io debba starmene in cuccetta malamente conciato e con la febbre.

Ore 17.25 è scoppiata a qualche decina di metri dallo scafo una mina.

Ore 17.48 un altro scoppio di mina, ma questa volta più vicina. Usciamo incolumi da questi maledetti campi minati.

 

27 venerdi

 

Abbiamo navigato tutta la nottata in superficie. Ci siamo immersi alle ore 6.00 del mattino per rimanere sotto tutta la giornata.

Ore 11.14 Siamo a 86 metri e sentiamo lontani scoppi i bombe di profondità. Si naviga al largo della costa Spagnola, eppure l’Inglese si aggira anche qui a caccia di sommergibili.

Si riemerge alle 19 per restare tutta la notte in superficie.

 

28 sabato

 

Come ieri ci si immerge al mattino per saltare fuori alla sera. Doppiamo nella nottata Capo Finisterre, punta sulla costa Nord Occidentale della Spagna.

Con sistemi un po’ subdoli, come di solito si usa sulle navi da guerra, l’equipaggio è al corrente della rotta che si dovrà tenere in questi tre mesi di missione; L Africa del Nord, Isole di Capo Verde, Costa Brasiliana, Costa Argentina, il ritorno non è ancora stabilito. Il mio ginocchio va meglio.

 

29 domenica

 

Ore 19. Emergiamo con un mare forte, dopo essere stati sotto per 13 ore con una temperatura di 38 gradi.

Navighiamo al largo della costa Portoghese.

È da mercoledì che non vedo la luce del giorno e non respiro una boccata d’aria pura. Le barbe cominciano a crescere e a bordo si diventa fetentucci. Queste prolungate immersioni ci impediscono di pulirci e pulire l’interno del battello.

Ma siamo solo al principio, perciò... chi sa poi, dunque… mi sarà facile abituarmi.

Oggi ho pensato ad Anna, non molte domeniche fa ero in sua compagnia, oggi navigo verso l’Equatore.

 

30 lunedì

 

Abbiamo navigato tutta la giornata in emersione, con un mare calmo ed una velocità regolare. Nella nottata o domani passeremo tra le Azzorre e l’isola di Madera indi punteremo su Capo Verde. Per ora stiamo su una rotta battuta dai convogli anglo americani. Oggi a quanto sembra ne abbiamo avvistato uno fortemente scortato dal quale ce ne siamo bene guardati dall’avvicinarci.

L’orologio è stato ritardato di un’ora.

 

1 dicembre, martedì

 

Nella nottata il mare si è messo abbastanza brutto, tanto che verso le 10 è stato necessario immergerci. Si riesce verso le 19 per caricare le batterie, ma il mare è sempre fortissimo.

Sto male, “racco” ma constato che molti stanno peggio di me.

Eppure con tutto ciò è necessario fare il proprio quarto di guardia tra il caldo opprimente e il puzzo d’olio dei motori e il lezzo schifoso emanato dalla poppa. Nella cui poppa si crede di poter riposare… e tutto questo deve durare 90 giorni.

Sono sette giorni che navighiamo e siamo ormai tutti luridi, sentiamo il bisogno di un po’ d’acqua per lavarci almeno il viso ma niente, siamo condannati a restare così per tutta la durata della missione. La luce, l’aria fresca e frizzante, come la si desidera; non ho mai apprezzato così tanto la luce del sole; il chiaro della luna e, sono sette giorni che non vedo il chiarore del giorno e della notte.

 

2 mercoledi

 

Ci siamo immersi stamattina per via del mare e di un motore che non funziona. Riemergiamo in serata con discreta bonaccia.

L’orologio è stato ritardato di un’ora.

 

3 giovedi

 

Nella nottata il mare si è messo di nuovo male.

Nelle prime ore del mattino si è avvistato un piroscafo di 5.000 tonellate e dopo una caccia durata qualche ora si scopre che è di nazionalità portoghese. Cosicché ci è scappato un bocconcino.

Nella nottata il mare è molto aumentato.

 

4 venerdi – Santa Barbara

 

Il mare è sempre forte, navighiamo in emersione, molto al largo di Gibilterra. Alle 12.25 (ora di bordo) avvistiamo una grossa petroliera in rotta verso il Nord.

Immersione rapida, con un’abile manovra si accosta e si sta per lanciare… quando ci accorgiamo che è Spagnola. E questo è il secondo fiasco che ci capita.

 

5 sabato

 

Navighiamo al largo delle coste del Nord Africa.

Nulla di nuovo nella giornata. Mare calmo.

 

6 domenica

 

Nella nottata è successo un guaio serio che a quanto sembra, debba compromettere la missione. Due delle quattro pompe dei motori si sono avariate. Tentiamo perciò con un arduo e faticoso lavoro di rimetterle in efficienza, altrimenti il Comandante è propenso a rientrare.

Perciò tutta la giornata in immersione a lavorare con una temperatura di 40 gradi; uomini nudi infilati tra tubi, cilindri, a smontare , rimontare, incuranti di ogni cosa, cacciare braccia e teste in così stretti pertugi, tanto da fare pensare l’impossibilità di uscita dei membri stessi.

E tutto perché ognuno ha una avversione di un ritorno in Base, dopo aver fatto tanti sacrifici, passati i pericoli maggiori.

No! Iddio ci dovrà aiutare.

