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8 Settembre


Marco U-78 Scirè

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E' il giorno del tradimento, il giorno dei massacri, del sangue italiano versato inutilmente per colpa del re vigliacco, ricordiamolo come più sia giusto...

 

non dimentichiamolo in questo mondo di vili e assassini....non gettiamo via l'alto onore di avere creduto nel amor patrio!!!

 

(da "Diario di Guerra" di Eisenhower, Comandante supremo delle Forze USA nello scacchiere europeo)

 

...la resa dell'Italia fu uno sporco affare. Tutte le nazioni elencano nella loro storia guerre vinte e guerre perse, ma l'Italia è la sola ad aver perduto questa guerra con disonore, salvato solo in parte dal sacrificio dei combattenti della RSI.

 

 

006.jpg

 

 

Per l'Onore d'Italia

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Quanta ambiguità e impudicizia, nello stesso giorno e nella stessa pagina. Possibile che nessuno se ne rese conto? Incredibile ma vero! E cosa capirono gli Italiani?

Mentre usciva il mattino del 9 questo giornale, tutto lo Stato Maggiore e il RE erano in fuga.

NELLA STESSA PAGINA, SI PARLA DI ARMISTIZIO (CHE ERA POI UNA RESA INCONDIZIONATA E NON UNA SOSPENSIONE) E POI SI PARLA DI "FORMAZIONI AVVERSARIE", "ABBATTUTI DALLA CACCIA ITALO-TEDESCA", "REPARTI ITALIANI E GERMANICI HANNO RITARDATO L'AVANZATA DELLE TRUPPE BRITANNICHE".

 

UN ITALIANO IN ARMI COSA POTEVA CAPIRE SULLA STESSA PAGINA DI GIORNALE ?

CON CHI GLI ITALIANI DOVEVANO "REAGIRE" ?

GOLDONIANO ANCHE L'ARTICOLO A FIANCO; PARLA DI "CONCRETO"! PIU' IRREALE DI COSI'!

A LEGGERLO SI SCOPPIA DAL RIDERE, ANCHE SE C'ERA DA PIANGERE!

 

è la pagina più assurda e falsa della storia d'Italia!

 

a1943l.jpg

 

Inoltre il testo diramato da Eisenhower nel mondo era ben diverso

da quello di un "Armistizio"

 

" The Italian Government has surrendered its Armed Forces unconditionally"

"Il Governo italiano ha dato ordine alle sue forze armate di arrendersi senza condizioni"

Non parla di alzare le classiche mani, ma parla di consegnare armi, navi e aerei!

(Questo discorso di Eisenhower lo abbiamo in originale. Lo metteremo in seguito).

 

 

Se poi qualcuno sbagliava a comperare il giornale, i dubbi erano tanti; gli ALLEATI chi erano, quelli che sbarcavano in Calabria, quelli che bombardavano Frascati ancora l'8 settembre oppure gli altri?

 

a1943ppp.jpg

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Ecco un ricordo di Curzio Malaparte. Lungo, ma forse val la pena rileggerselo.

 

