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Amleto Sommaruga.. l'intervista -1


old_fly37

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Amleto Sommaruga, l'intervista

 

Ragazzi non avete idea di quanto fossi emozionato al pensiero di questo incontro, eppure nella mia vita di giornalista di interviste ne avevo fatte molte, da Senna al Presidente Leone, da Alex Zanardi (grande eroe tra l'altro) al Primo Ministro del Canada¦ per vincere l'impatto con la personalità  mi dicevo.. “quando adiamo al cesso siamo uguali"

ma con Amleto Sommaruga è tutto era così diverso, nemmeno nel cesso eravamo uguali, e guarda caso, alla fine dell'intervista, quando mi spiegò la difficile tecnica e manovra da farsi per l'uso del gabinetto su un Sommergibile Atlantico mi venne da sorridere.

Abitiamo a nemmeno due chilometri di distanza in linea d'aria, ci separa dell'acqua, l'immenso fiume San Lorenzo, infatti lui abita su un'isola collegata da un ponte alla terra ferma, l'ile de Soeur, l'isola delle suore, e io dall'altra parte del fiume.

Mi accoglie con sua moglie che subito mi spiega che a causa di una ferita di guerra (il Finzi era finito su una mina) il nostro Sergente è quasi sordo (tra l'altro invalidità  che ancora il Governo non gli riconosce e per questo anche lui Eroe senza Gloria) e per ben comunicare deve avere una buona visione del mio viso, del mio movimento labiale, così certamente si è subito reso conto della mia faccia rossa, della mia timidezza nei suoi confronti. Delle mie labbra che tremano, ragazzi non esagero, e soprattutto della commozione che i miei occhi rivelano.

Ma tutto questo dura poco, un caffè espresso fatto alla perfezione dalla sua consorte, la signora Maria, mentre lui mi fa vedere dei quadri e delle foto, la sua forte disponibilità  a comunicare e la sua incredibile modestia, mi fanno sentire a mio agio, così apro il blocchetto sul quale ho trascritto le vostre domande, apro il registratore e di fronte ad una bella finestra che inquadra il fiume, così largo in quella curva, che lui lo chiama “lago", iniziamo la nostra chiacchierata!

 

L'intervista

 

Cosa lo spinse a diventare sommergibilista?

 

Mi trovai in Marina ma non ero un “mangiabrunose", ovvero non avevo il nodo Savoia sulla manica, come i volontari, e praticamente andavo a scuola di elettrotecnica, il diploma non l'ho mai preso, perchè poi è venuta la guerra e “buona notte ai sonatori".

In pratica tutti quelli del nostro corso della scuola Elettrotecnica a Milano, fummo destinati nella Regia Marina. Perciò mi sono trovato in Marina, non volontario, e un bel momento per ragioni incomprensibili mi sono trovato sui sommergibili ed io ho avuto la grande fortuna, perchè l'ultima missione è andata a male, perchè siamo partiti per il Giappone, metà  equipaggio comunque, perchè i “lavativi" li hanno tenuti sul battello grande, era una battello lungo 92 metri di 2000 tonnellate, poteva andare nell'Oceano Indiano senza far rifornimento, l'altra metà  l'hanno mandata a Gotenhafen, a prendere in consegna i dieci sommergibili U-boat che i tedeschi ci avevano dato, e qui vede la lista dei sommergibili e dei loro comandanti, (NdA sta leggendo Aria alla Rapida, al mio rientro, mi darò  tutti i numeri di Aria alla Rapida per fare fotocopie, per trascrivere qui nel Forum, i suoi interventi e altri articoli interessantissimi che mi ha fatto vedere) poi però, dopo all'8 settembre, i tedeschi si son ben guardati di darglieli, e quegli equipaggi sono rimasti la, collaboratori o meno, questo io non lo so. Mentre io, come dicevo, ho avuto la gran fortuna, diciamola “fortuna", che siamo stai colpiti al largo delle Azzorre dai Sunderlands, perchè eravamo arrivati ad un periodo che non si poteva più navigare di giorno in superficie, si poteva navigare in superficie solo di notte, di giorno si stava sotto, eravamo tanto appesantiti dal carico, perchè avevamo un carico particolare speciale con un ufficiali tedeschi che controllavano, probabilmente erano cose necessarie per alimentare certi programmi bellici in Giappone, e eravamo molto appesantiti, i Sunderlands ci hanno colpito, ci hanno sfondato i “bottazzi" , usciva la nafta e allora non si poteva più continuare con questa nafta che usciva e che diventava una scia di riferimento e siamo ritornati a Bordeaux, e a Bordeaux siamo saltati su una mina e si salvi chi può, ho avuto una lesione cranica, mi ha colpito le orecchie, è fuoriuscito del sangue, i timpani forati, e progressivamente il problema pian piano è aumentato e ora mi trovo con questa sordità , comunque da li abbiamo salvato la pelle, se no avremmo fatto la fine del Giuliani e quei battelli che sono arrivati a Singapore e che poi l'anno pagata cara, e siamo ancora qui..

