Vai al contenuto

75 Anni Fa L'attacco A Pearl Harbor


Messaggi raccomandati

http://cefalunews.org/2016/12/07/seconda-guerra-mondiale-75-anniversario-dellattacco-alla-base-navale-di-pearl-harbor/

 

7 dicembre 1941attacco a Pearl Harbor.

La politica espansionistica del Giappone in Asia, deteriorò i rapporti con gli Stati Uniti, che nel luglio del 1940 imposero un primo embargo al Giappone, nonostante questo, il Giappone continuò la sua opera di espansione, fino a firmare il 27 settembre 1940 il patti Tripartito con Germania ed Italia. Il 26 luglio del 1941, in risposta all’invasione dell’Indocina meridionale, gli Stati Uniti dichiararono l’embargo totale verso il Giappone, il congelamento dei beni dei cittadini nipponici ed il divieto di transito del canale di panama alle navi giapponesi. Nonostante l’avvio di trattative fra i due paesi, e la riluttanza dell’Ammiraglio Yamamoto ad una guerra contro gli stati Uniti, nell’ agosto del 1941, lo stato maggiore della Marina Imperiale iniziò lo studio di un attacco alla flotta americana, che dal ottobre del 1940 su ordine del presidente Roosevelt era stata concentrata alle Hawaii nella base Pearl Harbor. Lo stato maggiore, dopo aver studiato l’attacco della Royal Navy nell’ottobre del 1940 a Taranto, decise per un attacco aeronavale alla base americana, al fine di ridurre il rischio che i siluri passassero sotto le navi nemiche ( un siluro lanciato da un aereo quando entra in acqua, affonda per un certo numero di metri prima di portarsi alla quota impostata) si addestrarono i piloti a lanciare a pelo d’acqua e si modificarono i siluri ingrandendo le superfici dei timoni verticali. Il piano prevedeva l’attacco combinato di aereosiluranti e bombardieri, coadiuvati dai caccia, contro le navi, gli aerei basati a terra e i depositi di armi e carburante, al fine di poter dare al Giappone un vantaggio di un paio d’anni prima che le forze statunitensi si potessero riprendere. La data dell’attacco fu decisa per una domenica prima del 15 dicembre, data in cui i monsoni invernali avrebbero reso gravose le operazioni di sbarco per l’attacco alle coste asiatiche. La flotta destinata all’attacco, doveva essere costituita da due divisioni, la prima agli ordini del viceammiraglio Chũichi Nagumo era composta da sei portaerei Akagi, Kaga, Soryu, Hiryu, Shokaku e Zuikaku, per un totale di 389 aerei imbarcati, 350 di questi furono destinati all’attacco, mentre 39 dovevano rimanere di copertura alle portaerei; la seconda divisione con il compito di scorta era composta da: 2 corazzate, 2 incrociatori pesanti, nove cacciatorpediniere, tre sommergibili ed otto navi cisterna per il rifornimento. Al comando del viceammiraglio Mitsumi Shimizu era una flotta di sommergibili di cui 5 tascabili, che avrebbero dovuto attaccare le navi eventualmente uscite dalla base sotto attacco. Per non destare sospetti, le navi lasciarono le loro basi a piccoli gruppi dall’inizio di novembre, con destinazione la Baia di Hitokappu, nelle Curili del Sud, isola scarsamente abitata e con condizioni meteorologiche tali da poter mascherare la grande flotta. Il 26 di novembre le navi salparono seguendo una rotta del tutto ignorata dalle navi mercantili. Nel pomeriggio dello stesso giorno gli Stati uniti presentarono una proposta ai rappresentati giapponesi, ma tale proposta fu considerata umiliante dal governo di Tokyo, ed il giorno 1 il governo nipponico, in accordo con l’Imperatore decise la guerra contro gli stati Uniti. Il giorno 2 la flotta in navigazione ricevette il messaggio in codice “ scalate il Monte Niitaka” che confermava la missione di attacco. Intanto il 27 di novembre il segretario della Marina Knox diramo alle forse statunitensi il preavviso di guerra contro possibili attacchi nell’area asiatica, l’ammiraglio Kimmel ( capo delle forze navali del pacifico) nonritenne possibile mantenere le nvi in continuo stato di allerta, mentre il generale Short, temendo azioni di sabotaggio decise di raggruppare gli aerei in modo che fossero facilmente sorvegliabili. Nella notte fra il 6 e il 7 dicembre il ministro degli esteri giapponese, inviò all’ambasciata a Washinton, le 13 parti di un documento finale inteso come una vera e propria dichiarazione di guerra e venne ordinato all’ambasciatore che il documento doveva essere consegnato alle 13.00 corrispondenti alle 07.30 della Hawaii, con l’intenzione di iniziare l’attacco mezzora dopo la consegna del documento, tuttavia a causa di contrattempi nella decifrazione del messaggio lo stresso venne consegnato alle ore 14.20 mezzora dopo l’inizio dell’attacco. Nonostante gli americani fossero a conoscenza del testo dalle ore 11.00 del testo, solo alle 11.25 si decisero a diramare l’allarme generale, che a causa di errori burocratici e formalità tecniche raggiuse le Hawaii ad attacco già iniziato. Il giorno 6 i comandi Giapponesi, erano stati informati che le tre portaerei Enterprise, Lexington e Saratoga, non erano presenti in porti, ma venne confermata la presenza di otto corazzate e gran parte del naviglio minore. Alle 05.00 del giorno 7 gli equipaggi furono svegliati ed iniziarono i preparativi per l’attacco. Alle ore 06.00 furono lanciati gli aerei della prima ondata, e alla 0715 quelli della seconda ondata, a 44 KM dall’obbiettivo. Gli attacchi aerei erano stati programmati dai capitani di fregata Mitsuo Fuchida e Minoru Genda , prevedevano che la prima ondata in caso di sorpresa riuscita avrebbero attaccato prima gli aereosiluranti, poi i bombardieri ed infine i caccia, in caso di sorpresa non riuscita tutti i gruppi avrebbero attaccato assieme, la seconda ondata avrebbe colpito gli obbiettivi a terra ed era prevista una terza ondata per colpire gli obbiettivi rimasti indenni.