"....mi sentivo miserabile e vigliacco assai più dell'8 settembre del 1943, quando avevamo dovuto buttare le nostre armi e le nostre bandiere ai piedi dei vincitori. Erano vecchie armi arrugginite, è vero, ma erano cari ricordi di famiglia, e tutti noi, ufficiali e soldati, eravamo affezionati a quei cari ricordi di famiglia. Erano vecchi fucili, vecchie sciabole, vecchi cannoni del tempo in cui le donne portavano la crinolina, e gli uomini alti cappelli a cilindro, rendigotes color tortora, e stivaletti abbottonati. Con quegli schioppi, con quelle sciabole coperte di ruggine, con quei cannoni di bronzo, i nostri nonni avevano combattuto con Garibaldi, con Vittorio Emanuele, con Napoleone III, contro gli austriaci, per la libertà ed indipendenza d'Italia. Anche le bandiere erano antiche, e démodées. Alcune antichissime, ed erano le bandiere della Repubblica di Venezia, che avevano sventolato sugli alberi delle galee a Lepanto, sulle torri di Famagosta e di Candia. Erano i vessilli della Repubblica di Genova, quelli dei Comuni di Milano, di Crema, di Bologna, che avevano sventolato sul Carroccio nelle battaglie contro l'imperatore tedesco Federico Barbarossa. Erano gli stendardi dipinti da Sandro Botticelli, Lorenzo il Magnifico aveva donato agli arcieri di Firenze; erano gli stendardi di Siena, dipinti da Luca Signorelli. Erano le bandiere romane del Campidoglio, dipinte da Michelangelo. V'era anche la bandiera offerta a Garibaldi dagli italiani di Valparaiso, e la bandiera della Repubblica Romana del 1849. V'erano anche le bandiere di Vittorio Veneto, di Trieste, di Fiume, di Zara, dell'Etiopia, della guerra di Spagna. Erano bandiere gloriose, fra le più gloriose della terra e del mare. Perché dovrebbero esser gloriose solo le bandiere inglesi, americane, russe, francesi, spagnole? Non v'è popolo al mondo che non si sia, almeno una volta, preso il gusto di buttare le proprie bandiere ai piedi dei vincitori. Anche alle più gloriose bandiere avviene d'esser buttate nel fango. La gloria, quel che gli uomini chiamano gloria, è spesso lorda di fango.

 

Era stato per noi un magnifico giorno, quello dell'8 settembre 1943, quando avevamo buttato le nostre armi e le nostre bandiere non soltanto ai piedi dei vincitori, ma anche ai piedi dei vinti. Non soltanto ai piedi degli inglesi, degli americani, dei francesi, dei russi, dei polacchi, e di tutti gli altri, ma anche ai piedi del Re, di Badoglio, di Mussolini, di Hitler. Ai piedi di tutti, vincitori e vinti. Anche ai piedi di coloro che non c'entravan per nulla, che stavan là, seduti, a godersi lo spettacolo. Anche ai piedi dei passanti, e di tutti coloro ai quali veniva il capriccio di assistere all'insolito, divertente spettacolo di un esercito che buttava le proprie armi ai piedi del primo venuto. E non già che il nostro esercito fosse peggiore o migliore di tanti altri. In quella gloriosa guerra, non soltanto agli italiani, siamo giusti, era capitato di voltar le spalle al nemico: ma a tutti, inglesi, americani, tedeschi, russi, francesi, jugoslavi, a tutti, vincitori e vinti. Non c'era un esercito al mondo che, in quella splendida guerra, non si fosse, un bel giorno, preso il gusto di buttar le proprie armi e le proprie bandiere nel fango.

Nell'ordine firmato dalla graziosa Maestà del re e dal Maresciallo Badoglio era scritto proprio così: "Ufficiali e soldati italiani, buttate le vostre armi e le vostre bandiere, eroicamente, ai piedi del primo venuto". Non c'era da sbagliarsi. Era proprio scritto "eroicamente". Anche le parole "primo venuto" erano scritte in modo chiarissimo, da non lasciare dubbio alcuno. Certo, sarebbe stato molto meglio per tutti, vincitori e vinti, e molto meglio anche per noi se avessimo ricevuto l'ordine di buttar le armi non già nel 1943, ma nel 1940 o nel 1941, quando era di moda, in Europa, buttar le armi ai piedi dei vincitori. Tutti ci avrebbero detto: "bravi". È ben vero che tutti ci avevano detto "bravi" anche l'8 settembre 1943. Ma ci avevano detto "bravi" perché, in coscienza, non potevano dirci altro.