 

Come erano i rapporti tra marinai e comandante?

 

Ottimi! non dimentichiamoci che c'era quel senso del dovere , che era innato in noi, non c'era bisogno che un comandante ci desse un ordine o ci dicesse “questo" è un ordine!¨ normale che si facesse “Metti i motori elettrici a 300 giri" non potevo mettermi a discutere , li era il fatto, aveva chiesto 300 e 300 davo! ecco perchè si era "riottosi", perchè quando si era a terra ce ne guardavamo bene dal salutare il tizio, il caio o il sempronio! tra l'altro eravamo fieri di noi stessi e ce infischiavamo di tutti; l'unica cosa che mi ha dato fastidio alla fine della guerra, dopo un bel po', di sapere che i sommergibilisti tedeschi avevano una rancio unico, ufficiali e equipaggio, noi avevamo due ranci, gli ufficiali mangiavano il prosciutto e noi avevamo la pancetta arancida dentro le scatole, mi ricorda un po' Rommel, che quando arrivò in Africa e ha visto che gli italiani mangiavano in tre mense, e Rommel a un certo punto si indignò, “siamo sulla linea del fronte e questi fanno tre mense! ma i soldati devono mangiare tutti uguale."

Comunque a bordo i rapporti tra marinai e comandante erano fraterni, il comandante non aveva bisogno di mettersi il berretto con i gradi! erano fraterni, perchè non c'era bisogno di dare del tu, ed era ovvio che si dava del lei, si diceva “Signor Comandante" però non c'era bisogno, non c'era distanza, o alterigia, come quando si è in caserma, no, il comandante, il secondo ufficiale e tutti gli altri si sarebbero ben guardati dal dirci “sei un cretino".. come si usa nell'Esercito, no assolutamente non c'era bisogno, perchè sapevamo che lui doveva agire così, non c'era nulla da fare, quando si era a terra era tutta un'altra cosa. E siccome a bordo ci siamo rimasti per 92 giorni, non un giorno, in 92 giorni non si può disprezzare un individuo!

 

Chi sono stati i suoi comandanti?

 

Bè uno Di Giacomo, uno Amendolia, e uno Mario Rossetto che se va in Italia , perchè qui non si trova, può trovare il libro che lui recentemente ha pubblicato: “Missione non attaccare" , quella missione che aveva ordine di non attaccare perchè doveva rifornire i sommergibili italiani e a lungo raggio!

 

I miei amici del Forum Betasom mi avevano chiesto di chiederle se lei avesse conosciuto i Comandanti Amendolia e Rosetto che affondò il Granicos

 

Ma davvero?.. ma le sapete tutte allora!

 

Lei ha un diario?

 

Il vero diario è scritto su un brogliaccio a mano, poi l' ho battuto a macchina, l'avevo dimenticato e per 40 anni l'avevo lasciato là, poi avevo letto sul Corriere della Sera un necrologio, che era morto un certo signor Cicchi, Ingegner Cicchi e allora ho preso la guida telefonica per trovare l'indirizzo e ho telefonato per fare le condoglianze, questo era ingegnere di macchina imbarcato sui sommergibili, e allora poi andai a casa sua, e il nipotino disse che era appassionato e che quando sarebbe stato grande avrebbe voluto andare in Marina, così dopo più di 40 anni, copiai il mio diario per questo ragazzino di 11 anni, non per trasmettergli la passione del mare, ma per ricordare suo nonno, ora defunto, con il quale divisi gli stessi rischi e gli stessi sacrifici! lui era Direttore di Macchina sul Finzi, io sottocapo elettricista¦ e guardi che l'elettricista di bordo è  la "signorina di bordo". Non ho tolto una virgola e non ho cambiato una parola e scrissi: “quello che ho scritto su un brogliaccio di bordo, qui è riportato.. e qui, gliene do una copia, leggerà  i movimenti e ogni cosa feci in quei giorni!

 

E' possibile pubblicarlo a puntate sul nostro Forum Betasom?

 

Io ho una sola copia dattiloscritta, ma adesso quando usciamo andiamo a farne una fotocopia.. e lo pubblichi ben volentieri.

 

(Continua-1)

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Ed è stato proprio questo articolo su Aria alla rapida che ha spinto Sonar a scrivermi e chiedere di fare le ricerche... con il risultato positivo che vedete... quasisu ogni Aria alla Rapida c'è qualche scritto di Amleto Sommaruga, al mio rientro in Canada (sto con le valigie pronte per venire in Italia) mi darà tutti i numeri di Aria alla Rapida per fotocopiare i suoi articoli e alti articoli di grande importanza e testimonianza....

Grazie Marco per la segnalazione...

 

fly37

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