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Dubbio Su Profilo Classe Littorio


FRan12

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Data la tarda ora,cari Cti vi dico Buonanotte :wink:

 

Avrei un piccolo dubbio da sottoporvi......

 

Nell'ultimo libro navale da me acquistato ovvero l'interessantissimo "Il Manuale dell'Allievo"-Regia Accademia Navale 1938,vi è il capitolo sulle navi componenti la nostra marina,e di alcune vi sono anche dei profili che le rappresentano.

Il mio dubbio è relativo al profilo della classe "Littorio",del tutto diverso rispetto a quello effettivo della classe,tra l'altro in questo la disposizione delle torri da 381mm ne prevede una a prora e due a poppa.....mai visto un simile disegno relativo ai Littorio.

Posto una foto della pagina,non l'ho scansionata nel timore di rovinare il manuale :happy:

 

upload_-1.jpg

 

Qualcuno sa spiegare tale fatto?mi pare strano che la marina mettesse un progetto "non definitivo" nel suo manuale agli allievi o forse all'epoca le si immaginava così.....

 

Scusate la sciocca domanda e ancor più l'ora.

 

Notte a tutti!!

Modificato da FRan12
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:ohmy: Mah... :wacko: Sorprende anche me vedere un profilo così bislacco in una pubblicazione destinata nientemeno che agli Allievi dell' Accademia! Un solo fumaiolo...ben due torrioni-comando...la disposizione delle artiglierie principali e quant' altro...Eppure nel 1938 la Corazzata era già stata varata per cui le linee principali eran definitive! Anch' io non mi so dare spiegazioni.

 

Però vorrei sapere se i profili delle altre navi contenute in questa pubblicazione sono corrette.

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:ohmy: Mah... :wacko: Sorprende anche me vedere un profilo così bislacco in una pubblicazione destinata nientemeno che agli Allievi dell' Accademia! Un solo fumaiolo...ben due torrioni-comando...la disposizione delle artiglierie principali e quant' altro...Eppure nel 1938 la Corazzata era già stata varata per cui le linee principali eran definitive! Anch' io non mi so dare spiegazioni.

 

Però vorrei sapere se i profili delle altre navi contenute in questa pubblicazione sono corrette.

 

Noto che anche te hai espresso i miei stessi dubbi......anche io mi chiedevo perchè vi fosse tale profilo nel 38' a piani già approvati ed esecutivi.......inoltre con le unità già varate.....gli altri profili relativi alla Classe Cavour e agli incrociatori pesanti e leggeri le ho trovate sostanzialmente corrette.

 

Si notano anche la catapulta a centronave,l'albero poppiero tradizionale a tripode ed una disposizione dell'armamento secondario simile alle Cavour.....

Modificato da FRan12
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Azzardo....potrebbe essere che si volesse confondere un po le acque come si dice..per motivi di un certo riserbo sul reale profilo delle Littorio

Ho pensato la stessa cosa ma rimane il fatto che si tratta,come detto anche da Alfabravo,di una pubblicazione edita ed a uso interno degli studenti delle 1°classi d'accademia,sinceramente non ne capisco il motivo di mettere un falso profilo "a loro" senza contare che gli altri sono esatti.....

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Un amico mi segnala quanto segue:

 

Il falso profilo delle “Littorio” fu divulgato dalla stampa francese nel 1937 e ripreso a bella posta, in Italia, in quella pubblicazione ufficiosa per avallarlo.

Lo scopo era duplice: da un lato suggerire che si trattava di un’architettura “continentale”, come la chiamavano gli inglesi, cioè difensiva sul genere di quella degli incrociatori moderni tedeschi, costituzionalmente più deboli, ai sensi del Trattato di Versailles, rispetto ai 10.000 Washington dei potenziali avversari e quindi condannati a mettere in preventivo un combattimento in ritirata.

Anche un progetto francese, non realizzato, per un incrociatore svedese degli anni Trenta prevedeva una soluzione, con una torre binata da 152 a prora e due a poppa.

In realtà si trattava di una sciocchezza, dato il vantaggio di velocità di quelle unità e i comunque più ampi settori di tiro delle torri poppiere, ma questo è quello che credeva l’opinione pubblica che leggeva il Jane’s, e quindi andava bene anche nel 1937-1939. Anche i caccia “Battle” inglesi definiti nel 1944 dovevano avere soltanto due impianti binati di artiglieria a poppa prima che Cunningham, novello Primo Lord, imponesse un pezzo singolo a prora che, ai fini della direzione del tiro (da lui stesso definita “magia nera” nelle sue memorie quando parla del comando del Nelson con tutte le sue diavolerie elettriche e ottiche) non serviva a niente, in quanto asservito a controindice, stile Grande Guerra, rispetto alla centrale di tiro elettronica della batteria poppiera.

