Vai al contenuto

L'avventura Dell' "h.1" .


Red

Messaggi raccomandati

Ecco Comandanti un altro capitoletto tratto dal libro
di episodi marinari raccontati da Italo Sulliotti nel suo

Fumi all'orizzonte
-Episodi della guerra sul mare-

L'AVVENTURA DELL' H 1

Un freddo vento di novembre sferza le onde dell'Adriatico.
In faccia alle montagne che delimitano e chiudono il golfo del Drin,il mare è grave; tutta una irrequieta distesa di spume
che biancheggiano a perdita d'occhio.
Le onde dell'Adriatico hanno un carattere del tutto speciale, che i navigatori conoscono bene; si urtano, cozzano,
si schiaffeggiano sotto i piu bizzarri e incostanti salti di quadrante del vento : le lunghe ondulazioni dell'Atlantico,
le montagne d'acqua del Gulf Stream, le collere del Leone e del Golfo di Guascogna sono talvolta assai meno
pericolose di questo ribollimento dell'Adriatico quando - cavalcato dalla bora che sbuca dal Quarnaro - si mette
a " fare il cattivo "
Da sei ore un sommergibile italiano è in crociera davanti al golfo del Drin. E' l'H.1 comandato dal capitano di cor-
vetta Perricone. Perricone , un veterano della terra di Albania : lo ricordo magnifico ufficiale all'occupazione
internazionale di Scutari, quando i vessilli di cinque Potenze garrivano al vento sulla antica fortezza veneziana,
e i marinai del distaccamento italiano - comandati dal capitano di fregata Alessandro Ciano - avevano trasformato
in una specie di paradiso terrestre la vecchia caserma turca verso il Taralbosh.
Il sommergibile ha da fare - quella mattina - per sostenere l'urto crescente del mare.
Deve restare alla superficie per caricare gli accumulatori con una delle due macchine, mentre l'altra,ingranata
all'elica lo spinge avanti a velocità ridotta.
Navigazione difficile e faticosa. I sommergibili - specialmente i più piccoli e i più antichi - non sono fatti per reg-
gere al tempo cattivo. I marinai più consumati e più agguerriti soffrono sovente quando il battello sbanda e s'inal-
bera con movimenti bruschi ed estranei alle leggi del suo assetto normale. Il riccio dell'acqua che frange sulla
coperta incrosta di sale i vetri della torretta e rende la visibilità quasi nulla. Giù nel pozzo delle macchine, gli uomini, oleosi e sudanti, non possono che ritemprarsi che raramente con una
boccata d'aria fresca perchè bisogna tener chiusi i portelli.
Una disgrazia accade presto, e un sommergibile francese - per aver bruscamente imbarcato acqua da un portello
rimasto socchiuso - ha rischiato di finire sul fondo.
Infaticabilmente, Perricone manovra il periscopio.
Dura fatica quella del Comandante o dell'uomo di guardia. Perch non è facile e non è semplice manovrare un
periscopio con tempo cattivo : " bisogna saper vedere " .
Roteando lentamente intorno, sui trecentosessanta gradi all'orizzonte visibile, la pupilla prismatica delle lenti
che ne abbraccia ogni volta - che trenta all'incirca. Ed avvengono i più bizzarri equivoci.
Qualche volta la vista stanca dell'uomo che , come nei miraggi ardenti del deserto africano, vede ciò che
non c'è, ed è indotta a popolare di sagome fantastiche di navi, la distesa deserta ed uniforme delle creste d'acqua
che s'agitano come un immenso merletto bianco.......
Qualche volta un moscerino o un filo d'alga che si appiccica all'obiettivo : bisogna guardare attentamente per non
scambiarlo con una nave lontana. E questa fatica è - durante la guerra - fatica di tutti i giorni, per i sommergibilisti :
per gli uomini della marina abissale che voi rivedete l'indomani, nell'elegante uniforme, ad uno dei tanti ricevimenti
della terra, freschi e tranquilli come se non venissero da una ininterrotta passeggiata a braccetto coll'Imprevisto.......
Profittando d'una leggera calma ,Perricone salito sulla torretta, fasciato nella giubba di incerata.
Il freddo freddissimo giunge dalle montagne d'Albania a brevi raffiche, e percuote , con schiaffi improvvisi, la sopra-
struttura del sommergibile.
Il mare è deserto, per ora . Si scorgono soltanto, contro la costa , due grosse barche da pesca - pescatori "dulcignoti"
che fuggono di poppa, colle vele bracciate. Lontano, molto lontano, verso Cattaro, una piccola nuvola di fumo nero :
piroscafo ? silurante ? amici ? nemici ?
Ad un tratto Perricone sente un rumore strano.
A poppa , qualche cosa gorgoglia e stride. Che cosa c'è ?
I sommergibili - come tutte le macchine - hanno la loro voce consueta : l'orecchio di coloro che li equipaggiano
sa distinguere il ritmo delle bielle, l'ansito degli stantuffi, il cinguettio delle valvole, il ronfo dei pistoni.
La marcia d'una nave sul mare assomiglia ad una sinfonia nella quale l'orecchio del maestro d'orchestra distin-
gue e apprezza, al centesimo di secondo, la minima stonatura.
Ora , a poppa dell'H.1, qualche cosa non va.
Del resto facile accorgersene . Il sommergibile si è quasi arrestato, e poggia sulla dritta con un lento semicerchio,
fra l'agitarsi delle spume.
Pure l'uomo che regge la ruota del timone, obbediente alla rotta inflessibile, non l'ha modificata.
E le macchine ansano, faticosamente.
Perricone ha corrugato le ciglia e si è curvato sulla scaletta.
- Che cosa c'è ? Ferma tutto. -
Il direttore di macchina sta salendo sulla torretta : viene a rapporto.
- Non so Comandante. La macchina di destra sforza. L'elica gira a fatica. Dobbiamo avere incocciato a qualcosa.
Brutto affare. Fra tutti gli agguati che possono attendere un sommergibile , in mare largo, il più pericoloso è la para-
lisi degli apparati motori. In guerra, chi non cammina è perduto : una preda designata per il nemico che può soprag-
giungere.
Giù, nel ventre del sommergibile, sotto la luce rossastra delle lampade, comandante, ufficiali, sottufficiali, marinai, si
sforzano di cerare e di stabilire il guasto.