Abbiamo avuto finora tanta sfortuna, ma ho ancora fiducia nella buona sorte e nel Comandante che a quanto sembra è l’unico tra gli ufficiali che abbia la testa a posto.

 

(continua-2)

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Scusate il ritardo, ma, ecco che riprendo il Diario da Roma… fly37

 

Dal Diario di guerra di un marinaio…3

 

7 lunedì

 

Nuova faticosa giornata di lavoro, da due notti non dormiamo per riparare delle avarie che continuano a verificarsi numerose.

Ma malgrado gli sforzi fatti da tutti sembra sia necessario il rientro.

Ci troviamo ad un centinaio di miglia a sud delle Isole Canarie. Mare molto calmo. L’orologio di bordo è stato ritardato ancora di un’ora. Perciò Italia ore 12, a bordo ore 9.

 

8 martedì

 

Nelle prime ore del mattino il Comandante ha disposto di inviare a Betasom un telegramma chiedendo pezzi di ricambio (la distanza dalla base è di 4000 miglia=7408km) oppure un ordine che disponga il rientro.

La risposta è di rientrare a due motori (noi non ne abbiamo che uno efficiente, altrimenti non si sarebbe chiesto il parere di nessuno) .

I lavori di bordo procedono alacremente (io rubo per scrivere, qualche minuto delle poche ore di riposo) e dati i buoni risultati il Comandante… … con troppa leggerezza, e di proseguire verso le Americhe. (Ndi_fly: mancano alcune parole.. ma deduco che il Comandante abbia deciso di proseguire la missione, e che la parola “leggerezza” sia da attribuirsi al Comando che ha dato il consiglio di usare i due motori… chiederò a Sommaruga al mio ritorno, purtroppo in alcune pagine mancano alcune linee alla base, spero dovuto ad una fotocopia fatta con pagine leggermente più corte)

Perciò si prosegue zoppicando, ma si va! Mare calmo.

 

9 mercoledì

 

I lavori di bordo proseguono alacremente con buoni risultati, tanto che nel pomeriggio abbiamo inseguito un piroscafo, che poi era spagnolo. La solita disdetta.

 

10 giovedì

 

Abbiamo fatto l’impossibile, ognuno ha cooperato al massimo per la buona riuscita della missione.

Ma alle 8 di stamani si è messa la prora al rientro.

Siamo tutti stanchi e sfiduciati e solo l’idea di un buon successo teneva gli spiriti ed i morali alti. Mare calmo.

 

11 venerdì

 

Navighiamo in superficie con una discreta velocità. Siamo prossimi alle Canarie.

 

12 sabato

 

Si ritorna; il mare è alquanto ingrossato, il tempo è cattivo e minaccia una bufera.

Nella nottata la bussola elettrica si è guastata e la magnetica è molto fuori scala.

Verso mezzogiorno ci accorgiamo di essere 200 miglia fuori rotta e se non si rimette il bel tempo, chissà dove si andrà a finire.

 

13 domenica

 

Si naviga in emersione con un mare tempestoso. Nel pomeriggio ci è stato segnalato un forte ciclone a Nord Est delle Iole Azzorre.

Sera.. il mare diventa molto forte; il barometro scende e perciò prepariamoci a ballare per qualche giorno.

Ho attaccato il serata il (frigor)…

 

14 lunedì

 

Il mare è sempre forte. Altro, nulla di nuovo.

 

15 martedì

 

Il mare si è calmato tanto da permetterci di riparare una avaria successa nella nottata. In serata dopo una accanita discussione sono stato costretto a prendermi a cotti con un compagno… che ha avuto la peggio.

Il Comandante ha saputo il fatto e dopo un giusto sermone, ha fermamente promesso che oltre i 10 giorni i rigore, non ci farà avere la licenza.

 

16 mercoledì

 

Si procede in emersione.

 

17 giovedì

 

Incominciamo ad immergerci durante la giornata. Emergiamo verso le 18 con mare fortissimo.

 

18 venerdi

 

Nulla di nuovo

 

19 sabato

 

La solita navigazione

 

20 domenica

 

Ci avviciniamo alla Base. Da ieri navighiamo nel mare di Guascogna e, caso raro, si presenta molto calmo.

Dopo 32 giorni mi sono tagliato la barba.

 

21 lunedì

 

Ci siamo trovati questa mattina alle ore 6 con la nave di scorta (un incrociatore ausiliare tedesco)

Per poco non prendiamo con la poppa due mine, quando la terza colpisce la scorta che sbanda e affonda. Continuiamo così fino al canale.

Verso le 14 per completare questa sfortunata missione ci areniamo su un banco di sabbia, cosicché dopo una infinità di manovre siamo costretti ad attendere la marea del giorno seguente.

 

22 martedi

 

Dopo esserci disincagliati proseguiamo e rientriamo finalmente in Base alle 18.

Dopo 30 giorni metto così il piede a terra e respiro un poco di quell’aria naturale.

 

23 mercoledi

 

Marco visita e sono ricoverato per angina o qualcosa d’altro.

 

24 giovedi

 

Sono in infermeria e me la passo benone.

 

25 venerdì (Natale)

 

Messa di Natale. Ho fatto la comunione; ho così passato, sebbene ricoverato il terzo, ma migliore Natale di guerra.