 

Era stato veramente un bellissimo spettacolo, uno spettacolo divertente. Tutti noi, ufficiali e soldati, facevamo a gara a chi buttava più "eroicamente" le armi e le bandiere nel fango, ai piedi di tutti, vincitori e vinti, amici e nemici, perfino ai piedi dei passanti, perfino ai piedi di coloro che, non sapendo di che si trattasse, si fermavano a guardarci meravigliati. Buttavamo ridendo le nostre armi e le nostre bandiere nel fango, e subito correvamo a raccoglierle per ricominciare da capo. "Viva l'Italia" gridava la folla entusiasta, la bonaria, ridente, rumorosa, allegra folla italiana. Tutti, uomini, donne, bambini, parevano ubriachi di gioia, tutti battevan le mani gridando: "bis! bravi! bis!", e noi stanchi, sudati, trafelati, gli occhi scintillanti di virile orgoglio, il viso illuminato di patriottica fierezza, buttavamo eroicamente le armi e le bandiere ai piedi dei vincitori e dei vinti, e subito correvamo a raccoglierle per buttarle nuovamente nel fango. Gli stessi soldati alleati, gli inglesi, gli americani, i russi, i francesi, i polacchi, battevan le mani, ci gettavano in viso manciate di caramelle gridando: "bravi! bis! viva l'Italia!". E noi buttavamo sghignazzando le armi e le bandiere nel fango, e subito correvamo a raccoglierle per ricominciare da capo.

 

Era stata proprio una bellissima festa, una festa indimenticabile. In tre anni di guerra non ci eravamo mai tanto divertiti. A sera eravamo stanchi morti, avevamo la bocca tutta indolenzita dal gran ridere, ma eravamo orgogliosi di aver compiuto il nostro dovere. Finita la festa, ci ordinammo in colonna, e così, senz'armi, senza bandiere, ci avviammo verso i nuovi campi di battaglia, per andare a vincere con gli alleati quella stessa guerra che avevamo già persa con i tedeschi. Marciavamo a testa alta, cantando, fieri di aver insegnato ai popoli d'Europa che non c'è ormai altro modo di vincer le guerre che buttar le proprie armi e le proprie bandiere, eroicamente, nel fango, "ai piedi del primo venuto"."

 

GM Andrea

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Il dramma non è stato avere perso una guerra ormai persa, ma il modo in cui è avvenuto.

 

Mi viene in mente il film Tutti a casa, quando Sordi, uff. del regio esercito, sotto il fuoco "nemico", telefona al comendo e dice: "..... Comandante, una cosa incredibile, i tedeschi si sono alleati agli americani...."

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eppure la storia ai miei bimbi non viene insegnata, la 2^ GM è un triste passo dove tanta gente è morta. punto.

vero, sono elementari e medie, forse sono piccoli per capire il significato del tradimento. Io ho subodorato qlc quando mio nonno mi raccontava della sua confusione: "i fascisti ammazzano, i comunisti ammazzano, ma con chi si può stare?"

Ma se nessuno insegna la storia il nostro futuro si ripeterà, tragicamente...

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Secondo me la cosa piu triste accaduta l'8 settembre è il volta faccia compiuto dal Re...lo scapare dalla Capitale senza affrontare il suo destino senza mostrare un minimo di coraggio e responsabilità! Potevamo si arrenderci, perche se hai riconosciuto la sconfitta e nn puoi piu andare avanti è bene che smetti...ma voltare le spalle al tuo alleato e dichiarandogli guerra...

 

La resistenza è stata una conseguenza, conprensibile, della codardia del Casa Reale che ha lasciato allo sbando un intero esercito!

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Secondo me la cosa piu triste accaduta l'8 settembre è il volta faccia compiuto dal Re...lo scapare dalla Capitale senza affrontare il suo destino senza mostrare un minimo di coraggio e responsabilità!

 

VERO :s05: e proprio questa la "vergogna" non il perdere , ma la vigliaccheria di abbandonare il proprio esercito , a lasciarlo senza comando.

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