I motori sono minuziosamente visitati. Niente. Ma continua a sentirsi,a poppa, una violenta resistenza, e non si può
rimettere in moto il sommergibile senza il rischio di schiantare tutto.
I due ufficiali risalgono in alto. Il vento cresce di minuto in minuto, e il mare si fa sempre più grosso.
Non si riesce a stare in piedi senza agguantarsi forte alle ringhiere.
L'H.1 vibra tutto, e danza furiosamente, senza poter governare, sballottato dalle onde.
Perricone guarda l'orizzonte oscuro, in direzione delle bocche di Cattaro. Ma si.......
Nuvole di fumo denso spuntano sulla sinistra : forse una squadriglia di siluranti.
Che cosa fare col sommergibile immobilizzato ? Tutto è già deciso, se si dovesse cader prigionieri....l'H.1 se ne andrebbe
giù, per suo conto, e per sempre.......
Il Comandante continua a guardare a poppa : sotto il velo delle onde che ciangottano contro le lastre d'acciaio, ci deve
essere il maledetto ostacolo invisibile che ha paralizzato il sommergibile.
E nulla è più irritante che saperlo là vicino, a uno o due metri sotto la superficie !
Un marinaio si è spinto all'estremo limite dello scafo e cerca vedere......E' un pescatore di Sorrento, abituato a vedere
i polpi attraverso l'acqua profonda della sua marina napoletana.
Ad un tratto dà un grido.
- Ho visto ! Ho visto ! -
Visto che cosa ? Giù, sotto le alette di poppa, le onde agitano e snodano con bizzarri contorcimenti una specie di lunghis-
simo serpente bruno, che termina annodato a una caviglia. E' un grosso cavo di manilla che, per un caso disgraziato e pur ab-
bastanza frequente i mare , è andato a finire sotto le eliche. Esse lo hanno succhiato nel loro giro vorticoso, ed ora
il sommergibile ; prigioniero : ammanettato.......
Si conosce l'ostacolo. Ma la faccenda continua ad essere molto seria, ed una ruga di preoccupazione taglia la fronte
del Comandante. Il mare continua a "montare " : non si può sperare nelle eliche per la recisione del cavo.
Quanto a sbrogliarlo........chi potrebbe lavorare nell'acqua con un tempo simile ?
Chi ? Ma due marinai italiani, evidentemente..........
La voce di un sottonocchiere suona,con un sospiro , nella camera dei timoni.
- Ci volesse il bacino, ci volesse ! Frate mio stiamo male combinati male assai.......-
Qualcuno alza le spalle , vicino a lui. E' l'altro sottonocchiere Rocco La Porta , che sta parlando col marinaio Angelo Tesoriere.
- Diglielo tu.
- Tocca a te,che sei " graduato " -
Il Comandante vede sorgere i due uomini dalla scaletta : sono venuti a chiedere - semplicemente - il permesso di liberare
le eliche.........Perricone li guarda in faccia ; poi guarda le onde che irrompono contro la poppa in un turbine di schiuma.
Vorrebbe rifiutare. Ma pensa alla sua responsabilità di Comandante ; pensa all'H.1 che bisogna salvare alla Patria, a qualunque
costo. Nessun tentativo deve essere omesso ; nessuna probabilità trascurata. E fa un gesto di consenso......
La Porta e Tesoriere si stanno spogliando. Conservano soltanto i pantaloni di tela.
Sotto l'alito gelato del vento, i loro torsi villosi si intagliano come quelli di due statue. I compagni li guardano, silenziosi.
Perricone è pallido, e mette loro una mano sulla spalla, carezza paterna che sanno - nell'ora opportuna - fare i nostri
ufficiali di marina e che basta trasformare la gente in un pugno di eroi.
Il sommergibile continua a scarrocciare verso la foce del Drin. Se non si fa presto a liberare le eliche, la nave è perduta.
I due uomini hanno raggiunto, verso poppa, l'estremo limite dello scafo emerso ; gli spruzzi li investono e rischiano di ab-
batterli sulla coperta. La fune cui sono legati,agguantata alla torretta, si tende.......e i due uomini, scivolano nell'acqua agitata.
A bordo, Comandante e marinai trattengono il respiro.
Per qualche minuto non si vede più niente : i due uomini,palombari improvvisati, lavorano sotto ; trattenendosi,con le dita
contratte dal freddo e dallo sforzo, alle alette ed ai tiranti del timone.
Ingollano acqua salata : seguono a tastoni il corso del maledetto cavo , ne provano la resistenza in tutte le direzioni.
Perricone guarda alternativamente l'orizzonte, che ora si vela di foschia, e l'acqua corrucciata dove i suoi marinai lavorano.
E' quasi pentito di aver dato il permesso. Mormora tra sè : - E se un'onda mi porta via sti ragazzi ? -
Ma i ragazzi si agguantano bene. Uno tuffa la testa sott'acqua e cerca di svolgere il canapo con piccoli strappi, profittando
del momento in cui l'onda aiuta il movimento : l'altro sostiene con una mano, qualche volta coi denti, la parte emersa del cavo.
In macchina i motori attendono, ansiosamente.
Dieci minuti, quindici minuti, venti........Perricone sta per richiamare a bordo i suoi uomini.
Ma un'esclamazione gioiosa viene da poppa, e supera lo sciacquio dell'onda contro la torretta.
- Comandante, siamo liberi ! -
Ecco, spuntano dal mare due teste ; due corpi nudi, vigorosi, s'inarcano contro le alette e portano su trionfalmente il cavo
bruno che si era avviticchiato alle eliche come un parassita mortale. Ora La Porta e Tesoriere tremano verga a verga, sotto
il soffio ghiacciato del vento, ma sorridono d'orgoglio.
I comandi suonano in macchina : Avanti piano !
E subito i motoristi sentono le eliche riavviarsi docilmente , mentre l'H.1 ricomincia a spartire il mare colla prua vittoriosa.
L'equipaggio emette un urrah : ora gli austriaci possono venire . Il sommergibile , nella sua piena efficienza, pronto
a servirli..........
Per il momento, Perricone non pensa che ai suoi ragazzi . E li spinge giù, in basso.
- Presto ! The bollente e massaggi ! -
L'H.1 ha ripreso la sua navigazione, tranquillamente, verso il nord, sulle rotte dove è possibile - se non facile - incontrare
il nemico. L'hanno salvato il fegato saldo ed i polmoni d'acciaio dei suoi marinai...........