 

26 sabato

 

Niente di nuovo

 

27 domenica

 

Idem

 

29 lunedi

 

Partiamo per la licenza (i guai della cazzottata sono passati in silenzio, ed io me ne guardo bene al farne una parola).

 

30 martedi

 

Una bella passeggiata a Monaco.

 

(continua-3)

 

 

(NdiFly.. ho notato delle contraddizioni nelle date, ma le riporto come scritte nel diario.. a presto il resto)

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Continua il Diario da Roma… fly37

 

Dal Diario di guerra di un marinaio…4

 

 

31.1.19 gennaio

 

Arrivo a Milano e qui resto fino al 19 gennaio ove passo una delle migliori licenze con i vecchi compagni di borghesia.

Domenico di ritorno dall’Africa. Fulvio dal suo cacciatorpediniere e quel fanfarone di Pietro sempre imboscato. Insomma tutti abbiamo cercato di fare del meglio per passarcela benone.

Anche quest volta ho trovato Anna la quale malgrado tutte le avversità in famiglia mi ha mostrato un affetto ed un amore superiore al solito. Mi domando talvolta a che serve continuare questa relazione se poi è certo che avrà una fine. Io che sono uomo dovrei dimostrare una forza superiore alla sua e smetterla… ma le voglio troppo bene.

Per il resto altre piccole e poco interessanti avventure, Maria è la principale ragazza con la quale ho passato le mie ore libere.

Cosicché ho riassunto la mia licenza, in breve, perché lo faccio dopo quasi un mese.

 

20 sabato

 

Viaggio verso Monacoe resto gironzolando per questa bellissima città fino in serata ove parto per Parigi.

 

21 domenica

 

Eccomi nuovamente a Parigi.Ottengo il permesso per soggiornare fino a domani. Parto alla ricerca della nostra vecchia casa in rue Bellevue 22, ma al suo posto trovo due graziosi villini. Mi dicono che è stata demolita due anni fa. Peccato mi sarebbe piaciuto rifare quelle scale soffermandomi davanti a quello che anni fa da bambino avevo visto.

Ho riveduto le scuole ove vi passai qualche anno per iniziare la mia istruzione elementare e poi ho ritrovato una famiglia di buoni milanesi che da tempo ( cioè da quando la mia famiglia lasciò Parigi) non più vedemmo. Il vecchio e arzillo sig. Ballabio mi ha gentilmente fatto da guida per il pomeriggio.

 

22 lunedi

 

Continuo da solo la mia escursione per Parigi, conosco bene il francese e mi sono ambientato con tanta facilità nei dedali sotterranei del metrò che mi è facile girovagare per tutta la giornata.

Rivedo così la colossale Tour Eiffel e vi salgo fino al secondo piano, Montmartre, Notre Dame, La Concorde, la Madeleine, insomma tutto ciò che è di più bello nella grande Parigi.

Parto in serata per Bordeaux assicurando a me stesso, che se il Fato non mi sarà contrario, di ritornarci.

 

23 martedi

 

Arrivo a Bordeaux e per finire la licenza come si deve passo la notte fuori con una ragazza.

 

24 Mercredi

 

Ritrovo tutti i compagni ed iniziamo la vita marinara.

(NdiFly il nostro Sommaruga deve pensare a Parigi, o alla ragazza di Bordeaux, poiché per molti giorni i giorni della settimana sono scritti in francese)

 

25 Jeudi

 

Nulla di nuovo. Proseguo il diario sino al giorno della partenza per la missione.

 

3 febb. Mercredi

 

Oggi abbiamo imbarcato le ultime cose, l’ultima franchigia, perciò l’ultimo contatto con il mondo frivolo, ma pure delizioso.

 

4 Jeudi

 

Ore 16.00 molliamo le cime. Si parte per la missione.

Ho lasciato a terra fra la mia roba una lettera, forse l’ultima, per mia madre e per Anna. Se non torno una avrà stima di suo figlio e l’altra quanto l’ho amata.

Una discreta folla di compagni, amici, ci salutano dalla banchina, inneggiando alla nostra buona sorte, alla fortunata nostra buona caccia.

Il tricolore in terra straniera sventola dall’alto di una sagoma di periscopio. Fisso sulla banchina il picchetto del San Marco presenta gli onori militari mentre il battello si stacca lentamente trascinato dalla corrente del fiume e fila verso l’Oceano, contro l’Inghilterra, contro la Vittoria e forse contro la… morte.

 

5 Vendredi

 

Siamo fermi nel fiume (Gironde) causa una nebbia che ci ostacola la navigazione.

 

6 Samedi

 

Leviamo l’ancora e scortati da una nave tedesca attraversiamo il pericoloso Golfo e arriviamo alla La Pallice alle 17.

 

7 Dimanche

 

Una breve uscita di prova

 

8 Lundi

 

Nulla di nuovo. Allarme aereo. Una sbronza terribile con i camerati (strano proprio con loro) tedeschi.

 

9 Mardi

 

Nulla di nuovo. Breve uscita in mare.

 

10 Mercredi

 

Prove a bordo. Domani a quanto sembra prendiamo definitivamente il mare. Sto ascoltando alla radio del quadrato delle deliziose canzonette italiane. Quanta bellezza in quella musica, quanti ricordi… ed io domani darò addio alla terra per tre mesi.

 

11 Jeudi

 

Ore 11.30 diamo definitivamente addio alla terra.