In effetti gli italiani le tentarono tutte pur di percorrere il prima possibile (e senza pagar pegno) lo stretto corridoio navale dell’insicurezza, disponendo delle sole due “Cavour” tra il 1937 e il 1940, prima di arrivare alla solida base assicurata dalle nuove “35.000” e dai due “Duilio” ammodernati. Il grande ammiraglio von Tirpitz, nelle proprie memorie, aveva già spiegato, nel 1919, che la vera fase di pericolo, ovvero di guerra preventiva inglese al Reich, nel quale la Germania era puntualmente caduta nel 1914, era quella che correva tra le prime dreadnought tedesche e lo strumento navale atteso e previsto a Berlino per la fine degli anni Dieci.

Le spiritose invenzioni sulle caratteristiche delle “Littorio” furono poi ribadite da Sansonetti in persona alla Sormani, a Milano, nel gennaio 1939. In quell’occasione il grande Aldo Fraccaroli, giovane studente, annotò, sui suoi preziosi quaderni, perfino la presenza di due sottomarini elettrici tascabili a poppa del Littorio. Scrisse, poi, nel 1977, sul numero 3 di Warship, pagina 12, di questa e altre faccende.

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Il falso profilo delle “Littorio” fu divulgato dalla stampa francese nel 1937 e ripreso a bella posta, in Italia, in quella pubblicazione ufficiosa per avallarlo.

Lo scopo era duplice: da un lato suggerire che si trattava di un’architettura “continentale”, come la chiamavano gli inglesi, cioè difensiva sul genere di quella degli incrociatori moderni tedeschi, costituzionalmente più deboli, ai sensi del Trattato di Versailles, rispetto ai 10.000 Washington dei potenziali avversari e quindi condannati a mettere in preventivo un combattimento in ritirata.

Anche un progetto francese, non realizzato, per un incrociatore svedese degli anni Trenta prevedeva una soluzione, con una torre binata da 152 a prora e due a poppa.

In realtà si trattava di una sciocchezza, dato il vantaggio di velocità di quelle unità e i comunque più ampi settori di tiro delle torri poppiere, ma questo è quello che credeva l’opinione pubblica che leggeva il Jane’s, e quindi andava bene anche nel 1937-1939. Anche i caccia “Battle” inglesi definiti nel 1944 dovevano avere soltanto due impianti binati di artiglieria a poppa prima che Cunningham, novello Primo Lord, imponesse un pezzo singolo a prora che, ai fini della direzione del tiro (da lui stesso definita “magia nera” nelle sue memorie quando parla del comando del Nelson con tutte le sue diavolerie elettriche e ottiche) non serviva a niente, in quanto asservito a controindice, stile Grande Guerra, rispetto alla centrale di tiro elettronica della batteria poppiera.

In effetti gli italiani le tentarono tutte pur di percorrere il prima possibile (e senza pagar pegno) lo stretto corridoio navale dell’insicurezza, disponendo delle sole due “Cavour” tra il 1937 e il 1940, prima di arrivare alla solida base assicurata dalle nuove “35.000” e dai due “Duilio” ammodernati. Il grande ammiraglio von Tirpitz, nelle proprie memorie, aveva già spiegato, nel 1919, che la vera fase di pericolo, ovvero di guerra preventiva inglese al Reich, nel quale la Germania era puntualmente caduta nel 1914, era quella che correva tra le prime dreadnought tedesche e lo strumento navale atteso e previsto a Berlino per la fine degli anni Dieci.

Le spiritose invenzioni sulle caratteristiche delle “Littorio” furono poi ribadite da Sansonetti in persona alla Sormani, a Milano, nel gennaio 1939. In quell’occasione il grande Aldo Fraccaroli, giovane studente, annotò, sui suoi preziosi quaderni, perfino la presenza di due sottomarini elettrici tascabili a poppa del Littorio. Scrisse, poi, nel 1977, sul numero 3 di Warship, pagina 12, di questa e altre faccende.

Grazie GMAndrea per l'interessantissima spiegazione,quindi se ho ben inteso il tuo scritto anche a noi stava bene questo falso progetto come"specchietto per le allodole"?!

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Grazie GM Andrea per questo ricco contributo, che ci chiarisce molte cose.

 

Riguardo al post scriptum, invece, non ci sono dubbi che lo scritto non sia tuo.

Questo perché i tuoi testi sono sempre impeccabili, mentre qui mi sembra che un errorino ci sia.

I Battle avevano due torri binate a prora e non a poppa, vero?

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Grazie GM Andrea per questo ricco contributo, che ci chiarisce molte cose.

 

Riguardo al post scriptum, invece, non ci sono dubbi che lo scritto non sia tuo.

Questo perché i tuoi testi sono sempre impeccabili, mentre qui mi sembra che un errorino ci sia.

I Battle avevano due torri binate a prora e non a poppa, vero?

 

Hai ragione, (ma solo quanto ai "Battle", non certo sull'impeccabilità dei miei scritti....). Erano i caccia italiani progettati nel 1942 ad avere i due impianti da 135 a poppa.