FINE

 

RED

Modificato da Red
Link al commento
Condividi su altri siti

Alle volte penso che così facendo disturbo !

E' una mia sensazione ?

 

RED

 

Non dirlo neanche per scherzo, Gianni! sono documenti meravigliosi.

Però il rischio è che qualcuno approdi sui lavori in corso e poi si dimentichi della cosa (a me è successo). Se, al termine della stesura, metti un post di commento, rinnovi il timer e il post torna in evidenza. Fesserie, non preoccuparti e continua in questa opera, ti prego!

Link al commento
Condividi su altri siti

Grazie tante Totiano per la tuo interesse e per il tuo consiglio !!!

 

Come ho già detto nel " presentare " il precedente capitolo

" Uno sbaglio in macchina ", il riportare queste storie poco

conosciute o dimenticate serve a rievocare episodi e Uomini

della 1^ G.M. .

Così ho voluto fare una ricerca sul Comandante del sommergibile

" H.1 " .

Ho trovato che il Capitano di Corvetta Ugo Perricone nacque a Palermo

e che da Tenente di Vascello fu decorato con due medaglie d'argento

delle quali riporto le motivazioni :

 

PERRICONE Ugo

Tenente di Vascello, nato a Palermo.

 

" In una missione di guerra compiuta in acque minate e sotto la costa

nemica dal sommergibile SALPA in suo comando, riusciva a silurare

un cacciatorpediniere austriaco, colpendolo a poppa e danneggiandolo

gravemente "

 

( Golfo del Quarnero, 2 agosto 1916 ).

( D.L. 17 settembre 1916 ) .

 

2^ concessione

 

" Destinato dall'inizio delle ostilità su sommergibili, ha tenuto per molto

tempo il comando in zona di guerra, dimostrando sempre alta perizia

tecnica e militare, e spirito combattivo nelle numerose ardite missioni

compiute sulla costa nemica "

 

( Venezia, 24 maggio 1915- maggio 1918 ) .

( D.L. 9 maggio 1918 ).

 

 

RED

Link al commento
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Visitatore
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovi formattazione

  Sono ammessi al massimo solo 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato automaticamente aggiunto.   Mostrare solo il link di collegamento?

×   Il tuo precedente contenuto è stato ripristinato.   Pulisci l'editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Caricare o inserire immagini da URL.

Caricamento...
  • Statistiche forum

    • Discussioni Totali
      45k
    • Messaggi Totali
      521,7k
×
×
  • Crea Nuovo...