Partiamo con un discreto entusiasmo per la missione. L’entusiasmo è da notare, è suscitato da una quasi certa licenza di 60 giorni che avremo al rientro.

Navighiamo con mare un poco forte.

 

12 venerdi

 

Restiamo immersi a 60 metri per 16 ore. Emergiamo verso le 20 con are abbastanza mosso. Altro, nulla di nuovo

(NdiFly… saranno state le canzonette italiane o altro, ma il Sommaruga e tornato a scrivere i nomi della settimana in italiano…questo è il suo diario… sono curioso di carpire i suoi pensieri, prendo nota per il prossimo incontro).

 

13 sabato

 

Abbiamo navigato a due motori fino alle 6 di stamane. Con regolare navigazione emergiamo alle 20.

 

14 domenica

 

Rapida immersione alle 3, è stato segnalato dal radio ricevitore un aereo diretto su noi. Restiamo immersi….. Sembra che l’apparecchio ci abbia individuato con le sue onde magnetiche.

 

15 lunedi

 

Ore 5. Riproviamo ad uscire, abbiamo le batterie scariche e l’aria dell’abiente si fa pesante (sono circa 36 ore che siamo sotto)

Mettiamo in moto i termici ma ecco che fischia la rapida.

L’aereo non ci abbandona ( si saranno dati il cambio) ma aspettano che noi saremo costretti ad uscire; dunque per stasera o se ne va o dovremo affrontarlo. Emergiamo alle 20. Sembra che l’apparecchio non se ne sia andato… Riusciamo così a caricare quando alle 23.45 di nuovo rapida. Sembra proprio deciso a non mollare.

 

16 martedi

 

Cacciamo il muso fuori verso la 3.ma alle 7. Di nuovo sotto e sempre più che in fretta. Per fortuna la carica è completa e possiamo star sotto un bel po’. Bisogna vedere se egli pure avrà la pazienza di aspettarci.

Emergiamo in serata e finalmente l’aereo se ne è andato.

Continuiamo indisturbati la navigazione ijn superficie con mare forte.

 

(continua-4)

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Continua il Diario da Roma… fly37

 

Dal Diario di guerra di un marinaio…5

17 mercoledi

 

Emersione alle 4.

E per oggi (Forse l’ultimo di navigazione subacquea) riprendiamo a vivere in questo sozzo, lurido, putrido e fetido ventre d’acciaio.

Hanno un bel pubblicare i giornali, della nostra vita, che bei articolini per quelli che li scrivono e li leggono comodi in una poltrona nel loro desco famigliare. Ma non basta che essi trabocchino di Amor Patrio, di noi giovani eroi del mare. Dovrebbero aggiungere ciò che veramente reale lo sembrerebbe meno, ciò che è per noi e costa a noi giovani ancora imberbi di guerra.

Settimane e settimane di rinuncia alla vita, senza vedere il sole, la terra, il cielo. Non respirare che aria viziata già priva di quell’ossigeno necessario alla nostra esistenza.

Non poter dare al nostro viso, alle nostre mani, quel delizioso e salutare contatto con l’acqua fresca. Se ne deve consumare pochi chilogrammi al giorno, al suo posto sono imbarcati quegli ordi9gni di morte atti a portare il progresso e la civiltà tra i nostri nemici.

E poi insomma tante cosucce ancora che racconterò se Iddio mi concede…..

 

18 giovedi

Navighiamo per tutta la giornata in superficie. Siamo all’altezza di Lisbona ma 500 miglia più al largo.

Per un erroneo calcolo dell’assetto andiamo giù a 140 metri!

 

19 venerdi

Questa mattina con la scusa di una riparazione ho fatto una scappatella… in plancia a vedere dopo 8 giorni il cielo. Per pochi minuti soli. Con il mare un poco mosso navighiamo per tutta la giornata in superficie. Incontriamo verso le 22 un piroscafo, ma è illuminato perciò neutrale.

 

20 sabato

Navigazione in superficie con mare calo. Siamo all’altezza di Gibilterra. Smonto ora di guardia, ed ho finalmente, dopo 12 ore, 6 ore per dormire nella mia umida cuccetta di poppa.

 

21 domenica

Con un mare calmissimo navighiamo in superfici a poche miglia dall’isola di Madera.

 

22 lunedi

Dopo 12 giorni ci permettono di prendere un po’ d’aria, di vedere infine quel mare su cui dobbiamo passare tante settimane.

Navighiamo un poco a Sud Ovest di Madera, diretti alle Canarie, indi (come si vocifera) resteremo in agguato per un periodo di tempo davanti alla base navale Americana (ex Africa Francese) di Dakar.

 

23 martedi

Abbiamo passato le Canarie e ci dirigiamo verso Dakar, ora importate base aeronavale Americana.

A quanto sembra avremo molto da fare e fors’anche caldo, moltocaldo.

 

24 mercoledi

Regolare navigazione in superficie.

 

25 giovedi

Idem. Mare mosso.

 

26 venerdi

Abbiamo in mattinata passato il Tropico del Cancro.

Ci dirigiamo verso il 15.mo parallelo tra le isole di Capo Verde e Dakar……..

…probabilmente da qualche nave nemica. Emergiamo verso mezzanotte.

(NdiFly… come già detto a volte manca l’ultima riga della pagina… riavremo il tutto al mio ritorno al nuovo incontro con Sommaruga.)