La prima ondata era costituita da tre gruppi per un totale di 183 velivoli, il primo gruppo con obbiettivo le corazzate era composto da 49 bombardieri Nakajima B5N armati con bombe perforanti da 800 KG, 40 aereosiluranti Nakajima B5N armati con siluri tipo 91;

il secondo gruppo avente come obbiettivi le basi era costituito da 51 bombardieri in picchiata Aichi D3A armati con bombe da 249 Kg.

Il terzo gruppo con obiettivi gli aeri a terra era costituito da 43 caccia Mitsubishi A6M Zero.

Alle ore 07.002 gli aerei vennero avvistati dalla postazione RADAR di Opana Point, ma si ritenne che si trattaste di un gruppo di bombardieri B17 attesa per la mattina.

Alle 07.30 i giapponesi giunsero sopra Oahu, e rilevando che la sorpresa era riuscita, alle 07.40 Fuchida lanciò un razzo bianco ( segnale concordato) e le forze di attacco iniziarono a dispiegarsi, ma il segnale non fu visto dai caccia cosi che Fucida fu costretto a lanciarne un secondo che fu interpretato dai bombardieri e aereosiluranti come il segnale di sorpresa non riuscita e tutti si lanciarono all’attacco, cosi mentre gli equipaggi delle navi americane si preparavano all’alzabandiera, iniziarono a piovere le prime bombe e siluri che colpirono navi e installazioni a terra con sistematica precisione. Vennero colpite la nave bersagli Utah, l’incrociatore leggero Raleigh, l’incrociatore Helena, le corazzate Oklahoma, la West Virginia, la Nevada la California, la Maryland, Tennessee e la Arizona che incassate 4 bombe si spezzo in due uccidendo 1177 uomini, finita la prima ondata dopo una breve pausa che permise alla Nevada ad alla Alwyn di prendere il mare, alle 08.55 arrivò la seconda ondata, anch’essa suddivisa in tre gruppi, il primo gruppo composto da 54 Nakajima B5N armati di bombe da 249 e da 54 KG, con obbiettivo gli aeroporti;

il secondo gruppo composto da 78 Aichi D3A armati con bombe da 249 Kg con obbiettivo gli incrociatori, ed il terzo gruppo formato da 35 Mitsubishi A6M Zero concompiti di scorta e mitragliamento a bassa quota. oltre alle basi aeree, furono colpiti la New Orleans, i caccia Casse la in e Dowenes e la corazzata Pennsylvania, ammiraglia della flotta.

Alle 11.00 tutto era finito l’ultimo aereo quello del comandante Fuchida appontò alle 13.00, si discussa sull’opportunità di una terza ondata, ma L’ammiraglio Nagumo diede l’ordine di ritirarsi.

Il raid, aveva causato, l’affondamento di 6 navi, 7 furono gravemente danneggiate, 2 mediamente danneggiate e 4 riportarono lievi danni. Furono distrutti 151 aerei e le perdite unane ammontarono a 2403 morti e 1178 feriti.

I giapponesi persero 29 aerei, e le perdite umane furono di 189 morti.

Link al commento
Condividi su altri siti

Fa un certo effetto sapere che la notte di Taranto fu di ispirazione per gli inglesi e di nessun aiuto per gli americani...

in effetti non appresero molto, a Taranto dei 20 aerei attaccanti, ne vennero abbattuti 2 ( 10%) ed era di notte, a Pearl Harbur di giorno ed in due ondate, su 350 aerei dalla contraerea ne furono abbattuti solo 19 (6% scarso).

Link al commento
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Visitatore
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovi formattazione

  Sono ammessi al massimo solo 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato automaticamente aggiunto.   Mostrare solo il link di collegamento?

×   Il tuo precedente contenuto è stato ripristinato.   Pulisci l'editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Caricare o inserire immagini da URL.

Caricamento...
  • Statistiche forum

    • Discussioni Totali
      45k
    • Messaggi Totali
      521,5k
×
×
  • Crea Nuovo...