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Il falso profilo delle “Littorio” fu divulgato dalla stampa francese nel 1937 e ripreso a bella posta, in Italia, in quella pubblicazione ufficiosa per avallarlo.

Lo scopo era duplice: da un lato suggerire che si trattava di un’architettura “continentale”, come la chiamavano gli inglesi, cioè difensiva sul genere di quella degli incrociatori moderni tedeschi, costituzionalmente più deboli, ai sensi del Trattato di Versailles, rispetto ai 10.000 Washington dei potenziali avversari e quindi condannati a mettere in preventivo un combattimento in ritirata.

Anche un progetto francese, non realizzato, per un incrociatore svedese degli anni Trenta prevedeva una soluzione, con una torre binata da 152 a prora e due a poppa.

In realtà si trattava di una sciocchezza, dato il vantaggio di velocità di quelle unità e i comunque più ampi settori di tiro delle torri poppiere, ma questo è quello che credeva l’opinione pubblica che leggeva il Jane’s, e quindi andava bene anche nel 1937-1939. Anche i caccia “Battle” inglesi definiti nel 1944 dovevano avere soltanto due impianti binati di artiglieria a poppa prima che Cunningham, novello Primo Lord, imponesse un pezzo singolo a prora che, ai fini della direzione del tiro (da lui stesso definita “magia nera” nelle sue memorie quando parla del comando del Nelson con tutte le sue diavolerie elettriche e ottiche) non serviva a niente, in quanto asservito a controindice, stile Grande Guerra, rispetto alla centrale di tiro elettronica della batteria poppiera.

In effetti gli italiani le tentarono tutte pur di percorrere il prima possibile (e senza pagar pegno) lo stretto corridoio navale dell’insicurezza, disponendo delle sole due “Cavour” tra il 1937 e il 1940, prima di arrivare alla solida base assicurata dalle nuove “35.000” e dai due “Duilio” ammodernati. Il grande ammiraglio von Tirpitz, nelle proprie memorie, aveva già spiegato, nel 1919, che la vera fase di pericolo, ovvero di guerra preventiva inglese al Reich, nel quale la Germania era puntualmente caduta nel 1914, era quella che correva tra le prime dreadnought tedesche e lo strumento navale atteso e previsto a Berlino per la fine degli anni Dieci.

Le spiritose invenzioni sulle caratteristiche delle “Littorio” furono poi ribadite da Sansonetti in persona alla Sormani, a Milano, nel gennaio 1939. In quell’occasione il grande Aldo Fraccaroli, giovane studente, annotò, sui suoi preziosi quaderni, perfino la presenza di due sottomarini elettrici tascabili a poppa del Littorio. Scrisse, poi, nel 1977, sul numero 3 di Warship, pagina 12, di questa e altre faccende.

 

Vicenda interessante e appendice altrettanto interessante!

Cercando peraltro informazioni sul suddetto volume 3 del '77 (io purtroppo ho solo il volume del 2015, sigh), ho notato l'altissimo livello degli autori dei contributi:

 

 

Issue No 3
  • The Littorio Class, by Aldo Fraccaroli
  • The Genesis of the Big Fleet Carrier: USS Lexington CV-2, by Norman Friedman
  • Aspects of Japanese Warship Design: Destroyers (Part 2 of 2), by Alan Raven
  • Warship Pictorial
  • The Kiev: Cruiser or Carrier?, by John Jordan
  • Washington's Cherrytrees: The Evolution of the British 1921-22 Capital Ships (Part 3 of 4), by N J M Campbell
  • The First Town Class: 1908-31 (Part 3 of 3), by David Lyon
  • Book Review: Contrast in Battleship Styles, by Norman Friedman
  • Technical Topics: Speed on Trial, by David K Brown

 

D.K. Brown, J. Jordan, N. Friedman e N.J.M. Campbell...

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Aggiunta dell'anonimo amico sui menzionati caccia:

 

Il riferimento ai CT con due torri da 135/45 del tipo ottimizzato AA (Etna 1942, per intenderci) è su Rivista Marittima maggio 1948 ("Il nostro nuovo cacciatorpediniere"). Si trattava di una versione ridotta del progetto del 1942 per caccia da 2.600 t armati con 6 torri binate da 135, una a prora e due a poppa (una sorta di Etna ridotti), basata sull'utilizzo dei due scafi di caccia classe "Comandanti" trovati a Riva Trigoso. Non se ne fece, alla fine, niente, puntando poco dopo sui futuri "San Giorgio" e, soprattutto, "Indomito".

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Vicenda interessante e appendice altrettanto interessante!

Cercando peraltro informazioni sul suddetto volume 3 del '77 (io purtroppo ho solo il volume del 2015, sigh), ho notato l'altissimo livello degli autori dei contributi:

 

 

 

D.K. Brown, J. Jordan, N. Friedman e N.J.M. Campbell...

Senza contare il nostro mai troppo compianto Aldo Fraccaroli

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