 

27 sabato

Il mare per buona sorte si è calmato, incominciava a dare fastidio.

 

28 domenica

Con una navigazione in superficie, (abbastanza azzardata) ci portiamo nel cnale che divide le isole di Capo Verde e Dakar.

Ore 21, passiamo davanti Dakar.

 

1 marzo lunedì

A due motori sortiamo dal canale senza aver avvistato nulla.

Ci dirigiamo verso l’Equatore.

 

2 martedi

Un aereo nella zona ci fa eseguire nella nottata una serie di rapide e ci costringe a rimanere sotto per 10 ore. Ancora a mezzanotte un’altra tuffata.

 

3 mercoledi

Ci avviciniamo a gran passi all’equatore e il caldo si fa sentire. Il termometro segna 37 gradi Siamo perciò tutti in tenuta più che estiva e continueremo a levare roba d’addosso.

 

4 giovedi

Navighiamo in superficie con un mare calmissimo ed un caldo torrido.

 

5 venerdi

Ci troviamo al 3.zo parallelo (recisamente all’altezza della costa Liberica. Il termometro segna 40 gradi.

Nel pomeriggio un acuto dolore al fianco (causato probabilmente dal caldo) mi ha fatto perdere i sensi. Una puntura di morfina mi ha rimesso allo stato normale, dopo esser stato per qualche ora in uno stato di subcoscienza (così mi è stato detto poi).

 

6 sabato

Domani secondo i calcoli ci troveremo all’Equatore.

Oggi è sabato di carnevale.

 

7 domenica

Navighiamo in superficie con mare abbastanza calmo.

Ore 18. Passiamo l’Equatore e mi trovo così per la prima volta a percorrere il continente australe ammirando i celebri tramonti equatoriali e la famosa Croce del Sud.

La festa con il tradizionale battesimo è stata breve ma non riva di originalità.

Un brindisi comune e via verso il nemico.

 

8 lunedi

Navighiamo al centro del Golfo di Guinea. 500 miglia circa dalla costa.

 

9 martedi

Nulla di nuovo.

 

10 mercoledi

Siamo fuori dal Golfo di Guinea in rotta verso l’Isola Sant’Elena, celebre per l’esilio di Napoleone.

 

11 giovedi

Nulla di nuovo a parte la solita monotona navigazione in superficie ad una distanza della costa Africana di circa 700 miglia in una zona continuamente infestata dai pescicani ed altri pesci di non minore mole.

 

12 venerdi

Oggi dopo diverse capatine, di tanto in tanto in plancia, incominciamo a salire in coperta in costumi alquanto succinti, alcuni assolutamente privi. Il sole è abbastanza scottante, l’acqua sembra un brodino e così la coperta si è trasformata in spiaggia vagante a 2 miglia di velocità. Non ne compiamo molta di strada a questo passo, ma fretta non ve ne è.

Ci troviamo ora a poca distanza dal Tropico del Capricorno, a circo 600 miglia da Angola (Colonia Portoghese).

Incontreremo il sommergibile Da Vinci il giorno 18 tra l’Isola St.Elena e le coste dell’Angola (Sud Africa).

 

13 sabato

In mattinata abbiamo catturato un pescecane! E non di piccole dimensioni, che poi è finito nelle nostre pance. Nel pomeriggio abbiamo fatto a cannonate con delle cassette gettate a mare.. un po’ di rumore cone le bocche dei nostri due 120mm, tanto per passare il tempo… Se gli Inglesi nojn si fanno vedere che ci possiamo fare noi?

 

14 domenica

Nulla di nuovo. Ci dirigiamo con la solita velocità e con mare un poco mosso verso la zona. Organizziamo un fac-simile dell’ora del dilettante e al microfono trasmettiamo.

 

15 lunedi

Sempre il caldo torrido delle zone tropicali. Il termometro segna 41 gradi e ancora proseguiamo.

Riforniremo il Da Vinci fra qualche giorno, egli più fortunato di noi ha affondato un transatlantico di 23.000 ton.

 

16 martedi

Nulla

 

17 mercoledi

Lascio in bianco la parte riservata a questo giorno, forse mi riferirò molto ad esso.

 

18 giovedi

In giornata regolare navigazione all’altezza del 12.mo parallelo Sud.

Ore 21. Avvistiamo ed attacchiamo un piroscafo.

Essendo alle mitragliere in plancia ho l’occasione di vedere molto bene le fasi dell’attacco un po’ sfavorite dal falso riflesso della Luna.

Avanziamo lentamente, ci avviciniamo così alla nave nemica (che stazza 8000 ton.) la quale prosegue la sua marcia senza (sembra) avvedersene della nostra presenza. Ci portiamo a 600 metri da essa tanto da distinguerne i particolari di essa.

Il Comandante lancia (abbiamo la prua contro il suo fianco) ma il siluro passa ad un metro dalla sua poppa, lancia il secondo, mi tappo le orecchie e mi preparo a sentire la formidabile esplosione tanto il siluro è ben diretto. Ma l’abile Comandante avversario manovra in modo che questo misteriosamente scompare. Al terzo: fuori! Che pure non raggiunge il bersaglio, l’avversario ci risponde a cannonate ma per fortuna sentiamo solo fischiare degli obici sopra le nostre orecchie.

Ci immergiamo rapidamente (per quale motivo, poi.. noi che siamo armati da due grossi cannoni) e il piroscafo se la fila.

Riemergiamo poco dopo per inseguirlo e quasi raggiuntolo i nostri vecchi motori fanno cilecca ed avvistiamo in questo momento il Da Vinci… che prosegue l’attacco.

 

 

(continua-5)

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Continua e finisce il Diario da Roma… fly37

 

Dal Diario di guerra di un marinaio…6 e fine

 

19 Venerdi

Il Da Vinci non si fa vedere, probabilmente avrà avuto da fare con la nave da noi lasciata.

 

20 sabato

Incontriamo nelle prime ore del mattino il Da Vinci reduce dall’inseguimento, pronto a ricevere nostra nafta e siluri.

Che roba! In pieno Oceano Atlantico far passare dei siluri del peso di 2 tonnellate ad un altro sommergibile, senza essere minimamente disturbati.

Il rifornimento continua fino a tarda sera. Prendiamo a bordo un prigioniero, un marinaio inglese, l’unico superstite dell’equipaggio della nave a noi sfuggita e affondata dal Da Vinci.

Da un ufficiale italiano (passatoci dal Da Vinci) fatto prigioniero in Africa, abbiamo saputo, che veniva trasportato con 500 connazionali e 4500 passeggeri sull’Espress of Canadian, diretto nel Senegal e colato a picco dallo stesso Da Vinci.

 

21 domenica

Rotta per 310. Si rientra, ma ci vorrà più di un mese

 

22 lunedi

Nulla di nuovo.

 

23 martedi

Idem

 

24 mercoledi

Navighiamo sempre in superficie rifacendo quasi esattamente la rotta di andata. Da ieri un immenso branco di delfini ci segue scherzando audacemente con la nostra prora.

Di tanto in tanto scorgo qualche veloce rondine; sfiora, come per salutarci, le cime dei periscopi, poi fila verso la terra che da quasi due mesi non vediamo.

 

25 giovedi

Ci avviciniamo all’Equatore, il caldo è di una intensità opprimente.

 

26 venerdi

La solita monotona navigazione da impazzire. Nel tardo pomeriggio una balena di discrete dimensioni (circa 15 metri) festosa gironzola attorno al nostro scafo. Con l’intenzione di farci cosa gradita.

 

27 sabato

Ripassiamo la linea dell’Equatore.

 

28 domenica

Re 16.05. Si va all’attacco di un piroscafo avvistato da pochi minuti sulla nostra rotta. Il siluramento potrebbe difficilmente riuscire.

Con calma esemplare il Comandante dalla plancia dirige la manovra i accostamento verso la nave che ignara della sua sorte continua a procedere (a un migliaio di metri da noi).

Si lancia una coppia di siluri, uno va a vuoto l’altro centra.

Un’altra coppia viene lanciata ed entrambi gli ordigni di morte arrivano a segno. Così la nave, tre volte colpita si inabissa in 30 secondi.

Ci dirigiamo lentamente sul luogo del sinistro e tra i rottami galleggianti si discernono numerose luci, rosse e verdi. Sono i fanalini applicati ai salvagente.

Si odono gridi di lamento, d’invocazione di aiuto, molti, anzi i più di essi sono certo gravemente feriti, terrorizzati dalla presenza di numerosi pescecani che voraci si precipitano su quei corpi dilaniati e quasi finiti.

Col proiettore ne scorgiamo uno aggrappato ad un relitto, accostiamo in modo da riuscire a salvarlo, ma a pochi metri (quando già possiamo distinguerne la fisionomia) questo si inabissa, come preso da un gorgo, un pescecane o chissà.

Riusciamo a issarne uno a bordo che mette a tutti compassione al vederlo. Sul vio sbiancato e con gi occhi fuori dalle orbite vi si legge il terrore recente, il doppio spavento provato gli dà uno shock nervoso che lo scuote continuamente dalla testa ai piedi. Poveraccio! Si inginocchia davanti al Comandante e con le mani giunte prega di non ucciderlo, di non gettarlo in pasto ai mostri che pullulano nel mare.

Come se fosse capitato in mano a dei selvaggi…

Dal racconto fatto (egli è Portoghese) in una lingua mista di francese, spagnolo e inglese si sa che la nave da noi affondata era carica di minerale, il suo nome era “Granitus” diretta a Fretwoo.

Ecco così che ho finalmente partecipato a buttare a fondo qualcosa del nemico inglese, così in un certo qual modo ho cooperato ad ammazzare una cinquantina di persone. Perché la guerra lo vuole!

 

29 lunedi

Ore 15.55 Avvistiamo un grosso piroscafo

Ore 23.00 Continuiamo l’agguato alla motonave che fila di buon passo verso Sud.

Col favore delle tenebre ci portiamo sotto la nave nemica….

 

30 martedi

…… che sembra abbia aumentato velocità.

A 2600 metri partono dalla nostra prora una coppia di siluri… subito una seconda coppia, due sordi boati e la motonave è colpita.

Ore 1.12. La nave affonda.

Dopo esser stata una decina di muniti in agonia, l’incrociatore ausiliario della Marina Inglese scompare tra i flutti.

Come la precedente notte ci avviciniamo al luogo del sinistro e scriviamo numerose barche cariche di naufraghi.

Una di esse per ordine del Comandante si accosta a noi. Chiediamo chi vuole salire a bordo per restare come prigioniero. Nessuno parla, tutti quei marinai preferiscono restare in mare con una scialuppa che passare al nemico.

Domandiamo loro se serve qualcosa prima di lasciarli in balia del destino; nulla all’infuori delle sigarette.

Ne diamo diversi pacchi e giacché ci è necessario un prigioniero il primo che le afferra viene portato a bordo.

Gli altri calorosamente ringraziano e se ne vanno.

Ecco dunque il secondo piroscafo affondato, senza però fare molte vittime. Abbiamo a Bordo 3 prigionieri.

 

31 mercoledi

Nulla di nuovo.

 

1 giovedi

Navighiamo con mare calmo all’altezza del Tropico del Cancro.

In Italia (come da bollettino ricevuto dalla radio di bordo) è stata fatta la mobilitazione generale.

Verso le 21 ci siamo immersi rapidamente per via di un aereo.

 

2 venerdi

Il caldo diminuisce e ciò è finalmente un gran sollievo.

 

3 sabato

Passiamo a 20 miglia a Nord Ovest di Capo Verde.La navigazione prosegue in superficie senza sorprese di sorta.

 

4 domenica

…….. questo, salvo complicazioni, dovrà durare ancora per una ventina di giorni.

(NdiFly penso si riferisca a qualche razionamento del cibo…)

 

5 lunedi

Nulla di nuovo.

 

6 martedi

Oggi ci è stato permesso di prendere un po’ d’aria. Che strano spettacolo offrono i nostri copri, flaccidi, unti, le lunghe barbe, gli arruffati capelli, gli abiti stracciati, senza traccia del colore primitivo.

Il colore e l’odore della nafta, il combustibile del quale da 55 giorni ner respiriamo l’emanazione gassosa che intossica i nostri polmoni privi di quel puro ossigeno tanto utile alla nostra esistenza.

Nella serata avvistiamo un piroscafo che dalle visibili sue luci si riconosce l’appartenenza ad una nazione neutrale.Lo lasciamo dunque andare senza disturbarlo con la nostra temibile presenza.

 

7 mercoledi, 8 giovedi

Niente di nuovo

 

9 venerdi

Da questa mattina proseguiamo a due motori, con un mare calmo e senza alcuna novità di sorta.

 

10 sabato

Nella serata per mancanza di nafta siamo stati costretti a fermare un motore, cosicché proseguiremo molto lentamente fino a Golfo.

Nella nottata passiamo all’altezza dello Stretto di Gibilterra.

 

11 domenica

Nulla di nuovo.

 

12 lunedi

Verso le 8 un aereo ha disturbato la nostra navigazione costringendoci ad immergerci per qualche ora. Sentiamo improvvisamente lo scoppio di diverse bombe di profondità, per fortuna abbastanza lontane, per produrci il minimo danno.

Gli idrofoni notano il fruscio delle eliche di un cacciatorpediniere che si allontana.

Emergiamo verso le 10.30. Navighiamo all’altezza di Lisbona.

 

13 martedi

Restiamo in superficie con mare forte, doppiamo in serata Capo……………..

………….

 

14 mercoledi

Verso le 6. Uno dei tanti aerei nemici che pullulano nella zona si fa sentire nel raggio dei nostri strumenti di ascolto. Cosicché immersione fino a tarda sera. Emergiamo dopo aver sentito ad una certa distanza ripetute scariche di bombe di profondità.

Filiamo a due motori.

 

15 giovedi

Verso le 4. Un aereo ci disturba, perciò sotto nuovamente.

Sbuchiamo fuori nel pomeriggio ma siamo costretti ad immergerci.

 

16 venerdi

Abbiamo navigato in superficie per una buona parte della nottata, portandoci così a circa 200 miglia dall’imboccatura della Gironda. Nella giornata abbiamo tentato di procedere ma gli aerei chi hanno costretti ad immergerci per ben 6 volte.

 

17 sabato

Scendiamo ad una cinquantina di metri dopo aver segnalato alla Base la nostra posizione, precisando l’appuntamento con la nave tedesca di scorta che ci dovrebbe accompagnare fino alla foce del fiume.

Sentiamo nel pomeriggio lontani scoppi di bombe, indi l’avvicinarsi di cacciatorpediniere, individuati dal caratteristico fruscio delle loro macchine.

Rimaniamo nella assoluta immobilità, nel rigoroso silenzio (scrivo mentre odo i sordi colpi lontani delle bombe di profondità.

Emergiamo nel tardo pomeriggio e senza essere disturbati carichiamo e ci rituffiamo di nuovo.

 

18 domenica

Siamo immersi a 25 miglia dal punto ove troveremo la scorta.

È l’una e da una mezz’ora si susseguono forti scoppi (probabilmente le mine magnetiche) che fanno vibrare l’intero scafo. Mentre scrivo queste righe ho contato una mezza dozzina di esplosioni abbastanza vicine. Qualcuno con la classica calma che non si dovrebbe mai perdere, tira fuori qualche santino. Un altro il santo protettore del suo paese. L’allegria di poco fa è scomparsa dal volto di tutti.

La Base è a un centinaio di miglia, ma sappiamo che proprio in questo breve spazio di mare, giacciono decine e decine di nostri compagni, chiusi per sempre nelle loro bare di ferro.

Questa dovrebbe essere l’ultima notte di are, che le insidie seminate dal nemico in questo mar di Guascogna, lo rendono pericoloso e tanto temuto.

Sono le due e provo a caricarmi sul mio fetido materasso, forse se Dio lo vorrà, fra poche ore vedremo l’ambita terra.

…………….

Ore 6.33. Avvistamento della nave di scorta.

Si issa la bandiera nazionale, le bandierine rosse con il tonnellaggio delle navi affondate e tutti in coperta.

Si naviga scortati da quattro navi disposti a croce intorno a noi, per proteggerci da eventuali attacchi aerei e dalle mine vaganti.

Ore 8.15. All’orizzonte si profila la frastagliata lingua di terra con il faro che ci indica l’entrata del canale. Crediamo finalmente di essere a contatto con il mondo, con la vita; ma improvvisamente quando tutti cantiamo dimostrando la nostra gioia per l’imminente arrivo si ode una formidabile esplosione, uno schianto un improvviso arresto del sommergibile.

Subito si eleva a pochi metri dalla poppa un’immensa colonna d’acqua.

Una mina magnetica che per un raro e fortunato caso, è scoppiata vicinissima allo scafo senza averlo urtato.

Le navi accorrono verso di noi, mentre stiamo verificando le avarie prodotte dall’esplosione. Povero “battello”, nell’interno, specie verso poppa è un indescrivibile confusione, nel locale di poppa tutto è infranto da una falla prodotta nello scafo resistente; entra non poca acqua. Ma con questo ci siamo salvati per poco e non tarda a ritornare il buon umore, proseguiamo e la terra è tanto vicina.

Ci fermiamo a mezzogiorno a Le Verdon ove abbiamo finalmente la posta e vediamo la terra dai due lati.

Ore 16. Dopo quattro ore di navigazione nel canale (Gironda) arriviamo a Bordeaux. Sulla banchina oltre al picchetto d’onore del Batt.San Marco, donne, autorità, Stato Maggiore della Base Atlantica e una folla di amici e marinai ci aspettano entusiasti.

Mettiamo le “cime in banchina” una fanfara suona l’inno nazionale indi un urrà unanime all’equipaggio del Finzi.

Dei mazzi di fiori ……. sono offerti dalla candide mani di quelle donnine assai graziose (che differenza dalla nostra epidermide che da quasi tre mesi non ha avuto contatto con l’acqua) e sono posti tra le bandierine in cima ai periscopi.

Il Comandante scende a terra. Indi il Comandante Grossi ci rivolge parole di elogio e di ammirazione. Abbiamo compiuto una delle più brillanti missioni in “Atlantico” . Finita la cerimonia mettiamo finalmente piede a terra.

Conclusione. Siamo rientrati dopo 76 giorni di missione nelle acque dell’Oceano Atlantico. Affondato due piroscafi nemici per un totale di 10.000 tonnellate e rifornendo dopo l’Equatore un sommergibile italiano e catturando tre prigionieri.

 

19 lunedi

Esco in franchigia e per prima cosa con Medici, il fedele collega sempre gaio e sempre pieno di buon umore, sono andato alla Cattedrale ad accendere un cero ala Madonna. Una poca cosa dopo i pericoli scampati. Abbiamo saputo che una parte di noi al rientro dalla licenza partirà con il sommergibile per il Giappone ed un’altra parte per un porto della Germania per formare l,equipaggio dei sommergibili tedeschi.

Io sono tra i primi, meglio così.

20 martedi

Ho ritrovato stasera Wanda.

21 mercoledi

Franchigia brillantissima.

22 giovedi

Oggi l’equipaggio del FINZI ha avuto un pranzo d’onore con l’intervento di tutte le autorità della Base e del Comandante Grossi.

Domani parto per la licenza.

23 venerdi 24 sabato

Arrivo a Parigi e vi sosto tutta la giornata.

25 domenica

Riparto in serata da Parigi indi per Monaco arrivo a Milano.

Il 27 martedi ha inizio un brevissimo periodo di licenza, interrotto da un fonogramma ai Carabinieri che mi prelevano per un rientro immediato.

Proseguo il mio diario di guerra su un altro volume, con la speranza di riunirli presto e con attenzione rileggerli alla fine di questo inutile massacro.

 

 

Nota del Sergente Elettricista Amleto Sommaruga

 

Dopo più di 40 anni ho voluto copiare questo diario per un ragazzino di 11 anni. Non per trasmettergli l’amore per il MARE ma per ricordare suo nono (ora defunto) con Quale divisi gli stessi rischi e gli stessi sacrifici.

Lui era Direttore di macchina sul Finzi, io un sottocapo elettricista.

Non ho tolto una virgola e non ho cambiata una parola.

Ciò che al tempo scrissi su un brogliaccio di bordo è qui riportato

Sommaruga Amleto

 

(FINE)

 

Nota di Fly

 

Con le lacrime agli occhi, non è retorica, termino di trascrivere a mia volta questo diario, dal quale possiamo trarre una grande lezione di vita, di altruismo, di eroismo, di partecipazione in gruppo con un unico obiettivo nonostante gli umori e le difficoltà, quello di servire la Patria.

Che si sia di esempio a noi in questa Betasom virtuale….

Come detto più volte, sarà per me una grande opportunità al mio rientro in Canada di incontrare nuovamente Amleto Sommaruga, certo di scoprire e riportarvi tantissime altre emozioni e lezioni di vita come questa!

 

Fly37 U 591

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